Fw: Libro di D. Canestrini



giro questa mail per informare che il nostro D. Canestrini ha pubblicato da
poco il suo ultimo lavoro.
Ciao armando


Duccio Canestrini, Non sparate sul turista, Bollati Boringhieri, Torino 2004. 

BOLLATI BORINGHIERI EDITORE - COMUNICATO STAMPA
25 marzo 2004

È di questi giorni la proposta antiterrorismo che vorrebbe introdurre le
impronte digitali sui visti e sui passaporti di tutti i cittadini
dell'Unione Europea; più precisamente, i documenti di viaggio "dovranno
obbligatoriamente contenere due elementi di identificazione biometrica",
ovvero la scansione del volto e le impronte digitali dei titolari.

Videosorveglianza, controlli biometrici, carlinghe blindate. Come andrà a
finire, di questo passo, il nostro modo di viaggiare? Più che altro,
sembriamo tutti preoccupati del dove: dov'è localizzato il pericolo? Dove
siamo sicuri e dove non lo siamo? I controlli rispondono a una vecchia
logica territoriale, tattica, più che strategica. Il problema è che il
terrorismo, come il turismo, è un fenomeno delocalizzato,
extraterritoriale. Varca le frontiere, non ha più radici. Ne deriva quella
che è una vera e propria ossessione per la sicurezza, perché purtroppo, in
questi ultimi tempi, turismo, nell'immaginario collettivo, fa sempre più
spesso rima con terrorismo. A turbare le nostre spensierate vacanze, dopo
briganti, cannibali e sequestratori, è la volta dei terroristi.
Come cambia quindi il nostro modo di viaggiare? Siamo destinati a un
turismo sempre più sorvegliato e militarizzato? Oppure c'è una via
d'uscita? In Non sparate sul turista, brillante analisi
storico-antropologica del turismo, l'autoreprova a dare una risposta a
questa domanda e propone una soluzione. Il turismo dovrebbe e può diventare
un'opportunità di dialogo fra civiltà e culture e, in definitiva, un
prezioso strumento di pace. Certo non lo sarà il vecchio turismo distratto
e neocolonialista, ma un nuovo turismo più umanitario e responsabile. O,
come scrive Duccio Canestrini,  un turismo "permeabile".

«Direi che l'orientamento del libro sta tutto nell'epigramma buddista: "Se
vi preoccupate solo un po' della vostra sicurezza personale, dovreste prima
di tutto pregare per l'ordine e la tranquillità in tutti e quattro i
quartieri del paese" (Nichiren Daishonin, monaco giapponese del XIII
secolo). E cioè: il nostro è un destino collettivo, non c'è viaggio sicuro,
né serenità personale senza giustizia planetaria. L'unica libertà possibile
(anche dalla fame, dall'ignoranza e dalla paura), è la libertà di tutti»
Duccio Canestrini

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>Duccio Canestrini, antropologo e scrittore, ha viaggiato in tutti i
>continenti come inviato della rivista "Airone". E' docente a contratto di
>Antropologia del turismo al Master di Tourism Management di Trento, e
>presso il corso di laurea in Scienze del turismo di Lucca. Tra le sue
>pubblicazioni: Turistario (Baldini & Castoldi, 1993), Una penna tra i
>tamburi (Giorgio Mondadori, 1993), Turpi tropici (Zelig, 1997), Trofei di
>viaggio (Bollati Boringhieri 2001), Andare a quel paese (Feltrinelli 2003).
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