giornata di sensibilizzazione 1 dicembre



MOBILITIAMOCI CONTRO LA MERCIFICAZIONE DELLA SALUTE


La salute è un diritto. E' un bene irrinunciabile di tutti gli individui
senza distinzioni che non può essere messo in vendita al miglior offerente.
Deve avere carattere universale: non può essere privilegio di pochi e
rappresentare nel contempo la negazione per tanti, perché il diritto alla
salute non si può scindere da quello alla vita.
Una società che non sa garantire a tutti il diritto a vivere - o che lo
garantisce solo a pochi - è una società barbara e incivile. La salute è un
diritto sociale che deve essere garantito sempre e al di fuori delle
logiche di compatibilità economica e di profitto.
La scelta neoliberista dei governi europei di distruggere i Servizi
Sanitari pubblici per sostituirli con le aziende sanitarie private cancella
l'universalità del diritto alla salute e lo rende una merce tra le merci.
La scelta di privatizzare i luoghi della cura, di rendere gli ospedali
fabbriche di prestazioni sanitarie, di stabilire quali prestazioni conviene
erogare allo Stato e che cosa devono pagare i cittadini per curarsi è una
scelta che apre la strada alle assicurazioni private, che oggi si limitano
a proporre pacchetti integrativi ai livelli essenziali di assistenza
garantiti dai Servizi Pubblici, ma che domani diventeranno i canali unici
di accesso alle prestazioni sanitarie.
Una scelta economico-sociale che deriva da un modello in cui l'erogatore
del servizio non è più lo Stato ma un'impresa privata, che consente
l'accesso alla cura sulla base del reddito e dei profitti, arrivando
persino a selezionare la patologia in funzione della sua convenienza.
Ci hanno spiegato che privato è bello ma più il processo di privatizzazione
delle strutture avanza più possiamo vedere che questo è falso.
E' vero invece che questo serve a uccidere i servizi pubblici, tagliando i
fondi e le risorse per farli funzionare, chiudendo servizi e cancellando
attività e funzioni, in particolare quelle legate alla prevenzione, che
dovevano essere obbligatoriamente  garantite.
La privatizzazione dei Servizi è contro l'interesse dei lavoratori e dei
cittadini: i primi vedono messo in discussione persino il diritto a
conservare il posto di lavoro. Ai secondi viene negata sempre di più la
qualità della assistenza, l'umanizzazione della cura e il rispetto della
persona.
Questo processo ha chiaramente una dimensione globale: mai come oggi in
Europa, come negli altri continenti, si è parlato così tanto di
privatizzazione e di commercializzazione dei servizi, inclusa la sanità e
la scuola. Un processo che ha già portato alcuni paesi come l'Argentina -
che aveva una Sanità pubblica di ottimo livello - alla distruzione totale
del Servizio Sanitario Nazionale e alla condizione di poter garantire solo
livelli di assistenza da terzo mondo. E' questo che vogliamo? Possiamo
assistere indifferenti alla cancellazione di un diritto così importante?

COBAS Sanità - aderente alla Rete Europea per il diritto alla Salute

RETE EUROPEA PER IL DIRITTO ALLA SALUTE





DOCUMENTO FINALE
Un anno dopo Firenze la Rete Europea per il diritto alla salute ripropone
con forza la centralità   per il Movimento di assumere la Salute come
diritto sociale, come tale universale e non mercificabile. A Parigi abbiamo
prodotto la trasformazione di una Carta di intenti come quella elaborata al
Forum Europeo di Salonicco in una piattaforma di lotta contro la
privatizzazione e la distruzione dei Sistemi Sanitari nazionali pubblici.
Esigiamo che l'accesso ai servizi debba essere gratuito e rispondente al
fabbisogno di salute delle popolazioni, sganciato da ogni forma di
aziendalizzazione e di profitto.
Crediamo che i Servizi Sanitari debbano essere adeguatamente finanziati per
garantire a tutti/e, senza discriminazione: la promozione della salute, la
protezione sociale, il rispetto per le problematiche di genere, la
prevenzione negli ambienti di lavoro e di vita, la cura, l'attenzione ai
problemi psichiatrici, la riabilitazione ed il reinserimento sociale di
tutti gli stati di infermità, l'umanizzazione dei processi di cura ed il
rispetto dell'individuo in tutte le fase di relazione tra sistema sanitario
e cittadino. Vogliamo una politica europea sulle medicine trasparente,
indipendente dall'industria, sottoposta a controllo popolare.
Promuoviamo la costruzione di reti sociali che abbiano come obiettivo
primario il riconoscimento del diritto del cittadino alla partecipazione
alla decisione ed al controllo di tutte le fasi del processo sanitario.
Rivendichiamo una riorganizzazione dei Servizi Sanitari Nazionali - in
vista anche delle trasformazioni in atto in Europa e nei paesi dell'area -
che rispetti e assicuri condizioni di lavoro dignitose ed una adeguata
formazione ai lavoratori della salute come premesse indispensabili per la
qualità delle prestazioni erogate. Siamo contro un trattato per la
costituzione europea che non  include insieme ad altri fondamentali diritti
il principio del diritto alla salute quale diritto fondamentale senza
vincoli di compatibilità economica.
Noi crediamo che costruire un percorso comune che unifichi i lavoratori, i
cittadini, le associazioni, i sindacati, i movimenti, costituisce un
elemento essenziale nella rivendicazione del diritto inalienabile alla
salute.
Per conseguire questi obiettivi pensiamo che sia indispensabile allargare e
consolidare le Reti locali nazionali ed internazionali.
Proponiamo ai movimenti due campagne di mobilitazione:
1. aumento dei fondi pubblici per la spesa sanitaria per garantire l'intero
fabbisogno di salute delle popolazioni;
2. garanzia dell'accesso senza restrizioni a tutti/e al servizio sanitario
pubblico.
Proponiamo di organizzare per il 1 dicembre una giornata di
sensibilizzazione europea sui problemi legati alla privatizzazione dei
Servizi Sanitari e dichiariamo la nostra disponibilità a partecipare come
Rete alla giornata europea di mobilitazione che l'Assemblea dei Movimenti
Sociali organizzerà contro la privatizzazione di tutti i servizi pubblici,
portando il nostro contributo di lotta sulla specificità della salute.

Parigi 15 novembre 2003

Aderiscono alla Rete Europea per il diritto alla salute organizzazioni
sindacali, associazioni di difesa dei malati di Italia, Francia, Spagna,
Grecia, Svizzera, Belgio, Ungheria, Turchia