Lettera di due Associazioni Rom a Romano Prodi




LETTERA A ROMANO PRODI



Signor Presidente,

sono stato testimone di quanto è accaduto ai rom kosovari in Macedonia a
partire dal 19 maggio; circa 700 persone sono bloccate alla frontiera tra
Macedonia e Grecia presso Medzitlija. Si tratta di profughi che dalla
guerra in kosovo si erano rifugiati in Macedonia e vivevano presso il campo
di Suto Orizari (comune dove il sindaco è rom, come l'80% degli abitanti);
finiti i finanziamenti dell'UE, OSCE e Consiglio Europeo, il governo
macedone ha chiuso il campo e i profughi, che non erano più una fonte di
guadagno, sono stati cacciati via.

Come sapete, i rom del Kosovo sono stati costretti a fuggire e a rifugiarsi
in Europa, dove non sono stati considerati profughi, ma nomadi e quindi è
stato negato loro lo status di rifugiati; così anche in Italia, dove sono
stati costretti a vivere nei ghetti dei "campi nomadi".

Tutti gli altri popoli, serbi, albanesi, croati, bosniaci, curdi, ruandesi
etc. sono stati considerati come rifugiati, i rom no !

Vi ricordo che alcuni rom forzatamente rimpatriati in Kosovo sono stati
assassinati e i colpevoli non sono stati né accusati, né giudicati. Non
dobbiamo dimenticare che molti quartieri rom, come via Fabricka a Mitrovica
sono stati bruciati e completamente rasi al suolo.

I rom bloccati in Macedonia chiedono di fare domanda di rifugio in paesi
europei. In Kosovo non possono tornare, in Macedonia non hanno futuro.

Signor Presidente,

in tutte le guerre i rom sono stati vittime degli altri popoli perché non
hanno voluto prendere le armi contro nessuno; nella nostra storia siamo
stati sempre pacifisti, sempre vittime delle guerre di altri. Dalla seconda
guerra mondiale ai conflitti balcanici, perseguitati, imprigionati e
sterminati nei lager nazisti (e oggi segregati nei campi nomadi), l'unica
via d'uscita per noi rom è promuovere un intervento dell'Unione Europea,
una direttiva per la tutela dei nostri diritti. Chiediamo di ottenere la
cittadinanza europea, di far parte della famiglia europea dove i diritti
umani sono rispettati e tutelati.

Noi rom non abbiamo una terra promessa dove tornare, né vogliamo uno stato
rom. Vogliamo vivere in pace con gli altri popoli, magari in minoranza, ma
in parità di diritti.

Signor Presidente, in questo momento la questione più urgente da risolvere
è la situazione dei rom kosovari bloccati in Macedonia.

Chiediamo pertanto che questo argomento venga messo all'ordine del giorno
dei lavori parlamentari e che siano presi al più presto dei provvedimenti.

Confidando in un vostro sollecito intervento, prima che la situazione si
aggravi, ringraziando per l'attenzione, porgiamo i nostri saluti.



L'Associazione Comunità Europea Rom (ACER) di Pisa e L'associazione AMALIPE
ROMANO di Firenze.

Pisa, 13 Giugno 2003.