bollettino post-elettorale



 Bollettino elettorale n. 7

News post-elezioni in Turchia

            Kurdish Observer - "Il KADEK: continuino le serhildan
democratiche" - Francoforte, 5 novembre 2002

In una dichiarazione del Consiglio di Presidenza, il KADEK ha dichiarato
che partiti come DSP, ANAP, MHP e DYP che non hanno passato la soglia
elettorale nazionale, dimostrano come sia necessario superare il regime
esistente, sostenendo che la non rappresentatività del 47% degli elettori
andrà a minare la legittimità dell'assemblea nazionale. Il comunicato dice
che "i risultati esprimono il collasso del regime e la necessità di un
cambiamento. I passi intrapresi verso la democratizzazione determineranno
il futuro dell'assemblea nazionale la cui legittimità è già stata messa in
dubbio. È per questa ragione che partiti come il DSP, l'ANAP, il MHP e il
DYP che sono stati i principali poteri politici del regime non sono stati
in grado di passare la soglia elettorale. Ed il fatto che il CHP abbia
ottenuto così tanti voti pur essendo sostenuto dallo stato e dai
capitalisti è un'altra prova del perché il regime esistente debba essere
superato".

 Il Consiglio ha analizzato la vittoria di AKP come segue: "si tratta di
una reazione contro il regime, non è uno sviluppo durevole. La legittimità
delle elezioni del 3 novembre è discutibile sotto molti aspetti. Il 25%
degli elettori non ha votato. Soltanto 16 milioni di elettori saranno
rappresentati in Parlamento, questo significa che il voto del 47% degli
elettori non trova rappresentanti nell'assemblea nazionale. (...) Per
quanto riguarda i rappresentanti delle province kurde, questi lo sono solo
del 20% della popolazione, vuol dire che l'altro 80% non sarà
rappresentato. Per questo possiamo dire che ci sia un serio problema di
legittimità di questo parlamento. Non possiamo aspettarci che esso possa
avere una lunga vita".

 Il Consiglio di presidenza del KADEK ha chiamato ad "accrescere le
serhildan democratiche". Richiamando l'attenzione sul fatto che il voto
all'AKP è stato una reazione contro il regime esistente, ma che non potrà
durare a lungo. Ha sottolineato che "il blocco per il lavoro, la pace e la
democrazia marcerà verso il potere superando l'attuale situazione proprio
attraverso le serhildan democratiche. Il futuro non sarà assicurato dal
successo ottenuto con i numeri, ma dal successo che si basa sulla coscienza
democratica".



Turkish Daily News - "AKP incontra alcune difficoltà a rappresentare il
sudest". -  Ankara, 6 novembre 2002 di Fatma Demirelli

Il DEHAP non ha ottenuto alcun seggio elettorale nonostante il livello di
sostegno che nelle 13 province sudorientali in alcuni luoghi ha superato il
50%. Come secondo partito più grande nella regione, il partito AK con
appena il 20% dei consensi si è aggiudicato 35 seggi in parlamento. "Akp è
consapevole del fatto che ci sia un problema di rappresentatività nella
regione" ha dichiarato un delegato del partito. "I voti che sono andati al
DEHAP hanno dimostrato che c'è stata una mancanza di cura da parte dello
stato per anni". Le elezioni del 3 novembre hanno lasciato il loro
indiscusso vincitore, il Partito della Giustizia e dello Sviluppo con una
preoccupazione in più, affrontare i problemi che hanno afflitto l'Anatolia
sudorientale per decenni. Un sistema elettorale molto criticato ha lasciato
il suo vero avversario, il partito filo kurdo DEHAP fuori dal Parlamento.
(...)

A Diyarbakir, la più grande provincia dell'Anatolia sud orientale c'è stata
la maggiore discrepanza tra voti e rappresentanti eletti. Il DEHAP che ha
ottenuto il 56,1% non ha ottenuto seggi in Parlamento, mentre l'AKP
ottenendo il 15,9% prende 6 seggi e il CHP due con il 5,9%.

A Van, una provincia dell'estremo oriente il DEHAP lo stesso non ha
ottenuto seggi pur avendo conquistato il 40,8% dei consensi, mentre l'AKP
ha avuto sei seggi con il 25,8%. Per il CHP un posto è stato guadagnato con
un mero 5,1% dei voti.

A Siirt l'AKP (17,5%) ha preso 3 seggi e il CHP (8,9%) uno, con il DEHAP
che ha ottenuto il 32,2% dei voti nella provincia.  (...)



            AFP - "I kurdi di Turchia soffrono la delusione delle nuove
elezioni" - Diyarbakir, 5 novembre 2002 di Mahmut Bozarslan

 La minoranza kurda di Turchia, segnata da anni di conflitto e povertà,
soffre per il fallimento del suo partito che non ha ottenuto seggi in
parlamento. "Sono molto triste. Ancora una volta siamo fuori dal
parlamento" ha detto Yavuz Tokacli, un operaio 35enne di Diyarbakir, la
maggiore delle città sudorientali a predominanza kurda. Il Partito
democratico del popolo (DEHAP), l'unico partito filo-kurdo che ha preso
parte alle elezioni di domenica, è giunto al 56% dei voti a Diyarbakir ed è
arrivato primo in tutte le dodici province del sud-est. Ma non è riuscito a
superare la soglia del 10% su scala nazionale come previsto dalla legge per
ottenere dei seggi in Parlamento. Secondo i dati non ancora ufficiali il
DEHAP ha vinto il 6,2% dei voti a livello nazionale, in  confronto al 4,7%
che il suo partito gemello aveva ottenuto nel 1999. Si dovrà aspettare
ancora due settimane prima che la Commissione elettorale renda noti i dati
ufficiali delle elezioni. "Siamo rimasti fuori a causa dei difetti del
sistema elettorale" ha detto Cabbar Kara, un contadino, che comunque ha
visto alcuni lati positivi nei risultati "Abbiamo migliorato del 50%, è
anche questo un successo". (...) Osman Baydemir, che si era presentato come
uno dei candidati di DEHAP a Diyarbakir, ha denunciato il fatto che la
regola del 10% "è stata fatta proprio per evitare che partiti come il DEHAP
entrassero in parlamento". Il voto precedente del '99 fu segnato dalle
restrizioni in campagna elettorale e dalle diffuse intimidazioni da parte
delle forze di sicurezza. L'Associazione dei diritti umani (IHD) di Turchia
ha dichiarato che i suoi osservatori hanno rilevato incidenti ed
intimidazioni anche questa volta. "Ma se comparati con il '99 sono stati
soltanto incidenti isolati, che non dovrebbero andare ad intaccare i
risultati" ha dichiarato a AFP Husnu Ondul, segretario dell'IHD.