acqua in brocca



Rispondo alla interessante testimonianza di Elisa (intervento in calce).
Il mio intervento era nell'ottica di un'azione nonviolenta diretta che ognuno di noi può calare nel suo quotidiano sin da subito, senza attendere (come al solito) che si muovano i pubblici poteri. Certo che mi piacerebbe che lo Stato erogasse acqua buonissima in tutti i rubinetti italiani; ma a parte il fatto che per questo occorrerà un lavoro forse di anni e investimenti non indifferenti, rimane il fatto che, finchè c'è l'attuale cultura consumista, rimarrà il condizionamento a consumare acqua in bottiglia anzichè acqua di rubinetto, anche quando quest'ultima sarà pura e di fonte montana. Quello che voglio dire è che bisogna far diventare una cosa normale poter entrare in un ristorante e chiedere "acqua in brocca": ci vogliono far credere che è una cosa vergognosa, invece non lo è, io ho il diritto sacrosanto di essere accontentato, anche se, di converso, devo pur riconoscere al ristoratore un importo per il servizio, che però coprirà solo il servizio, e non anche il costo della bottiglia di vetro, non richiesta e non desiderata. Questo principio lascia la libertà a chi, per gusto, consumismo o necessità salutare, di potersi ordinare serenamente la sua brava bottiglia. E' un fatto prima di tutto di intelligenza e civiltà. Non voglio disconoscere che magari tantissimi bevono acqua in bottiglia per necessità, voglio solo dire che, quando esistono le condizioni per bere acqua in brocca, si deve essere liberi di poterlo fare !
Enrico Gorini


Caro Enrico,
pur condividendo idealmente tutto quello che hai scritto, voglio
raccontarti la mia storia.
Vivo a Torino da alcuni anni, dopo aver vissuto per 18 anni in una
città, Savona, in cui l'acqua di rubinetto è buonissima per 363 giorni
l'anno (ogni tanto, a settembre, periodo di alluvioni, si trova un
eccesso di cloro, ma basta lasciare l'acqua a decantare...)
Arrivo a Torino e dopo alcuni anni di varie vicissitudini da studente,
a fine 2003 decido che è l'ora di mettere in pratica le mie idee e
quindi di non comprare l'acqua in bottiglia. Ho resistito da dicembre a
giugno. A maggio ho cominciato ad avere una forma molto forte di
cistite. Nonostante cure di ogni tipo, dalle pastiglie erboristiche
alle medicine chimiche, antibiotici compresi, la cistite perdura. Il
medico mi consiglia di bere tanta acqua, ma più bevo acqua e più la
cistite aumenta. Ad agosto parto per le vacanze, ancora con la cistite,
che con il passare dei giorni comincia a diminuire. A settembre,
tornata a Torino, ricomincio tristemente a comprare l'acqua in
bottiglia e finalmente la cistite mi passa definitivamente.
Mi sono informata sui filtri. Purtroppo il filtro che è attualmente in
commercio elimina il cloro ma non eventuali impurità batteriche, quindi
non è adatto al caso di una città, come Torino, in cui l'acqua esce
pura dall'acquedotto, ma evidentemente arriva imbevibile in molte case.
Ritengo quindi ammirevole una campagna per avere il diritto all'acqua
di rubinetto nei ristoranti, ma (dal momento che, personalmente, vado
al ristorante non più di 10 volte l'anno) mi sembrerebbe più urgente
chiedere di avere l'acqua DAVVERO potabile anche nelle grandi città e
non solo nei comuni più piccoli.
Che ne pensi/pensate?
Ciao
Elisa