Madagascar: Arema smantella ponti....



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Fonte:
"Madagascar Tribune" N° 3998 du Mercredi 06 Mars 2002
http://www.madagascar-tribune.com/archives/3998/sommaire/index.html
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Guy Penne: Commentaire sur la crise

  Le sénateur français Guy Penne, commentant dans une note l'évolution
de la situation à Madagascar : "Le blocage des représentants du candidat
Ratsiraka a eu pour conséquence la radicalisation des positions du camp
Ravalomanana. Les partisans de ce dernier, appuyés par le Syndicat de la
Magistrature et les magistrats, l'un d'eux étant le Secrétaire général
de la Haute Cour Constitutionnelle (HCC) l'ont poussé à persévérer dans
son attitude. Ce sont ces mêmes magistrats qui l'ont investi Président
de la République, le 22 février dernier, en présence de plusieurs
centaines de personnes au stade de Mahamasina.".
  Guy Penne, par ailleurs vice-président des Affaires étrangères du
Sénat français, a fait partie de la mission de médiation de
l'Association Parlementaire Francophone, venue le mois dernier dans
l'île. L'échec de cette délégation a souvent été présenté comme "un
camouflet personnel pour Guy Penne". Ce dernier, ancien conseiller pour
l'Afrique du président Mitterrand, est un ami personnel de Didier
Ratsiraka, et a séjourné à plusieurs reprises dans l'île. La solution
proposée par Guy Penne dans sa lettre : que l'ONU, l'Union Européenne et
l'Organisation de la Francophonie s'impliquent réellement, afin d'éviter
une situation analogue à celle de la Serbie après le scrutin du 24
septembre 2000.

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Fonte:
MISNA - Missionary Service News Agency
www.misna.org
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MADAGASCAR, 7 MAR 2002 ore 17:40
ATTESA PER RIUNIONE TRA MILITARI E RAVALOMANANA, FINITO CARBURANTE AD
ANTANANARIVO
È una giornata di convulse trattative politiche quella che si avvia alla
conclusione in Madagascar. Ad Antananarivo sono tuttora riuniti i 210
ufficiali delle forze armate che stamane hanno dichiarato al propria
adesione al governo 'ombra' di Marc Ravalomanana. Con loro vi sono lo
stesso leader dell'opposizione e il neoministro 'ombra' della Difesa,
generale Jules Mamizara. Poche ore fa, un altro noto ufficiale
malgascio, il generale Ismael Mounibou, ha invece manifestato la sua
fedeltà al presidente uscente, Didier Ratsiraka, senza però ottenere
grande seguito. Intanto, oggi si è fatta più grave la carenza di
carburante ad Antananarivo. Lo riferiscono fonti della MISNA, precisando
che ormai la situazione è prossima al punto critico. Sarebbero rimaste
solo le scorte necessarie a garantire la circolazione degli automezzi di
soccorso. Al momento non è chiaro come la situazione possa sbloccarsi,
in quanto il principale centro petrolifero dell'isola, Tamatave, è ormai
irraggiungibile dalla capitale. Sostenitori del partito di governo - l'
Arema (Avanguardia della rivoluzione malgascia) - hanno smantellato un
ponte sulla strada nazionale a pochi chilometri dalla città portuale,
rendendo di fatto intransitabile l'arteria viaria e confermando in
questo modo l'intenzione di bloccare l'uscita di ogni automezzo. È utile
ricordare che giorni fa i cinque governatori delle province autonome
malgasce hanno dichiarato la secessione da Antananarivo, appoggiando
Ratsiraka e proclamando un nuovo Stato con capitale Tamatave, città
natale e attuale residenza dello stesso presidente uscente. Anche nel
nordovest, a Mahajanga, l'Arema ha allestito diversi posti di blocco per
impedire il transito ai veicoli adibiti al trasporto delle merci. Ma la
situazione più preoccupante per gli approvvigionamenti resta quella di
Antananarivo, nella quale si è già diffusa la pratica del contrabbando,
con conseguente aumento dei prezzi, in alcuni casi quintuplicati. Al
'mercato nero' un litro di benzina è arrivato a costare 17mila franchi
malgasci (equivalenti a 2,97 euro) mentre uno di gasolio viene venduto a
15mila (2,62). Stamane, inoltre, Ravalomanana ha incontrato gli inviati
dell'Organizzazione dell'unità africana-Unione africana (Oua-Ua), che
ieri avevano già parlato con Ratsiraka. Secondo quanto trapelato, il
capo di Stato uscente avrebbe dichiarato di essere disponibile al
dialogo ma, allo stesso tempo, di non poter rinunciare allo svolgimento
del ballottaggio. La vicenda del conflitto istituzionale in Madagascar
ha preso il via dopo il primo turno delle elezioni presidenziali del 16
dicembre scorso. I dati diffusi dalla Corte costituzionale malgascia
(Hcc) hanno indicato il sindaco della capitale al 46,2 per cento dei
voti e Ratsiraka al 40,8 per cento, ma il Comitato pro Ravalomanana
(Kmmr) ha denunciato brogli e irregolarità, inondando di denunce le
procure del Paese e rivendicando il 52,1 per cento delle preferenze, un
risultato che avrebbe permesso di evitare il ballottaggio previsto il 24
febbraio e ormai superato dagli eventi. Infatti, nei giorni scorsi, allo
stadio municipale di Antananarivo una folla oceanica ha proclamato capo
di Stato Ravalomanana, il quale ha anche ricevuto una formale
investitura da otto magistrati a lui vicini, in aperta polemica con gli
altrettanti giudici della Hcc, la quale è accusata dal Kmmr di non aver
rispettato il regolamento della legge elettorale, invalidando così gli
stessi dati ufficiali diffusi. (GM)