[Pace] "I nuovi sonnambuli". Marco Travaglio, Tommaso Di Francesco e Carlo Belli sul discorso riarmista della Von der Leyen



L’editoriale di Marco Travaglio

I nuovi sonnambuli

Dice Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Ue e badante di Joe Biden, che “dobbiamo muoverci velocemente” contro una fantomatica “minaccia di guerra” fabbricando nuove armi sempre più distruttive, “come è già stato fatto con i vaccini”. E nessun infermiere porta via questa squilibrata che paragona farmaci che hanno salvato tante vite umane a strumenti di morte che ne stermineranno altrettante. Intanto, a Roma, il nuovo Trio Lescano Mantovano-Belloni-Guerini lancia l’ennesimo allarme su una “campagna ibrida russa contro l’Italia” e non solo: “76 Paesi del mondo andranno al voto” e sono tutti “a rischio di interferenze” targate Putin, noto per truccare le elezioni dell’intero globo terracqueo, ma solo dove vince chi non dovrebbe. E telecomanda pure la protesta dei trattori. Ma anche lì non c’è traccia di personale sanitario che si prenda cura di questi acchiappafantasmi.

Per capire la follia che annebbia le menti delle classi intellettuali e dirigenti europee basta unire i puntini degli ultimi due anni: più armiamo l’Ucraina e sanzioniamo la Russia, più la Russia avanza in Ucraina e l’Europa si dissangua, i ceti medi e bassi si impoveriscono, crollano i partiti bellicisti e crescono quelli pacifisti e i multipolari, ma purtroppo anche i fascisti e gli ultranazionalisti, votati da chi si sente ancor più solo e meno protetto dinanzi a regole e austerità asimmetriche valide per lui, ma non per i miliardi e le armi inviati a getto continuo a Kiev, che già fa concorrenza sleale sui cereali.

Nello splendido libro "I sonnambuli. Come l’Europa arrivò alla Grande Guerra", Cristopher Clark smonta la storia scritta dai vincitori che incolpa in esclusiva gli imperi di Germania e Austro-Ungheria per la Prima guerra mondiale e le conseguenti tragedie del comunismo, del fascismo e del nazismo: “Lo scoppio della guerra non è un giallo di Agatha Christie, alla fine del quale si scopre il colpevole con la pistola ancora fumante accanto a un cadavere. In questa storia… ciascun personaggio principale ne ha in mano una. I tedeschi non erano i soli imperialisti… in preda a ossessioni paranoiche. La crisi che portò alla guerra nel 1914 fu il frutto di una cultura politica condivisa”: destre nazionaliste, liberaldemocratici e socialisti rivoluzionari. Tutti “sonnambuli apparentemente vigili, ma incapaci di vedere, tormentati dagli incubi ma ciechi di fronte alla realtà dell’orrore che stavano per portare nel mondo”. Oggi i sonnambuli vestono i panni degli “euroatlantisti” che ci trascinano spensieratamente verso la terza guerra mondiale, portano i voti con le orecchie ai fascisti e poi, appena escono i sondaggi o si aprono le urne, danno la colpa a Putin per non doversi guardare allo specchio.

Marco Travaglio

Fonte: Il Fatto Quotidiano 29.2.2024

https://www.leggimarcotravaglio.it/2024/02/29/i-nuovi-sonnambuli-il-fatto-quotidiano/


Da leggere anche l'articolo di Tommaso Di Francesco sul Manifesto, sempre sul discorso riarmista della Von der Leyen

"Entrare in guerra? Mai dire mai"


Da non perdere la lettera del prof. Carlo Belli agli studenti (pubblicata su PeaceLink) che chiama direttamente in causa la Von der Leyen:

Oggi chi crede in un mondo di pace deve farsi sentire

Lettera ai miei studenti dopo il discorso di Ursula Von del Leyen

Chi come voi ha seguito le mie lezioni, sa che da molto tempo temo che la situazione politica internazionale stia andando verso una direzione pericolosissima, con un rischio elevatissimo di un conflitto che può diventare anche nucleare.
29 febbraio 2024 - Carlo Belli (docente di Relazioni internazionali, Peace building e trasformazione dei conflitti - Università per Stranieri di Perugia)

Oggi inoltre PeaceLink ha dedicato all'argomento un apposito editoriale. Infine va annotato che c'è stato un picco di letture del precedente editoriale su Macron - il presidente della Francia - il quale ha ipotizzato l'invio di truppe Nato in guerra. Segno che l'attenzione dei lettori e il livello di percezione del rischio bellico sta aumentando.