[Pace] Accordo militare (per ora segreto) fra Italia e Ucraina per "contrastare" la Russia e fare la cyberwar. Un espediente che scavalca i vincoli della Nato



Italia e Ucraina firmano un accordo sulla sicurezza: cosa prevede e quanto dura l'intesa stretta da Meloni e Zelensky

In caso di un nuovo attacco russo ai danni dell’Ucraina prevede consultazioni entro 24 ore per determinare le misure necessarie per contrastare o scoraggiare l’invasore”.

Il testo è stato lavorato dettagliatamente in questi mesi, sia lato ucraino sia italiano. Un testo, emerge dalle indiscrezioni, simile a quelli già stretti da Kiev con altri Paesi occidentali, come Regno Unito, Francia e Germania.

A svelare qualche contenuto e qualche elemento dell’intesa ci ha pensato Meloni: “Vanno dalla cooperazione dell’industria della difesa alla cooperazione cyber e all’intelligence, fino al sostegno per le riforme e umanitario”. Prevederà anche una “cooperazione in ambito industriale ed economico e sulle infrastrutture critiche”.

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https://www.ilriformista.it/italia-e-ucraina-firmano-accordo-sulla-sicurezza-cosa-prevede-quanto-dura-intesa-stretta-meloni-zelensky-409858/ 

Dunque la Meloni ha firmato un testo di cui non conosciamo il testo se non per ciò che trapela come "indiscrezioni" dalla stampa.

Una reazione da parte russa parla di "documento non vincolante" dal valore meramente propagandistico.

(ANSA) - MOSCA, 22 FEB - L'accordo di sicurezza in preparazione tra Italia e Ucraina è solo una mossa di "propaganda", ha affermato Leonid Slutsky, capo della commissione Affari internazionale della Duma, la camera bassa del Parlamento russo. "Il ministero degli Esteri italiano - ha detto Slutsky, citato dalla Tass - ha chiarito che l'accordo non sarà un documento giuridicamente vincolante e non prevede garanzie di sostegno politico o militare al regime di Kiev". Questo, insiste il deputato russo, riguarda anche le intese firmate da Kiev con Berlino, Londra e Parigi oltre a Roma, e quindi "si tratta solo di un calcolo a fini propagandistici". (ANSA).

Tuttavia questi accordi bilaterali sembrano implementare - nell'impossibilità per ora di una adesione di Kiev alla Nato - una sorta di anticipazione dell'articolo 4 del Trattato Nato:
«Le parti si consulteranno ogni volta che, nell'opinione di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle parti fosse minacciata».
Le conseguenze non sarebbero quelle dell'articolo 5 ("Le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell'America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti") ma quelle dei patti bilaterali da cui potrebbe scaturire un'assistenza militare non pianificata collegialmente dalla Nato ma discrezionale e connessa a questa nuova "geometria variabile" dei singoli paesi Nato. Nato fai da te, insomma. Con questi accordi bilaterali si profila la creazione di una "coalizione dei volonterosi" che, saltando a piè pari la collegialità e i vincoli procedurali della Nato, diventerebbero i protagonisti di un confronto militare con la Russia più diretto, più spinto e più ravvicinato che vada oltre la fornitura delle armi per diventare sostegno militare organico con la cyberwar e l'intelligence. Ogni nazione della Nato che firma gli accordi bilaterali potrà svolgere azioni dirette, anche se limitate all’intelligence e alla cyberguerra (che la Nato stessa considera a tutti gli effetti azione militare di attacco), senza dover rendere conto alla Nato salvo poi potersi coprire in caso di necessità dell'ombrello difensivo della Nato contemplato dall'articolo 5 del Trattato. Un concorso esterno organico nelle azioni militari ma con protezione a posteriori dell'ombrello Nato.
In altri termini si sta per prefigurare una strategia militare di guerra alla Russia di tipo ibrido che, non concordata in ambito Nato, può causare conseguenze e ritorsioni della Russia nei confronti non più solo dell'Ucraina ma delle nazioni che firmano i patti militari bilaterali con l'Ucraina. Pur non prevedendo un automatismo militare tali patti possono essere oggetto di interpretazioni varie fra cui quella di un sostegno bellico diretto ad esempio dell'aeronautica che, pur realizzando si fuori dallo spazio aereo della guerra, consente un appoggio efficace, concordato e organico. Si può prefigurare un intervento dell'Aeronautica militare italiana nell'individuazione dei bersagli e nell'assistenza militare per colpirli con armi italiane o Nato fornite all'esercito Ucraino.

L'Aeronautica Militare potrebbe collaborare nell'individuazione e nella distruzione dei bersagli attraverso il sistema di comando e combattimento C4i che consente la cybergestione del campo di battaglia integrando dati provenienti da varie fonti, come sensori aerei e terrestri, per identificare e analizzare obiettivi. Alcuni droni in Ucraina potrebbero essere tecnicamente pilotati a distanza da Sigonella o da caccia italiani in volo sul Mar Nero. Nulla può escludere che l'Italia - grazie all'accordo firmato a Kiev - si predisponga a fare la regia dei droni forniti a Kiev.

La dizione "cooperazione cyber e intelligence" 
è così ampia e generica da fare dell'Italia l'alleato invisibile ma reale del terzo anno di guerra per un'Ucraina in difficoltà che proprio per questo richiede un aiuto militare più diretto nella guerra dei droni.
Nel sempre più labile confine fra guerra materiale e guerra digitale, l'Italia si candida a fornire l'assistenza alla cyberwar (vedere scheda sul C4i), ossia a quella cyberguerra che la stessa Nato considera una minaccia sufficiente a far scattare l'articolo 5 se esercitata dalla Russia nei confronti dell'Europa.

Cosa è il C4i

Il sistema di comando e combattimento C4i (Command, Control, Communications, Computers, and Intelligence) è una piattaforma che integra diverse tecnologie per consentire la gestione delle operazioni militari in modo più efficiente e coordinato. Per quanto riguarda l'Aeronautica Militare, questo sistema permette di raccogliere dati provenienti da una varietà di fonti, come radar, droni, satelliti e altri sensori aerei e terrestri. Una volta raccolti, questi dati vengono elaborati e analizzati per identificare e classificare bersagli potenziali, che possono essere minacce nemiche o obiettivi strategici. Il sistema C4i consente quindi di distribuire queste informazioni in tempo reale alle unità aeree, consentendo una risposta rapida e mirata. L'Aeronautica Militare può utilizzare queste informazioni per pianificare e condurre operazioni di sorveglianza, ricognizione e attacco. Ad esempio, i droni possono essere dispiegati per confermare l'identità e la posizione dei bersagli. Inoltre, il sistema C4i consente una comunicazione efficiente e sicura tra le unità aeree e gli altri rami delle forze armate coinvolte nell'operazione, garantendo una maggiore coordinazione e sinergia nell'individuazione e nella distruzione dei bersagli.