[Pace] Niger: UE si spacca, Francia isolata, aumentano le critiche alla gestione della crisi



La Francia è sempre più sola a spingere per l’intervento militare e adesso lo fa per bocca del presidente ivoriano Alassane Ouattara, un vero fedelissimo di Parigi. La Costa d’Avorio si è detta pronta a mettere a disposizione 1000 soldati, ora sono i nigeriani a frenare. Gli Stati Uniti stanno cercando una via della trattativa e hanno già mandato il vice-segretario di Stato per cercare un contatto, mentre i vertici dell’Ecowas stanno cercando un concreto appoggio da parte dell’Unione Africana e anche delle Nazioni Unite, sintomo di un’azione sempre più difficile è che viaggia verso una vera e propria burocratizzazione.

Tutto mente si sta spaccando anche il fronte dell’Unione Europea con Italia e Germania che, dopo aver chiesto più volte di estendere l’ultimatum, ora vogliono seguire la via diplomatica.


Fonte: Il Riformista


Gli interessi della Francia in Niger


PARLA IL DEPUTATO DEL BENIN ISSA SALIFOU, VICEPRESIDENTE DELLA COMMISSIONE PACE E SICUREZZA DEL PARLAMENTO DELLA CEDEAO-ECOWAS: «NELLE DECISIONI DELLA CEDEAO RISPETTO AL NIGER, I POPOLI NON SONO CONSULTATI»

Ha un Parlamento, la Cedeao-Ecowas (Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale), nata nel 1975 a Lagos. Spiega l’organizzazione https://ecowas.int/institutions/ecowas-parliament/?lang=fr: «Il Parlamento della Cedeao, creato nel 2006, è l’Assemblea dei popoli della Comunità. I suoi membri sono dunque i rappresentanti dell’insieme dei popoli dello spazio Cedeao, raggruppati in un organo comune di legislatori transnazionali». 


Rappresentanti dei popoli che a quanto pare non giocano alcun ruolo nel pugno duro deciso dall’organizzazione regionale nei confronti del Niger, dopo il colpo di Stato del 26 luglio a Niamey. Durissime sanzioni economiche e la minaccia di un intervento armato, tuttora in piedi, anche se fortunatamente l’ultimatum di domenica 6 agosto sia passato senza l’uso della forza.


Riportiamo quasi interamente l’importante intervista rilasciata l’11 agosto ad Afrique media https://www.youtube.com/watch?v=zGT0dbnGDnI dal deputato Issa Salifou, beninese, vicepresidente oltretutto della Commissione pace e sicurezza del Parlamento della Cedeao. Come ci precisa Denis Sindete, attivista del partito comunista del Benin segnalandoci l’intervista, è interessante anche il fatto che l’on. Salifou non appartenga all’opposizione ma alla mouvance del presidente beninese Patrice Talon, che è in prima linea nella partita interventista insieme a Nigeria, Costa d’Avorio e Senegal.


E malgrado ciò, ecco la protesta del deputato. «In tutto quello che è stato deciso finora, nessuno ci ha contattati. Finché la Cedeao rimarrà un club di capi di Stato anziché essere la Cedeao dei popoli, che da soli decideranno, assisteremo a cose simili. E’ un peccato. La base non viene consultata. Il parlamentare è l’eletto del popolo; normalmente dovremmo essere associati a queste decisioni, invece purtroppo non avviene, almeno finora. In quanto parlamentari ci opponiamo a questa decisione. Intanto, il problema è interno al Niger. Ci sono stati altri colpi di Stato nei paesi della Cedeao, Mali, Burkina Faso, Guinea Conakry: non c’è stato questo tipo di decisione. Allora perché il Niger? Perché voler mettere subito questo paese in ginocchio davanti a una situazione di questo tipo?». 


Il parlamentare sottolinea che nel suo ruolo istituzionale ,che ha a che fare anche con la pace e la sicurezza nella regione, non ha affatto partecipato alle decisioni circa il dispiegamento di una forza regionale per ristabilire il regime deposto: «Eppure la logica vorrebbe che almeno ci consultassero per avere il nostro punto di vista, che cosa pensano gli eletti del popolo nigerino e dei popoli della Cedeao, ma non è stato così. E’ la mia commissione che normalmente si occupa di queste situazioni, che deve fare proposte...» 


Issa Salifou ribadisce che se i popoli fossero consultati, decisioni simili non verrebbero prese: «E’ il popolo che è sovrano. Oggi in Niger a giudicare da quello che si vede si ha l’impressione che la popolazione sostenga i putschisti. Allora il problema è altrove. Credete che la Cedeao possa ristabilire il presidente deposto? Non credo, vista la nuova situazione. Allora occorre andare nella direzione di quello che vuole il popolo. Ma adesso la Cedeao non è la Cedeao dei popoli. Noi i rappresentanti non siamo consultati».


Issa Salifou ricorda anche la situazione delle zone di frontiera: «Io abito a Malanville, a due chilometri dalla frontiera con il Niger. Trova normale che si dica che domani la Cedeao attaccherà il Niger? E’ lo stesso popolo».


Alla domanda «se le posizioni rimangono arroccate quale è la vostra proposta per l’uscita da questa crisi?», il deputato auspica che «i capi di Stato tornino sulla loro decisione, rivedendo tutto l’approccio». Auspica e ritiene: «Non li vedo attaccare il Niger. Tutti perderebbero», per due ragioni; la prima, già ricordata sopra, è che in diverse regioni di frontiera fra Nigeria e Niger e fra Benin e Niger, «è lo stesso popolo, la stessa lingua. Si può credere che dei beninesi o dei nigeriani andranno a uccidere nigerini? Ucciderebbero i loro fratelli. Vedremo che cosa accadrà». 


Ma allora quale è l’interesse della Cedeao nel mantenere la pressione sul Niger? Risposta: «Francamente, non so quale sia l’interesse nel mostrarsi così brutali in una situazione tanto delicata rispetto a un paese fratello. La questione è fra il generale golpista e il suo ex capo. Sono cose interne sulle quali discutere».


E la Francia? «Certamente difenderà i propri interessi. Ma noi, popoli africani, dobbiamo guardare ai nostri interessi». 

 

 

(Si ringrazia Marinella Correggia per la documentazione)