[Nonviolenza] Telegrammi. 4966



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4966 del 23 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Gianni Vattimo
2. Enrico Peyretti: Vattimo e la nonviolenza
3. Gianni Vattimo e questo foglio
4. "Pressenza": Rinviata l'udienza del processo a Yurii Sheliazhenko
5. Raniero La Valle: "La difesa dei confini"
6. In 16 regioni e 37 province d'Italia iniziative per la liberazione di Leonard Peltier in occasione del suo 79simo compleanno
7. Nando Minnella: Leonard Peltier, prigioniero d'America (1997)
8. Nando Minnella: Liberate quel prigioniero sioux (1998)
9. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
10. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
11. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. LUTTI. GIANNI VATTIMO

E' deceduto Gianni Vattimo, filosofo e militante per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. MEMORIA. ENRICO PEYRETTI: VATTIMO E LA NONVIOLENZA
[Riceviamo e diffondiamo.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Sulla figura di Gianni Vattimo, deceduto il 19 settembre 2023, riproponiamo questa minima notizia apparsa sul nostro notiziario una ventina d'anni fa. Gianni Vattimo (Torino 1936), filosofo, docente universitario, e' da sempre impegnato per i diritti civili. Dal sito www.giannivattimo.it riprendiamo la seguente scheda biografica di Gianni Vattimo: "Gianni Vattimo e' nato nel 1936, a Torino, dove ha studiato e si e' laureato in filosofia; ha poi seguito due anni i corsi di Hans Georg Gadamer e Karl Loewith all'universita' di Heidelberg. Dal 1964 insegna all'Universita' di Torino, dove e' stato anche preside della facolta' di Lettere e filosofia. E' stato visiting professor in alcune universita' americane (Yale, Los Angeles, New York University, State University of New York) e ha tenuto seminari e conferenze in varie universita' di tutto il mondo. Negli anni Cinquanta ha lavorato ai programmi culturali della Rai. E' membro dei comitati scientifici di varie riviste italiane e straniere; e' socio corrispondente dell'Accademia delle Scienze di Torino. Laurea honoris causa dell'Universita' di La Plata (Argentina, 1996). Laurea honoris causa dell'Universita' di Palermo (Argentina, 1998). Laurea honoris causa dell'Universita' di Madrid (2003). Grande ufficiale al merito della Repubblica italiana (1997). Attualmente e' vicepresidente dell'Academia de la Latinidade. Nelle sue opere, Vattimo ha proposto una interpretazione dell'ontologia ermeneutica contemporanea che ne accentua il legame positivo con il nichilismo, inteso come indebolimento delle categorie ontologiche tramandate dalla metafisica e criticate da Nietzsche e da Heidegger. Un tale indebolimento dell'essere e' la nozione guida per capire i tratti dell'esistenza dell'uomo nel mondo tardo moderno, e (nelle forme della secolarizzazione, del passaggio a regimi politici democratici, del pluralismo e della tolleranza) rappresenta per lui anche il filo conduttore di ogni possibile emancipazione. Rimanendo fedele alla sua originaria ispirazione religioso-politica, ha sempre coltivato una filosofia attenta ai problemi della societa'. Il "pensiero debole", che lo ha fatto conoscere in molti paesi, e' una filosofia che pensa la storia dell'emancipazione umana come una progressiva riduzione della violenza e dei dogmatismi e che favorisce il superamento di quelle stratificazioni sociali che da questi derivano. Con il piu' recente Credere di credere (Garzanti, Milano 1996) ha rivendicato al proprio pensiero anche la qualifica di autentica filosofia cristiana per la post-modernita'. Una riflessione che continua nelle ultime pubblicazioni quali Dialogo con Nietzsche. Saggi 1961-2000 (Garzanti, Milano 2001), Vocazione e responsabilita' del filosofo (Il Melangolo, Genova 2000) e Dopo la cristianita'. Per un cristianesimo non religioso (Garzanti, Milano 2002). Recentemente ha pubblicato Nichilismo ed emancipazione (Garzanti, Milano 2003). Con la volonta' di battersi contro i dogmatismi che alimentano violenze, paure e ingiustizie sociali si e' impegnato in politica... [anche come eurodeputato]. Collabora come editorialista a La Stampa, Il Manifesto, L'Unita', L'Espresso, El Pais e al Clarin di Buenos Aires"]

Propongo a chi studia anche il lato teorico della nonviolenza, di osservare sotto questo profilo il pensiero di Gianni Vattimo, che ci ha appena lasciati, il 19 settembre.
Forse mi fa velo la simpatia umana per lui, che ho conosciuto fin dalla prima giovinezza in tanti dei suoi passi. Il suo "pensiero debole" non e' un nichilismo, non e' un relativismo assoluto. E' una mitezza, a volte insistente, che vede dei valori, o dei beni inviolabili della persona umana, che va difesa proprio da ogni assolutismo, come è la violenza.
Probabilmente Vattimo preferiva l'espressione negativa, nonviolenza, a quella affermativa gandhiana "forza della verita'". Ma anche Gandhi dichiarava il proprio "fallibilismo", e cercava in continuazione, al di la' di ogni formula, la difesa di cio' che vive da cio' che domina, offende e uccide. La tolleranza, il pluralismo, la dinamica vitale, sono caratteri di un amore per la vita ascoltata e non modellata da principi sovrapposti ad essa.
Non ricordo ora se Vattimo abbia mai collaborato direttamente alla nostra ricerca costruttiva della nonviolenza politica, sociale, relazionale. Ma il suo atteggiamento personale e teorico mi sembra un contributo alle relazioni sempre dialogiche, miti, non imperative, tra le persone, nelle societa', nella politica.
Per favore, verificate questa ipotesi con le vostre conoscenze.

3. MEMORIA. GIANNI VATTIMO E QUESTO FOGLIO

Cogliendo la sollecitazione di Enrico Peyretti, forse sara' lecito dire che Gianni Vattimo e' stato in passato un lettore di questo foglio, e che - se la memoria non mi inganna - scrisse opinioni critiche e suggerimenti pratici alla redazione. Adesso non ricordo se abbia mai inviato contributi da pubblicare, ma fu un interlocutore prezioso.
La sua morte ci priva di un maestro e di un compagno di riflessioni e di lotte nonviolente.

4. L'ORA. "PRESSENZA": RINVIATA L'UDIENZA DEL PROCESSO A YURII SHELIAZHENKO
[Dal sito di pressenza.com riprendiamo e diffondiamo]

La prima udienza del processo al pacifista nonviolento ucraino Yurii Sheliazhenko che doveva svolgersi ieri, 20 settembre,  s' stata rinviata al 3 ottobre, come informa il collegio di difesa. Il Pubblico Ministero non si e' presentato all'udienza, obbligando il giudice al rinvio.
Yurii Sheliazhenko, obiettore di coscienza, pacifista, difensore dei diritti umani e segretario esecutivo del movimento pacifista ucraino e' stato posto agli arresti domiciliari parziali a Kiev il 15 agosto, accusato di "giustificare l'aggressione russa"
L'unica "prova" di questa accusa e' stata presentata come la dichiarazione del movimento pacifista ucraino, adottata alla riunione della Giornata internazionale della pace del 21 settembre 2022, intitolata "Agenda di pace per l'Ucraina e il mondo". Inoltre, la dichiarazione condanna esplicitamente l'aggressione russa.
Continua la campagna di solidarieta' messa in moto da numerose organizzazioni pacifiste europee e internazionali.
E' possibile seguire tutta la vicenda su Pressenza.

5. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: "LA DIFESA DEI CONFINI"
[Dalla newsletter di "Costituente Terra" n. 132 del 20 settembre 2023 (e-mail: notizieda at costituenteterra.com, sito:www.costituenteterra.it ) riprendiamo e diffondiamo]

Cari amici,
il Consiglio dei ministri di lunedi' scorso ha inserito nel decreto-legge per gli aiuti al Mezzogiorno nuove norme di contrasto all'immigrazione, cio' che nel linguaggio di Giorgia Meloni significa "la difesa dei confini". Finora si intendeva come difesa dei confini il contrasto alle invasioni armate. Ma i profughi non sbarcano sulle nostre coste facendosi ragione con le armi, quindi non si possono mandare le Frecce Tricolori a bombardare i barchini, ne' fare con le navi da guerra il blocco navale, ne' spedire la Folgore per sbarrare i porti ne' si possono schierare i carri armati Ariete e Leopard sulla spiaggia dell'isola dei Conigli a Lampedusa, dove a sbarcare sono le tartarughe che vengono a deporvi le uova. Sicche', venuta meno la difesa avanzata dei confini, il governo ha deciso una difesa arretrata decretando l'istituzione in tutte le regioni, di concerto con il ministro della Difesa, di centri di detenzione che dovranno essere messi "in localita' scarsamente popolate", facili a delimitare e "facilmente sorvegliabili", cioe' in prigioni o lager dove i reclusi potranno essere ristretti fino a un anno e mezzo, prima dell'espulsione. C'e' pero' un problema, che si e' posto il prefetto di Agrigento dopo che due o trecento profughi erano scappati dal centro di Porto Empedocle per cercare cibo ed acqua nella citta' vicina; poiche' tecnicamente gli evasi non erano in stato di detenzione, si e' chiesto il prefetto, come faccio a riacchiapparli? E cosi' si scopre che e' stata istituita una nuova figura giuridica, quella di detenuti con diritto di fuga, salvo ad essere poi riacciuffati dalla polizia, se no si disperdono nel territorio.
Che cosa si intende quindi per "difesa dei confini"? L'immagine piu' rappresentativa e' quella che la Stampa ha definito "un video-choc" della polizia francese che aggredisce una famiglia ivoriana con donna incinta e un bambino in braccio al padre sul treno Cuneo-Ventimiglia per farli scendere alla stazione di Breil. Altri modi di difendere i confini sono quelli della polizia di frontiera francese che respinge ed espelle decine di minori non accompagnati falsificandone perfino i dati anagrafici per spacciarli come maggiorenni.
Ma poi c'e' l'invenzione della Meloni e della Von der Leyen di dare soldi in cambio di migranti al presidente tunisino, e di fare accordi per ricollocare i profughi comunque sbarcati in Europa nei lager libici o ributtarli nel deserto del Sahara; e queste sono due donne che orgogliosamente rivendicano di essere madri, la Meloni se ne gloria in spagnolo ("yo soy madre"), la Von der Leyen ha sette figli tra cui due gemelle: esse giustamente difendono la natalita' e la famiglia, ma la loro, non quella delle altre. C'e' poi da dire che le nuove misure decretate in Italia dal governo hanno anche un sapore razzista perche' destinate a colpire soprattutto profughi di pelle scura, e bisogna stare attenti a questo in tempi in cui in Europa ci si scambia accuse di nazismo.
Ma se la risposta alla tragedia dei migranti viene iscritta nel capitolo della difesa dei confini, e' proprio l'istituto dei confini, celebrati finora come sacri e inviolabili, che bisogna riformare. Finora la riforma e' stata quella di liberalizzare e aprire le frontiere alle ricchezze e alle merci, ma non alle persone; ora si tratta di destinare i confini non a circondare territori chiusi e presidiati da sovrani l'un contro l'altro armati, che si sbranano tra loro come oggi accade, ma a delimitare dei grandi spazi giuridici, degli ordinamenti comunicanti tra loro, dotati di legislazioni specifiche ma subordinate a un costituzionalismo di diritti e di garanzie fondamentali a tutti comune. In questo quadro, la liberta' di movimento dovrebbe essere riconosciuta come un diritto fondamentale tra questi spazi giuridici aperti. E per evitare migrazioni di massa occorrerebbe una bonifica dei rapporti economici tra gli Stati, compreso il debito, in prospettiva mondiale. A vigilare sulla sicurezza dei confini dovrebbero essere eserciti anche nazionali, ma nella forma dei caschi blu come sono previsti dal capitolo VII dello Statuto dell'Onu. A questo compito e' chiamata la politica, e a proporlo come nuovo modello per il mondo puo' essere un grande soggetto politico: e proprio questo dovrebbe essere l'Europa, se si converte, e proprio questo e' il cimento a cui essa dovrebbe essere chiamata nella prossima competizione europea.
Non e' la sostituzione etnica che si dovrebbe temere, ma piuttosto la catastrofe etica dei valori universalisti dell'Europa e dell'Occidente.
Con i piu' cordiali saluti,
Costituente Terra (Raniero La Valle)

6. REPETITA IUVANT. IN 16 REGIONI E 37 PROVINCE D'ITALIA INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER IN OCCASIONE DEL SUO 79SIMO COMPLEANNO

Il 12 settembre 2023 ricorreva il 79simo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
In questa circostanza si sono svolte in varie parti del mondo iniziative per la sua liberazione.
Particolarmente rilevanti, ovviamente, le iniziative negli Stati Uniti d'America: il 12 settembre una vasta coalizione umanitaria ha manifestato a Washington dinanzi alla Casa Bianca.
Particolarmente significative anche le iniziative in Austria e in Germania (dove e' radicato un forte e colto movimento di solidarieta' con i nativi americani): in Austria si e' manifestato a Vienna e in Germania ad Amburgo, Berlino, Duesseldorf, Francoforte sul Meno, Lipsia.
Anche in Italia si sono svolte e si stanno svolgendo in questi giorni iniziative in 16 regioni e 37 province (nelle citta' capoluogo e/o nei centri minori).
In alcuni centri si e' effettuata una diffusione di materiali informativi, in altri si sono svolti incontri di studio, in altri ancora manifestazioni pubbliche di testimonianza; da varie citta' sono state inviate lettere alla Casa Bianca attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
*
Di seguito segnaliamo le regioni e le province in cui si sono svolte o si stanno svolgendo in questi giorni le iniziative - grandi e piccole, ma tutte benedette - di cui siamo a conoscenza.
- Abruzzo: Chieti, Pescara.
- Calabria: Cosenza.
- Campania: Caserta, Napoli.
- Emilia Romagna: Bologna, Parma, Ravenna, Reggio Emilia.
- Lazio: Frosinone, Roma, Rieti, Viterbo.
- Liguria: Savona.
- Lombardia: Brescia, Como, Milano, Varese.
- Marche: Ancona, Macerata.
- Piemonte: Alessandria, Torino.
- Puglia: Foggia.
- Sardegna: Cagliari, Sassari.
- Sicilia: Palermo, Trapani.
- Toscana: Firenze, Livorno, Pistoia, Siena.
- Trentino Alto Adige: Trento.
- Umbria: Terni, Perugia.
- Veneto: Padova, Treviso, Venezia.
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Giustizia e liberta' per Leonard Peltier.
Giustizia e liberta' per l'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

7. DOCUMENTAZIONE. NANDO MINNELLA: LEONARD PELTIER, PRIGIONIERO D'AMERICA (1997)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 13 marzo 1997 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo]

La figura e le vicende di Leonard Peltier, il "Crazy Horse" delle nuove generazioni "pellerossa", sono note in tutto il mondo. Dopo anni di carcerazione illegale nelle galere nordamericane per un crimine mai commesso, il Sioux-Ojibwa, "Gwarth-ee-lass", Colui che guida il popolo, e' diventato la "voce indiana collettiva" che urla i suoi no a un'America che vuole i Nativi esclusi e ghettizzati, impegnato in una "total resistence" che dura da due decenni in difesa dei diritti umani, civili, religiosi e territoriali delle ultime genti d'America. Ora l'"affaire" giudiziario, le "sue prigioni", il suo vissuto, simile a tanti militanti dell'American Indian Mouvement (sorto nel '68), stritolati dal binomio emarginazione-carcere, sono raccontati da Edda Scozza in "Il coraggio d'essere Indiano", edito da Erre Emme (prefazione di Giorgio Salvatori, pp. 192, L. 22.000), che ha al suo attivo diversi titoli sugli Indiani d'America ("Peyote", "Erbe e Medicine Magiche", "Il popolo dei Sioux contro Custer", etc.) Attraverso il libro, che e' una minuziosa e documentata cronistoria di un periodo caldo che va dalla nascita dell'Aim fino ai giorni nostri, comprese le ultime istanze legali di Peltier, il piu' famoso prigioniero politico degli Usa racconta in prima persona - dopo secoli di pulizia etnica in cui altri hanno parlato per conto e vece della sua gente - la sua storia, i suoi sogni, il suo immaginario.
Se e' vero, come pensano gli Indiani, che ogni essere umano e' cio' che immagina, cio' che sogna, e che per mezzo dell'immaginazione "creiamo" noi stessi, allora Peltier permette a tanti di noi di capire le dimensioni spirituali e le visioni del mondo dentro cui si muove, e si muovono, a dispetto di tutto, tanti nativi delle odierne generazioni, gli "storytellers" del presente legati ai ricordi, ai sogni, alle voci antiche e alle tradizioni a cavallo tra l'assenza di un presente, un incerto futuro e un distante quanto ineludibile passato.
"Il (nostro) passato - scrive lo scrittore Sherman Alexie, nativo della tribu' Spokane, in 'Lone Ranger fa a pungi in paradiso' (Frassinelli) - e' uno scheletro che cammina un passo dietro (a noi), e il futuro e' uno scheletro che cammina un passo davanti... Cio' che dobbiamo fare e' continuare a mover(ci), a camminare al passo dei (nostri) scheletri. Non ci lasceranno mai, quindi non e' il caso di preoccuparsene...".
Peltier, al pari di altri nativi, musicisti, cineasti, scrittori, ci ha aiutato a immaginare i loro immaginari e noi li abbiamo aiutati ad immaginare i nostri, a scoprire il filone migliore della nostra cultura, quella solidale, libertaria, ecologica, fungendo da trait-d'union tra identita' diverse. Per questo la figura di "Gwarth-ee-lass" e' importante a livello politico-culturale e sul piano del confronto paritetico con culture "altre", dal momento che si e' costretti a negare non solo mistificazioni e interessate falsita' storiche, ma anche la centralita' dell'io occidentale che ha pensato se stesso come coscienza del tutto anziche' come una storia tra le storie del mondo, segmento tra gli infiniti segmenti della vita.
Comunque, oltre il caso Peltier, vanno ricordati le migliaia di anonimi nativi detenuti soggetti a una legge differenziata che non vale per i bianchi, al centro di montature giudiziario-poliziesche e processi irregolari, e i 47 "figli di un dio minore" rinchiusi della "morte di Stato".

8. DOCUMENTAZIONE. NANDO MINNELLA: LIBERATE QUEL PRIGIONIERO SIOUX (1998)
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 26 giugno 1998 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Liberate quel prigioniero sioux" e il sommario "Stati Uniti. Dario Fo e Franca Rame scrivono a Clinton per la liberta' di leonard Peltier. Nel pomeriggio di oggi a Roma e' stato organizzato un sit-in di protesta sotto l'ambasciata degli Stati Uniti"]

Uniamo la nostra voce - scrivono Dario Fo e Franca Rame in una lettera indirizzata a Clinton - a quella di Rigoberta Menchu' e Nelson Mandela, di Maria Cristina, principessa del Belgio, e Desmond Tutu, Danielle Mitterand e Jesse Jackson, e di tanti artisti e intellettuali che, con storie ed esperienze diverse, hanno difeso Leonard Peltier.
Da anni in Italia si e' formato un forte movimento di solidarieta' per questo prigioniero, considerato da Amnesty International il solo detenuto politico degli Usa. Moltissimi enti locali, 62 parlamentari e numerose associazioni italiane hanno sostenuto la sua candidatura al Nobel per la pace, altri hanno chiesto comunque la grazia esecutiva o la commutazione della pena. Il 28 aprile scorso il parlamento ha approvato all'unanimita' una risoluzione che impegna il governo italiano ad appoggiare il caso umano, politico e giudiziario di Peltier. A questo nativo americano e' stata negata dalla Corte suprema degli Usa la possibilita' di avere un processo giusto... "Io e Franca Rame - conclude la lettera di Fo - Le chiediamo la liberazione di Peltier, il che sarebbe non solo un atto di dovuta giustizia verso l'uomo e l'individuo, ma anche la reale affermazione di un Presidente che abbia il "coraggio" di gridare al mondo che la discriminazione, l'oppressione, il dominio e la repressione dei Nativi Americani e' giunta ad un termine".
Leonard Gwarth-ee-lass Peltier, 54 anni, e' un attivista dell'American Indian Movement. Fu coinvolto in uno scontro a fuoco con due agenti dell'Fbi nella riserva di Pine Ridge, in South Dakota, e accusato di omicidio. Si rifugio' in Canada dove fu arrestato nel febbraio 1976 ed estradato negli Usa nel dicembre successivo. Il 18 aprile del 1977 fu emesso nei suoi confronti un verdetto di colpevolezza per omicidio di primo grado e fu condannato a due ergastoli consecutivi. Peltier e' prigioniero politico negli Stati Uniti da 22 anni per reati che non ha commesso. Malgrado la salute precaria, vive sepolto nel carcere federale di Leavenworth, nel Kansas, "colpevole" soltanto di non essere uno "zio tomahawk", cioe' un indiano integrato al servizio dello "zio Sam", e di aver avuto il coraggio di essere un indiano libero, attivista dei diritti umani, civili, religiosi e territoriali della sua gente.
Quel 26 giugno del 1975, nel villaggio Oglala di Pine Ridge, un campo con tre tende e una "capanna sudatoria", entrarono sparando all'impazzata due "rambo" dell'Fbi. I due agenti, Ronald Williams e Jack Coler, e un indiano, Joe Stunz, rimasero uccisi. Qualcuno doveva pagare, meglio se "pellerossa". Quattro indiani furono dunque accusati: Eagle, subito rilasciato; Bob Robideau e Dean Butler, furono processati da una giuria di Cedar Rapids, Iowa, e assolti per insufficienza di prove. Leonard Peltier, il quarto uomo, venne illegalmente estradato, arrestato e rinchiuso in un carcere di massima sicurezza dove subi' varie intimidazioni, soprusi e torture, piu' volte denunciati da Amnesty International. Ma il governo e l'Fbi volevano un colpevole a tutti i costi: gli agenti dovevano essere vendicati. Furono cosi' costruite testimonianze e prove false, si mise in moto l'armamentario delle intimidazioni poliziesche e delle campagne diffamatorie a mezzo stampa. Ma il "Crazy Horse" indiano intanto non era piu' solo e disse: "Mi affido alla volonta' dei popoli e alle loro preghiere per farmi rendere la liberta'... Sono vittima della piu' grande e lunga guerra mai combattuta. Dura da 500 anni".
E in tutto il mondo si sviluppo' la mobilitazione per la sua liberta': vescovi, parlamentari, premi Nobel, capi di stato, attori, intellettuali di oltre 50 nazioni, Italia compresa. Ben 20 milioni di persone firmarono petizioni in suo favore. Nel giudizio d'appello del 4 maggio, pero', a Peltier e' stato ancora negato il ricorso per la liberta' sulla parola. Per questo, a 22 anni dalla sua incarcerazione, oggi alle 15,30 davanti all'ambasciata Usa a Roma, il Comitato difesa Leonard Peltier ha organizzato un sit-in per la liberta' dell'Ojibwa-Sioux, cui hanno aderito moltissime associazioni, centri sociali, parlamentari, partiti, associazioni e "il manifesto".

9. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
*
In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
*
Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

10. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
*
Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

11. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., Africa contro Occidente, volume monografico di "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 8, agosto 2023, Gedi, Torino 2023, pp. 262 (+ 12 pp. di tavole fuori testo), euro 15.
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Riedizioni
- Javier Marias, Un cuore cosi' bianco, Einaudi, Torino, 1999, 2014, Rcs, Milano 2023, pp. IV + 332, euro 9,90.
- Lorrie Moore, Tutto da sola, La nave di Teseo, Milano 2022, Rcs, Milano 2023, pp. XIV + 226, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4966 del 23 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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