[Disarmo] Pisa e Firenze contro comandi Nato e basi militari



Movimenti in azione a Pisa e Firenze contro basi militari e comandi Nato

ECONOMIA DI GUERRA. In corso a San Piero a Grado la quattro giorni "Fermiamo l'escalation", contro guerre ed effetti collaterali dei conflitti armati, e contro la nuova grande base militare per i reparti speciali dei Carabinieri da realizzare nel territorio pisano. Anche nel capoluogo regionale, all'assemblea indetta dalla Rete Democratica (Arci, Anpi, Cgil e altre realtà associative) è emersa la forte contrarietà della popolazione al progetto di un comando Nato in città.

Riccardo Chiari, FIRENZE
Non si fermano le mobilitazioni contro la realizzazione a Pisa di una nuova grande base militare per i reparti speciali dei Carabinieri, e a Firenze di un comando della Nato alla caserma Predieri di Rovezzano. Nel rispondere ad una interrogazione del consigliere della sinistra di alternativa Ciccio Auletta, l’amministrazione comunale pisana ha anticipato che il 6 settembre prossimo sarà nuovamente convocato a Roma il tavolo interistituzionale per definire la collocazione dell’infrastruttura militare da 400mila metri cubi, per la cui realizzazione è prevista una spesa monstre di 190 milioni di euro di fondi europei.
Contro la realizzazione della base e per la destinazione di queste risorse ad usi sociali e comuni, fino a domenica si svolge a San Piero a Grado il “Camping No Base”, una quattro giorni contro la guerra, per dire no ai conflitti armati e fermare l’escalation bellica. “E’ un’occasione per ribadire la nostra contrarietà al progetto – spiega Fausto Pascali del Movimento No Base né a Coltano né altrove – allargando il fronte all’intera città. In questo territorio già saturo di infrastrutture militari, quelle enormi risorse vanno destinate a bisogni molto più elementari come la casa, i servizi e il rafforzamento del welfare”.
Alla quattro giorni “Fermiamo l’escalation” partecipano centinaia di persone arrivate da tutta la penisola, in rappresentanza dei sindacati di base Usb e Cobas, di Greenpeace e Fridays for Future, dei movimenti No Muos, No Tav e No Ponte, del Coordinamento antimilitarista di Livorno e di Un Ponte Per. Queste e tante altre realtà attive nell’opposizione ad una economia di guerra che, viste le decine di conflitti armati in corso in Ucraina e Medio Oriente, in Africa e nel Mediterraneo, vedono anche sempre più territori sacrificati per sostenere una filiera bellica in continua espansione. Con gli effetti collaterali di un ricorso ancora più accentuato alle fonti fossili, che accelerano la crisi climatica con stravolgimenti ormai sotto gli occhi di tutti, e dalla morsa inflazione-carovita che ha portato ad un aumento vertiginoso delle bollette e dei beni di prima necessità, compresi gli affitti.
In parallelo a Firenze ha segnato il tutto esaurito, al circolo Arci Luciano Piani di Rovezzano, l’incontro organizzato dalla Rete Democratica Fiorentina (Arci, Anpi, Cgil e molte altre forze associative) per un primo momento di confronto sul progetto di realizzare il comando Nato area Sud alla caserma Predieri. Nonostante la serata caldissima sono stati davvero numerosi i partecipanti, pressoché unanimi nel segnalare una diffusa, forte contrarietà della popolazione all’insediamento militare della Nato.
Fra i presenti anche i consiglieri della sinistra di alternativa Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, che nel loro intervento hanno fatto il punto della situazione: “Nel 2022 l’amministrazione comunale ci aveva spiegato di non avere alcuna competenza e di non poterci dare alcuna informazione. Ora invece in aula di consiglio la vicesindaca Bettini ha rivendicato il progetto, spiegando che dal punto di vista dell’amministrazione l’Alleanza militare atlantica sarebbe un luogo di scambio culturale tra Paesi”.
L’assemblea ha chiesto al sindaco Nardella e alla sua giunta di cambiare posizione e schierarsi al fianco della pace.
Il Manifesto