[cultura] La lettura ad alta voce condivisa, i risultati del gruppo di ricerca dell'Università di Perugia




LA LETTURA AD ALTA VOCE CONDIVISA: NEL NUOVO VOLUME DE ‘IL MULINO’ 

METODO E RISULTATI DI FEDERICO BATINI

E DEL GRUPPO DI RICERCA DELL’UNIVERSITÀ DI PERUGIA.


A JESIEDUCA LA PRESENTAZIONE CON I DATI

 

La “lettura ad alta voce condivisa” protagonista del Festival su scuola e educazione JesiEduca: ieri giovedì 25 maggio per l’evento inaugurale della manifestazione è stato presentato il volume “La lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell’equità”, edito da Il Mulino (Collana della Fondazione per la Scuola). Era presente l’autore Federico Batini, docente di Pedagogia sperimentale all’Università degli Studi di Perugia, che da oltre un decennio si occupa di lettura e di lettura ad alta voce con il suo gruppo di ricerca.

 

Un pubblico gremito e attento ha confermato il crescente interesse per questo lavoro. Con il volume edito da Il Mulino per la prima volta Federico Batini ha messo insieme i risultati e tutti gli aspetti del metodo centrato sul potenziamento di bambini e bambine, ragazze e ragazzi e capace di costruire un vero interesse per la lettura, le abilità necessarie per praticarla in modo autonomo ma, soprattutto, lo sviluppo di competenze e abilità funzionali all’incremento del numero di ragazzi e ragazze in grado di raggiungere il successo scolastico. La lettura ad alta voce è una forma particolare di lettura di storie, in cui qualcuno legge per qualcun altro, in cui la storia si fa voce. Nel volume si fa riferimento a un particolare approccio che prevede che una persona adulta (docente, educatore, formatore, ecc.) si assuma la responsabilità di un gruppo, prestando la propria voce e il proprio corpo, per proporre storie in modo progressivo, sistematico e intensivo, curando le scelte e la bibliovarietà, al gruppo e per il gruppo, negoziando le scelte con il gruppo stesso, facilitando il confronto, la discussione e l’ingresso nelle storie di tutti i partecipanti (nella fase denominata socializzazione).

 

Il metodo della lettura ad alta voce condivisa si sta imponendo nei contesti educativi e di istruzione in Italia (sono almeno 20.000 i docenti che lo adottano in Italia) e in altre parti del mondo, grazie al supporto delle evidenze raccolte circa i suoi effetti. Praticata in modo continuativo dall’adulto nei servizi educativi per l’infanzia, nelle scuole del primo e del secondo ciclo, la lettura ad alta voce condivisa produce effetti rilevanti per esempio sulle abilità cognitive, emotive, linguistiche, di comprensione, sulle abilità di utilizzo della lingua nell’apprendimento, sulle abilità di pensiero critico, facilita la capacità di stare con gli altri e capirli e, al contempo, educa alla lettura. Il volume mette a fuoco da diverse prospettive disciplinari le caratteristiche fondamentali del metodo, i presupposti teorici, le condizioni di utilizzo, gli effetti sull’apprendimento, in relazione con altri approcci rilevanti. Quello della lettura ad alta voce condivisa è un metodo ormai consolidato in centinaia di istituti distribuiti in tutto il territorio nazionale, grazie ai numerosi progetti che si avvalgono della direzione scientifica di Federico Batini e dell’intensa attività di ricerca condotta dal gruppo di ricercatori da lui guidati del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione (FISSUF) dell’Università degli Studi di Perugia in collaborazione con l’Associazione Nausika e con i volontari di LaAV (Letture ad alta voce). Si tratta di esperienze che non solo utilizzano e diffondono questo approccio scientifico, ma ne verificano costantemente l’efficacia con un approccio di ricerca trasformativa.

 

Il primo progetto di rilevanza nazionale è stato “Leggimi ancora”, promosso sin dal 2018 da Giunti Scuola che ha coinvolto complessivamente, nei suoi cinque anni di attività, oltre 50.000 classi ed ha mostrato con una grande indagine in tre città campione (Torino, Modena e Lecce) gli effetti cognitivi e nelle abilità superiori di comprensione indipendentemente dai punti di partenza.

 

Da ricordare anche il progetto “Leggere: Forte! Ad alta voce fa crescere l'intelligenza”, politica educativa della Regione Toscana, realizzata in collaborazione con Indire (Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa), Ufficio Scolastico Regionale per la Toscana e Cepell (Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura). “Leggere: Forte!” ha proposto sin dall’anno scolastico 2019/20 di introdurre nelle scuole toscane un tempo quotidiano dedicato alla lettura ad alta voce da parte delle educatrici e degli educatori, delle insegnanti e degli insegnanti per le alunne e gli alunni di tutte le scuole di ogni ordine e grado, a partire dai servizi educativi per la prima infanzia. Dopo quattro anni di attività i dati rivelano, per esempio, che i bambini e le bambine del nido aumentano fino al 29,7% la capacità di controllare la motricità globale, la coordinazione e le abilità manipolatorie; nella scuola dell’infanzia la capacità di risolvere problemi interni a situazioni sociali cresce dell’82%; per gli alunni e le alunne della scuola primaria l’Indice di Comprensione Verbale (ICV), ovvero la capacità di formulare e di utilizzare i concetti verbali, migliora del 14,3% e, soprattutto che dimensioni cognitive e di comprensione possono essere sollecitate e migliorate anche nelle scuole secondarie.

 

A Parma invece è in corso il progetto “Lettrici e lettori forti”, promosso da una rete di 10 Istituti Comprensivi della città e della provincia che vede capofila l’Istituto Comprensivo “Giacomo Ferrari”. Il progetto, sostenuto da Fondazione Cariparma nell’ambito del bando “Leggere crea indipendenza”, e realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia, l’associazione Nausika e il movimento di volontari LaAV Letture ad alta voce, ha già coinvolto attivamente oltre 200 docenti e oltre 2000 studentesse e studenti, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado. Di recente sono stati diffusi i dati relativi alla seconda annualità, tra i più significativi si possono registrare i confronti con i campioni normativi di standardizzazione italiana, ovvero i punteggi che ci si attendono per quell’età, e i risultati delle prove di fluenza verbale. I bambini della scuola dell’infanzia (3-6 anni) sottoposti al training intensivo di lettura ad alta voce aumentano le abilità di comprensione di testi orali del 20% e di competenza e regolazione emotiva del 38,6% rispetto al loro punto di partenza mentre il gruppo di controllo (non sottoposto all’attività di lettura ad alta voce) mostra un decremento nelle abilità di comprensione e un incremento pari a meno della metà di quello dei gruppi a cui è stato letto per le abilità emozionali. Per la scuola primaria invece, è da rilevare il risultato delle prove di fluenza verbale che valutano l’ampiezza del magazzino lessicale, la velocità di accesso al lessico e la capacità di organizzazione lessicale. I dati mostrano come i bambini sottoposti alla lettura ad alta voce aumentino notevolmente le loro abilità di accesso lessicale fino rispetto al loro punto di partenza. Il gruppo di controllo, composto dalle classi che hanno proseguito con la normale didattica, vede invece un incremento molto inferiore. Infine nella scuola secondaria di primo grado è stata misurata la capacità del soggetto di formulare e utilizzare i concetti verbali, cioè la capacità di ascoltare una richiesta, di recuperare informazioni precedentemente apprese, di pensare e di esprimere verbalmente una risposta. I dati relativi alle classi prime di scuola secondaria di primo grado evidenziano come i ragazzi sottoposti all’attività di lettura ad alta voce aumentino le loro abilità di formulare e utilizzare concetti verbali in modo significativo rispetto al loro punto di partenza.

 

In cantiere dal 2019, e realizzato negli ultimi due anni scolastici è, a Torino, il progetto “Ad Alta Voce Porta Palazzo”, che si svolge presso l’Istituto comprensivo Torino II strutturato in 4 plessi, per un totale di 1.032 studenti. L’iniziativa è promossa e sostenuta dalla Fondazione per la Scuola (Ente strumentale della Fondazione Compagnia di San Paolo) che sta operando, con differenti azioni, per allargare il progetto e per diffondere il metodo presso ulteriori autonomie scolastiche, in accordo con i propri obiettivi istituzionali. Porta Palazzo, tra le aree più vitali e complesse del capoluogo piemontese, è caratterizzata storicamente dalla presenza da un tasso di presenza immigrata tra i più alti di Italia: un laboratorio di integrazione e convivenza urbana complesso. Qui i dati hanno dimostrato come anche bambini della scuola dell’infanzia che partono da livelli linguistici decisamente inferiori rispetto alle capacità attese per quell’età riescono a progredire in modo significativo (11%) mentre i loro coetanei che partono da livelli più alti diminuiscono, nello stesso periodo, le loro abilità. Oltre il 10% l’incremento dei livelli di comprensione alla scuola primaria e, soprattutto, da una collocazione inferiore alla media normativa si spostano sopra la media stessa (detto in altre parole bambini con abilità di comprensione in italiano inferiori a quelle medie che è possibile attendersi, per quell’età, dopo tre mesi di lettura ad alta voce superano le medie di riferimento). Le percentuali di bambini sopra e sotto la media normativa si invertono: prima della lettura ben il 61% era sotto la media attesa e solo il 39% la superava. Dopo il primo intervento intensivo di lettura il 59% la supera agevolmente. Interessante il dato relativo alle abilità cognitive di base per i ragazzi e le ragazze delle secondarie con un incremento superiore all’11% (a fronte di una crescita dei coetanei che non hanno partecipato pari a un quarto della loro). Per gli stessi ragazzi e ragazze la crescita della fluenza verbale è pari quasi al 20%.

 

“La lettura ad alta voce condivisa. Un metodo in direzione dell'equità” è a cura di Federico Batini con i contributi di Teresa Cremin, Simone Giusti, Giordana Szpunar, Alessio Surian, Moira Sannipoli, Giovanni Moretti, Arianna L. Morini, Ermelinda De Carlo, Giusi Marchetta, Martina Evangelista, prefazione di Giulia Guglielmini.

 

Federico Batini insegna Pedagogia sperimentale, Metodologia della ricerca educativa e Metodi e tecniche della valutazione scolastica all’Università degli Studi di Perugia, dove dirige il Master «Lettura ad alta voce a scuola, nei contesti educativi, di sviluppo, assistenziali, riabilitativi e organizzativi» e «Orientamento narrativo e prevenzione della dispersione scolastica». Dirige le riviste «Effetti di Lettura» e «LLL». È autore, tra l’altro, di «Ad alta voce. La lettura che fa bene a tutti» (Giunti, 2021) e di «Lettura ad alta voce» (Carocci, 2022)