Un sacrificio che renda







Un sacrificio che renda
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Ultimamente è entrata in vigore una norma, forse non scritta ma molto praticata, che collega strettamente le due parole SACRIFICI e TASSE, come se la prima stesse a significare univocamente la seconda. Noi italiani certo non ci tiriamo indietro, pur in massima parte non essendo responsabili di questa rovinosa situazione, di fronte alla necessità di rimboccarci le maniche per uscirne. Tuttavia, e penso stavolta di interpretare il pensiero di molti, vorremmo poter fare qualcosa di più che non essere spremuti come limoni incapaci di intendere e di fare.


Anche perché esiste un sacrificio che in molti faremmo volentieri e che sarebbe risolutivo per tirare fuori dai guai il nostro Paese. Questo sacrificio è svolgere noi cittadini il lavoro che da tempo si sono accaparrati, spesso con un atto di corruzione, gli assunti a vita nei ruoli pubblici. Giacché da tempo furoreggia il volontariato, possiamo dire che noi cittadini potremmo svolgere piccoli turni, dapprima perfino gratuitamente, con un coinvolgimento volontario civile, per impedire al debito pubblico di crescere ulteriormente.

Debito pubblico alle stelle significa denaro della collettività dissipato, rubato e speso male. Noi cittadini, nel nostro proprio interesse e quello dell'intero Paese, baderemo con ben altre priorità alla gestione della Cosa Pubblica, rispetto alla moltitudine di corrotti che s'è fatta assumere a vita in cambio della loro fedeltà in sede elettorale e di tutti gli altri che hanno fatto finta di niente. Più che un mero posto di lavoro, considereremo il pubblico impiego come un importante SERVIZIO RECIPROCO e come tale vi provvederemo.


Un tempo la parola SACRIFICIO quasi equivaleva a LAVORO. La si smetta allora di succhiarci il sangue e si aprano, si disserrino, si spalanchino, i portoni della Funzione Pubblica. Dall'attuale organizzazione, che replica ancora il vecchio disegno fascista della fidelizzazione a vita di una minoranza della popolazione per più a fondo sfruttare la rimanente parte a beneficio dell'Elite, la si faccia divenire finalmente quel luogo privilegiato dove apprendere e praticare i modi del vivere civile e collettivo. Allora sì che tornerà la fiducia su questo Pianeta!


Fuori gli assunti a vita nel Pubblico Impiego, dentro a rotazione cittadini preparati.

Facciamo vedere a questa gente di cosa siamo capaci noi cittadini che mai, mai ci siamo sognati di rubare la RES PUBLICA!


Danilo D'Antonio
Piazza del Municipio
64010 Rocca S. M. (TE)


Per una evoluzione
della comune concezione
di Pubblico Impiego

http://www.hyperlinker.com/ars/evoluzione.htm