Pordenone - I Benandanti diventano un'antologia (34)



Antologia di 80 personalità del Fvg vissute nel XX secolo

I Benandanti, corregionali in giro per il mondo

Per un’Italia Patria (d’adozione) dei migranti

 

 

Mereto di Tomba

 

Primo Carnera, il conte Giacomo Ceconi e padre David Maria Turoldo, Tina Modotti, Afro Libio Basaldella e Arieto “Harry” Bertoia, e ancora Arturo Malignani, Dante Spinotti e Krzysztof Zanussi. Sono soltanto alcuni degli illustri nomi contenuti nell’antologia realizzata dai bambini delle scuole elementari e composta da 80 mini biografie di altrettante personalità di origine friulana o giuliana vissute durante il XX secolo. Sta suscitando grande interesse, particolarmente tra gli adulti, il libro “Benandants, coregjonâi dal Friûl Vignesie Julie pal mont” (per i non friulanofoni: Benandanti, corregionali del Friuli Venezia Giulia per il mondo, ndr), presentato a Mereto di Tomba (Ud) e realizzato dalla locale associazione culturale Due Mondi con il contributo della Regione Friuli Venezia Giulia e la collaborazione del Comune, dell'Efasce e della Cooperativa sociale Itaca.

Originale l’idea, nata come progetto didattico nel settembre del 2008, Anno europeo del dialogo interculturale”, motivata “dalla necessità di costruire un percorso di ricerca e formazione per consentire ai bambini partecipanti, figli della realtà che vede oggi il Friuli Venezia Giulia come “terra promessa” per tanti migranti, di sperimentare la raccolta di storie dei corregionali che hanno affrontato percorsi migratori o di “uscita” dalla loro terra d’origine, essendo anche loro portatori di multiculturalità”.

A spiegarlo è Walter Mattiussi, presidente di Due mondi, che specifica come “nella raccolta delle storie e nei disegni che le accompagnano siano stati coinvolti gli studenti e le studentesse che frequentano le scuole elementari ed i servizi sociali (Tempo integrato, Doposcuola e Ludoteca) dei Comuni di Arzene (Pn), Mereto di Tomba (Ud), Muzzana del Turgnano (Ud), San Vito al Tagliamento (Pn) e Sesto al Reghena (Pn)”. Tutto ciò assieme ai “narratori di storie”, ovvero, anziani, persone autorevoli e ricercatori volontari che hanno raccontato ai bambini le vite delle personalità presenti nel libro.

In molti casi sono stati gli stessi alunni a portare il materiale, dopo aver svolto una ricerca con i loro familiari o su giornali locali, bollettini parrocchiali, libri, o ancora utilizzando il mare virtuale di internet. Le fonti consultate sono state talmente tante che non è stato possibile citarle tutte, un ringraziamento ed un apprezzamento vanno però a chi ha realizzato i testi originali (sebbene questi siano stati adattati all’età dei bambini).

Lavorare con queste 80 biografie ha significato avere a che fare con la “differenza”, una differenza “a volte molto lontana, ma mai così lontana da essere incompresa. L’esperienza ci ha aperto una finestra sul passato del Friuli Venezia Giulia, quando il processo migratorio è toccato anche ai corregionali, - prosegue Mattiussi - che partivano per il mondo alla ricerca di una vita migliore. Riprendendo l’idea del poeta-emigrante Leonardo Zanier, i corregionali erano “Libers... di scugnî lâ”.

Dalle storie raccolte si dimostra che i migranti partiti dal Friuli Venezia Giulia “non sono stati migliori degli immigrati attuali che arrivano in queste terre, eliminando così i luoghi comuni ed i pregiudizi”. Oggi, trascorso un decennio del secolo XXI, “abbiamo appreso che gli italiani che emigrarono molto tempo fa ed i loro discendenti sono perfettamente inseriti nella vita sociale e culturale della Patria di adozione, come ben succede con tanti immigrati in Friuli Venezia Giulia. L’intreccio delle diverse radici della popolazione opera nel profondo e rende più sicuro il grande albero italiano”.

Nel mondo alcuni friulani e giuliani sono diventati famosi, altri hanno contribuito al miglioramento della loro società in modo anonimo, superando l’immagine stereotipata degli emigranti e creando una miscela di religioni, di lingue, di culture, convivendo in pace e rispetto. Anche la lingua, che è un elemento dell’identità di un popolo, fa parte della cultura, e la lingua friulana ha accompagnato gli emigranti anche all’estero. Da ciò deriva la scelta di far esprimere le personalità ricordate in questo lavoro in “Friulano”, nonostante alcuni di loro, nella realtà, non lo parlassero poi così frequentemente.

 

Fabio Della Pietra

Ufficio Stampa

Cooperativa sociale Itaca

Pordenone

www.itaca.coopsoc.it

Prot. 34

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