Pordenone - Il Liceo Majorana racconta Casa Ricchieri (1482)



In sintonia con Franco Basaglia
Il Liceo Majorana racconta Casa Ricchieri
L’importanza della cura nelle relazioni umane. Le voci degli studenti

*Allegate alcune immagini dell'incontro

Pordenone

Gemellaggio tra Liceo Majorana e Casa Ricchieri a sottolineare – in piena sintonia con la filosofia di Franco Basaglia – l’importanza della cura nelle relazioni umane tra le persone. Gli studenti di alcune classi della scuola superiore di Pordenone hanno infatti visitato, nello scorso anno scolastico, la comunità di accoglienza situata nel cuore della città sul Noncello. Un’esperienza oltremodo stimolante per i giovani e gli stessi residenti che sarà verosimilmente ripetuta anche nel corso dell’anno scolastico 2010-11.
Mentre da anni e da diverse legislature alla Commissione affari sociali di Roma si discute sulla possibile modifica della Legge 180 - anche se più opportuno sarebbe chiamarla golpe, se non addirittura controriforma (una decina le differenti proposte di legge presentate dalla coalizione di centrodestra) -, a Pordenone la comunità di Casa Ricchieri, ubicata nell’omonima via, ha vissuto un’esperienza oltremodo interessante e particolare ospitando alcune classi del Liceo Majorana di Pordenone.
La proposta di questa esperienza ha inizialmente impegnato l’equipe della Cooperativa sociale Itaca, cui fa capo la gestione del servizio, in alcune riflessioni. “Coscienti dell’elevato numero di ragazzi che sarebbero approdati in Casa Ricchieri, ci siamo interrogati su come gestire il tempo della visita nel migliore dei modi, considerando la normale routine della giornata; in secondo luogo su come approcciare gli ospiti a questo tipo di nuova esperienza senza creare tensioni; infine su come riuscire a far interagire residenti e studenti durante la visita”.
Riflessioni che hanno portato a gestire la giornata accogliendo i ragazzi nella sala da pranzo durante uno dei momenti più importanti della Casa, che è quello del caffè delle 10 tutti insieme. Poi si sono succedute la visita dell’intera residenza a piccoli gruppi e, infine, nella stanza “Benessere”. Senza dimenticare ovviamente il racconto della storia della comunità e di come si svolge la vita al suo interno.
“I residenti di Casa Ricchieri (persone d’ambo i sessi con disturbo mentale e disagio sociale, ndr) hanno accolto bene questa allegra “invasione” e più di qualcuno, durante il caffè, ha interagito con i ragazzi con curiosità e domande. E questo è servito a mettere a proprio agio un po’ tutti, ospiti, studenti e operatori”.
Una esperienza nuova, quella dell’incontro in Casa con gli allievi del Majorana, che è piaciuta a tutti: “è stato un momento di arricchimento intellettuale e di giovamento dell’energia, curiosità e positività portata dai ragazzi all’interno di questa Casa”.
A testimonianza di ciò, riportiamo le voci degli studenti attraverso alcuni passaggi delle relazioni scritte dai ragazzi sulla visita e che i docenti hanno generosamente donato allo staff di Casa Ricchieri.


La scheda - Le voci degli studenti

“Sebbene non fosse molto lontano da casa mia e ci passassi molto spesso davanti, non ho mai saputo di cosa si trattasse veramente, fino al giorno in cui l’ho vissuta con la mia classe. Per farvi u’ idea: per me non era Casa Ricchieri, bensì “la casa con l’ascensore con le rondini”. Casa Ricchieri, dunque, vista dall’esterno è una normale casa con un ascensore esterno ed un giardino. Ma allora cosa ha di speciale questa casa? E’ speciale perché ci vivono persone speciali. Ci hanno accolto in maniera stupenda, e dato che era l’ora della pausa caffè ne abbiamo approfittato e lo abbiamo bevuto tutti insieme”.

“…la stanza più bella che ho visto è quella del relax, colorata di un chiaro azzurrino, con poltroncine piccole ma comode, con sottofondo di calore emanato dalle candele e dalle musiche scelte dagli ospiti. Hanno delle idee veramente speciali: la maggior parte degli individui credono che bisogna tenersi lontani dai pazzi o folli… I pazzi sono quelli che non li accettano, quelli che se li vedono per strada si allontanano. Chi si può realmente considerare “normale” in questo modo?”.

“…mi ha sorpreso l’energia trasmessa da voi operatori. Ho colto proprio la passione e la dedizione con cui affrontate il lavoro, non sempre facile, e con cui vi relazionate ai vostri ospiti… il messaggio che mi è arrivato rispecchia perfettamente l’ideologia di Basaglia, che sosteneva l’importanza della cura nelle relazioni umane in contrasto all’approccio della psichiatria tradizionale…”.

“...i residenti sono definiti tali e non pazienti in quanto la casa appartiene a loro…”.

“…dopo aver saputo che avremmo visitato Casa Ricchieri, ho subito immaginato un edificio simile a quello delle case di riposo, fatto di muri bianchi, di lunghi corridoi spogli e soprattutto di pochi spazi in cui i pazienti avrebbero potuto trascorrere qualche tempo insieme. Sono rimasta perciò molto sorpresa quando, una volta entrati, mi sono trovata davanti una vera e propria Casa ricavata da un vecchio condominio, in cui gli ospiti vivono a stretto contatto sia tra di loro che con gli operatori, che li seguono in un ambiente colorato e familiare… sembra davvero una comunissima abitazione piuttosto che il luogo di riabilitazione e cura per alcune delle persone dismesse dai manicomi…”.

“…l’accoglienza da parte degli ospiti e degli operatori è stata allegra e ospitale, ci hanno accolto offrendoci del caffè, dunque trattandoci come dei veri e propri ospiti, quindi facendo ciò ci hanno voluto sottolineare che Casa Ricchieri non è una casa fuori dal comune o diversa dalle nostre case, ma è anch’essa una casa cosiddetta “normale”, l’unica differenza sta nel fatto che è abitata da dieci persone, dunque un numero superiore alla media…”.

“…l’ospite viene ascoltato e il suo benessere sia fisico che mentale diventa la centralità del lavoro dell’equipe...”.

“…lo spirito all’interno di questa casa è molto armonioso e gli ospiti non vivono divisi tra maschi e femmine… questa struttura lavora in rete con il resto del territorio e degli altri servizi, ciò ha permesso agli ospiti di poter partecipare ad eventi culturali, di essere protagonisti di spettacoli teatrali, feste concerti…”.

“…durante la visita abbiamo potuto conoscere alcuni abitanti di tale casa e abbiamo anche potuto assaporare il profumino che proveniva dalla cucina, anche se, su questo versante, non sono stati così ospitali come con il caffè! ...ma li perdoniamo perché la mattinata è stata molto bella!...”.


Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it
Prot.  1482
Allegato Rimosso
Allegato Rimosso
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