Legacoop Fvg: "Nessun bando al massimo ribasso"



Regole sicure per i lavoratori anche svantaggiati
"Nessun bando al massimo ribasso"
Legacoop FVG alle PA: rispettare le norme e rifiutino i ribassi


Udine

Nessun bando al massimo ribasso, Legacoop Fvg scende in trincea per chiedere regole sicure che tutelino i diritti dei lavoratori. A partire dal rispetto delle clausole sociali che disciplinano, tra l’altro, l’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate, l’obbligo di applicazione dei Contratti e la continuità occupazionale dei lavoratori. E’ quanto emerso nel convegno “Le clausole sociali negli appalti pubblici” tenutosi nei giorni scorsi a Villa Manin di Passariano (Ud), organizzato da Legacoopservizi e Legacoopsociali Fvg e Veneto, che ha visto presiedere i lavori Loris Asquini e Nicola Comunello, responsabili regionali di Legacoopservizi Fvg e Veneto, ed intervenire in qualità di relatori Gianfranco Piseri, della Presidenza di Legacoopservizi nazionale e Gian Luigi Bettoli e Loris Cervato, rispettivamente responsabili regionali Legacoopsociali Fvg e Veneto.
Legacoop Fvg in campo per chiedere alle amministrazioni pubbliche regole sicure per garantire i diritti dei 13mila lavoratori delle 240 Cooperative sociali associate, 500 i lavoratori svantaggiati, 1,5 miliardi di euro il fatturato. Ma anche per dichiarare guerra ai ribassi eccessivi, che altro non sono che un modo per non riconoscere i livelli contrattuali previsti dalla legge. La richiesta agli enti locali è chiara, quella di emettere bandi di gara che rispettino le norme e rifiutino invece i ribassi, che non osservano i parametri delle tabelle ministeriali.
“I ribassi sono un modo per non applicare ai lavoratori i livelli contrattuali stabiliti dalla legge – ha affermato Loris Asquini, vice presidente Legacoop Fvg -. La nostra preoccupazione è quella del rispetto delle regole”. Non è una cosa da poco perché “in una situazione economica difficile come quella attuale, con i tagli che ci sono nei confronti di Comuni, Province e Regione, i servizi dove noi siamo presenti in maniera forte con il nostro sistema cooperativo potrebbero essere sicuramente tagliati. Il che significa che ci potrebbero essere tante gare al massimo ribasso con una conseguente dura lotta, se non spietata, per l’aggiudicazione degli appalti. Se si va al massimo ribasso la concorrenza, pur legittima, si sposta sulla pelle dei lavoratori o sulla qualità dei servizi”.
Trattasi tuttavia di un sistema che “non mantiene gli standard di qualità né il livello contrattuale previsto. Noi diciamo “nessun bando al massimo ribasso”, vogliamo il rispetto delle regole. Anche perché – ha proseguito Asquini – vogliamo che i lavoratori abbiamo l’ottemperanza del Contratto e che il servizio sia di qualità. Perciò il livello di attenzione su questi temi va alzato”.
Per Legacoop Fvg ribassi sino al 50% sulla base d’asta non sono tollerabili, di qui la richiesta alle amministrazioni pubbliche di non accettare ribassi che non osservino i parametri stabiliti dalle tabelle ministeriali. “Noi abbiamo presentato un vademecum di regole su come predisporre i bandi di gara in maniera tale che le clausole sociali - quelle che negli appalti imporrebbero l’inserimento di persone svantaggiate – vengano rispettate”.
Si pensi, ad esempio, al subentro del lavoratore dalla Cooperativa o società che ha perso l’appalto a quella che se lo è aggiudicato alle stesse condizioni contrattuali precedenti. “Chiediamo – ha affermato Asquini – che venga rispettato l’art.4 del Contratto multi servizi che prevede il subentro alle medesime condizioni, valido sia per i soci lavoratori sia per i dipendenti, in primis se soggetti svantaggiati”.
“Troppo spesso invece vediamo bandi al massimo ribasso che ci preoccupano, in tal caso è evidente che non vince il miglior progetto né il miglior servizio, ma quello che più mette in difficoltà i lavoratori. E ciò con grave danno ai servizi e ai beneficiari dei servizi”. Che possono essere il bambino che frequenta l’asilo nido o l’anziano in casa di riposo, la persona disabile o con sofferenza mentale. Si tenga conto che in Friuli Venezia Giulia una gran parte dell’assistenza alla persona, in generale, viene data in gestione o delegata dalle pubbliche amministrazioni a Cooperative sociali o altre entità private.
“Peraltro vi sono norme dell’Unione Europea in termini di appalti che vanno rispettate, in special modo rivolte a tutelare i soggetti svantaggiati. Le Cooperative sociali di tipo B o di produzione lavoro si muovono proprio in questo filone dell’inserimento lavorativo di persone in difficoltà o ai margini della società”. Ma il rischio, se le regole non vengono rispettate, è che tutto diventi un far west.
Legacoop Fvg e Veneto hanno assieme costituito un “processo di coordinamento fra i vari settori della Cooperazione sociale e Coop di servizi, identificando interessi comuni e quindi progetti e linee di tendenza comuni. Bisogna però alzare il livello di controllo sulle regole e sulle clausole sociali negli appalti. Bisogna sostenere la Cooperative sociali B che hanno nel loro oggetto sociale la mission di inserire nel mondo del lavoro le persone svantaggiate”. “Non chiediamo nessun privilegio, ma regole sicure per garantire i diritti dei lavoratori anche svantaggiati. Pretendiamo che le amministrazioni pubbliche ad ogni livello rispettino le regole. In questo senso – ha concluso Asquini – chiediamo la collaborazione anche delle organizzazioni sindacali”.

Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
www.itaca.coopsoc.it