Napoli - Inchiesta dal basso sull'attuazione della Legge 180 (880)



Sono al momento 5 le proposte di modifica della Legge Basaglia che tentano di annullare (o limitare) la libertà delle persone
Un’inchiesta dal basso sullo stato di applicazione della legge di riforma della salute mentale
Presentazione il 16 giugno a Secondigliano - Napoli


Napoli

Legacoopsociali promuove il 16 giugno a Secondigliano – Napoli una “Inchiesta dal basso” sulle politiche della Salute Mentale in Italia. L’iniziativa sarà lanciata ufficialmente con un seminario pubblico, che si terrà in un luogo significativo, Secondigliano appunto, ovvero la frazione di Napoli dove il Dipartimento di salute mentale ed alcune Cooperative sociali del Consorzio Gesco costituiscono un importante presidio sociale. L'evento è previsto martedì 16 giugno presso la Cooperativa sociale "L'Aquilone" in via San Francesco d'Assisi. Il programma prevede dalle 10.30 alle 13 la sezione pubblica dei lavori con interventi di Gian Luigi Bettoli, coordinatore del gruppo di lavoro di Legacoopsociali sulla Salute Mentale, Fedele Maurano, direttore del Dsm di Secondigliano, Giuseppe Dell'Acqua, direttore del Dsm di Trieste, Giuseppe Salluce, segretario dell'Airsam, Maria Grazia Bertelloni, della "Rete Utenti Toscana", Gisella Trincas, presidente dell'Unasam, Emilio Lupo, segretario nazionale di Psichiatria Democratica e direttore di Struttrura complessa del Dsm della Asl Napoli 1, Sergio D'Angelo, vicepresidente nazionale di Legacoopsociali. La riunione proseguirà successivamente al pranzo in forma non pubblica fino alle 16 (ma comunque aperta a tutti quanti fossero interessati) per discutere delle modalità organizzative dell'iniziativa nelle varie regioni italiane.

Il gruppo di lavoro nazionale di Legacoopsociali sulla Salute Mentale si costituisce alla fine del 2007, contribuendo a sviluppare alcune iniziative di conoscenza, scambio di esperienze e riflessioni sulla qualità dell’intervento della Cooperazione Sociale e degli Enti Pubblici in questa delicata materia, luogo principe dell’integrazione fra sanitario e sociale. Per una fortunata coincidenza, il primo anno di attività del gruppo di lavoro ha coinciso con due avvenimenti significativi nel campo delle riflessioni sulle politiche di Salute Mentale. Il primo sono state le celebrazioni del Trentennale della approvazione della Legge 180, la norma italiana che ha interrotto l’internamento delle persone con disagio psichico (ma anche con handicap e dipendenze) nell’istituzione manicomiale, ed ha costituito il modello mondiale per le moderne pratiche di cura e riabilitazione. Il secondo avvenimento è stata l’emanazione delle nuove Linee di indirizzo nazionali, che – come i precedenti Progetti obiettivo – hanno confermato l’indirizzo volto all’applicazione della riforma del 1978.
Oggi il clima è cambiato, con la messa all’ordine del giorno di ben cinque proposte di modifica della Legge Basaglia le quali, ispirate a logiche securitarie ed ideologiche, puntano soprattutto alla reintroduzione di pratiche di controllo medico ed istituzionale del disagio psichico. Non a caso il punto centrale dei tentativi controriformistici è l’istituto del Trattamento Sanitario Obbligatorio, allora come oggi visto come la chiave di volta dei tentativi per liberare - od al contrario per ostacolare - il diritto alla cura ed al rispetto della personalità di ognuno di noi. In cambio di un generico “diritto alla sicurezza” si tenta di reintrodurre la possibilità di limitare o annullare le libertà fondamentali della persona umana.

L’«inchiesta dal basso»
E’ in questo clima – di verifica dei risultati di un percorso trentennale di costruzione di nuovi servizi territoriali di Salute Mentale, e di nuovi tentativi controriformistici, che hanno accompagnato ciclicamente il percorso della riforma - che Legacoopsociali propone questa sua iniziativa di “inchiesta dal basso” sul percorso di applicazione della riforma. Non abbiamo la pretesa di scoprire quello che è stato più volte ribadito a livello nazionale ed internazionale, cioè la validità della riforma del 1978. Vogliamo però contribuire ad arricchire la conoscenza del percorso di applicazione della riforma, valorizzarne le esperienze più interessanti e convincenti, andare oltre la semplice constatazione che la riforma è stata applicata a “macchia di leopardo”.
Partiamo infatti dalla constatazione che proprio la disapplicazione della 180, in alcune aree del nostro paese, è il suo punto debole. L’emanazione delle linee-guida, condivise anche dalle stesse amministrazioni regionali di centro-destra, può essere un’occasione per puntare alla sua completa e soddisfacente applicazione, per por termine alla manicomializzazione mascherata, alla privatizzazione dei ricoveri, alla mancanza di servizi territoriali sulle 24 ore, alla stessa sopravvivenza di forme di psichiatria violenta? Mettendo alla prova le nostre capacità di analisi e progettazione e valorizzando i risultati del nostro lavoro di cooperatori, vogliamo contribuire a mettere in luce le esperienze e le strutture locali, la loro storia, i punti di eccellenza e quelli di arretratezza manifesta. Contribuendo così a una diffusa presa di coscienza della società civile, e della stessa politica, su una questione – quella della Salute Mentale – che interroga trasversalmente i modi del vivere e dello stare in questa società complessa, con le sue contraddizioni e le sue esigenze di cambiamento.
Rivolgiamo questa nostra proposta agli stessi servizi pubblici, all’associazionismo dei familiari e degli utenti, mettendo a disposizione di tutte e tutti gli interessati un ulteriore contributo per sviluppare un movimento per la salute mentale comunitaria che – oggi più che mai – è necessario.
Il questionario che sarà presentato nel corso dell’appuntamento di Secondigliano punta a realizzare un campione significativo del territorio nazionale (l’obiettivo è di raccogliere dati su non meno della metà delle province) costituirà un primo atto del nostro lavoro. L’indagine sarà diffusa dalle Cooperative presenti nei vari territori, in forma coordinata regionalmente, prevede momenti di confronto con l’associazionismo ed i servizi pubblici locali. Al termine della raccolta dei dati, da realizzarsi entro l’autunno 2009, procederemo all’elaborazione ed alla discussione. Successivamente, ci poniamo l’obiettivo di giungere alla pubblicazione e diffusione dei dati raccolti e dei materiali del dibattito provocato con questa iniziativa.

La storia/le storie
Un altro aspetto di questo lavoro di inchiesta è la ricostruzione delle storie locali. La storia delle istituzioni, almeno nella seconda metà del Novecento, delle loro diverse evoluzioni ed involuzioni. Dell’applicazione del processo di riforma, prima e dopo la 180. Delle nuove istituzioni territoriali, e della stessa Cooperazione sociale. Dell’associazionismo dei familiari e di quello degli utenti, e di tutte quelle reti che hanno contribuito a proporre e stimolare il processo di riforma. “Storie dal basso”, raccolte nel territorio (in forma cartacea ma anche attraverso filmati ed interviste audio/video) anche su basi disomogenee, ma volte a costruire la pluralistica storia di un movimento di riforma da più parti definito come l’“unica vera rivoluzione italiana” della seconda metà del ‘900.
Anche in questo caso il nostro obiettivo è di arrivare ad una pubblicazione che contenga le storie più significative, oltre a garantire ampia diffusione, per via telematica, di tutto il materiale che ci perverrà.

I luoghi - Perché partire da Secondigliano
Nel presentare questa nostra iniziativa, non appare secondaria una riflessione sui luoghi nei quali operiamo. Anche i critici della riforma del 1978 non possono ignorare la terribile condizione delle “istituzioni totali” in cui decine di migliaia di persone venivano (e talvolta vengono ancora, a dispetto della legge) contenute. Le fotografie e le riprese cinematografiche delle scandalose condizioni di “ricovero” sono state da sempre uno dei materiali più significativi sulla condizione manicomiale.
Ma anche i luoghi della riforma hanno un loro senso. Grandi parchi ed edifici restituiti alla collettività, luoghi di abitare sociale, dai gruppi appartamento alle comunità terapeutiche: ma non dimenticando la gran parte delle persone, ritornate o da sempre rimaste nelle loro private abitazioni, una volta finita la pratica dell’indiscriminato internamento di massa. Ultime, ma non meno importanti, le Cooperative sociali di inserimento lavorativo, con i loro mille luoghi di attività.
Si tratta di veri e propri presidi territoriali, luoghi di inclusione e di intervento sociale. Come a Secondigliano, dove abbiamo voluto iniziare questo nostro percorso: grande città nella città, nota all’opinione pubblica nazionale soprattutto grazie al successo letterario di un’opera importante di denuncia sociale come “Gomorra” di Roberto Saviano. Secondigliano, dove un Dipartimento di salute mentale ispirato alla riforma ed alcune Cooperative sociali del Consorzio Gesco - come “L’Aquilone” che ci ospiterà; come il centro “Oltre la strada” devastato alcuni mesi or sono a scopo intimidatorio - costituiscono un presidio sociale di prima importanza. Qui più che altrove il valore della riforma della Salute Mentale assume significato generale, esce dallo specialismo dei tecnici per diventare proposta globale, un tipo di riferimento sociale che mai e poi mai avrebbe potuto essere costituito da un manicomio.

Info su come raggiungere la sede del seminario:
Paola Improta, Consorzio Gesco, 081.7872037


Fabio Della Pietra
Ufficio Stampa
Cooperativa sociale Itaca
Pordenone
www.itaca.coopsoc.it
Prot. 880