Legge 180 - Itaca: "Servono risorse per la salute mentale" (3403)



Legge 180
SERVONO RISORSE PER LA SALUTE MENTALE

di Ardea Moretti
Responsabile area Psichiatria
Cooperativa sociale Itaca - Pordenone



Pordenone

Il tema della 180 torna alla ribalta con le affermazioni del ministro
alla Salute Francesco Storace. Avremmo preferito fosse arrivato
all'attenzione il tema della salute mentale, ma così non è, da tanto
tempo, forse dal 1978, anno in cui quella legge fu approvata. A parte
alcune "isole" felici dove quel tema (il secondo dei due) è stato ed è
sempre presente.

Ci siamo già espressi più volte in merito, e torniamo comunque a farlo,
anche se esternazioni come quella del ministro Storace creano in chi lo
ascolta un primo pensiero: ma chi può credere che un Governo a fine
mandato possa mettere mano ad una legge, portandone l'iter a conclusione
o promettendo consultazioni future? Segue subito il secondo pensiero:
allora è una delle tante "manovre elettorali"!

Ma per il rispetto che va dovuto ad ogni persona (in sintonia con i
principi di Basaglia) ed in particolare a chi ha problemi di sofferenza
mentale, ai loro familiari, alle persone che sono loro vicine, agli
operatori (pubblici, del privato sociale, volontari), riteniamo
opportuno ribadire alcune considerazioni.

La legge 180/78 è una legge quadro. Indica dei principi di base, che si
rifanno al diritto di cittadinanza per tutti, base per l'applicazione
locale della stessa. Questo principio oggi è ancor più importante, non
solo per le conseguenze della devolution, che demanda ad ogni Regione le
competenze in materia di sanità, ma per il contatto - confronto -
accoglienza di diverse popolazioni ed etnie che arrivano in Italia, che,
almeno fino a quando sarà possibile secondo i dettati della
Costituzione, persegue fini di accoglienza ed integrazione.

E la "malattia mentale" è diversa, trattata in modo diverso, considerata
in modo diverso, espressa in modo diverso, nei diversi Paesi. Anche in
Italia la diversità del trattamento è quella che caratterizza di più la
realtà della malattia mentale. Perché alla 180 non sono seguite norme
applicative, indicazioni certe di fonti di finanziamento. Ci sono stati
due progetti obiettivo per la salute mentale, che sono arrivati fino al
2000. Hanno dato importanti linee guida, ma non esiti concreti a
problemi collettivi. Hanno creato una chimera, che è quella del 5% delle
risorse della sanità destinato alla salute mentale, d'accordo ente
pubblico, familiari, cooperative sociali, volontari.

Il risultato è una mappa variegata, dove, a seconda di dove nasci o
risiedi, hai la s/fortuna di avere risposte a seconda del 2 o del 5 %
del budget dell'Azienda sanitaria di riferimento. E risorse significano
strutture residenziali a diverso grado di protezione, centri diurni
attivi ed attenti oppure stanzoni dove si viene parcheggiati. Centri di
salute mentale aperti sulle 24 ore o per qualche ora al giorno, reparti
di diagnosi e cura ben integrati negli ospedali civili o chiusi, negati,
fatiscenti.

Avere risorse significa poter attuare inserimenti lavorativi (uno dei
primi tagli in Friuli Venezia Giulia quest'anno è stato sulle borse
lavoro), fornire supporti alle famiglie, in modo individualizzato e
mirato, non a pioggia, dove chi più ha più prende.

La Società italiana di psichiatria, molte importanti associazioni di
familiari, il Forum nazionale per la salute mentale, si sono già
espresse (di nuovo) contro l'ennesima ipotesi di modifica della 180. Ci
associamo a questi e tanti altri, con un ultimo baleno di pensiero: nel
periodo di mandato di questo Governo sono arrivate almeno 6 o 7 proposte
di legge, modifiche ed integrazioni. Se il tempo speso per tutto ciò
fosse stato tradotto in risorse per la salute mentale, forse qualcosa di
piccolo, ma utile, potrebbe essere stato fatto in più.





Fabio Della Pietra
Ufficio stampa
Cooperativa Itaca - Pordenone
348.8721497
www.itaca.coopsoc.it

Prot. 3403