LETTERA APERTA from Ass. Aiutiamoli a Vivere



LETTERA APERTA

 

Ø      Al Signor Sindaco del Comune di Pescara

Ø      Al Signor Presidente del Consiglio Comunale

Ø      Al Signor Vice Sindaco

Ø      Ai Signori della Giunta

Ø      Ai Signori rappresentanti in Consiglio Comunale

Ø      Ai Capi gruppo in Consiglio Comunale

Ø      Agli Illustri Rappresentanti

il Comitato tecnico organizzativo

                                                                       e p. c.

Ø      Alla Rete Non Violenta Abruzzo

Ø      Al Social Forum Abruzzo

Ø      Ai Signori rappresentanti dell’informazione

 

Signor Sindaco, Signor Presidente del Consiglio, Illustrissimi Signori in indirizzo,

i tempi che la nostra società sta attraversando sono molti difficili e per alcuni versi colmi di orrori e nefandezze da renderne quasi impossibile un riscontro con la memoria storica delle barbarie della nostra umanità.

Solo molto casualmente, ho letto, dell’intenzione dell’amministrazione comunale della città di Pescara di erigere un monumento alla pace, senza però poter fare a meno di riflettere con grande preoccupazione alle dichiarazioni espresse sulle motivazioni e sulla intitolazione.

Leggo testualmente sul documento ufficiale dell’ufficio di presidenza:

“… presentazione del Monumento per gli Operatori di Pace nel Mondo ed a ricordo della Vittime di Nassiriya e contro ogni forma di terrorismo”.

Ed ancora oltre: “…Dopo la tragedia di Nassiriya, il Consiglio Comunale ha approvato alla unanimità un ordine del giorno affinché, oltre ad intitolare un’importante arteria cittadina, a ricordo di questo doloroso avvenimento, venisse realizzato anche un monumento che potesse meglio rappresentare la partecipazione ed il dolore di tutta la cittadinanza pescarese nei confronti dei familiari delle vittime (militari e civili), ma anche delle Istituzioni che i nostri sfortunati italiani rappresentavano in Iraq.

Il Monumento è anche dedicato a tutti gli Operatori di Pace nel Mondo per testimoniare…

Una confusione evidente, incongruenze pesanti come macigni, sospettosi compromessi inapplicabili, volontà che voglio credere oneste ma che nella realtà confondono ancora di più una opinione pubblica “bombardata” da una disinformazione scientificamente calcolata e tragicamente falsa.

La “Pace” non è un oggetto plasmabile, è un bene prezioso tanto e come l’acqua, pulita e trasparente; è una parola chiara scritta nei testi fondanti delle Nazioni Unite (o di quel che ne rimane).

Senza dubbio i  “ragazzi” di Nassiriya meritano un monumento.

Le vittime di quel tragico atto terroristico meritano un ricordo per molti motivi:

1)     Sono vittime perché inviati in Iraq a seguito ed a sostegno di quelle forze che militarmente hanno occupato quel Paese calpestando ogni diritto internazione ed ogni carta costituente i diritti dei popoli e i diritti umani.

2)     Sono vittime perché inviati in Iraq da una maggioranza del nostro Parlamento, dal Governo e dal  Presidente del Consiglio del nostro Paese sulla base di una spaventosa e cinica menzogna e per cercare armi di distruzione di massa (che tutti sapevamo non esserci fin dal 1998).

3)     Sono vittime dell’inefficienza e della leggerezza  di coloro i quali avevano il compito della sicurezza del Comando di Nassiriya.

Mentre da molto tempo prima, a Baghdad come a Bassora o come in altri luoghi sensibili dell’Iraq e perfino intorno ad alcuni alberghi erano stati  costruiti frettolosamente paratie e difese di cemento armato, bitte di varie tonnellate di peso, recinti di filo spinato e tutto quanto potesse essere comunque necessario a ridurre o eliminare ogni tentativo di attacco dall’esterno, il Comando di Nassiriya rimaneva inspiegabilmente senza nessuna difesa adeguata.

4)     Sono vittime perché inviati in Iraq per difendere gli accordi stipulati tra il nostro Governo, l’ENI ed il Governo del dittatore Saddam per lo sfruttamento dei pozzi di petrolio di Nassiriya.

5)     Sono vittime perché mandati in Iraq a svolgere attività “umanitarie” con carri armati, elicotteri da guerra, armi leggere e pesanti e aerei da combattimento, di fatto occupando un paese che non ci ha mai dichiarato guerra.

6)     Sono vittime perché inviati in Iraq a sostenere i responsabili dei peggiori crimini contro l’umanità.

7)     Sono vittime perché inviati in Iraq a supportare i torturatori di un popolo indifeso.

8)     Sono vittime perché mandati in Iraq a guardare il genocidio di un popolo e l’assassinio a freddo di decine e decine di miglia di donne e bambini.

Non c’è nessun dubbio che il militare italiano sia strutturalmente e culturalmente diverso dal soldato americano, così come credo e spero che mai raggiungeranno i livelli criminali, la tossicità omicida, la sadicità nell’applicazione sistematica della tortura.

 

Elenco Comitato tecnico, organizzativo, cerimoniale per la realizzazione del monumento alla Pace:

 

Ricci prof. Ermanno quale rappresentante del Sindaco

Capitano di vascello Carlo Paternuosto Com.te dir. Marittima di Pescara

Ten. Col. Antonio Carideo – Com.te prov. Arma dei carabinieri

Dott. Alfredo D’Agostino – Vice questore aggiunto

Capitano Filippo Patri – Com.te Comp. Guardia di Finanza

Colonnello Fausto Frittoli – Ispettore reg. Abruzzo Ass. Naz. Carabinieri

Clementi prof. Alberto – Preside facoltà di architettura Univ. G. d’Annunzio

 

Signor Sindaco, signor Presidente, signori in indirizzo, questi ragazzi meritano un monumento perché vittime di un deliberato inganno senza precedenti.

Signori, se volete innalzare un monumento, che sia semplicemente un monumento alla Pace.

Prima di ogni soldato, prima di tutti, ci sono le vittime innocenti delle guerre e di tutti i terrorismi; le vittime della fame, delle malattie e del terrore che le donne e i bambini dell’Africa, del Sud-Est asiatico, del Sud America, del Sud del Mondo soffrono, pur sorridendo, giocando e piangendo allo stesso modo come le donne e i bambini d’occidente; le madri vestite di lutto, senza differenza di razza, religione o stato, con o senza burka; i popoli dimenticati; i soldati italiani in Kossovo, ingannati anche loro e lasciati morire (senza monumenti) nella solitudine più totale degli effetti devastanti dell’uranio impoverito; le vittime dei signori della guerra; le vittime innominabili come le donne, i bambini e gli uomini di Falluja massacrati a migliaia fin dentro le moschee, con armi di sterminio.

I ragazzi di Nassiriya meritano tutto il rispetto e più rispetto ancora, proprio per questo non potete nascondere la verità per la seconda volta.

Molti di loro li ho conosciuti personalmente sotto la tenda dell’ospedale della CRI a Baghdad, dove mi recavo a portare ai bambini lì ricoverati i miei peluche, dove spesso durante il frugale pranzo abbiamo scambiato opinioni e idee, e l’abbiamo fatto in piena onestà e chiarezza e alla fine ci siamo rispettati sempre.

Ho chiesto a loro di portarmi i libri raccolti in Italia per la Biblioteca della Facoltà di lingue (sezione di Italiano) dell’Università di Baghdad, lo hanno fatto senza nessun commento.

 

Signor Sindaco, signor Presidente del Consiglio, illustrissimi Signori in indirizzo, credo che anche voi, siete in qualche modo vittime di chi millantando la pace, in realtà vuole innalzare un obelisco alla guerra, all’odio, alla scontro religioso e culturale, ad un nazionalismo sciocco, fuori dal tempo, dalla ragione e dalla storia.

Ci sono valori come gli ideali sani, le utopie, i sogni di uomini straordinari e puliti, il lavoro di veri operatori di pace che non possono essere confusi o mediati dalla solita politica.

Sta a voi, alla vostra capacità di chiarezza, alla vostra onestà intellettuale e politica prendere le decisioni opportune per non diventare complici di un’altra menzogna ed uccidere per la seconda volta i ragazzi di Nassiriya.  

Fra qualche giorno, mi pare il 6 di agosto, ci sarà l’anniversario della prima esplosione atomica su Hiroshima, un monito ed un orrore che non dovremmo mai dimenticare.

C’è una scuola, proprio nella nostra città, il Liceo Artistico “G. Mistioni” che da cinque anni lavora, studia, incontra personalità diverse della cultura, per arrivare alla progettazione di un monumento alla Pace; gli studenti, i professori gli artisti stanno lavorando per questo, loro…non posseggono computer che forniscono monumenti a comando, hanno però dalla loro parte l’umiltà e la passione, l’onestà dell’arte e della giovinezza.

Un monumento alla Pace non è solo una pietra scolpita o un disegno; non è un monolite senza anima; non è il prodotto richiesto anche se ad un buon professionista; è qualcosa di più; nasce lentamente, giorno per giorno, dallo studio e dall’esempio quotidiano; spesso nasce da idee a parole volutamente tenute isolate come fossero lebbra; nasce dalla sofferenza e dalla visione raccapricciante degli orrori di questa civiltà senza civiltà; nasce quasi sempre dalla solitudine in cui vengono rinchiuse le persone scomode; nasce dall’entusiasmo e dall’ottimismo; nasce dalla capacità di sognare e di tradurre i sogni in realtà senza essere sognatori; nasce dalla consapevolezza del valore della vita e del dolore della morte; nasce dalle speranze di milioni di uomini e donne, di ragazze e ragazzi, la maggioranza del nostro pianeta che si batte per un mondo migliore; non nasce dalla mente dei furbi ma dal cuore e dall’intelligenza delle persone oneste.

Mi spiace tantissimo che proprio voi proponenti un monumento alla “Pace”,  il 21 di luglio 2005, alla serata di una musica non casuale come il Jazz, di solidarietà con le vittime di ogni guerra e di tutti i terrorismi, eravate spaventosamente tutti assenti.

 

“Beato il Paese che non ha bisogno di eroi” (Bertolt Brecht)

spero e confido nell’azione della società civile pescarese e abruzzese

spero e confido nell’azione delle persone intellettualmente oneste

spero e confido nell’azione dei movimenti e dei partiti democratici

spero e confido in un vostro ripensamento

 

Pescara 31 luglio 2005                                                 

In fede

    Tusio De Iuliis