comunicato stampa ICAB



per conto di ICAB (Italian Community Advisory Board) Vi preghiamo di voler
diffondere:



Uno studio clinico condotto da Pfizer solleva gravi preoccupazioni etiche
in Francia, Spagna, e Germania, ma è attualmente in corso in Italia.



"Purtroppo non sappiamo ancora dove", dice Alessandra Cerioli,
coordinatrice dell'Italian Community Advisory Board, "Pfizer Italia non ci
ha mai voluto rivelare quali siano i centri coinvolti"



Bologna, 4 Aprile 2005. La multinazionale americana Pfizer, un gigante del
settore farmaceutico entrato da poco nel campo dell'HIV, sta conducendo in
Italia uno studio su un nuovo farmaco contro l'HIV--il virus che causa
l'AIDS--, ritenuto non conforme ai principi di tutela delle persone
arruolate negli studi clinici in Francia, Spagna e Germania. Pfizer ha
preferito rinunciare a condurre lo studio in quei paesi piuttosto che
uniformarsi alla richieste delle agenzie regolatorie e delle associazioni
dei pazienti.



Lo studio numero 1026 si propone di valutare il dosaggio ottimale del nuovo
farmaco UK-427,857—un inibitore del co-recettore CCR5—su centinaia di
pazienti che non hanno mai assunto in precedenza altri farmaci
antiretrovirali. In competizione diretta con Shering Plough e
GlaxoSmithKline, che stanno sviluppando un farmaco analogo, Pfizer ha
quindi deciso di ignorare le preoccupazioni etiche sollevate da molte
agenzie sanitarie e dalla maggioranza delle associazioni dei pazienti
Europei.



Sulla base del protocollo di ricerca lo studio condotto da Pfizer consente
di esporre persone con un sistema immunitario già gravemente compromesso ad
un trattamento che comprende un farmaco sperimentato sull'uomo per soli
dieci giorni, e di cui non è stata ancora comprovata sicurezza ed
efficacia. Sulla base delle linee guida internazionali si tratta di persone
che dovrebbero invece ricevere un trattamento di provata efficacia. In
assenza di dati preliminari su persone in migliori condizioni di salute, lo
studio 1026 rischia dunque di esporre alcune delle persone arruolate a
rischi eccessivi, violando le raccomandazioni internazionali sull'etica
delle sperimentazioni cliniche.



Lo studio è attualmente in corso in alcuni centri clinici Italiani. Italian
Community Advisory Board (1)—una coalizione di attivisti e persone
sieropositive che tra le altre cose si occupa di monitorare le
sperimentazioni cliniche in Italia—ha chiesto più volte a Pfizer Italia
quali siano i centri coinvolti, senza tuttavia ottenere risposta.
Nonostante i ripetuti tentativi di dialogo la multinazionale farmaceutica
ha scelto di ignorare le associazioni dei pazienti anche in Italia, forse
per non ritardare l'immissione del nuovo farmaco sul mercato.



"Crediamo che le associazioni dei pazienti abbiano il diritto di sapere
dove viene condotta la sperimentazione" dichiara Alessandra
Cerioli—coordinatrice dell'Italian Community Advisory Board—"specialmente
quando esistono preoccupazioni relative alla sicurezza delle persone
arruolate, di cui Pfizer Italia è al corrente". "Avere nuovi farmaci
disponibili è anche il nostro obiettivo, ma non ad ogni costo, e non quando
a farne le spese sono le persone sieropositive"—aggiunge Cerioli—"A questo
punto crediamo sia nostro diritto sapere dove viene condotto lo studio e
invitiamo tutte le persone alle quali venga proposto di entrare nello
studio 1026 di contattare il nostro gruppo al 349 7861390 o via e-mail,
all'indirizzo <mailto:i.cab at libero.it>i.cab at libero.it.



Contatti: Alessandra Cerioli, Cell. 349 7861390;
<http://icab.bravepages.com/>http://icab.bravepages.com



(1) - Italian Community Advisory Board è una coalizione composta delle
seguenti associazioni: Arché, Associazione Solidarietà AIDS (ASA), Lega
Italiana per la Lotta contro l'AIDS(LILA), Nadir ONLUS, p24 Livorno