[Cnv] - Info n° 32 - 25.II.04 -



Centro Nazionale per il Volontariato
*** www.centrovolontariato.it ***

*** [Cnv] - Info n° 32 - 25.II.04 ***





---------- BOLLO AUTO ----------



Il governo sana le norme in materia di Irap e tasse automobilistiche.
Esenti le associazioni toscane: «Niente più bollo auto per i mezzi del
volontariato»



Con il nuovo anno una buona notizia per le associazioni di volontariato
toscane che potranno rimanere tranquille sull'esenzione dal pagamento del
bollo auto. La norma, decisa pochi mesi fa dalla Giunta regionale toscana,
era stata impugnata dal governo, davanti alla Corte Costituzionale, che
contestava il potere della Regione di legiferare in materia. Ora
l'esecutivo ha fatto una sorta di passo indietro e con la Finanziaria 2004
ha previsto una sanatoria per le norme già approvate dalle Regioni e che
modificano scadenze e tariffe in materia di Irap e tasse automobilistiche.
"Per le oltre 2.200 organizzazioni che operano in Toscana - ha detto
l'assessore al Bilancio, finanze e credito, Marco Montemagni - si tratta
sicuramente di una buona notizia, anche se la legge regionale, pur
impugnata, già era operativa. Le ambulanze erano già esenti dal bollo auto.
La norma che abbiamo approvato nei mesi scorsi esentava dal pagamento anche
i pulmini e le auto utilizzate per il trasporto di disabili, bambini ed
anziani, oltre ai mezzi di proprietà di Onlus, enti locali ed aziende
sanitarie utilizzati per il trasporto di persone in stato di bisogno, di
sangue ed organi. Unica condizione richiesta: che la destinazione d'uso
fosse indicata sulla carta di circolazione". La Regione aveva infatti
chiesto un'estensione del potere impositivo regionale in materia di tasse
automobilistiche, in attesa dell'applicazione del nuovo titolo V della
Costituzione. Il Governo risolve così i conflitti di competenza ed
illegittimità sollevati in passato, dando voce a quell'ampio consenso
politico che si era registrato negli ultimi anni in materia di federalismo
fiscale.

Andrea Magrini





---------- UNICEF & BAMBINI ----------



Convegno «La parola ai bambini - La presenza dei bambini nei procedimenti
giudiziari»


L'UNICEF informare che il prossimo 29 aprile 2004 terrà a Firenze, presso
il Centro di Ricerca Innocenti dell'UNICEF, un convegno dal titolo "La
parola ai bambini - La presenza dei bambini nei procedimenti giudiziari".
Primo incontro sulla giustizia minorile, presso il Centro di Ricerca
Innocenti dell'UNICEF, Piazza S.S. Annunziata, 12 (Firenze, ore 9/18).
Relazioni sui temi: Ascoltare la voce dei bambini; Il Comitato ONU sui
diritti dell'infanzia: sue indicazioni in tema di ascolto del minore; La
Convenzione di Strasburgo: l'ascolto, l'assistenza, la rappresentanza del
minore nel processo. Attualità e prospettive; Le regole del giusto processo
minorile; La terzietà del giudice minorile; L'avvocato del minore e la sua
specifica preparazione; La rappresentanza del minore: il curatore speciale;
Le audizioni protette in Italia: l'applicazione territoriale; L'esperienza
internazionale in materia di ascolto; La funzione e il ruolo del giudice
onorario nell'ascolto dei minori; L'ascolto del minore nella pratica
giudiziaria; Come interrogare il minore la difficoltà di formazione; La
specializzazione: uno strumento per affinare l'ascolto del minore. Per
ulteriori informazioni telefonare al 06 47809220, fax 06 47809270.

[Info: a.orlandi at unicef.it]





---------- SCUOLA & VOLONTARIATO ----------



«La solidarietà sui banchi di scuola»: incontro sulla dispersione scolastica



Un ragazzo bocciato ogni sei e un abbandono scolastico che sfiora il 4%. E
questo solo nella provincia di Lucca. Questi sono alcuni dei dati emersi
durante il seminario "La solidarietà sui banchi di scuola", organizzato dal
Centro Nazionale per il Volontariato grazie al finanziamento della
Fondazione Banca del Monte di Lucca. Volontari, operatori pubblici,
studenti, ma anche insegnanti e associazioni familiari si sono
incontreranno per discutere della dispersione all'Oratorio di San Giuseppe.
Durante il convegno è emerso che la provincia di Lucca supera la media
regionale e nazionale di dispersione scolastica, calcolata nei ragazzi
compresi tra 14 e 18 anni. Nel dettaglio, abbiamo un bocciato ogni
6-7promossi (quasi il doppio della media nazionale: 16,27% rispetto al 7%);
un ragazzo su quattro è promosso con debito (a livello nazionale uno ogni
3: il 23% a Lucca, il 39% in Italia); l'abbandono scolastico è del 3,94%
(in Italia 4,61%, nelle regioni centrali 3,42%) e riguarda in particolare
gli istituti professionali (7,82%). Il disagio scolastico è infatti
avvertito principalmente nelle scuole professionali (22,55% di insuccessi),
seguite dagli istituti tecnici (17,6%) e istituti d'Arte (16,14%). La
dispersione è concentrata soprattutto nelle aree geografiche della
Garfagnana (in particolare a Barga), in alcune zone della Versilia
(Seravezza e Stazzema) e in alcuni istituti professionali della Piana dove
si raggiungono picchi di insuccessi superiori al 30%. Il fenomeno è più
diffuso tra i maschi, ma con minore differenza di quanto non accada a
livello nazionale. "Il nostro obiettivo - si è detto durante il convegno -
è di trasformare gli insuccessi scolastici, che spesso determinano negative
rinunce all'apprendimento, in scelte positive e consapevoli di percorsi
scolastici e formativi alternativi, percorsi di lavoro, di diritti di
cittadinanza e di vita. L'innalzamento del livello di istruzione medio di
un paese ha un effetto fortemente positivo sulla crescita economica e
sociale". Ma che ruolo ha il volontariato con le scuole e con le
istituzioni? "A scuola, come nella vita - è stato detto - è più facile
trovare chi  rimprovera e ci fa sentire incapaci e colpevoli delle nostre
incapacità. E' molto più faticoso dare potere, piuttosto che esercitarlo
sugli altri. Ed è ancor più faticoso sentirsi la responsabilità di tutto
ciò, come insegnanti, come persone. Il volontariato può quindi essere mezzo
e fine. E può agire con il sostegno scolastico (tutoraggio promosso da
Provincia, Comuni o associazioni come la San Vincenzo de Paoli, Villaggio
del Fanciullo), favorendo spazi di innovazione e progettualità sociale
(come gli Sportelli Scuola & Volontariato, Equinozio, eccetera) o aiutando
a risolvere i conflitti pacificamente e democraticamente (Gruppo Abele,
Berretti Bianchi e noi del Cnv, ad esempio)". Sono state inoltre presentate
alcune esperienze positive che già esistono sul nostro territorio, e nuovi
possibili percorsi da sperimentare. Anche attraverso l'attivazione degli
sportelli scuola-volontariato in una logica di lavoro di rete.

[Info: www.centrovolontariato.it]





---------- COMMERCIO EQUO ----------



Da Fiesole a Caserta: «Commercio equo, istruzioni per l'uso». In aprile fa
tappa in Campania con la collaborazione di Arci Nuova Associazione



Sono ormai più di 250 i "bottegai equosolidali" che si sono formati alla
scuola di TransFair frequentando la fortunata formula "Commercio equo:
istruzioni per l'uso", la full immersion di due giorni pensata per chi
intende avviare un'attività di commercio equo. Il 2 e 3 aprile si replica
con l'ottava edizione a Caserta, presso la sede della Cgil, in via Verdi 1,
in collaborazione con Arci. Il programma prevede l'arrivo e l'accoglienza
dei partecipanti venerdì 2 aprile alle 10,30. La mattina sarà dedicata
all'introduzione al commercio equo e ai suoi diversi attori e alla storia
dei marchi di garanzia. Nel pomeriggio, "Come aprire e gestire un'attività
di commercio equo dal punto di vista fiscale e finanziario" e "Primi
elementi di scelta di prodotti di Commercio Equo e Solidale per un punto
vendita". Sabato mattina il programma prevede due interventi: "Come gestire
un PDV del Cees e di prodotti solidali; tecniche di approvvigionamento e
vendita; display dei prodotti.  Tra cooperazione con il Sud del Mondo e
Cooperazione Sociale, esempi di sostenibilità economica di un'attività di
Commercio Equo e Solidale"; e "Animazione di una realtà del Commercio Equo
e Solidale: tecniche di comunicazione.  Come gestire i rapporti con i
media, come far riconoscere ai cittadini la propria attività ed i propri
prodotti attraverso l'organizzazione di eventi". Tutti gli interventi sono
seguiti da simulazioni pratiche ed esercitazioni. Il corso prevede la
partecipazione di 25 iscritti al massimo ed un contributo a copertura dei
materiali didattici, dei costi di vitto e alloggio e di rimborso dei
docenti, con particolari agevolazioni per i soci Arci. Le domande di
iscrizione saranno accettate fino ad esaurimento dei posti disponibili,
entro e non oltre il 12 marzo 2004. Per informazioni ed iscrizioni: Indira
Franco (tel. 049 8750823; 340 5726373; fax 049 8750910).

[Info: segreteria at transfair.it]





---------- CIVITAS ----------



Mostra Convegno della Solidarietà e dell'Economia Sociale e Civile, dal 30
aprile al 2 maggio alla Fiera di Padova l'edizione 2004



L'edizione 2004 di Civitas aprirà le porte ai visitatori dal 30 aprile al 2
maggio nella Fiera di Padova. Giunta alla nona edizione si colloca nel
panorama italiano ed europeo come appuntamento di eccellenza che promuove
sviluppo alla sensibilizzazione e partecipazione dei cittadini. Nel 2004
intende avvicinare le questioni globali con la quotidianità dei cittadini
europei "vecchi" e "nuovi". Il tema della qualità della vita è il
protagonista di questa edizione, nei suoi aspetti più salienti:
cittadinanza, responsabilità sociale, ecologia, rapporto
lavoro-economia-finanza, esperienze di innovazione nello sviluppo  sociale,
esperienze di sviluppo economico compatibile. "Qualità della vita e vita di
qualità" nella relazione tra individuo e comunità, economie e società. Il
1° maggio l'entrata di dieci nuovi stati membri nell'Unione Europea segna
un momento importante: Civitas vivrà l'allargamento dei confini con i
protagonisti delle reti sociali e delle municipalità di tutta Europa. Il
World Social Agenda quest'anno propone "l'Altra Africa". Sarà un'occasione
importante per confrontare il cammino intrapreso dal continente africano
verso l'unione africana in concomitanza all'analoga esperienza della vicina
Europa. E' già stata confermata l'illustre presenza di Aminata Traorè, già
Ministro della cultura del Mali, impegnata nella lotta contro il
neoliberismo che sta rovinando il suo paese.Tra le altre importanti
questioni anche lo sport e il suo mondo, nell'Anno europeo dell'educazione
attraverso lo sport, rilancia i suoi valori educativi che nell'attualità
non sono sempre visibili. La manifestazione sarà suddivisa in macro-aree
tematiche, per permettere ai visitatori e agli stessi espositori di
usufruire di un migliore servizio e facilitare l'orientamento tra il ricco
piano culturale e il vasto quartiere espositivo.

[Info: www.civitasonline.it]





---------- INTERNET ----------



On-line il nuovo sito di «Fisioterapisti Senza Frontiere»



Il Coordinamento dei Fisioterapisti Senza Frontiere informa che è on-line
il nuovo sito di FSF, all'indirizzo http://www.fsf.unimondo.org. Il
Coordinamento dei "Fisioterapisti senza Frontiere" nasce dall'incontro di
Fisioterapisti che hanno avuto esperienze di lavoro, cooperazione e
volontariato nei Paesi in Via di Sviluppo, all'interno dei progetti gestiti
i dalle Organizzazioni Non Governative che operano in ambito sanitario e
della riabilitazione. Al gruppo aderiscono anche Fisioterapisti
semplicemente interessati a queste tematiche.
Opera all'interno ed in sintonia con l'Associazione Italiana FIsioterapisti
Nazionale e Regionali, con proprio logo ed autonomia. E' apartitico,
aconfessionale ed opera a scopo no-profit. Intende collaborare con Enti
Pubblici e privati, con Associazioni, con ONG, con gli Organismi deputati
alla Cooperazione Internazionale, col Ministero Affari Esteri e con
l'Unione Europea.

[Info: www.fsf.unimondo.org]





---------- PACE ----------



4a Marcia Internazionale «Il Sentiero della Libertà», 30 aprile - 2 maggio 2004



Nei giorni 30 aprile, 1 e 2 maggio 2004 si effettuerà la 4a Marcia
Internazionale "Il Sentiero della Libertà", che attraverso la Majella
ripercorrerà, in tre tappe, Sulmona - Campo di Giove - Taranta Peligna -
Casoli, quell'impervio Sentiero lungo il quale, negli anni più tragici
della II guerra mondiale - quando l'Abruzzo divenne linea di confine ed
angolo di speranza - si avventuravano, alla ricerca della Libertà oltre la
Linea Gustav, i prigionieri di guerra fuggiaschi, i perseguitati politici
braccati dai nazisti, i renitenti alla leva della Repubblica fascista di
Salò. Fra questi c'era l'attuale Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio
Ciampi, desideroso di ricongiungersi all'esercito italiano di Liberazione.
Negli stessi luoghi nacque la Brigata Majella, che combattè eroicamente per
la libertà a fianco degli Alleati, entrando per prima a Bologna.
Organizzatrice della marcia rievocativa è l'Associazione culturale "Il
Sentiero della Libertà", in collaborazione con il Liceo Scientifico "E.
Fermi" di Sulmona e con numerose altre associazioni di volontari che
assicurano la logistica e l'assistenza lungo il percorso e nei
pernottamenti. La 1° marcia è partita solennemente e festosamente, con
migliaia di partecipanti, il 17 maggio 2001, con alla testa il Presidente
della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, che ha voluto ripercorrere, per un
tratto di strada, la "traversata" verso la libertà che egli, giovane
sottotenente, fece nel marzo del '44 e che racconta nel suo diario di
guerra. Per informazioni: Associazione "Il Sentiero della Libertà", presso
Liceo Scientifico Statale E. Fermi, Viale Togliatti, 67039 Sulmona (AQ).

[Info: adelaide.strizzi at katamail.com - www.liceoscientificosulmona.it]





---------- IL MURO D'ISRAELE ----------



Inrtervento di Luisa Morgantini alla Sessione Plenaria del Parlamento
Europeo sulla «Dichiarazione del Consiglio - Posizione dell'UE
sull'audizione alla Corte Internazionale di Giustizia sul muro israeliano»



di Lusia Morgantini



Signor Presidente,

Suor Marie Dominique Croyal è Direttrice della Casa di Nostra Signora dei
Dolori ad Abu Dis, un villaggio alla periferia di Gerusalemme diviso dal
Muro della segregazione razziale e dell'annessione di territori come lo
chiamano palestinesi e pacifisti israeliani o da una barriera di sicurezza
come lo chiamano le autorità israeliane. Vorrei leggervi alcune parti del
messaggio che ha inviato: "L'11 gennaio 2004. è iniziata la costruzione del
nuovo muro di separazione, alto 9 metri, esso rimpiazza un altro muro,
molto più basso, costruito nell'agosto del 2002 che permetteva alla gente
di scavalcarlo quando non era più loro permesso di andare da Bethany ed Abu
Dis a Gerusalemme. Migliaia di persone hanno scavalcato questo primo muro:
bambini, studenti, madri, anziani. Molte e molti sono caduti, qualcuno è
anche morto nella caduta. Due mesi fa abbiamo dovuto chiamare un'ambulanza
per un uomo di 65 anni che, cadendo, aveva battuto la testa e perso
conoscenza. L'ambulanza ci ha messo mezz'ora per arrivare. Sulla strada
l'esercito ha perquisito l'ambulanza, obbligato la moglie del ferito a
scendere, ritardando ancor più l'arrivo all'ospedale. Le cose che succedono
attorno a questo muro sono diventate intollerabili! Per mesi, centinaia di
persone al giorno sono passate attraverso la nostra proprietà per sfuggire
al controllo militare, perché molti lavorano a Gerusalemme, ma non hanno i
permessi richiesti. La gente attorno a noi vive nella paura: di essere
arrestati o maltrattati, come troppo spesso avviene. La tensione è costante
per la popolazione, le cui condizioni di vita sono sempre più miserevoli.
E' una lotta quotidiana per queste persone che sono costantemente umiliate.
Di fronte all'inerzia generalizzata ci sentiamo sole e senza aiuto.
Vogliamo farci portavoce per quelle persone senza voce che ogni giorno da
due anni hanno dovuto lottare per raggiungere il loro luogo di lavoro e le
loro scuole, per non parlare di coloro che muoiono per la mancanza di cure
mediche.
Cercando di compiere la nostra missione, anche noi siamo incorse in
difficoltà con i soldati quando abbiamo ricoverato persone perché
l'ambulanza non poteva entrare in Israele. Lo stesso problema sorge quando
qualcuno muore. il cimitero è dall'altra parte. I negozi stanno dall'altra
parte del muro e le persone più anziane devono chiamare i commercianti di
fronte al muro, per consegnare i loro ordini cercando un interstizio tra i
blocchi di cemento. Molti dei nostri pazienti si sentono soli perché le
loro famiglie non possono più visitarli. Non sappiamo cosa accadrà quando
il muro sarà terminato. La maggioranza dei nostri anziani e dei nostri
impiegati viene dalla Cisgiordania. Dei nostri 18 impiegati solo 3 hanno la
carta d'identità di Gerusalemme. Per due anni hanno dovuto scavalcare il
muro e cambiare spesso percorso per evitare i check point perché, anche con
un lasciapassare, i soldati dopo ore di attesa, li facevano tornare
indietro.
Questo muro di 9 metri ci obbligherà a licenziare la maggioranza del nostro
personale e ingaggiarne altro da Gerusalemme; non accettare anziani dalla
Cisgiordania, quindi i più poveri. Siamo preoccupate, siamo più isolate di
prima per le condizioni della strada e perché il circondario è diventato
zona militare, aiutateci".
Questa le parole di suor Dominique, ma molto peggiore è la situazione degli
abitanti di Qalquilya ai quali il muro impedisce persino di vedere il
sorgere del sole e l'unica uscita dalla città ha un cancello di ferro che
l'esercito israeliano apre e chiude a seconda del suo umore. Viene
ermeticamente chiuso dopo le 17 di sera e nessuno puo' più entrare od
uscire dalla città. E che dire degli abitanti di Budros che hanno cercato
insieme a molti pacifisti israeliani di opporsi in modo non violento allo
sradicamento dei loro alberi alla distruzione di case e sono stati
brutalmente colpiti dai soldati. Un ragazzo israeliano colpito da diversi
proiettili si trova ancora in ospedale. Un parlamentare svedese è stato
arrestato insieme ad altri ed allontanato dal paese. Il muro e le barriere
che si stanno costruendo obbligano i palestinesi a vivere in ghetti
separati tra di loro. Per la sicurezza - dice Sharon - per impedire azioni
terroriste, non volendo capire che la sicurezza non puo' basarsi sulla
costruzione di un muro o sulla crescita delle colonie, ma sulla possibilità
per il popolo palestinese di vivere liberi e autonomi nel loro stato in
coesistenza con lo stato d'Israele.
Ma il muro non è solo prigionia, è ancora una volta confisca di terre,
annessione di territori occupati ad Israele, la sua linea non è sulla linea
dei territori occupati nel 67 ma penetra e divide il territorio palestinese
costruendo fatti concreti che impediranno l'esistenza ad uno stato autonomo
con continuità territoriale.
E intanto la propaganda per fare accettare il muro si fa intensa,
preoccupati dalla visione negativa della comunità internazionale l'autorità
israeliana sta cercando di rendere meno mostruoso il muro, purtroppo non è
una barzelletta, è la proposta resa pubblica dal giornale israeliano
Maariv, del team del Ministero degli esteri addetto alla relazioni
pubbliche che testualmente ha affermato: "Se il muro fosse dipinto a colori
vivaci, sarebbe più estetico e il danno delle relazioni pubbliche verrebbe
ridotto". Noi abbiamo condannato la costruzione del muro chiedendo di
fermarne la costruzione, perché i muri e lo abbiamo visto con Berlino
uccidono la libertà. L'assemblea generale delle Nazioni Unite ha votato
perché la corte di giustizia dell'Aja dia un parere sulla sua legittimità,
Il presidente del consiglio dei Ministri europei ha dichiarato, molto
inopportunamente, di ritenere inopportuna la valutazione della Corte di
Giustizia, e perché mai, quando si tratta delle autorità israeliane il
diritto internazionale, le violazioni dei diritti umani devono sempre
essere dismessi in nome di negoziati che non ci sono e che il quartetto
invece di fare pressioni per la "road map"; lascia che il tempo passi e che
in Palestina e in Israele si continui a morire. E' complicità perché questo
muro non è sicurezza questo muro è annessione territoriale, è conquista
coloniale. L'Unione Europea non puo' buttare a mare il diritto
internazionale. Mettiamo in campo azioni diplomatiche e si rilanci la "road
map", ma facciamo anche pressioni economiche e politiche su Israele
affinché Sharon non assuma azioni unilaterali e ritorni al tavolo dei
negoziati. La Comunità internazionale ascolti e dia forza all' iniziativa
di Ginevra, alla resistenza popolare  non violenta contro l'occupazione
militare, ai soldati che rifiutano di bombardare e di essere strumento di
repressione nei territori occupati, al circolo di padri e madri,
palestinesi e israeliani, che hanno avuto i loro cari uccisi da azioni
dell'esercito, dai coloni israeliani o da azioni omicide e suicide
palestinesi e che rifiutano la vendetta. Tutti loro mostrano che la
convivenza e la sicurezza sono possibili, nell'affermazione del diritto di
tutte e tutti a vivere in pace, con dignità e giustizia.

[Info: www.luisamorgantini.net]





---------- APPELLO SUDAN ----------



Appello dell'Unicef per fermare i combattenti sudanesi di Darfur: «Donne e
bambini le principali vittime dei violenti combattimenti nel Sudan
occidentale»



I feroci combattimenti che insanguinano la regione di Darfur, nel Sudan
occidentale, stanno mettendo a grave repentaglio la vita di centinaia di
migliaia di bambini che, a causa delle violenze, sono stati costretti a
fuggire dalle loro case, ha ammonito oggi l'UNICEF. Il Direttore Generale
dell'UNICEF, Carol Bellamy, ha esortato il Governo sudanese a "far
rispettare la legalità e ad adottare energiche misure a protezione dei
civili", invitando le parti in lotta a raggiungere un cessate -il-fuoco
immediato e a garantire un accesso sicuro per le agenzie umanitarie e gli
aiuti, a soccorso delle popolazioni sfollate a causa dei combattimenti.
Negli ultimi giorni, gli attacchi sferrati contro numerosi villaggi dalle
milizie arabe e da bande di fuorilegge hanno costretto migliaia di civili,
in prevalenza donne e bambini, a una fuga disperata verso le città di
Darfur, nella speranza di trovarvi rifugio: oltre 100.000 sfollati sono
giunti nella città di Kutum, nel nord di Darfur, e si stima che siano circa
750.000 le persone sfollate a causa degli ultimi mesi di combattimenti. Lo
scorso lunedì il Presidente del Sudan ha autorizzato l'apertura di corridoi
umanitari in alcune delle aree dove i civili hanno trovato rifugio, dopo
settimane in cui ogni aiuto era stato di fatto impossibile. Di ritorno
dalle città di Kutum e Geneina, JoAnna Van Gerpen, Rappresentante UNICEF in
Sudan, ha descritto la condizione dei civili sfollati come "scioccante":
"Una madre con i suoi 9 figli è arrivata a Kutum da un villaggio a 3 km di
distanza; erano accampati con altre migliaia di sfollati nel letto di un
fiume in secca, disseminato di escrementi di animali. I suoi soli averi
erano i vestiti che indossava e una tanica per raccogliere l'acqua. Come
loro, decine di migliaia di persone, troppo terrorizzate per lasciare la
città, vivono accampate all'aperto o in fatiscenti rifugi di paglia,
spesso privi perfino del tetto". Secondo quanto riportato dal
Rappresentante UNICEF, le popolazioni sfollate si trovano in condizioni di
estrema precarietà minacciate da molteplici pericoli tra cui
l'insufficiente disponibilità d'acqua e di cibo e da condizioni
igienico-sanitarie preoccupanti, soprattutto alla luce dell'affollamento
eccessivo dei campi per sfollati, che costituisce un terreno ideale per lo
sviluppo di focolai di infezione e la diffusione di malattie. L'UNICEF, in
collaborazione con i suoi partner, sta provvedendo al trasporto e
distribuzione di scorte d'acqua d'emergenza e alla costruzione di pozzi nei
campi per sfollati: l'afflusso continuo di civili, costretti alla fuga
dalla sistematica distruzione dei loro villaggi d'origine, rischia però di
diventare insostenibile alla luce delle risorse disponibili. A rendere la
situazione ancor più drammatica è l'insufficiente presenza di personale
medico che, in fuga verso aree più sicure, ostacola il già precario
funzionamento dei servizi sanitari. "I civili di cui parliamo, nonostante
le condizioni di vita in cui si trovano, sono da considerarsi le più
fortunate, essendo quelle che siamo in grado di raggiungere", ammonisce
JoAnna Van Gerpen: "Altre centinaia di migliaia di persone in fuga dalle
loro case nonn possono essere raggiunte dagli aiuti umanitari, a causa
delle insufficienti condizioni di sicurezza o delle restrizioni imposte dal
Governo".

[Info: www.unicef.it]





---------- EMERGENZA ALIMENTARE ----------



Emergenza alimentare a Polhó: a rischio la vita di 5.000 profughi di
guerra. Fame, violenza e militarizzazione: si rafforza la strategia di
contro-insurrezione. Aumentano le adesioni e la partecipazione italiana
alla campagna di solidarietà



A dieci anni dall'insurrezione armata dell'Esercito Zapatista di
Liberazione Nazionale, rischia di precipitare la situazione già precaria
dei 5.500 desplazados (profughi) accampati a San Pedro Polhó, capoluogo
dell'omonimo Municipio Autonomo, Altos de Chiapas. La Croce Rossa
Internazionale ha deciso di lasciare questa zona sostenendo che "la
priorità in questo momento è l'Iraq" e dopo che lo status internazionale
degli indigeni che dal 1997 (dopo il massacro di Acteal) vivono ancora in
accampamenti precari, è passato da vittime di guerra a profughi interni,
cui non viene garantito alcun diritto. La presenza della CRI in questa
zona, seppur con alcune riserve, rappresentava un segnale minimo di
attenzione sanitaria alle oltre 5.000 persone che vivono in condizioni
igieniche e sanitarie allarmanti, perché impossibilitate a far ritorno alle
comunità di origine a causa della minaccia rappresentata da gruppi
paramilitari che - come denunciato anche da Don Samuel Ruiz - si sono
riattivati negli ultimi mesi. Il Municipio Autonomo di San Pedro Polhó e la
Giunta del Buon Governo di Oventik denunciano che "ad aggravare questa
situazione è la pesante militarizzazione e la presenza di paramilitari che
non permettono agli zapatisti di andare a lavorare nelle milpas" (campi di
mais) e fa appello alla società civile nazionale ed internazionale per
un'azione urgente. Con una lettera inviata alla solidarietà italiana
chiedono un appoggio economico d'emergenza. "Adesso - scrivono - non
abbiamo nessun appoggio per coprire queste necessità vitali, perciò vi
presentiamo questa situazione, perché sappiamo che non siamo soli e che voi
siete parte di questa lotta". "Nonostante tutta la sofferenza noi
continueremo a resistere e a costruire l'autonomia. Ringraziamo per gli
sforzi che realizzerete per appoggiare questa necessità alimentare".

E' possibile contribuire all'emergenza dei profughi nel Municipio di Polhó
con versamenti sul conto corrente bancario di Mani Tese (piazzale Gambara
7/9 - 20146 Milano) n° 40 c/o Banca Popolare Etica, sede di Padova,
Piazzetta Forzaté 2, ABI 05018, CAB 12100 specificando la causale "Micro
2025 - Emergenza Chiapas".

La presenza a Polhó della Croce Rossa Internazionale era appoggiata
dall'Unione Europea che solo il 27 gennaio scorso ha invece concesso un
finanziamento di 15.000.000 di euro al governo del Chiapas con la seguente
motivazione: "Appoggiare gli sforzi del governo del Chiapas per combattere
la povertà e contribuire a rafforzare le azioni di conservazione delle
risorse naturali della Selva Lacandona", definendo questo progetto
"sviluppo sociale integrato e sostenibile in Chiapas". Si tratta, in
realtà, di appoggiare la strategia di saccheggio delle risorse naturali
della Selva disegnata nei progetti del Corridoio Biologico Mesoamericano e
del Plan Puebla Panama che comporta una crescente militarizzazione e
l'intensificazione dell'offensiva contro le comunità indigene nei Municipi
Autonomi in Chiapas. Il 22 gennaio scorso, nella regione dei Montes Azules,
con l'intervento di corpi di polizia federale e statale, sono state
bruciate 23 case e sgomberati violentemente gli abitanti della comunità di
Nuevo San Rafael, ed è stato impedito l'accesso alla zona dei
rappresentanti di organizzazioni per i diritti umani, come il Centro per i
Diritti Umani Fray Bartolomé de las Casas, lasciando questa zona
completamente isolata. La politica degli "sgomberi" rientra pienamente
nella strategia dei grandi piani di sviluppo che riguardano questa zona del
mondo. Nella regione del Caracol de La Garrucha, con popolazione di etnia
Tzeltal cui fanno riferimento le basi d'appoggio dei Montes Azules,
prosegue la devastazione dei boschi con i permessi del governo: già
migliaia di metri cubi di legname sono stati saccheggiati e svenduti, per
altro, ad un prezzo miserabile. Da segnalare, inoltre, le continue
aggressioni da parte di funzionari municipali del PRD contro le basi di
appoggio dell'EZLN nella comunità di Zinacantán, con l'interruzione della
fornitura di acqua potabile ed impedendo il transito agli zapatisti che ha
portato le basi d'appoggio della zona a manifestare numerose il 13 febbraio
scorso. In aggiunta, s'inasprisce il livello di controllo sugli osservatori
di pace internazionali, con la richiesta di un parlamentare chiapaneco di
"fare ricorso all'espulsione" per queste persone in quanto "violerebbero le
regole del permesso di soggiorno turistico". Di fronte alla situazione
allarmante, facciamo appello agli organi di stampa affinché, oltre che
occuparsi di analisi e approfondimento delle "teorie" zapatiste, pongano
attenzione sulla realtà della difficile sopravvivenza quotidiana delle
comunità indigene zapatiste attraverso cui prende corpo il progetto di
autonomia indigena.

[Info: rsens at tin.it]





---------- CORSO DI PERFEZIONAMENTO ----------



«Tecniche sanitarie di Protezione civile»



Presso la Chirurgia d'Urgenza dell'Università degli Studi di Pisa viene
organizzato anche quest'anno un Corso di Perfezionamento in "TECNICHE
SANITARIE DI PROTEZIONE CIVILE". Tale corso, che si terrà dal 9 al 13
giugno 2004, riservato ai laureati in Medicina e Chirurgia, ai diplomati in
Scienze Infermieristiche ed agli Infermieri Professionali che operano
nell'area dell'emergenza, prevede, oltre alla parte teorica, una parte
pratica di aggiornamento e qualificazione professionale nel settore
"Emergenza Sanitaria", utilizzando anche le strutture campali di una unità
sanitaria mobile medico-chirurgica. Tale Corso ha avuto il riconoscimento
da parte del Dipartimento della Protezione Civile mediante una Convenzione
fra i due Enti. I posti a disposizione sono 15. Le domande di iscrizione
devono essere presentate entro il 05 maggio 2004. E' stato richiesto
accreditamento E.C.M. per crediti formativi. La segreteria scientifica è a
disposizione per ulteriori informazioni al seguente numero telefonico: 050
99.25.32, dal lunedì al venerdì, ore 9-12.



---------- SPORT PER TUTTI ----------



Presentata la «Carta dei principi dello Sport per tutti»


E' stata presentata presso la Biblioteca della Camera di Palazzo San Macuto
la "Carta dei principi dello sport per tutti" in cui il Forum del Terzo
Settore, le associazioni di sport per tutti che ad esso fanno capo (con il
prezioso contributo di altre non aderenti) hanno raccolto, in una
enunciazione di sintesi, i criteri che caratterizzano la pratica dello
sport per tutti distinguendola da altre forme di sport, rendendola
strumento di promozione umana e sociale e indicando anche alcuni elementi
su cui fondare una politica di sviluppo dello sport per tutti. Tra i
relatori Edoardo Patriarca Portavoce del Forum del Terzo Settore, Leo Leone
Coordinatore del Gruppo di Lavoro "associazionismo sportivo", Antonio De
Poli, Coordinatore Politiche Sociali Conferenza delle Regioni, numerosi
presidenti ed esponenti di Enti e Associazioni che hanno contributo alla
stesura della "Carta" e senatori e deputati. La "Carta dei principi dello
sport per tutti" assume particolare rilievo se si considera che: il 2004 è
stato dichiarato Anno Europeo dell'Educazione attraverso lo Sport; la città
di Roma ospiterà (11-14 Nov. 2004) il X Congresso Mondiale dello Sport per
Tutti; quasi 30 anni venne approvata la "Carta Europea dello Sport per
Tutti" (Bruxelles 1975). L'incontro odierno ha segnato l'avvio delle
iniziative che il Forum del Terzo Settore e le associazioni di promozione
sportiva ad esso aderenti realizzeranno in occasione dell'Anno Europeo
dello Sport per tutti ed essere una prima occasione di confronto e
dibattito per l'inizio di un percorso che porti alla realizzazione di una
via italiana allo sport per tutti. CHE COSA E' LO SPORT PER TUTTI? E'
innanzitutto un diritto di tutti i cittadini, a prescindere dall'età e
dalle categorie sociali di appartenenza. Pone al centro la persona e non il
risultato. E ancora: ha prevalenti finalità sociali. Non il perseguimento
della prestazione ma tutela e miglioramento della salute, divertimento,
fruizione  del tempo libero, formazione continua dell'individuo, inclusione
e coesione sociale. Il suo sviluppo è primariamente  responsabilità delle
istituzioni pubbliche centrali e territoriali,  secondo il principio
affermato già nella "Carta" emanata dalla Conferenza dei ministri dello
sport del Consiglio d'Europa, Bruxelles, 20-21 marzo 1975. Assume forme e
modelli organizzativi più flessibili in quanto, per essere davvero "per
tutti" deve adattarsi alle condizioni locali e alle capacità di ogni
cittadino. I NUMERI: secondo le ultime statistiche Istat (anno 2000) il
28.4% della popolazione italiana, pari a circa 16 milioni di individui
pratica attività sportiva in forma continuativa o saltuaria. Di questi il
77'1% pratica lo sport per tutti. Un dato in costante aumento, a fronte di
una progressiva diminuzione dei tesserati delle federazioni sportive
nazionali e discipline associate. In pratica, solo poco più di 3 milioni
fanno capo al mondo dello sport finalizzato alla pura performance, ovvero
dello sport promosso dalle Federazioni Sportive Nazionali. Il sistema
sportivo italiano non ha più motivo di essere incentrato sull'interesse per
lo sport di performance, l'unico che - ad oggi - trova al suo interno
riconoscimento e supporto Non c'è dubbio che l'anomalia tutta italiana di
avere un Comitato Olimpico facente funzioni di "Ministero dello sport"
abbia indirizzato per oltre mezzo secolo la quasi totalità delle attenzioni
e delle risorse sportive del Paese in direzione dello sviluppo dello sport
di selezione e di prestazione assoluta. Lo sport per tutti è cresciuto; si
è affermato in Italia solo grazie allo sforzo compiuto dall'associazionismo
di settore ma è tuttora privo di riconoscimento giuridico e non fruisce di
una politica pubblica di sostegno. Va recuperato il "ritardo culturale"
normativo e devono essere rimosse le discriminazioni che ancora sussistono
in molteplici aspetti. Il riconoscimento dell'autonomia: allo sport per
tutti va riconosciuta una propria autonomia rispetto allo sport di
performance: risulta invece che, anche nel nuovo ordinamento del CONI
appena varato dal recente decreto governativo (gennaio 2004) le
associazioni di sport per tutti sono presenti in misura ridotta e
discriminata, rispetto alle Federazioni sportive che vi sono invece tutte
rappresentate. La questione dei finanziamenti: il CONI riconosce
all'insieme dell'associazionismo di sport per tutti un contributo globale
annuo pari allo 0.9% delle sue entrate. Il restante 99.1% va alle
Federazioni. La Legislazione nazionale: non è mai arrivato alla discussione
in aula nessuno dei numerosi progetti di legge (presentati in Parlamento
nel corso dei decenni da diverse forze politiche) finalizzati ad una
legge-quadro dello sport che riconoscesse e assegnasse risorse sufficienti
allo sport per tutti. La Legislazione regionale: il DPR 616/77 ha affidato
alle Regioni competenze in materia di impiantistica e promozione sportiva
sul territorio: tutte si sono dotate di leggi in materia sportiva, ma
nessuna di esse è finalizzata alla promozione dello sport per tutti. "Allo
stato attuale - sottolinea Edoardo Patriarca Portavoce del Forum del Terzo
Settore - crediamo non siano assolutamente più rinviabili una riforma
legislativa e il varo di un diverso modello sportivo che deve
inevitabilmente passare attraverso una mutata considerazione dello sport
per tutti e del ruolo sociale che esso svolge. Richieste che assumono
maggiore urgenza se si considera che il 2004 è stato eletto "Anno europeo
dell'educazione attraverso lo sport", sport inteso tra l'altro come
strumento di promozione dell'istruzione e della formazione permanente e di
lotta contro l'emarginazione sociale e la discriminazione. Sono le stesse
valenze - conclude Edoardo Patriarca - che noi diamo allo sport per tutti,
promosso in Italia da oltre 30.000 Società sportive non profit che si
avvalgono dell'opera di centinaia di migliaia di operatori volontari".

[Info: http://www.forumterzosettore.it/documenti.pic1?DOC_ID=131]





---------- CORSO GRATUITO ----------



Aggiornamento sulla comunicazione digitale per i volontari delle
associazioni per le persone con disabilità



L'Università IULM propone un corso gratuito di aggiornamento sulla
comunicazione digitale per i volontari delle Associazioni per le persone
con disabilità. Il programma é stato opportunamente ridefinito sulla base
dei risultati dell'incontro tenutosi con gli operatori delle Associazioni
presso l'Università IULM in occasione del seminario "La comunicazione sul
Web delle Associazioni delle persone con disabilità". TITOLO DEL CORSO:
"Progettare e gestire la presenza sul Web delle Associazioni". DATE: Il
corso si svolgerà il 15, 16 e 17 marzo 2004. Ogni giornata sarà dedicata a
un tema e sarà aperta a 30 volontari. Tutte le lezioni saranno tenute in
aula informatizzata attrezzata con postazioni in rete. E' possibile
partecipare all'intero corso o alle singole giornate. 1° giornata: 15
marzo, dalle ore 14 alle ore 18. L'importanza di essere in rete: i servizi
on-line "Come progettare un servizio on-line". 2° giornata: 16 marzo, dalle
ore 14 alle ore 18. Usabilità e accessibilità dei servizi on-line. 3°
giornata: 17 marzo , dalle ore 9 alle ore 18. La comunicazione in rete:
concetti tecnici di implementazione. La docenza è gestita da Susanna
Sancassani e dai collaboratori del corso di progettazione multimediale.
MODALITA' D'ISCRIZIONE: L'iscrizione è gratuita e va effettuata entro il 5
marzo 2004 inviando una mail all'indirizzo daniela.casiraghi at iulm.it
indicando come oggetto della e-mail "iscrizione corso volontari" e
segnalando nel contenuto della e-mail a quali giornate si è interessati a
partecipare. Per facilitare la programmazione vi preghiamo inoltre di
allegare un curriculum contenente informazioni sull'attività di
volontariato dell'interessato.

[Info: daniela.casiraghi at iulm.it]





---------- BIBLIOTECHE RAGAZZI ----------



Quarto convegno nazionale delle Biblioteche per ragazzi «Segnali di
lettura», «Il senso di leggere - La situazione della lettura giovanile» -
Campi Bisenzio, Biblioteca di Villa Montalvo, 26-27 maggio 2004



Convegno promosso da Comune di Campi Bisenzio, Regione Toscana. Organizzato
da Biblioteca Gianni Rodari di Campi Bisenzio con il coordinamento della
rivista LiBeR e la collaborazione di Equilibri. Si discutono oggi i sintomi
di una crisi della lettura giovanile, riscontrabili nel calo della lettura
particolarmente accentuato nella fascia d'età degli adolescenti, nella
diminuzione delle vendite librarie e nei fenomeni di "massificazione" che
riguardano le attuali offerte editoriali. Questi elementi non sono stati
però ancora sufficientemente analizzati e, soprattutto, manca un'analisi
approfondita delle cause che hanno determinati. Il convegno intende
contribuire a questa analisi offrendo agli operatori un'utile occasione di
approfondimento e di confronto. Il "senso di leggere" allude a una delle
funzioni del libro che per diversi anni ha sostenuto la crescita della
lettura giovanile e del mercato editoriale per bambini e ragazzi. Nel mondo
delle relazioni e dei
sentimenti dell'infanzia e dell'adolescenza il libro svolge infatti
un'importante funzione, consentendo di incontrare vicende e tematiche
perlopiù legate al mondo delle relazioni interpersonali e sen-timentali, al
centro degli interessi e del vissuto infantile e adolescenziale, tali da
attivare processi di partecipazione emotiva e di immedesimazione che hanno
motivato il successo dell'editoria per ra-gazzi per tutti gli anni '90.
Oggi la concorrenza degli altri media nell'ambito dei consumi culturali e
dell'uso del tempo libero si propone particolarmente forte anche su questi
aspetti: dalla tv al web, dagli "squillini" agli sms, la vita delle giovani
generazioni appare sempre legata al mondo delle relazioni con i coetanei,
ma il "pas-saparola" che ha sancito l'alleanza tra ragazzi e libri appare
sempre più contaminato e appannato dall'interferenza di altri collanti
relazionali. La promozione della lettura deve tener conto di questa
situazione e adeguare le proprie strategie di intervento. Informazioni:
http://www.liberweb.it/convegni/convegniindex.htm, il convegno propone
elementi di riflessione sull'attualità dell'editoria per bambini e ragazzi,
vista anche attraverso i vari "sensi del leggere" che caratterizzano
l'infanzia e l'adolescenza dei nostri giorni. Hanno finora assicurato la
loro partecipazione al convegno: Domenico Barrilà, Maurizio Caminito,
Roberto Denti, Francesca Lazzarato, Eros Miari, Graciela Montes, Giusi
Quarenghi. Informazioni e iscrizioni: le iscrizioni al convegno saranno
aperte dal 1 marzo al 15 aprile 2004. È previsto il pagamento di una quota
di iscrizione di 25 euro. Informazioni e iscrizioni on line (dal 1 marzo al
15 aprile 2004): www.liberweb.it. Segreteria: Idest, via Ombrone 1, 50013
Campi Bisenzio (Fi), tel. 055 8944307, fax 055 8953344.

Biblioteca di Villa Montalvo
(Biblioteca comunale, Biblioteca Gianni Rodari, Archivio storico)

Via di Limite 15 - 50013 Campi Bisenzio  (FI)
Tel. 055 8959600 Fax 055 8959601
biblio at comune.campi-bisenzio.fi.it
biblio.rodari at comune.campi-bisenzio.fi.it
http://www.comune.campi-bisenzio.fi.it/citta/virtuale/pub_uti/biblio02.htm

[Info: convegni at idest.net]





---------- ALLARME ONG ----------



Uranio impoverito: preoccupazione delle Ong per le sorti dei volontari
italiani inviati nei Balcani


L'Associazione ONG Italiane apprende con dolore e preoccupazione la notizia
della morte dell'alpino di origine sarda, Valery Melis, colpito dal linfoma
di Hodgkin dopo quattro missioni di pace nei Balcani, ed esprime tutta la
propria solidarietà ai militari coinvolti. "Quanto accaduto - commenta
Sergio Marelli, Presidente dell'Associazione ONG Italiane - non può
minimamente esimere le autorità dal ricordarsi del fatto che anche
centinaia di volontari delle Ong hanno lavorato per anni nei Balcani,
alcuni dei quali proprio in operazioni di sminamento e quindi molto più a
rischio rispetto ad altri".  In seguito alla guerra in Kossovo,
l'Associazione aveva già espresso pubblicamente questa preoccupazione,
chiedendo alle autorità competenti e in particolare alla commissione
Mandelli - che era stata incaricata dal Governo di far luce sulla questione
dell'uranio impoverito  - di consultarla e di tenerla informata sugli esiti
dell'indagine che era stata portata avanti. "Lungi dal fare polemiche -
evidenzia Marelli - vogliamo tuttavia ribadire che nulla ci è stato
comunicato e resta tuttora alta la nostra preoccupazione, soprattutto alla
luce dei nuovi sospetti di un collegamento diretto tra l'utilizzo
dell'uranio impoverito e la morte di questo povero soldato".  "Per questo -
conclude il Presidente - vogliamo essere informati e chiediamo che venga
fatta piena luce sui rischi per i nostri volontari".

[Info: www.focsiv.it]





---------- Sulle ALI della FANTASIA ----------



3° Concorso Internazionale di f

otografia, pittura e/o poesia riservato a cittadini affetti da

FIBROSI CISTICA e/o OSSIGENO DIPENDENZA.



TERMINE DI INVIO: 30 aprile 2004







È indetto il 3° Concorso Internazionale "SULLE ALI DELLA FANTASIA",
riservato a cittadini affetti da Fibrosi Cistica e/o da Ossigeno dipendenza
(la certificazione medica potrà essere richiesta dall'Organizzazione). II
concorso, si articola in tre sezioni: Fotografia, Pittura e Poesia. Ciascun
concorrente potrà partecipare a una o più sezioni. La sezione Pittura è
divisa in due sottosezioni, la Prima riservata agli Adulti, la Seconda, ai
Giovanissimi (con meno di 12 anni). Non è prevista alcuna quota di
partecipazione. Ciascun artista potrà  partecipare a ciascuna sezione, con
un massimo di TRE opere a tema libero: "fotografie" in bianco e nero o a
colori, dovranno avere il lato maggiore compreso tra i 30 e 40 cm; potranno
essere anche in formato inferiore purché applicate su cartoncino delle
predette misure; "opere di pittura" potranno essere eseguite con la tecnica
preferita e dovranno avere lo stesso formato indicato al precedente punto
a); "poesia" il testo di ciascuna opera in prosa o versi, dovrà essere
contenuto in una pagina. Per i concorrenti non italiani, ciascuna opera
dovrà essere corredata da traduzione in italiano o inglese. A tergo di
ciascuna opera dovrà essere indicato: nome, cognome, anno di nascita ed
indirizzo dell'autore, titolo e numero progressivo dell'opera, anno di
realizzazione e, ove necessario, in basso a sinistra l'indicazione del
giusto verso di visione. Ogni autore è personalmente responsabile di quanto
forma oggetto delle opere e ne autorizza la pubblicazione senza alcun fine
di lucro. L'invio delle opere dovrà essere effettuato, franco di ogni
rischio e spesa, in un imballo adeguato, unitamente alla scheda di
partecipazione, entro il 30 Aprile 2004 (farà fede il timbro postale) al
seguente indirizzo: Famiglia NOLI - Via del Casaletto, n. 527 - 00151 -
ROMA. L'Organizzazione, pur assicurando la massima cura nella conservazione
delle opere, declina ogni responsabilità per eventuali danneggiamenti,
smarrimenti o furti del materiale inviato dovuti a cause di carattere
generale. Verranno respinti i plichi che, a causa di irregolarità, saranno
multati dall'Amministrazione Postale. L'assegnazione dei premi avverrà a
giudizio insindacabile della giuria. L'Organizzazione trattiene tutte le
opere pervenute salvo diverse indicazioni espresse dall'autore al momento
dell'iscrizione. Per le opere di cui viene chiesta la restituzione (entro
TRE mesi dalla premiazione), i partecipanti dovranno allegare i relativi
involucri predisposti per la restituzione e affrancatura italiana o
versamento di pari importo in EURO sul c.c. n. 08735779.01.18 CAB 05081 ABI
03069 - IntesaBci - Filiale 4830 - Ag. 18 -Roma. Tutte le opere ammesse
saranno esposte dal 21 al 24/6/2004 in una Sala il cui indirizzo verrà
indicato in seguito e inserite nel sito internet http://www.pranarcem.it
(in fase di aggiornamento). Il concorso potrà essere annullato se, per
ciascuna sezione, parteciperanno meno di 20 (venti) concorrenti.
Segreteria: NOLI - Via del Casaletto, n. 527 - 00151 - ROMA. Tel. 06
65.36.518, fax 06 65.74.50.24. E-mail: associazione at pranarcem.it;
info at pranarcem.it.

[Info: www.pranarcem.it]





---------- LETTERA DI UN PILOTA ISRAELIANO ----------

Lettera del pilota Israeliano Yonathan Shapira. Uno di quei piloti e quei
soldati che si rifiutano di bombardare o di prestare servizio nei territori
occupati palestinesi



di Yonathan Shapira



Sono Yonathan, uno dei promotori e firmatari della lettera dei piloti
israeliani. Qualche settimana fa ero ancora un pilota attivo e capo di una
squadra d'elicotteri dell'aeronautica israeliana. La vigilia dell'ultimo
Yom Kippour, il Comandante mi ha convocato per annunciarmi che ero stato
dimesso dalle mie funzioni per avere annunciato che non avrei più obbedito
ad ordini illegali e immorali. Negli ultimi mesi, il Comandante
dell'aeronautica ha fatto il giro delle basi e delle squadre di volo per
annunciare che una grande e potente organizzazione sostiene il nostro
gruppo e che l'esercito ha tutte le intenzioni di scoprirla e denunciarla
al mondo intero. Voglio rivelare l'identità di quest'organizzazione
potente: è un'organizzazione praticamente in ginocchio nella quale siamo
cresciuti e dalla quale siamo stati educati. Voglio anche elencare due dei
valori fondamentali cui s'ispirano le Forze Israeliane della Difesa (FID).
*Dignità umana: le FID e i suoi soldati devono rispettare la dignità umana.
Ogni essere umano dev'essere rispettato indipendentemente dalla sua razza,
dalla sua religione, dalla sua nazionalità, dal suo genere, dal suo statuto
o rango sociale. *Purezza delle armi: Il soldato non utilizzerà le proprie
armi né il proprio potere se non per raggiungere l'obiettivo, secondo
l'importanza di tal fine e deve conservare la propria umanità anche durante
la battaglia. Il soldato non utilizzerà le proprie armi né il proprio
potere per far del male a persone che non sono soldati, combattenti o
prigionieri e farà tutto ciò' che è in suo potere per impedire
un'aggressione alle loro vite, ai loro corpi o alle loro proprietà.

La notte tra il 22 e il 23 luglio 2002. Era tardi, la squadra F-16 era alla
base. La squadra mobilitata è composta da un pilota e un navigatore. Rotta
su Gaza.  Attesa dell'ordine d'attacco. L'ordine arriva. Le bombe vengono
lanciate. Atterraggio. Rapporto e ritorno. La routine. In quella specifica
missione è stata lanciata una bomba di una tonnellata (ciò' equivale a
cento bombe suicide) su una casa nel quartiere Al-Daraj di Gaza, uno dei
quartieri più popolati. In quest'azione 14 persone sono state uccise e 150
ferite. Quattro famiglie, 9 bambini, 2 donne e due uomini sono stati
ammazzati dalla squadra dell'aviazione che ha eseguito la missione e
centrato il segno in pieno, credendo di difendere gli Israeliani. Ecco,
invece, cosa ha detto Dan Halutz (il Comandante delle Forze Aeree) parlando
della suddetta missione: dichiaro che tutto quanto è stato fatto in questa
missione, secondo la mia morale è giustificato. Rivolgendosi ai piloti ha
ribadito dormite bene questa notte, avete eseguito la missione alla
perfezione. Quella notte, pero', non abbiamo dormito bene, come non abbiamo
dormito bene il 31 agosto 2002 quando Daraghmeh è stata annientata e 4
bambini sono rimasti uccisi. Oppure l'8 aprile 2003 quando Al-Arabib e
Al-Halabi sono state sterminate e con coloro 2 bambini e 5 adulti. O il 10
giugno 2003, durante un tentativo di annientare Rantissi, una bambina, una
donna e 5 uomini sono stati ammazzati. Non abbiamo dormito bene nemmeno
l'11 giugno 2003 quando Abou Nahel è stata rasa al suolo e altre 2 donne e
5 uomini hanno perso la vita e nemmeno il 12 giugno 2003, dopo l'attacco a
Yasser Taha dove un bambino di un anno, una donna e 5 uomini sono morti.
Tre mesi prima, dopo un blitz di cinque attacchi, due persone ricercate
sono state uccise ma con loro sono state annientate anche altre 12 persone
innocenti. Il Ministro Effi Eitam e gli ufficiali altolocati dell'aviazione
non amano l'espressione Palestinesi innocenti, preferiscono chiamarli dei
passanti. In quell'azione sono state uccise 211 persone e circa la metà
erano dei passanti. Quale genere di sicurezza abbiamo avuto in cambio?
Attacchi su attacchi, noi con i nostri Apache e loro con i loro attacchi
suicida. Una danza folle. Nemmeno quella notte abbiamo dormito e abbiamo
deciso di scrivere questa lettera. * Noi, piloti di riserva dell'aviazione
che siamo stati educati nei valori del sionismo, del sacrificio e del
contributo allo stato d'Israele, abbiamo sempre servito in prima linea,
pronti a compiere qualsiasi missione difficile o facile al fine di
proteggere lo stato d'Israele e di rafforzarlo. * Noi piloti veterani e
attivi che abbiamo servito e serviamo lo stato d'Israele per lunghe
settimane ogni anno, rifiutiamo d'obbedire ad ordine d'attacchi immorali e
illegali che lo Stato d'Israele sferra nei territori occupati. * Noi che
siamo educati ad amare lo Stato israeliano e a contribuire all'impresa
sionista, noi rifiutiamo di prendere parte ad attacchi dell'aviazione su
concentrazioni popolate da civili. * Noi, per i quali le FID e l'aviazione
sono parti integranti di noi stessi, rifiutiamo di continuare a fare del
male a civili innocenti. * Questi attacchi sono illegali e immorali e sono
il risultato diretto dell'occupazione attuale che corrompe tutta la società
israeliana. * La continuazione dell'occupazione sferra un colpo mortale
alla sicurezza d'Israele e alla sua forza morale. * Noi che serviamo in
qualità di piloti attivi - combattenti, istruttori per la prossima
generazione di piloti - dichiariamo che continueremo a servire nelle FID e
nell'aviazione per qualsiasi missione che servirà a difendere lo Stato
d'Israele.

Abbiamo parlato a più di un centinaio di piloti, tra i quali comandanti
veterani dell'aviazione, molti hanno avuto paura di firmare ma hanno
sostenuto la nostra idea e, come previsto, non c'è stata nessuna fuga di
notizie sulla lettera. E' importante dire chi ha firmato la lettera, è il
momento di conoscere i traditori che hanno aiutato i terroristi Inizio con
i piloti attivi: il Maggiore Yotam; il Capitano Tomer, pilota attivo
d'Apache; il Capitano Ran, pilota attivo di F-16; il Capitano Zur,
navigatore combattente attivo; il Capitato Alon, navigatore attivo di F-16;
il Capitano Amnon, pilota attivo di Blackhawk; il Capitano Yonathan, pilota
attivo di Blackhawk; il Capitano Asaf, pilota attivo di Blackhawk; il
Tenente Colonnello Eli, pilota attivo di F-15 e istruttore di combattimento
alla scuola di volo; il Brigadiere Generale Yiphtah Spector, pilota di
combattimento e istruttore attivo alla scuola di volo. Altri venti veterani
hanno sottoscritto l'iniziativa, combattenti che hanno prestato servizio
durante le guerre d'Israele, di cui certe erano più o meno giustificate.
Tra questi piloti il Colonnello e Dottore Yigal Shohat, pilota di
combattimento, già fatto prigioniero in Siria, destinato in seguito
all'aviazione in qualità di medico capo; il Tenente Colonnello Yonathan
Shahar, pilota di combattimento e comandante di volo durante la guerra dei
Sei giorni; il Tenente Colonnello Abner Raanan, pilota di combattimento che
ha ricevuto il Premio Israel per la sicurezza e per avere sviluppato dei
sistemi di armi intelligenti; il Professor Motti Peri, pilota d'elicottero,
oggi Direttore della Facoltà d'Economia dell'Università d'Ebraico; Il
Professor Nahum Karlinski, pilota di combattimento e storico all'Università
Ben Gourion; il Tenente Yoel Pieterberg, pilota di prova superiore
nell'aviazione, uno dei fondatori della prima squadra Apache, leader della
squadra Cobra durante la guerra del Libano, ha ricevuto una medaglia dal
Capo di Stato Maggiore, è uno dei pianificatori ed esecutori della missione
Karin; il Capitano Moshe Bukeyi, pilota di trasporto, citato per il suo
coraggio durante la guerra del Sinae; il Maggiore Hagai Tamir, pilota di
combattimento e architetto, eminente stagiaire durante i corsi di
formazione dei piloti di Dan Halutz. Due settimane dopo la pubblicazione
della lettera dei piloti è apparso un rapporto nel supplemento del giornale
Yedioth Aharonoth, Seven Days, supplemento nel quale apparivano cinque
comandanti di brigata e colonnelli dell'esercito, fotografati in uniforme e
armati, che hanno espresso il loro sostegno a Sharon, ai coloni e alla
politica d'annientamento. In questa occasione, Yuval Steinitz, membro della
Knesset e i suoi amici, non hanno sollevato alcuna obiezione. Il Ministro
della Difesa non li ha chiamati sostenitori del terrorismo e non ha
decretato sul fatto ch'essi si esprimessero in uniforme. Perché ? Perché
rappresentano il consenso. Perché sostengono il Governo. Un governo che
ogni giorno diventa sempre meno democratico e sempre più dittatoriale. Se
si chiede ad un cittadino che vive in uno Stato che è diventato una
dittatura in quale momento è successo, non potrà rispondere poiché è un
processo che cresce senza rendersene veramente conto. Certi elementi pero'
non si possono nascondere, ad esempio, qualche mese fa il Capo di Stato
Maggiore ha dichiarato che ogni membro del Hamas è da annientare. Vorrei
riportarvi la risposta del Portavoce del Procuratore dell'esercito in
merito alle denunce contro le FID dieci anni fa.  Nel 1993, quando
dichiaro' che il ruolo dell'Unità Mista 'Aravim non era quello di
sterminare : le FID escludono totalmente questa rivendicazione. Le FID non
hanno mai praticato né praticheranno mai una politica d'annientamento
intenzionale nei confronti dei ricercati. Il principio di riconoscere che
la vita è sacra è un valore fondamentale delle FID. E' sempre stato cosi' e
non ci saranno cambiamenti in merito.
Se ci basiamo su questa dichiarazione non abbiamo forse già oltrepassato la
linea rossa ? oppure si può' ancora continuare un po' ? Molte persone
sostengono che non abbiamo oltrepassato la linea e che per il momento non
possiamo rifiutarci Š.dobbiamo continuare ad obbedire. Questa situazione mi
ricorda la linea rossa dell'acqua del mare di Galilea: ogni volta che
l'acqua oltrepassa la linea rossa del lago dobbiamo intervenire per
abbassarne il livello.

 Quando il mio paese si trova in una situazione simile ad un aereo che
scende in picchiata, ho tre opzioni : posso lanciarmi e lasciare Israele,
posso anche continuare e lasciare l'aereo precipitare provocando la morte
di più persone, oppure posso tirare la manipola, con tutte le mie forze,
per ristabilire la rotta dell'aereo. Noi abbiamo scelto la terza opzione e
la gente ci chiede come abbiamo potuto farloŠ bisogna combattere il
terrorismo che dilaga nelle strade. A costoro rispondo che hanno ragione e
che conosco il terrorismo da vicino.  Questi ultimi anni ho fatto
volontariato in un'organizzazione che aiuta i nuovi immigrati, vittime del
terrorismo. Ho aiutato i feriti durante la loro degenza, ho sorretto gruppi
d'orfani e membri di famiglie in lutto. Ogni persona è un mondo a parte e
ogni lutto provoca cerchi di dolori e ferite, proprio come un sasso gettato
nell'acqua che forma una serie di cerchi che si allargano sempre più. Il
dolore, la collera, la speranzaŠ Si, bisogna combattere questo terrorismo
criminale. Se devo uccidere un Kamikaze che sta compiendo una missione
terroristica rischiando la mia vita, sapendo che sto salvando altre vite
umane, lo faccio con tutto il cuore; ma nessuno degli annientamenti,
cosiddetti selettivi, sono stati diretti contro un terrorista in atto (le
FID appoggiano questa tesi). Dobbiamo combattere i terroristi ma dobbiamo
anche combattere per non diventare sempre più uguali a loro. Le esplosioni
degli autobus non giustificano le decisioni di Sharon, Mofaz e del Capo
dell'Aeronautica, Dan Halutz, di uccidere involontariamente nove bambini
nel sonno e di seminare terrore tra un popolo di milioni di persone che
vivono sotto il regno degli accerchiamenti, del copri fuoco, dei
check-point. Un popolo chiuso in delle mura, in dei campi, sotto il mirino
di fucili di un enorme e spaventoso esercito armato fino ai denti, con
aerei a reazione che attraversano il cielo in continuazione ed elicotteri
d'attacco che lanciano uno dopo l'altro missili sulle automobili, contro le
finestre di case in città sovrappopolate e prive di tutto. Ho detto che
sacrificherei di tutto cuore la mia vita per fermare, anche con il mio
corpo, un kamikaze terrorista, ma credo sia il momento di parlare della
coscienza.
Abbiamo perso la fiducia in un sistema che ci chiede di applicare una
politica scandalosa e dubbia. Non crediamo ai dirigenti dello Stato, al
Ministro della Difesa e ai nostri comandanti altolocati quando ci ordinano
di lanciare missili in luoghi dove, questo lo scopriamo sempre dopo,
uccideremo donne e bambini. Quando il Capo dell'Aviazione mente alla
stampa, la stampa pubblica falsità; ma quando Dan Halutz mente ai piloti,
cittadini innocenti vengono uccisi, oggi si usa chiamarli "persone non
implicate "(termine tratto da Terminator). Un esercito composto da
combattenti che non sono convinti delle ragioni delle loro azioni è un
esercito indebolito. Un pilota in missione deve poter avere fiducia nel
sistema e dev'essere sicuro al 100% che l'esercito ha preso seriamente
esaminato gli aspetti morali, strategici e tattici più giusti. Il pilota
non ha modo di sapere ciò' che si cela dietro il bersaglio che sta mirando
e non gli si può' certo chiedere di valutare, in tempo reale, se l'ordine
che ha ricevuto è appropriato o no. E' estremamente difficile, al momento
dell'esecuzione, considerare la situazione. In più, oggi, i piloti hanno
l'obbligo di conoscere le statistiche nauseanti delle missioni che
compiono. 50% delle vittime delle missioni di sterminio selettivo sono dei
civili innocenti. Quando si elimina, intenzionalmente, dal planning e dalle
esecuzioni, la cifra, quasi certa, del 50% di vittime civili, mi dico che
le candide intenzioni dei pianificatori non sono più cosi' candide ma sono
piuttosto macchiate. Voglio citare un articolo recente del portavoce
dell'aviazione in cui dei piloti d'Apache vengono intervistati sul dilemma
interiore. Un pilota, di lunga esperienza, ha dichiarato: E' probabile che
fra un paio d'anni mi riterrò' un idiota per avere oltrepassato la linea
rossa. Un altro ha parlato di un insieme di valori che sono cambiati negli
ultimi anni : Non avrei mai creduto di poter lanciare dei missili su
Jenine, Gaza e Tulkarem pero' l'ho fatto. Mi potrebbero inviare a lanciare
missili su Umm El-Fahm (una città israeliana)Š. Oggi sembra inverosimile ma
potrebbe capitare. Forse lanceremo dei missili sugli uffici d'Arafat o
forse dei missili sulle case arabe di JaffaŠSono tutte cose che penso che
non farei mai, pero' oggi ho lanciato missili a cento metri dalle persone
solo per disperderle, eppure due anni fa non mi sfiorava nemmeno il
pensiero di poter fare cose similiŠ Siamo diventati indifferenti. Un altro
pilota ancora dice : Certe volte, ritornando dal briefing, dopo uno
sterminio riuscito, penso che comincia il conto alla rovescia per un altro
attacco. Ultimante, ho visto molto sangue durante il mio servizio.
Nell'intervallo ho disposto truppe di comando nelle periferie delle città
in Cisgiordania, ho dovuto evacuare dozzine di feriti, ivi compresi soldati
delle FID e dei civili, tra cui dei bambini che riportavano delle orribili
ferite. A volte, portiamo i feriti all'ospedale, puliamo il sangue sul
fondo dell'elicottero e ripartiamo per andare a prenderne altri. Mi chiedo
se siamo veramente tanto ottusi ed ingenui fino al punto di credere che
possiamo reprimere un milione e mezzo di persone che non hanno più nessuna
paura di morire. Mi chiedo se non stiamo diventando matti anche
noiŠ.Apparentemente si. Mi sembra di far parte di una società in stato di
psicosi avanzato, una sorta di personalità divisa e che il solo modo per
sopravvivere sia quello di rinchiudersi e di sparire nella nostra propria
sfera e, se c'è qualcosa che dovremmo far saltare in aria, è proprio questa
sfera. Come fare per far saltare la sfera ? Semplice, bisogna conoscere i
fatti. Esaminiamo, in breve, che cosa ci è successo negli ultimi tre anni.
Nei Territori 2.289 Palestinesi sono stati uccisi dalle forze di sicurezza
israeliane, tra cui 439 minori di 18 anni; almeno 128 Palestinesi sono
stati condannati a morte senza processo; 32 Palestinesi sono stati uccisi
da civili Israeliani; 9 stranieri sono stati uccisi dalle forze di
sicurezza israeliane; 196 civili Israeliani sono stati uccisi dai
Palestinesi; 180 persone delle forze di sicurezza israeliane sono stati
ammazzata dai Palestinesi; 86 Palestinesi sospettati di collaborazione con
Israele sono stati uccisi dagli stessi Palestinesi; 29 palestinesi sono
stati uccisi dalle forze di sicurezza palestinesi. In Israele 377 civili,
80 membri delle forze di sicurezza e 32 civili stranieri sono stati
ammazzati dai Palestinesi dei Territori; 48 palestinesi sono stati uccisi
dalle forze di sicurezza. Le FID confermano che tra i 2.289 Palestinesi
uccisi dalle nostre forze di sicurezza, solo 550 erano armati o
combattenti. Che cosa è capitato agli altri 1.739 Palestinesi? Prima di
concludere vorrei descrivervi alcuni momenti, vissuti negli ultimi due
mesi, che fanno venire i brividi . Durante l'intervista relativa al mio
rinvio dall'aviazione ero seduto di fronte al Comandante delle forze armate
dell'aeronautica, l'ho sentito dire e ripetere che tutte le missione
effettuate da noi, ivi comprese le più difficili, erano e sono altamente
morali tanto che anche il professore Asa Kasher è d'accordo. Poco dopo, di
sua iniziativa, Dan Halutz, il Comandante delle forze dell'aviazione,
candidato al posto di Vice Capo di Stato Maggiore, ha declamato, davanti a
me, come lui considerava il valore del sangue : in ordine discendente,
partendo dal sangue ebreo fino al sangue palestinese. Ho sentito molti
soldati di fanteria dire, e per mio dispiacere, l'ho letto anche in una
lettera inviata da uno dei piloti che si oppongono alla nostra azione, che
il nostro eroismo, nell'esercito aeronautico d'oggi, del 2003, non è quello
di mettere le nostre vite a rischio sotto il fuoco delle antiaeree o
combattere un aereo nemico. Il nostro eroismo oggi è quello di sormontare
il sentimento catastrofico che nasce in noi e che ci fa sentire degli
assassini professionisti al servizio dello stato d'Israele. Il nostro
eroismo è di alzarsi ogni mattina con la scelta rinnovata di essere un buon
soldato, pronto ad accettare qualsiasi missione. Una scrollata di spalle
per sostituire le responsabilità che pesano con il sentimento di aver
compiuto un gesto di valore per essere riuscito a portare a termine una
difficile impresa : è questo che permette ai piloti di compiere i peggiori
crimini contro l'umanità.

Traduzione italiana a cura di Gabriella Pozzobon




---------- FOCSIV CHIEDE TRASPARENZA ----------



No ai paradisi fiscali e alla deregulation dei mercati finanziari


I clamorosi crack finanziari come quelli di Cirio e Parmalat impongono
urgentemente alle istituzioni italiane, e più in generale alla comunità
internazionale, l'adozione di meccanismi di controllo finanziario efficaci
e trasparenti. Su tale urgenza torna a ribattere Volontari nel mondo -
FOCSIV (la Federazione Italiana di 57 Organismi Cristiani di Volontariato
Internazionale), che da anni propone soluzioni ragionevoli e percorribili
per evitare disastri finanziari di questa natura. "Ci volevano 800.000
risparmiatori italiani sul lastrico - commenta Sergio Marelli, Direttore
Generale di Volontari nel mondo - FOCSIV - per far capire che la
deregulation del mercato finanziario, l'esistenza di paradisi fiscali e
l'assenza di un'adeguata rmonizzazione dei sistemi fiscali internazionali
non è solo un problema che incide sulle economie già fragili dei Paesi in
via di sviluppo, ma può avere pesanti ripercussioni anche sulle nostre
economie cosiddette stabili e sviluppate". Casi come quello della Parmalat
- continua Marelli - si potevano tranquillamente prevenire se si fosse
recepito quello che andiamo proponendo da tempo". Da alcuni anni a questa
parte, infatti, la FOCSIV - insieme con molte altre associazioni della
società civile e con la Chiesa cattolica - si batte su tre fronti legati al
mondo della finanza: sulla questione del debito, per il quale propone un
meccanismo di arbitrariato indipendente e trasparente a livello
internazionale; sulla lotta ai paradisi fiscali, ovvero a quegli Stati che
fondano le loro economie su traffici illeciti, sul riciclaggio di denaro
sporco e su un sistema defiscalizzato al di fuori di ogni controllo; e
infine sull'adozione della cosiddetta Tobin Tax, ovvero un sistema di
prelievo fiscale sulle transazioni finanziarie a breve periodo e di tipo
speculativo. Quest'ultimo provvedimento, su cui la FOCSIV si è impegnata a
lungo attraverso la Campagna lanciata nel 2000 dal titolo  "Una Tassa per
lo Sviluppo", permetterebbe di raccogliere ulteriori risorse per lo
sviluppo nei Paesi del Sud del mondo, così come per la spesa sociale in
Italia, e consentirebbe soprattutto di monitorare e regolamentare l'unico
settore all'interno di tutte le transazioni internazionali - quello delle
speculazioni finanziarie - svincolato da qualunque sistema di controllo da
parte delle autorità. A tal proposito, Volontari nel mondo - FOCSIV
concorda a pieno con le dichiarazioni rilasciate recentemente dal cardinale
di Milano, Dionigi Tettamanzi, che ha parlato di "finanza avulsa che,
rendendosi autonoma dall'economia produttiva, si è resa autonoma anche
dalla morale". In alternativa alla Tobin Tax, il Governo ha recentemente
proposto la Detax (lo sconto dell'1% a chi faccia acquisti presso qualsiasi
esercizio commerciale da devolvere a iniziative di solidarietà), "che non
può e non deve essere presentata come un'alternativa alla fiscalizzazione
delle transazioni finanziarie", ribadisce Marelli. "Si tratta di uno
strumento  - precisa il direttore della FOCSIV - che potrebbe essere
interessante, ma che non va a incidere sulle cause strutturali dei danni
causati dalla speculazione finanziaria ". "Oltretutto - conclude Marelli -
si tratta di un meccanismo a dir poco complicatissimo, che potrebbe essere
sostituito dalla nostra semplice proposta di innalzare l'attuale
detraibilità delle donazioni a favore delle Onlus o delle Ong dal 2 al 10
per cento". E proprio di "Finanza internazionale e di agire morale" si
parlerà domani pomeriggio presso l'Aula Minor Angelicum della Pontificia
Università di Roma, durante un incontro nel quale verrà presentato il
documento della Conferenza Episcopale Italiana sulla finanza etica. Il
testo è stato approntato dall'Ufficio per i problemi sociali e il lavoro
della CEI, con il contributo del gruppo di lavoro Etica & Finanza a cui ha
preso parte anche la FOCSIV.

[Info: www.focsiv.it]





 ---------- LIBRI ----------



«Quando la vita diventa amore» - Dimensioni: 14 x 21,5 cm - Confezione:
brossura - Copertina: a colori - Pagine: 110 - Prezzo di copertina: Euro
10,00 - ISBN 88-87936-74-9 - ALBERTI & C. Editori (*)



Teresa Luigina Zarrelli, autrice del libro "Quando la vita diventa amore" è
nata a Melizzano (BN) 44 anni fa dove attualmente vive con la sua famiglia.
Abilitata all'insegnamento ma disoccupata, ha sempre partecipato alla vita
sociale e all'impegno nel volontariato. Autrice di diversi articoli su
giornali provinciali e locali circa le problematiche del volontariato.
Nell'estate scorsa a Benevento durante la manifestazione "4 notti e più di
luna piena" organizzata dalla nota associazione culturale "ISIDE NOVA",
nella rassegna dedicata all'incontro con l'autore,  ha presentato
l'argomento del detto libro insieme ad esperti. Attualmente è impegnata
nella stesura di un nuovo libro. Nonostante lZimpegno familiare, ha
conseguito circa quattro anni fa un diploma in scienze religiose dopo un
percorso di studi di quattro anni. Contemporaneamente a questo percorso di
studi, ha vissuto unZesperienza di volontariato molto forte nel mondo della
tossicodipendenza che, successivamente l'ha spinta a scrivere il suddetto
libro. In esso ha voluto rivivere le emozioni provate  guardandole da un
punto di vista più profondo che tende a valorizzare il volontario come
persona. Egli nel vivere la sua storia di uomo, il suo travaglio, i suoi
limiti si scontra e si incontra con numerose storie trovando la capacità di
donarsi e scoprire che dietro quel donarsi si riceve tantissimo. Scorrendo
le righe di questo libro emerge  una realtà forte e pregna di significati
che ogni animo sensibile può fare sua. I disagi di tanti giovani, le
sofferenze delle loro famiglie, il travaglio di chi giunge alla decisione
di far volontariato confermano il grande valore delle opere di volontariato
nonché la generosità di chi offre la propria persona per sì nobili fini.
Ciò anche quando il volontario vede violentata la propria dignità da chi
antepone interessi personali manipolando senza scrupoli la sofferenza di
tanti. Il volontario diventa così colui che non è soltanto un mezzo tecnico
per risolvere dei problemi in modo gratuito ma, diventa colui che
dallZanonimato lancia un messaggio dZamore che raggiunge la sensibilità di
tutti perché tutti possiamo scoprire di essere volontari. Tale esperienza
vuole dimostrare che la Vita può andare oltre ciò che i nostri sensi e le
nostre emozioni possono toccare. Essa infatti sa trascendere la nostra
limitata realtà per farne un tesoro da elargire a tutti donando a noi
stessi la capacità di interrogarci nel profondo della nostra anima dove
siamo veramente soli con noi stessi. Ed è proprio in quel restare soli con
se stessi che l'intelligenza si incontra con l'AMORE e l'ipocrisia, che
spesso abbiamo usato come facciata per apparire, scivola via lasciando uno
specchio lucido e splendente dove si può vedere lo squallore o la bellezza
della propria anima perchéŠ "Quando la vita diventa amore si schiude in un
continuo donare se stessa ma inevitabilmente mostra il traguardo di ogni
azione, il riscontro di ogni giudizio, e svaluta con violenza ogni forma di
arrivismo sconsiderato."

(*) la pubblicazione è in corso di stampa e sarà disponibile già dai primi
di marzo





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Redazione "Volontariato Oggi"