recensione



Cari amici,

vi invio questa recensione molto bella, apparsa sul Tirreno di Pisa del 1°
aprile,

Saluti,

Valeria Borgia

P.S. A chi volesse acquistare il libro, pratichiamo uno sconto di 1 euro.
Spese postali a nostro carico.

Inviare l'importo di euro 7,00 a mezzo ccp n° 76550003  intestato a
Proposte Editoriali specificando nella causale: "acquisto di 1 copia de "Il
fondo della notte" di Valerio Pinelli".

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Martedì 1° aprile 2003-04-10 IL TIRRENO - edizione PISA





VINCITORE DEL PREMIO "ELSA MORANTE"



In lotta per sfidare il racket della droga

Uscito "Il fondo della notte" dello scrittore pisano Valerio Pinelli



di Giovanni Parlato



Pisa. -  Lo stile è asciutto fin dall'inizio. Periodi brevi per raccontare
la vita di Ghigo e dei suoi compagni che passano la note caricando e
scaricando merce. Il libro "Il fondo della notte" di Valerio Pinelli
(vincitore del premio Elsa Morante) narra il riscatto del protagonista e
dei suoi compagni, di un mondo che vive ai margini della società, ma che
conserva ancora ideali di giustizia che una vita sbagliata non ha
cancellato. L'autore è un pisano di 45 anni, alle spalle studi di
ragioneria all'istituto Pacinotti, ma se la cava meglio con le parole che
con i numeri. Lui si definisce un "dilettante della parola" ma la sua
narrativa è di grande spessore.

Pinelli si affida allo schema del giallo per raccontare la storia. Ma
lontano anni luce dalle deduzioni analitiche di Agata Christie o Conan
Doyle. Al centro c'è l'uomo con i suoi sentimenti e i suoi ideali. E la
narrazione scorre fluida sui binari che ricordano una certa letteratura
minimalista americana e Ghigo per la sua forza interiore e il suo modo di
fare sarebbe piaciuto senz'altro ad un autore come Charles Bukowski.

Il protagonista e i suoi compagni di lavoro sono un gruppo di persone che
sembra calarsi ogni notte negli inferi e quella lama di sole che
s'intravede al mattino non rischiara le loro anime. Il ritorno a casa,
quando va bene, è un pugno alzato in segno di saluto ad un vecchio
compagno. Ma questo ribollire degli ideali di una volta è come sangue caldo
che aspetta solo il momento giusto per tornare a combattere, a lanciare una
molotov e puntare la pistola contro chi uccide la ragione e spezza le vite
per il colore dei soldi. Ed è questa la straordinaria bellezza del romanzo:
un gruppo di disperati armati più di ideali che di bombe sfida il racket
della droga.

Il libro è ambientato a Livorno, tra il porto, i quartieri di Venezia,
Pontino e San Marco. Probabilmente la suggestività di questi posti ha
determinato la scelta dell'autore pisano.

Tutto inizia dal furto all'interno di un pacco. Dovevano esserci dei
mulinelli per le canne da pesca. E invece salta fuori la droga. Seba, il
tossico del gruppo, verrà ucciso per questo e Giuliano massacrato di botte.
Un affronto che il gruppo non può sopportare. Ma solo chi ha una coscienza
politica, chi ha chiaro in mente da che parte stanno il bene e il male
decide di affrontare la situazione.  Costi quel che costi.

Questo personaggio è Ghigo che, nonostante le unghiate che gli errori gli
hanno segnato nell'animo, nonostante quella tristezza in fondo al cuore, è
l'unico che è riuscito ad acciuffare la vita e ad averle dato un senso. La
sua ragazza, Lilly, è una consulente finanziaria, un tipo di donna che solo
qualche anno indietro non avrebbe mai potuto neanche avvicinare. Con Lilly,
Ghigo divide ancora un sogno, il sogno di una terra che, dopo il crollo
dell'Urss, non è più Cuba. Forse, potrebbe essere l'Islanda. La forza di
Ghigo è questa voglia di sognare, di continuare a credere che in questo
sporco mondo ci possa essere sempre un paradiso, una terra dove siano
ancora valide le regole dell'uguaglianza e del rispetto. Ma prima
dell'Islanda, prima del sogno, c'è la realtà. Seba con la testa fracassata
grida vendetta in nome di una giustizia terrena. E chi semina morte con la
droga la deve pagare. Perché, scrive Pinelli, "l'eroina era arrivata per
distruggere la ragione, un'arma ulteriore che il potere usava nella sudicia
guerra per consolidare il proprio dominio, assieme ad altre, come i
licenziamenti nelle fabbriche, la scuola di classe, gli sfratti nei
quartieri popolariŠ".

Con questa idea nella testa, Ghigo e i suoi compagni lanciano la sfida alla
criminalità che gestisce lo spaccio in città. E le pagine sono dense di
tensione e colpi di scena. All'autore bisogna dare il grande merito di
avere tenuto le briglie di una ventina di personaggi creando quasi un
romanzo corale. Pinelli è stato sempre attento al minimo particolare, alla
descrizione della minima sensazione ed emozione per tutti i suoi
personaggi: non c'è uno di essi che sia stato trascurato. Ed un'attenzione
particolare è andata ai personaggi femminili, sempre molto sensuali e
fragili, che si contrappongono alla crudeltà di alcuni personaggi maschili
e alla rozzezza del commissario Lombardo. Un gioco di contrappesi manovrato
con molta abilità.

Il finale è a sorpresa. In sintonia con tutto quanto scritto in precedenza.
Valerio Pinelli ha tracciato una propria via al giallo italiano, che non è
quella sentimentale di Giorgio Scerbanenco, quella politica di Leonardo
Sciascia e meno che mai quella di Andrea Camilleri. Questo libro è unico e
straordinario.

("Il fondo della notte" di Valerio Pinelli, pagine 102, edizioni Proposte
Editoriali)







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