anno europeo disbili



Carissimi, vi invio questa lettera che verra' pubblicata sul "Domani" di
domani 8 febbraio nella pagina dedicata al Terzo Settore che esce tutti i
sabati. Vi chiederei la cortesia di leggerla e se ne avete voglia di
rispondermi per attivare una riflessione legata all' Anno Europeo dei
disabili.
Cordiali saluti


Alberto Alberani
Responsabile Politiche Sociali
Legacoop Bologna

tel.  051 509828 
fax. 051 509834
e-mail alberani at legacoop.bologna.it

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http://www.legacoop.bologna.it


Alberto Alberani
Si è svolta ad Atene domenica 26 gennaio la cerimonia di apertura dell'Anno
europeo delle persone handicappate, disabili, diversabili (il dibattito
sulla parola è oggi quanto mai aperto). Fino al 3 dicembre, quando a Roma
si svolgerà la cerimonia di chiusura, in tutta Europa si svolgeranno
manifestazioni, eventi e dibattiti con l'intenzione di "formare una nuova
cultura sociale e politica per le persone handicappate". Come
rappresentante di un'Associazione europea che si occupa della formazione
dei professionisti sociali che lavorano con persone disabili (Arfie), ho
avuto la possibilità di partecipare all'inaugurazione che come tutte le
ritualità formali diventa occasione anche per incontrare persone che non si
vedono da tempo.
Molte di queste, in particolari francesi e belghe, ma anche molti italiani
(essendo l'unico bolognese presente all'iniziativa), mi chiedevano dove
potevano trovare l'elenco delle manifestazioni che la nostra città
organizzerà per l'Anno europeo e, di fronte alla mia titubanza, mi
rivolgevano sguardi comprensivi o commenti tipo "certo che, una volta,
facevate delle belle cose a Bologna". Sono tornato un po' depresso sentendo
il bisogno di scrivere queste righe essendomi ancora di più convinto che
l'immagine che stiamo dando all'estero e non solo è che da una decina
d'anni il sistema che produceva innovazioni qualitative si è inceppato e
"noi" ci siamo un po' addormentati. Dormendo non si guarda in faccia alla
realtà e ci si dimentica della storia, che diventa un sogno. Dal 1975 al
1990, anni in cui eravamo molto svegli, attraverso sperimentazioni
innovative di welfare mix, abbiamo creato una cultura che ha prodotto una
rete di servizi apprezzati anche in altre parti d'Italia e all'estero. Con
l'inizio degli anni 90, la progressiva vittoria della cultura neoliberista,
economicistica, ragionieristica, ha condizionato istituzioni e
organizzazioni del privato sociale (poi diventato terzo settore) producendo
fra l'altro quella barbaria delle gare d'appalto al massimo ribasso in cui
venivano-vengono messi all'asta bambini e adulti disabili e i loro bisogni
(e siamo l'unico paese europeo a farlo), generando fra l' altro una
sottocasta di lavoratori sociali sfruttati e sottopagati e, oggi, per lo
più arresi da un'impotenza appresa.
Negli ultimi dieci anni, probabilmente, anche a Bologna la cultura della
qualità dei servizi che metteva al primo posto i bisogni delle persone è
stata battuta dalla cultura neoliberista che mette al primo posto il denaro
e la quadratura dei bilanci. Si è passati da "c'è bisogno di centri
residenziali, cerchiamo il denaro (e non solo) per realizzarli" a "abbiamo
un tot di denaro a disposizione, possiamo fare solo questo".  
Ha senso tutto ciò? Viviamo in una Regione e in una Provincia che ci dicono
(io ne sono convinto) essere fra le "migliori" in Europa, ma sempre piu'
spesso ci accorgiamo che aumentano le "cose" che non funzionano piu' bene
(centri diurni, integrazione scolastica, ecc): abbiamo la voglia e il
coraggio di credere che un altro sistema è possibile? O preferiamo
continuare a dormire dicendoci che tutto va bene?
In altri tempi, in occasione dell'Anno Europeo delle persone con
disabilità, il Comune o la Provincia di Bologna, qualche organizzazione del
privato sociale avrebbero colto questo rituale come un ' occasione per
riflettere su ciò che accade; avrebbero avuto il coraggio e la forza di
promuovere un coordinamento delle iniziative che (speriamo) ogni
organizzazione realizzerà. Sono sicuro che molte iniziative sono già in
cantiere e spero che chi le sta promuovendo approfitti del "Domani" e non
solo per darne comunicazione perché ciò che si vede è la presenza di tante
isole distanti fra loro che lavorano bene, ma faticano a comunicare le
iniziative, ma anche il senso culturale e politico del loro agire. Forse
ognuno di noi è preso a risolvere i propri piccoli grandi problemi e
legittimamente preoccupati dalla risoluzione di emergenze quotidiane,
arriviamo alla sera stanchi, senza aver condiviso con gli altri il senso
delle concrete azioni quotidiane. E ci addormentiamo.
Ritengo sia necessario svegliarsi e questo significa rimboccarsi le
maniche, e avanzare alcune proposte:
- Si stanno concludendo i lavori nei tavoli tecnici dei Piani sociali di
Zona: sarebbe utile inserire all'interno degli obiettivi prioritari da
realizzarsi nel 2003 anche iniziative legate all'anno europeo e cercare di
connetterle fra loro
- Per l'Anno europeo delle persone disabili, lo Stato Italiano ha a
disposizione un milione e mezzo di euro: siamo capaci di realizzare (entro
il 3 marzo) un progetto presentato da diverse realtà-persone che operano
nell'ambito della Provincia di Bologna? Chi è interessato può inviarmi una
e-mail entro il 15 febbraio (alberani at legacoop.bologna.it ) in seguito sarà
possibile incontrarsi per presentare qualcosa insieme.
- E poi, grazie all'ospitalità del Domani, possiamo rilanciare un dibattito
anche a partire da questa scadenza. Perché non approfittarne?

*Responsabile politiche sociali Legacoop Bologna