NON DIAMO L'OTTO PER MILLE ALLA CHIESA CATTOLICA!



Un appello:
NON DIAMO L'OTTO PER MILLE ALLA CHIESA CATTOLICA!
Se d'accordo, diffondete!!!!!


Bisogna mettere in discussione il sistema dell'ottopermille
 In queste settimane è ripresa come di consueto la campagna della
Conferenza Episcopale Italiana per invitare i cittadini-contribuenti a
firmare a favore della Chiesa cattolica romana la destinazione dell'otto
per mille dell'IRPEF.  Sono stati filmati sette mini-sceneggiati in cui si
descrivono opere di solidarietà gestite dalla Chiesa;

li vedremo sulle reti televisive fino a luglio quando scadrà l'ultimo
termine per la consegna della dicharazione dei redditi a cui è abbinata la
scelta dell'otto per mille.

   Di anno in anno si nota un maggiore attivismo della  Conferenza
Episcopale  mediante un uso sempre più facile e disinvolto dei media.  Si
possono dare interpretazioni diverse di questa linea che all'interno della
Chiesa nessuno discute

in modo esplicito.  Dal nostro punto di vista, del tutto esterno al sistema
in vigore, constatiamo che questo impegno è probabilmente la conseguenza di
una tenuta non facile del consenso.

   La campagna per raccogliere i preventivati 100 miliardi per pagare il
debito estero dello Zambia e della Guinea Conakry  si è fermata ad un terzo
dell'obiettivo ( il consuntivo dei versamenti  è di 34 miliardi), i
versamenti volontari per il sostentamento del clero calano ogni anno di un
miliardo (sono ora meno di quaranta, il 5% del fabbisogno annuo per questa
necessità mentre secondo i propositi iniziali questa  doveva essere la voce
principale).

   La "propaganda" contenuta negli spots  mette in luce attività importanti
gestite da strutture ecclesiastiche a favore di soggetti in condizioni di
bisogno invitando tutti, credenti e non credenti, ad aderire. Come è noto
non sono pochi, anche nell'area dell'opinione "laica" del paese, ad essere
convinti da questo messaggio. Si può però  ipotizzare che la tensione in
evidente crescita negli ultimi mesi tra i vertici ecclesiastici e
l'opinione non cattolica potrebbe modificare le cose.

La Chiesa cattolica in Italia vive con le risorse dello Stato     Dal
nostro punto di vista, da sempre contrario al sistema concordatario in
vigore  in nome di una Chiesa più evangelica, più povera e più credibile,
oltre a essere infastiditi dalla propaganda di queste settimane, dobbiamo
constatare che solo il 20% dei fondi dell'ottopermille che pervengono ogni
anno alla CEI vengono destinati ai propagandati interventi caritativi e
che, tra questi, meno della metà sono destinati al terzo mondo (e sui 247
miliardi in più ricevuti  dalla CEI  quest'anno rispetto al 2000 solo 20
hanno avuto questa destinazione).

  Mediamente il gettito dell'ottopermille, gestito dalla CEI, per il 40  %
serve per il sostentamento del clero e per un altro 40%  per  esigenze di
culto e per la pastorale. Di fatto le strutture della Chiesa italiana sono
finanziate in modo determinante dallo Stato usufruendo della  condizione di
privilegio garantita dal Concordato Craxi-Casaroli del '84. Infatti il 75 %
del fabbisogno per lo stipendio ai quasi 38.000 sacerdoti proviene da fondi
pubblici ( il 53% dall'ottopermille ed il 22% da stipendi corrisposti ad
insegnanti di religione, ai cappellani degli ospedali, delle carceri ecc. ).

    Il gettito annuo dell'ottopermille è arrivato nel 2001 a 1.476
miliardi,  i fondi destinati ad interventi di vario genere per il Giubileo
sono stati di 5-6.000 miliardi, altri fondi arrivano a strutture della
Chiesa dagli enti locali in diverse forme e quantità. Questa situazione ha
una materialità eloquente  e non dovrebbe in alcun modo consentire  la
sensibilità vittimista e protestataria nei confronti delle istituzioni che
invece serpeggia nei movimenti cattolici integralisti e che la CEI non
zittisce, anzi a volte alimenta in modo tacito od  esplicito. Ci riferiamo
in particolare alla campagna assillante e ininterrotta per il finanziamento
completo delle scuole private.

   Ma la verità è che in nessun paese europeo, neppure in Spagna, la Chiesa
cattolica romana gode di un tale appoggio concreto. Come pura ipotesi di
lavoro si potrebbe dire ai Vescovi :"Se la Chiesa vuole il finanziamento
delle scuole private rinunci all'ottopermille. Non si può pretendere tutto".

La gratuità dell'annuncio dell'EvangeloNoi Siamo Chiesa" constata che il
sistema in vigore si consolida sempre di più e che inoltre questa
situazione di privilegio è ben poco conosciuta favorendo una commistione
tra la dimensione dello spirituale e quello del temporale poco "laico".

   "Noi Siamo Chiesa", in nome  dell'imperativo evangelico "gratis
accepistis, gratis date" (Mt.10,8), che pretende l'assoluta gratuità
nell'annuncio dell'Evangelo, si sente in dovere di continuamente
riproporre, anche  sulla base di quanto afferma la "Gaudium et spes"
(cap.76), la rinuncia unilaterale della Chiesa cattolica all'attuale
sistema invitando a cercare nuovi modi per sostenere le necessità della
Chiesa.

    "Noi Siamo Chiesa" ritiene auspicabile  che comunque  inizi  una nuova
pacata discussione su questi problemi senza zittire  chi espone opinioni
diverse da quelle ufficiali. Per essere efficace  la riflessione potrebbe
allargarsi  alla gestione dei beni della Chiesa e degli ordini religiosi
che, specialmente nelle grandi Diocesi nel nostro paese, sono molto
consistenti. La trasparenza e la correttezza  nella amministrazione dei
fondi, che la CEI cerca di promuovere e che tutti speriamo si generalizzi
nella nostra Chiesa, non sono sufficienti. Bisogna discutere nel merito
della destinazione dei fondi pubblici e dei beni delle Diocesi e delle
parrocchie . Per una riflessione approfondita sarebbe anche  utile
esaminare le situazioni che esistono in paesi di antica cristianità e
quelli dove la Chiesa cttolica romana  è minoranza.

Per chi firmare ?

   Allo stato delle cose il contribuente che non condivide il sistema, pur
continuando a sollevare le sue obiezioni di principio, si trova di fronte
ad opzioni molto rigide :

-non può trattenere l'8% della propria IRPEF ( glielo impedisce la legge);

-se non fa alcuna opzione, decidono per lui quelli che scelgono;

-se firma per lo Stato, opzione che sembrerebbe abbastanza ovvia, si trova
però di fronte ad una gestione oscura ( è quasi impossibile riuscire a
sapere come vengono spesi i 150-200 miliardi della quota dell'ottopermille
a gestione statale ), con destinazioni molto diverse e imprevedibili; nel
'99 fu finanziata la presenza italiana in Albania e in Kossovo (art.6 della
legge n.186 del 18.6.'99) e negli ultimi quattro anni si è attinto a questi
fondi anche per il restauro di chiese e di conventi;

    Esiste  un'ultima possibilità a cui  ricorrono da tempo  molti
cattolici anticoncordatari :  quella di firmare a favore della "Unione
delle Chiese metodiste e valdesi" oppure delle  "Assemblee di Dio in
Italia". Queste due  Chiese hanno firmato Intese con lo Stato che prevedono
di destinare i fondi dell'ottopermille conseguenti alle opzioni a loro
favore per "scopi sociali ed umanitari anche a favore di paesi del terzo
mondo" escludendo esplicitamente il sostentamento dei pastori o le spese
per il culto. Inoltre queste Chiese hanno deciso di non partecipare, in
proporzione alle scelte espresse, alla ripartizione dei fondi
dell'ottopermille relativi a quei contribuenti (sono la maggioranza) che
nella dichiarazione dei redditi non hanno espresso  alcuna opzione. La
partecipazione alla divisione di fondi per cui non è stata espressa alcuna
volontà ci sembra  fortemente criticabile ; essa permette il raddoppio
delle somme versate dallo Stato ed è prevista sia  per la Chiesa cattolica
che  per le altre tre confessioni ( Chiesa luterana, Chiese cristiane
avventiste del settimo giorno e Unione delle Comunità ebraiche ) che hanno
firmato con lo Stato una  normativa analoga a quella della Chiesa
cattolica.

    La firma a favore di una delle due  Chiese sopraindicate ci sembra
utile anche tenendo conto del tipo di interventi che esse realizzano e
della accertata trasparenza della loro gestione. Ha però una sua validità
la considerazione che l'accettazione dell'otto per mille da parte di altre
confessioni   tende a rafforzare e a rendere credibile tutto il sistema;
per questo motivo noi auspichiamo che in queste Chiese non si abbandoni la
discussione sul fondamento stesso di tutto il sistema dell'ottopermille e
sul suo concreto funzionamento.

"Noi Siamo Chiesa"

(sezione italiana dell' International Movement We Are Church-IMWAC:
http://www.we-are-church.org/)

Roma, 21 maggio 2001

"Noi Siamo Chiesa" - Via N.Benino 3 -  Roma - Tel.: 06 56470668 oppure: 02
2664753


Sito Internet : www.we-are-church.org/it