[TarantoOnLine] Regione Puglia su ILVA: "Chiudere subito gli impianti a caldo a Taranto. La linea del Piave è la salute"



== IL PUNTO = Ex Ilva riprende il dialogo, ma restano molti nodi (1)

Pubblicato: 08/07/2021 17:33 

(AGI) - Taranto, 8 lug. - Dopo mesi di conflitto e vicissitudini giudiziarie, Acciaierie d’Italia - con i due soci ArcelorMittal per il privato e Invitalia per lo Stato - Governo e sindacati provano a far ripartire il confronto. Obiettivo: tirare dalle secche e rilanciare il grande gruppo siderurgico ex Ilva. Non sarà facile. La matassa da sbrogliare è complicata, le questioni aperte, ancora tante, ma oggi, col confronto al Mise - presenti i ministri Giorgetti, Orlando e Carfagna, nonché Invitalia e le Regioni Puglia e Liguria -, le parti hanno cominciato a farlo. (AGI) 

TA1/GAV


== IL PUNTO = Ex Ilva riprende il dialogo, ma restano molti nodi (2)

Pubblicato: 08/07/2021 17:33 

(AGI) - Taranto, 8 lug. - Le notizie emerse dall’incontro, durato quasi tre ore, sono tre. La prima è che per Acciaierie d’Italia ci sarà un provvedimento ad hoc di cassa integrazione. Post Covid l’hanno definita i sindacalisti. In realtà, non sarà né straordinaria, né ordinaria, perché non ci sarebbero i presupposti. Sarà invece una cassa di 13 settimane agganciata al provvedimento sblocca licenziamenti definito dal Governo nei giorni scorsi. I sindacati hanno chiesto di ridurre i numeri della cassa (5mila persone come massimo tra Taranto e Genova) e una integrazione economica per chi non sarà al lavoro. Hanno ricevuto un no su quest’ultimo punto mentre sulla riduzione dei numeri, l’azienda ha manifestato qualche disponibilità. La nuova cassa integrazione servirà ad aprire la discussione sul piano industriale dell’azienda pubblico-privata. (AGI) 

TA1/GAV


== IL PUNTO = Ex Ilva riprende il dialogo, ma restano molti nodi (3)

Pubblicato: 08/07/2021 17:33 

(AGI) - Taranto, 8 lug. - Il piano - ha detto l’ad di Invitalia, Domenico Arcuri - resta quello di dicembre 2020, cioè quando si è chiuso l’accordo per Acciaierie d’Italia (anche se i sindacati hanno ribadito di non averlo né discusso, né condiviso). E cioè un piano con investimenti industriali e ambientali, rifacimento dell’altoforno 5,8 milioni di tonnellate di produzione e 10.700 occupati. Queste due ultime cose a regime, cioè nel 2025. C’è però un interrogativo su questo piano ed è questa è la seconda notizia del vertice al Mise. E cioè, il piano industriale resta quello di dicembre scorso se il Tar Lazio, il 20 luglio, accoglierà il ricorso di Acciaierie d’Italia contro il decreto del ministro Roberto Cingolani che, per il mancato completamento delle prescrizioni ambientali, giorni fa ha imposto che la batteria 12 del siderurgico di Taranto, che alimenta di coke gli altiforni, sia spenta entro il 10 luglio. Se invece la batteria 12 dovrà essere fermata, non ripartiranno nè l’altoforno 4, nè l’acciaieria 1. La produzione resterà quindi bassa e di conseguenza il piano industriale e le relative previsioni ne risentiranno. E a quel punto bisognerà vedere il da farsi. 

    Terza notizia: il 21 luglio, dopo l’assemblea di Acciaierie d’Italia, si insedia il nuovo cda con Franco Bernabè nel ruolo di presidente. Per il ministro Giorgetti, al termine della nuova cassa integrazione, “sarà necessario e inevitabile la presentazione di un piano industriale aggiornato con nuove realtà a cominciare dal cda  integrato con la presenza del pubblico”. Il piano, ha precisato il ministro, dovrà essere concordato con tutte le parti, azienda, sindacati e territorio e “in grado di gestire la situazione occupazionale coerentemente con le scadenze”. Per il ministro Orlando, la nuova cig “sarà uno strumento limitato nel tempo e andrà utilizzato per riprendere un dialogo costruttivo e fisiologico tra le parti sociali anche alla luce del riassetto della proprietà che si andrà compiendo nelle prossime settimane”. Delusi, infine, i sindacati metalmeccanici. Che non vedono ancora una schiarita ma il protrarsi delle tante incertezze e delle tante difficoltà che sinora hanno pesantemente segnato la vicenda ex Ilva a nove anni (ricorrono il 26 luglio) dal sequestro degli impianti (allora gestiti dal gruppo Riva) da parte della Magistratura di Taranto per reati ambientali. (AGI)  

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ULTIME NOTIZIE


Ex Ilva, Emiliano al governo: "Chiudere subito gli impianti a caldo a Taranto. La linea del Piave è la salute"


"Noi proporremo l'immediata chiusura degli impianti a caldo, l'inizio dei lavori anche con l'aiuto dell'Ue per la costruzione di forni elettrici, che a regime devono funzionare a idrogeno, ma che potrebbero funzionare inizialmente anche a gas se l'idrogeno non fosse immediatamente disponibile".

È quanto ha detto il governatore Michele Emiliano mentre il vertice al Mise con l'azienda e i sindacati è ancora in corso con i ministri Giancarlo Giorgetti, Andrea Orlando e Mara Carfagna.

"Se alla fine mi si dice che così la fabbrica non può funzionare, si deve sapere - ha detto Emiliano - che la chiusura dell'ex Ilva per la Regione Puglia non è una linea del Piave. La linea del Piave è la salute delle persone".


Per approfondimenti https://bari.repubblica.it/cronaca/2021/07/08/news/ex_ilva_emiliano_chiudere_subito_impianti_a_caldo-309507487/