Isde su Bondi (ILVA)



Da: "Ernesto Burgio" erburg at libero.it

Data: Tue, 16 Jul 2013 22:36:59 +0200
Oggetto: Le cattive scelte del Governo e del Sig. Bondi - ISDE ITALIA NETWORK

 
La cattive scelte del Governo e del Sig. Bondi

Agostino Di Ciaula – ISDE Italia (Sezione Puglia)
 


Il Governo dovrebbe scegliere con più attenzione i suoi “commissari” e il Sig. Bondi dovrebbe scegliere con più attenzione i suoi “consulenti” scientifici.
Entrambi non hanno fatto una bella figura non solo nei confronti dei pugliesi ma dell’intero Paese e della comunità scientifica.
 
http://isdepalermo.ning.com:80/profiles/blogs/5355895:BlogPost:34364?commentId=5355895%3AComment%3A34289&xg_source=msg_com_blogpost
 
Dal punto di vista scientifico il Sig. Bondi dovrebbe ricordare ai suoi consulenti che il carcinoma polmonare nei non fumatori ha caratteristiche epidemiologiche (maggiore prevalenza nel sesso femminile, età di insorgenza più giovane), istologiche e persino genetiche del tutto differenti da quelle del tumore che insorge nei fumatori e che molte di queste caratteristiche sono proprie dei tumori polmonari del triangolo della morte Taranto-Lecce-Brindisi.
Il Governo dovrebbe ricordare a se stesso e a Bondi, e Bondi dovrebbe ricordare ai suoi consulenti, che il cancro del polmone è la prima causa di morte per tumore in Puglia, Regione che è al primo posto in Italia per emissioni industriali di particolato (almeno 6-7 volte superiori a quelle delle altre Regioni italiane) e IPA (almeno 5 volte superiori a quelle di altre Regioni Italiane) e solo all'undicesimo posto per numero di fumatori. 
Dovrebbero anche ricordare che tra il 1993 e il 2008 la percentuale di fumatori pugliesi è scesa del 2% (dal 25% al 23%, ISTAT), mentre il tasso grezzo di mortalità per tumore maligno del polmone (anni 1990-2007) è aumentato del 9% (da 3.79 a 4.18 x 10.000 abitanti, fonte ISTAT). Tale incremento è stato particolarmente rilevante nella popolazione di sesso femminile (+57% nel sesso femminile vs +3.5% nel sesso maschile), meno esposta al fumo di sigaretta, e i tassi grezzi di mortalità sono più elevati nelle province di Brindisi, Taranto e Lecce che in quella di Bari, altra “città portuale” soggetta all’influenza negativa del fumo e del “contrabbando di sigarette” almeno quanto Taranto.
Il Sig. Bondi dovrebbe anche ricordare ai suoi consulenti che secondo stime dell’OMS circa l’8% dei carcinomi polmonari sono assolutamente indipendenti dal fumo di sigaretta. Secondo tale proporzione, poiché nella Regione Puglia tra 1998 e il 2004 ci sono state 12.134 morti per tumori maligni del polmone (Fonte: osservatorio epidemiologico regionale), è possibile calcolare che in media circa 971 di quelle morti siano state causate dall’inquinamento atmosferico.
Si sa da anni (ma questo è sfuggito ai consulenti scientifici del Sig. Bondi) che un incremento di soli 10µg/m3della concentrazione atmosferica di PM2.5 è associata ad un incremento di rischio di tumore polmonare compreso tra l’8 e il 14%, e che tale rischio è maggiore per i non fumatori (Pope et al, 2002). Si sa anche benissimo, al contrario, che una riduzione dell’inquinamento da particolato comporta una riduzione del rischio di carcinoma polmonare (Laden et al 2006), con un incremento dell’aspettativa di vita di 0.6 anni per ogni riduzione di 10 μg/m3 di PM10 (Pope 2009).

Altra “dimenticanza” dei consulenti del Sig. Bondi è che in aree ad elevato inquinamento atmosferico (come Taranto) il 20% circa dei tumori polmonari è legata al particolato, che produce tumore maligno del polmone anche a concentrazioni atmosferiche di gran lunga inferiori (Raaschou-Nielsen et al, 2013) a quelle “concesse” da una legge che non è affatto “health-based” ma sempre più “money-based”.

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