Decreto Ilva, intervista alla senatrice Anna Finocchiaro (PD)



“L’accusa di ‘assassina’ mi ha ferito molto…Taranto è una città
esasperata, l’avamposto di un Sud in pericolo. Sempre più lacerato dalla
modernità dei conflitti”. Anna Finocchiaro, capogruppo Pd al Senato,
rivendica la propria storia: “Vengo da Priolo, conosco molto bene i
dissidi che si schiudono dinanzi al binomio lavoro-salute. E’ il dramma
della nostra epoca quello di riuscire a tenere assieme, portare a sintesi
diritti egualmente importanti”. L’Avanti! ha fatto il punto con la
capogruppo Finocchiaro sulla spinosa questione dell’Ilva di Taranto e
sulla sua candidatura nella città pugliese.

Finocchiaro il decreto salva Ilva, in realtà, supera questa antinomia.
Persegue un’idea precisa: ancor prima della salute, è importante
proteggere il lavoro. La sinistra, soprattutto quella di stampo
riformista, si candida a governare il Paese con queste credenziali?

La sinistra paga i ritardi accumulati negli ultimi venti anni. Non si
governa un Paese, complesso ed articolato come il nostro, senza il varo di
precise e robuste politiche industriali. Il decreto Ilva segna un primo
passo verso questa direzione.

Verso quale direzione?

La legge appena varata caldeggia l’idea che si possa produrre senza
danneggiare la salute degli operai e delle popolazioni residenti. Per la
prima volta, nella nostra legislazione si contempla il reato di danno
sanitario. E, poi, è previsto l’esproprio degli impianti qualora i Riva
non dovessero rispettare gli impegni assunti con la nuova Aia. Misure
innovative in grado di traguardare approdi dalla valenza etica nella
realizzazione dei processi industriali.

In una città dove si muore di cancro più che in qualsiasi altro posto
d’Italia, fa un certo effetto sentire parlare di approdi etici nella
ricerca del profitto.

E se avessimo chiuso l’Ilva, cosa avremmo concluso? Prenda Bagnoli:
aspettano ancora, dopo quasi trent’anni, la bonifica del sito. E sa perché
le bonifiche non si sono più realizzate? Perché quella fabbrica è chiusa,
non interessa a nessuno. E’ un vuoto a perdere. Vogliamo che Taranto
ripercorra l’esperienza di Bagnoli?

Le primarie sono uno strumento di democrazia partecipata al pari di
candidature, come la sua, calate dall’alto?

Il Pd di Puglia mi ha chiesto di candidarmi qui a Taranto. Non me la sono
sentita di rifiutare. Sono una vecchia militante cosa posso farci. Per la
storia dalla quale provengo le scelte personali non possono che
uniformarsi alle indicazioni del partito.

In ultimo, quando un governo socialista è in grado di differenziarsi
rispetto ad un esecutivo conservatore?

Quando pone al centro della propria strategia politica il tema del lavoro.
Non c’è sinistra se avanza la precarietà e si lede la dignità dell’uomo.

Vincenzo Carrieroù
Fonte:
http://www.avantionline.it/2012/12/lintervista-anna-finocchiaro-pd-fa-il-punto-sullilva-e-sulla-sua-candidatura-a-taranto/#.UN9boqoxWYw

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