L'ospedale di Taranto: domande senza risposta



Fonte: http://www.giornalismi.info/gubi/articoli/art_9169.html

Quando il capitale pubblico soccorre il debito privato

    L'ospedale di Taranto: domande senza risposta

Dubbi e questioni aperte attorno al progetto del nuovo ospedale di
Taranto, frutto degli accordi Vendola/Verze'.

21 ottobre 2011 - Carlo Gubitosa


Ringrazio Francesco Brigati e la segreteria provinciale di Rifondazione
per il cortese invito. Purtroppo non potro' essere presente al convegno
sulla "sanita' tra pubblico e privato", e quindi vi porgo i miei dubbi
sperando che qualcuno di voi decida di aggiungerli al dibattito o
quantomeno alla propria riflessione personale.

1 - Perche' per il nuovo ospedale di Taranto e' stato accettato un
progetto che prevede una riduzione dei posti letto rispetto a quelli
dell'attuale ospedale? (76 posti letto in meno, secondo i documenti che ho
avuto modo di esaminare).

2 - Perche' si e' scelto un modello decisionale autoritario senza che sia
stata mai stata consultata la cittadinanza per scegliere (magari
attraverso un referendum) quale modello di sanita' sembra piu' appropriato
alle esigenze del territorio?

3 - Perche' il presidente Vendola ha detto in una intervista video di aver
"girato l'Italia" prima di scegliere discrezionalmente il San Raffaele
come partner del progetto? Non sarebbe stato meglio girare l'Europa per
vedere se esistono altre esperienze e altre aziende con gestioni
economiche piu' virtuose, e da prendere a modello? (il video e' su
http://www.youtube.com/watch?v=SQD7hpfipkg#t=05m40s )

4 - In una conferenza stampa del primo agosto 2011, alla presenza
dell’assessore al Bilancio Michele Pelillo, del sindaco della città di
Taranto, Ippazio Stefàno, del Presidente della Provincia di Taranto,
Giovanni Florido, del direttore generale dell’Asl tarantina, Fabrizio
Scattaglia e del presidente della Fondazione San Raffaele del
Mediterraneo, Vittorio Dell’Atti, il presidente Vendola ha dichiarato che
"Per noi  non cambia il progetto, comunque vada. Anche nell’ipotesi, per
noi remota, che falliscano la prima università d’Italia e il Primo Irccs
d’Italia. Daremo 200 milioni per questa grande opera pubblica, ospedale
che la città di Taranto merita". Se verra' dichiarato il fallimento della
fondazione "San Raffaele del Monte Tabor" (quella di Milano), per la quale
la procura competente ha depositato un'istanza di fallimento per debiti
pari a circa 1500 milioni di euro, a chi verranno dati questi 200 milioni
di euro promessi da Vendola?

5 - Perche' il fallimento societario e' stato indicato come l'unica
eventualita' che porterebbe all'annullamento degli accordi con il San
Raffaele? Non si spiega come mai la regione Puglia continua a considerare
questa azienda come un partner affidabile per la gestione di quello che
sara' l'unico ospedale di Taranto anche dopo il suicidio di uno dei suoi
amministratori e dopo la scoperta di un "buco" pari a 1,5 miliardi di
euro.

6 - Anche se la fondazione che terra' a battesimo l'ospedale sara' a
maggioranza pubblica, cosa impedira' al 49% privato di imporre vincoli e
costi inaccettabili per introdurre nuobi servizi e prestazioni? (Ad
esempio un registro dei tumori pubblico, informatizzato e aggiornato in
tempo reale per capire con quante vite si paga a Taranto il costo del
lavoro e dell'industria?)

7 - Perche' a tutt'oggi non e' dato di sapere a cosa saranno destinate le
strutture e le aree del vecchio ospedale dopo l'apertura del nuovo? Le
uniche informazioni in tal senso sono quelle contenute nella Delibera
02/2010 del Consiglio Comunale di Taranto, datata 11 gennaio 2010, in cui
l'amministrazione Comunale "si impegna a mantenere l'attuale destinazione
urbanistica dell'area occupata dal Polo ospedaliero "Santissima
Annunziata" finalizzata a distretto sanitario già previsto e/o a Residenze
Socio Sanitarie per Anziani, nonché a dotare l'area del SS.Annunziata
degli standard di quartiere (verde, parcheggi pubblici, ecc)". Si puo' ben
capire che l'espressione "e/o" non indica se verra' effettivamente
realizzato un distretto sanitario o delle residenze socio sanitarie per
anziani, ne' quale sara' l'estensione del verde e dei parcheggi pubblici
rispetto a queste strutture, e che pertanto il destino di quell'area e'
ancora circondato da una spessa coltre di nebbia burocratica.

8 - Perche' gli amministratori della cosa pubblica a Taranto non hanno
voluto esercitare il loro diritto di accesso all'atto notarile con cui e'
stata costituita la "Fondazione San Raffaele del Mediterraneo"? E' un atto
pubblico stipulato in data 27 maggio 2010 presso il notaio dr. Vincenzo
Vinci, tra la Regione Puglia, l'ASL Taranto e la Fondazione Centro San
Raffaele del Monte Tabor di Milano, ma finora non risulta che uomini
politici o partiti abbiano ritenuto opportuno richiederne copia per
illustrare pubblicamente ai cittadini i dettagli di questo accordo che
incidera' sulla vita e la salute di centinaia di migliaia di persone.
Perche' discutere astrattamente di "modelli sanitari" quando l'oggetto
della discussione dovrebbe essere un ben preciso accordo tra una
istituzione pubblica e una azienda privata?

9 - Piu' in generale, perche' gli esponenti del PD, PRC, SEL, IDV e Verdi
hanno adottato una linea politica cosi' morbida, prudente, silenziosa e a
tratti perfino omertosa nei confronti di questa situazione gravissima dove
si rischia di consegnare ad una azienda sull'orlo del fallimento centinaia
di milioni di euro senza avere in cambio un miglioramento reale e
misurabile dei servizi sanitari e ospedalieri per i tarantini?

10 - C'e' poi la questione della coerenza politica. I seguaci di Bersani
hanno dimenticato che il loro partito si definisce democratico e che in
democrazia bisogna recepire le indicazioni del popolo anziche' decidere
sulla testa delle persone senza coinvolgerle nelle decisioni? I seguaci
della Rifondazione Comunista, a parte i convegni e le lodevoli iniziative
culturali, hanno dimenticato sul piano politico il loro ruolo di guardiani
anticlericali del capitale e delle speculazioni truffaldine di aziende che
scaricano sui conti pubbici i propri fallimenti? I seguaci di Vendola
hanno dimenticato le affermazioni del loro leader sulla partecipazione dei
cittadini e delle associazioni alla gestione della cosa pubblica? I
seguaci del legalitario Di Pietro, come vivono il rapporto con una azienda
dai bilanci talmente opachi da portare al suicidio uno dei suoi
amministratori, non prima di aver attirato l'attenzione della
magistratura? I seguaci dei verdi che rispettano l'ambiente e la natura,
possono garantire che questo modello di sanita' dove il pubblico mette i
soldi e il privato mette i debiti sara' rispettoso dei cittadini di
Taranto?

11 - Vendola ha affermato di preferire la partnership con i privati alla
gestione totalmente pubblica per semplici ragioni di efficienza e di
rapidita', dicendo che "Ho bisogno non in venticinque anni, ma in due tre
anni di costruire una alternativa forte nella citta' di Taranto. Se io
dessi duecento milioni di euro ad una autorita' pubblica a Taranto io non
avrei nessuna certezza di poter mai inaugurare un cantiere". Cfr Video
(http://www.youtube.com/watch?v=SQD7hpfipkg#t=06m38s ). Sta di fatto che
la posa della prima pietra del nuovo ospedale era stata annunciata per la
fine del 2010, per la precisione il 5 novembre nell'anniversario della
nascita del Vescovo Motolese, e da allora e' passato un anno. Siamo sicuri
che i calcoli di Vendola saranno confermati, e che tra un anno o due
avremo un nuovo ospedale?

12 - Gli amministratori di Taranto sono d'accordo con Vendola nel dire che
loro avrebbero fatto peggio e sarebbero stati sicuramente piu' lenti del
San Raffaele di Milano se avessero ricevuto gli stessi soldi per la
costruzione di un ospedale a gestione 100% pubblica? Possibile che in
Italia non ci siano soggetti pubblici o privati in grado di mettere la
prima pietra di un ospedale in 12 mesi per la "modica cifra" di 200
milioni di Euro?

13 - Visto che a detta di Vendola l'obiettivo e' quello di realizzare una
struttura di eccellenza avvalendosi di competenze ad altissimo livello nel
settore sanitaro, non si capisce come mai a presiedere la Fondazione "San
Raffaele del Mediterraneo" e' stato nominato Vittorio Dell’Atti,
doppiamente inadeguato sia in quanto preside della facoltà di Economia e
Commercio senza documentate competenze nel settore sanitario, sia in
quanto al momento della nomina Dell'Atti era a capo del collegio sindacale
della stessa fondazione, ricoprendo pertanto il ruolo di controllato in un
organismo di cui era il controllore fino al giorno prima. Si potrebbe
cortesemente sapere quali sono i criteri adottati per le nomine dei
dirigenti dalla Regione Puglia, o meglio dai suoi tre rappresentanti in
seno alla neonata fondazione "San Raffaele del Mediterraneo"?

Certo che questi interrogativi troveranno in voi interlocutori preparati,
competenti e disponibili, vi porgo i miei piu' cordiali saluti.

Carlo Gubitosa