"Alghe spiaggiate sul litorale jonico: evitare scandalosi sprechi di denaro". Interviene Legambiente nazionale



Bari, 8 aprile 2009                                                       
                              Comunicato stampa

Legambiente sulla rimozione delle piante dalla spiaggia di Marina di Ginosa:
“Uno scandaloso spreco di denaro. La sabbia è preziosa e a Ginosa finisce
in discarica.”

Pronta un’interrogazione parlamentare.
Non si tratta di “Posidonia oceanica”, ma di “Cymodocea nodosa”, una
pianta composta per l’80-90% d’acqua e quindi facilmente degradabile.

Dopo la prova realizzata sabato scorso con una macchina acquisita dalla
ditta incaricata dal Comune di Ginosa nello spazio di concessione del Lido
Ex Capannina, ieri sono state avviate le operazioni di rimozione delle
piante acquatiche, erroneamente definite “alghe”, dalle spiagge della
costa ionica occidentale di Chiatona, Castellaneta Marina e Marina di
Ginosa.
Da una ricognizione informale effettuata nei giorni scorsi presso
l’Istituto di Ricerca per l’Ambiente Marino e Costiero Talassografico
“A.Cerutti” di Taranto e la sede provinciale dell’Arpa sono emersi alcuni
aspetti degni di nota: l’ARPA, in riferimento al materiale depositato
dalla mareggiata, ha dichiarato di aver comunicato essere “assimilabile ad
un rifiuto”.
Tuttavia, l’osservazione e l’analisi al microscopio dei campioni ha
permesso di identificare la pianta marina: si tratta di “Cymodocea nodosa”
e non “Posidonia oceanica” come erroneamente riportato dalla stampa,
presente in quantità abbondanti nei fondali sabbiosi di costa. È una
“fanerogama” che emette e perde foglie, strette e lanceolate, composta per
l’80-90% da acqua, tipica dei fondali sabbiosi poco profondi. Dal punto di
vista igienico sanitario la presenza dei cumuli di alghe può costituire un
problema, ed anche per quanto riguarda le ambizioni turistiche dei paesi
coinvolti dalle forti mareggiate che non stimolano i turisti a fermarsi su
quel tratto di costa. Ma gli ingenti fondi stanziati per la pulizia
dovrebbero essere utilizzati non solo per le ruspe, ma anche per studiare
un possibile riutilizzo delle alghe. Per quanto sia stata furiosa e
prolungata l’azione del mare, la quantità copiosa di alghe potrebbe essere
stata favorita dallo strascico delle reti che rastrellano il mare della
costa a sud di Taranto. L’ATO destina 2milioni 600mila euro per
fronteggiare lo spiaggiamento di queste piante su 35 Km di costa: 600mila
per la raccolta e 2 milioni per lo smaltimento in discarica. Il
provvedimento, a questo punto, oltre a mancare del necessario supporto
scientifico mancherebbe del buon senso pratico. Le piante in questione non
sono un rifiuto e la loro presenza più che dannosa è stata benefica, in
quanto ha realizzato un innalzamento del livello della spiaggia e quindi
un naturale “ripascimento”. Il prelievo del materiale dalla spiaggia
comporterà la contemporanea rimozione di notevoli quantità di sabbia che
aderisce intimamente alle piante già in avanzato stato di disidratazione e
decomposizione.
“Lo spiaggiamento delle piante e il trasporto in discarica di migliaia di
metri cubi di pesante sabbia silicea – dichiarano Francesco Tarantini,
Presidente di Legambiente Puglia e Sebastiano Venneri, Vicepresidente di
Legambiente Nazionale - provocheranno gravi danni ambientali ed economici,
se si considerano l’ingente somma chiesta dall’ATO per la rimozione delle
alghe e l’emergenza rifiuti di questi tempi. Pertanto, la decisione del
Comune di Ginosa e dei tecnici della Regione Puglia e della Provincia di
Taranto ci appare scandalosa in un periodo in cui il denaro pubblico
potrebbe avere ben altre destinazioni. Il buon senso suggerisce di
attendere l’azione naturale di degrado e a giugno si sarà persa ogni
traccia delle alghe. Sull’accaduto stiamo preparando un’interrogazione
parlamentare urgente da far presentare ai Ministri competenti”.

L’Ufficio Stampa: 328 75 69 809