Controlli sulla diossina, lettera di Nello De Gregorio (PRC) al sindaco di Taranto



Al Sindaco di Taranto

Caro Ezio,
il grido di allarme lanciato da Peacelink sull’effettiva attendibilità
delle rilevazioni di diossina dal camino E 312 dell’impianto di
agglomerazione è fondato e dunque l’intera operazione va messa in mora.
Non ritornerò sulle considerazioni fatte da Alessandro Marescotti nella
sua nota stampa, che già di per sé sono inquietanti, quanto sul fatto che
l’intera operazione, presentata come di straordinaria valenza scientifica,
è in verità avvolta da una serie di aspetti poco chiari e per nulla
trasparenti.
Già! Perché proprio la trasparenza assoluta nei confronti della
popolazione e delle sue istituzioni rappresentative oltre che delle
associazioni ambientaliste avrebbe dovuto essere la premessa all’avvio
dell’intera operazione.
Cominciamo col dire che l’operazione viene presentata nella sede della
Confindustria l’11 giugno a pochi giorni dall’elezione del Sindaco e senza
la presenza di alcun rappresentante dell’amministrazione provinciale
peraltro recentemente investita da una serie di competenze delegate dalla
Regione in materia di ambiente,  preceduta da dichiarazioni del dr.
Allegrini, direttore dell’istituto di inquinamento atmosferico del CNR, il
quale continua a caratterizzarsi sempre più, nonostante il suo ruolo, come
un consulente di parte dell’Ilva.
Ricordo che stiamo parlando del primo serio tentativo di monitorare alcuni
inquinanti ambientali in uno degli impianti più inquinanti dello
stabilimento siderurgico a distanza di quasi dieci anni da quanto la
Regione Puglia, esattamente l’8 luglio 1998 prescrisse obbligatoriamente
il monitoraggio on line del camino E 312 e di tutti i camini delle
batterie.
Trasparenza avrebbe voluto che all’incontro fossero state invitate e
coinvolte le associazioni ambientaliste e le organizzazioni sindacali, ma
di tutto questo non c’è traccia.
Sta di fatto che di questo monitoraggio e delle modalità con cui sta
avvenendo nulla è dato sapere.
Non è certo in discussione la competenza ed il rigore scientifico del
direttore dell’Arpa dr. Giorgio Assennato che peraltro conosco
personalmente da molti anni, ma correttezza avrebbe voluto che l’annuncio
dell’avvio della campagna di campionamento fosse stata accompagnata da
tutta una serie di informazioni, da un vero e proprio protocollo
enucleativo di tutte le modalità strumentali ed operative relative ai
campionamenti.
Nulla sappiamo infatti del fatto se le misurazioni siano state compiute
con l’impianto in marcia a basso regime, a regime normale, al massimo
della capacità produttiva.
Come è noto la fase di sinterizzazione nel processo di produzione
dell’agglomerato è certamente quella che comporta i maggiori problemi per
l’ambiente. Le principali emissioni in atmosfera che si manifestano in
normali condizioni in questa fase del processo sono quelle associate con i
fumi primari estratti nella parte bassa del letto di agglomerazione e che
contengono principalmente inquinanti tipici di un processo di combustione
come polveri, SO2, NOx, CO, PCDD/F (diossine) ed altri microinquinanti
come metalli, sostanze organiche, ecc..
Sta di fatto che durante le fasi di avviamento, arresto e nel caso di
perturbazioni al processo, come ad esempio durante i cambi di cumulo di
omogeneizzato, si determinano effetti transitori con aumento delle
emissioni convogliate anche nonostante il normale funzionamento dei
sistemi di depolverazione. Una manifestazione visiva in questi casi è
possibile riscontrarla allorquando l’entità del pennacchio di fumo del
camino E 312 è particolarmente intensa e prolungata.
C’è stato monitoraggio in queste fasi? Quante volte? Sono stati
puntualmente registrati i risultati in questi momenti che potremmo
definire estremi ma frequenti durante la giornata? Di tutto ciò che
avrebbe dovuto essere in ogni caso, in modo trasparente, rappresentato nel
protocollo sulle modalità dei rilevamenti nulla sappiamo.
E’ evidente quindi che sull’attendibilità dei risultati pesano tanti
interrogativi che legittimerebbero a mio modesto avviso la messa in mora
dei rilievi fin qui fatti e la ripetizione degli stessi dopo che in modo
trasparente, ripeto alla presenza oltre che dei tecnici, del Sindaco di
Taranto, del Presidente della Provincia, delle associazioni ambientaliste
e dei sindacati si sia concordato un vero e proprio analitico protocollo
su modalità, fasi e durata dei campionamenti.

 Nello De Gregorio


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Approfondimento

Emergenza nazionale. Da Taranto fuoriuscirebbe il 90% della diossina
italiana inventariata. Per altre informazioni:
http://www.tarantosociale.org