PeaceLink: "Ecco cosa potrebbe fare un buon sindaco"



Pace, ambiente, e-democracy, nuove tecnologie e lavoro

Dalla città dei silenzi alla città della partecipazione


Alcune proposte programmatiche per il nuovo sindaco di Taranto


--- Pace

Taranto è la sede di una delle più importanti basi militari del Mediterraneo. Dal 2002 è diventata base Nato senza che né il Parlamento né la città siano stati informati. Pur essendo sotto gli occhi di tutti la costruzione della nuova base navale nel Mar Grande, tuttavia erano state date ampie assicurazioni negli anni Ottanta e Novanta che non sarebbe diventata una base Nato. Se ne potrebbe fare una rassegna stampa. Invece è accaduto l'esatto contrario. E' così passata una decisione sulla testa della popolazione che può comportare l'uso sistematico e continuativo del nostro mare per unità navali Nato che, a differenza di quelle della Marina Militare, sono dotate di propulsione nucleare e armi atomiche.
Che fare?

Diviene prioritario dare applicazione all'articolo 1 dello Statuto Comunale che afferma: "Taranto è una città operatrice di pace, libera da armi chimiche, atomiche, batteriologiche". In particolare va data esecuzione alla delibera con cui nel 2000 il Consiglio comunale si pronunciò per avviare un tavolo di trattativa con il governo dopo la scoperta che Taranto era nella lista ufficiale dei porti a rischio nucleare. Tale tavolo, che prevedeva la partecipazione anche delle associazioni tarantine impegnate contro il rischio nucleare e la salvaguardia dell'ambiente, non è mai stato istituito.

Va chiesto ufficialmente, così come è stato fatto per la base della Maddalena in Sardegna, un allontanamento quanto più è possibile dei sottomarini nucleari e di altri armamenti che possano costituire un rischio per l'ambiente marino e l'incolumità della popolazione.

Va perseguito in ogni caso l'obiettivo di una piena informazione del Sindaco, così come prevede la normativa, circa l'eventuale transito di unità navali a propulsione nucleare, dando piena applicazione al decreto legislativo 230/95 che prevede la pubblicità dei piani di emergenza nucleare.

Allo stato dei fatti e in presenza di piani assolutamente inadeguati a proteggere la posizione, la nostra posizione è quella - in collaborazione con la Regione Puglia - di richiedere una moratoria di ogni transito pericoloso.


--- Convenzione di Aarhus e Carta di Aalborg

L'assenza di informazione in campo militare è stata a Taranto replicata in campo ambientale, tanto che la nostra città è divenuta la "città dei silenzi". Ad esempio la procedura per il rigassificatore è stata avviata senza alcuna informazione della cittadinanza in violazione della Convenzione di Aarhus (recepita con legge 108/2001) e della Legge Seveso 2, normative che prevedono non solo la diffusione dell'informazione ambientale ma il coinvolgimento del pubblico lì dove sono in gioco gli interessi pubblici di tutti: la tutela dell'ambiente e della sicurezza. Taranto deve diventare una città basata su uno sviluppo sostenibile e pertanto dovrebbe ispirarsi alla Carta di Aalborg che è improntata ai principi di sostenibilità delle città. Il nuovo sindaco deve diffondere e rendere note queste “culture europee” che sono nate in contesti dove l'ambiente e la partecipazione sono diventati pane quotidiano della politica.


--- Sicurezza ambientale e rigassificatore

L'intera valutazione di impatto ambientale del rigassificatore va rivista coinvolgendo i cittadini e le loro rappresentanze a partire dal Consiglio Comunale e Provinciale. La nostra posizione sul rigassificatore parte dal fatto che per legge Taranto è definita quale "città ad alto rischio di crisi ambientale". Di conseguenza è improponibile un ulteriore appesantimento della città con impianti che vanno nella direzione opposata alle raccomandazioni dell'Arpa che prevedono un alleggerimento dell'area industriale gravata da ben nove impianti industriali a rischio di incidente rilevante sottoposti alle legge Seveso. Taranto pertanto non è sito idoneo ad ospitare un rigassificatore, tanto più se collocato vicino all'Agip e all'Ilva, così come previsto dal progetto della Gas Natural.


--- Informazione ambientale e partecipazione

Vogliamo ottenere l'applicazione della Convenzione di Aarhus e l'istituzione di un'Agenda 21 realmente partecipata per il massimo coinvolgimento della società civile nella tutela dell'ambiente, nella transizione verso una città più sicura e nella promozione di una cultura dell'informazione ambientale. Dalla città dei silenzi alla città dell'informazione ambientale e della condivisione delle scelte: questa è la direzione strategica verso cui Taranto deve andare. Attualmente a Taranto - da stime Ines - c'è il 90% di tutta la diossina italiana. Tuttavia in passato nessun programma di monitoraggio è stato avviato per questa sostanza altamente cancerogena. E solo dopo un dossier di PeaceLink sulla diossina si è stabilita la data per l'avvio di una serie di rilevazioni. Pertanto obiettivo del nuovo sindaco dovrà essere quello di promuovere un monitoraggio costante della diossina in collaborazione con gli enti di ricerca presenti sul territorio.


--- Monitoraggio

Attualmente la città ha una rete di rilevazione dell'inquinamento da traffico che non è in grado di rilevare adeguatamente l'inquinamento industriale. Proponiamo una rilevazione degli inquinanti anche in prossimità dell'area industriale con una centralina mobile. Un abbinamento fra la rilevazione GPS (Global Position System) mediante una centralina mobile e i dati monitorati può portare ad una mappatura dell'inquinamento dell'aria più precisa e omogenea. A tal fine è importante una interazione fra rilevazione del Comune e competenze ambientali della Provincia, portando nel Sistema Informativo Computerizzato della Provincia i dati dell'inquinamento e arrivando a cartografie tematiche ambientali e a una database che contenga l'insieme di tutti i dati storici rilevati.


--- Analisi comparative e accertamento delle responsabilità passate

E' molto importante poter conoscere i dati ambientali del passato per una comparazione e a tal fine l'Atto di intesa con l'Ilva va verificato in quanto non è certificato alcun miglioramento della qualità dell'aria e dell'ambiente dopo gli accordi. Chiediamo di reperire tutti i dati ambientali dell'Arpa e di quanto fu rilevato dal Presidio Multizonale di Prevenzione e renderli pubblici, utilizzando anche Internet, così come prevede la Convenzione di Aarhus, operando in modo integrato con gli altri Enti Locali. Occorre che il nuovo Sindaco avvii un'indagine interna alla Pubblica Amministrazione se sono stati distrutti alcuni archivi contenenti importanti dati ambientali del passato – così come è stato riferito dal Corriere della Sera il 26/1/2001 - e di chi eventualmente sia stata la responsabilità. Dovrà pertanto essere preciso dovere del nuovo sindaco segnalare le responsabilità di quanti hanno inquinanto o non hanno controllato o sono stati complici dei disastri ambientali perpetrati nella città.


--- La questione ambientale come questione morale

L'aumento del 100% dei tumori negli ultimi 30 anni costituisce una vera e propria questione morale in quanto senza complicità e omissioni di controllo l'inquinamento industriale non sarebbe arrivato a tanto. L'emergenza salute richiederà l'applicazione di tutti i poteri del sindaco affinché l'intera area industriale ritorni nella norma. Ma dovrà essere anche stabilito un nuovo quadro autorizzativo delle emissioni, che cauteli maggiormente la salute pubblica e l'ambiente, con relative prescrizioni. Il 2007 è infatti l'anno in cui verranno rilasciate le autorizzazioni della aziende che maggiormente inquinano. Non si dovrà tollerare che gli attuali scarichi di mercurio, diossina, cianuri, arsenico, IPA ecc. siano considerati “a norme” in base ad autorizzazioni molto permissive mai rese di pubblico dominio su Internet. Per la diossina ad esempio è stato consentito all'Ilva uno scarico a metro cubo 25 mila volte superiore rispetto alle concentrazioni di diossina consentite per l'impianto di agglomerazione di Servole, nei pressi di Trieste. Questa disparità nei regimi autorizzativi è assolutamente inaccettabile in quanto la salute a Taranto e a Trieste deve essere tutelata allo stesso modo, senza fare di Taranto una città da avvelenare a piacimento. In particolare dovrà essere avviata dal nuovo sindaco un'azione di monitoraggio del quartiere Tamburi arrivando a definire con rigore scientifico l'entità e l'origine del danno ambientale. Dovrà inoltre essere fornita alla popolazione - così come prescrive la legge - l'informazione sui piani di sicurezza e di emergenza delle industrie ad alto rischio, avviando una seria politica di prevenzione dei disastri e di protezione civile.


--- Elettrosmog

Anche per quanto riguarda i campi elettromagnetici occorrerà dare alla popolazione una più ampia informazione circa l'elettrosmog, avviando verifiche nelle aree a rischio, coinvolgendo anche le scuole che volessero avviare progetti di misurazione delle onde elettromagnetiche in prossimità delle antenne delle compagnie di telefonia mobile. La mappa delle antenne non dovrà essere più tenuta nei cassetti ma verrà resa pubblica inserendo i dati nell'ambito del Sistema Informativo Computerizzato della Provincia, avvisando pubblicamente con congruo anticipo i cittadini circa le richieste di installazione di nuove antenne. Il Comune si doterà di una piano di allocazione delle antenne regolando e limitando le installazioni nelle aree più densamente abitate.


--- Sms e wireless per l'ambiente

Con gli enti di ricerca può essere di estremo interesse studiare un apposito sistema informativo che invii in tempo reale ai cellulari i dati dell'inquinamento cittadino rilevabili e trasferibili mediante SMS. Il principio di piena condivisione dell'informazione ambientale sarà alla base di un nuovo rapporto fra istituzioni e cittadini, sfruttando al massimo le potenzialità della tecnologia wireless.


--- La legge 626 e le informazioni sulle emissioni cancerogene

La "città dei silenzi" dovrà diventare la città dell'informazione e della partecipazione, coinvolgendo i lavoratori con una rigorosa applicazione della legge 626 sulla sicurezza che prevede un rigoroso dovere di informazione ai lavoratori sugli inquinanti emessi, in particolare su quelli cancerogeni.


--- Cittadinanza attiva

La scuola e l'università dovranno svolgere in questo quadro un ruolo di formazione dei cittadini e delle competenze su cui poter creare una città più sana, più controllata e più consapevole dei propri diritti. Le scuole potrenno utilmente collaborare con il Comune mediante progetti congiunti che utilizzino il denaro del Ministero della Pubblica Istruzione per azioni di conoscenza e intervento competente sul territorio (ad esempio monitorando i campi elettromagnetici). Una politica di sostegno alla cittadinanza attiva andrà condotta costituendo forme di ascolto e consultazione costante della società civile, dai gruppi informali ai movimenti, dalle associazioni di volontariato agli enti di formazione e ricerca, dalle organizzazioni dei lavoratori a quelle di categoria.


--- E-democracy

Una nuova partecipazione sociale - basata sul diritto di informazione, di controllo e di proposta - potrà essere accresciuta sfruttando appieno Internet e le nuove tecnologie dell'informazione, in particolare quelle wireless. Crediamo che una nuova cultura della partecipazione possa essere motore di sviluppo - anche economico - accrescendo quelle competenze tecnologiche ed informative che caratterizzano la formazione di base di tutti i cittadini nella cosiddetta "società dell'informazione". I cittadini – se avranno un bravo sindaco - potranno partecipare alla vita cittadina anche con i forum telematici e pubblici momento di confronto alle scelte della città integrando democrazia delegata e democrazia diretta. Oggi le tecnologie possono svolgere un ruolo democratico e partecipativo in una strategia di e-democracy.


--- Attuare tre proposte di Beppe Grillo

Quando Beppe Grillo è venuto a Taranto ha lanciato tante idee concrete, tre delle quali potrebbero essere fatte proprie dal nuovo sindaco, e sono:

installare un'antenna wi-max pubblica per navigare “senza fili” su Internet e telefonare gratis (anche con i cellulari wireless); i cittadini accetterebbero una piccola tassa per risparmiare una quantità di denaro che oggi serve a pagare tariffe molto salate; il wi-max darebbe una copertura nel raggio di 50 chilometri; occorrerà fare prima delle verifiche per monitorare il campo elettromagnetico (che tuttavia sembra essere estremamente contenuto);

installare programmi open source (gratuiti) per risparmiare denaro nella pubblica amministrazione

fare come a Bolzano, dove le case che vengono isolate termicamente grazie ai consigli di tecnici del comune ricevono la certificazione A+ e alla fine si rivalutano del 20% (e risparmiano energia).

Su queste proposte ritorneremo più avanti.



--- Creare lavoro, competenze e condivisione con le nuove tecnologie

Questo "pezzo di programma" è pertanto strettamente collegato alla nostra proposta di un'economia nuova, basata sul terziario avanzato, sul pieno utilizzo di tutte le competenze dei giovani tarantini che oggi, mediante la telematica, potrebbero partecipare a progetti avanzati senza dover emigrare dalla propria città.

La promozione del software libero e gratuito, la condivisione in rete delle informazioni, la creazione di una comunità wireless cittadina (in prospettiva mediante il wi-max e da subito mediante gli hotspot wi-fi come in altre città come Roma o Bologna) sono elementi cardine per raccogliere le intelligenze cittadine in una forma di intelligenza collettiva posta al servizio della città.

Va riscoperto il gusto della partecipazione e della democrazia a cui deve corrispondere nei partiti politici la virtù della modestia, dell'ascolto e del superamento della delega in bianco.


--- Linux e l'open source come occasione di risparmio, di sviluppo, di occupazione

L'installazione negli uffici del sistema operativo Linux può consentire un enorme risparmio di denaro. Con Linux i computer con si infettano con i virus infornatici e non occorre comprare gli antivirus. Inoltre non occorre comprare i programmi perché i software open source sono per la maggior parte gratuiti (ad esempio Open Office al posto di Microsoft Office). Riutilizzare e potenziare i computer usati deve diventare una filosofia non solo di risparmio e di “austerità” ma di riuso ecologico da estendere ad altri strumenti (riutilizzare le cartucce delle stampanti, ecc.).

L'introduzione di Software Libero (open source) nella pubblica amministrazione toglierebbe soldi dalle tasche di Bill Gates (che comunque non andrà in rovina) e le metterebbe nelle casse comunali per offrire altri servizi (ad esempio la pulizia delle strade). Con il denaro risparmiato inoltre si possono creare occasioni di lavoro per i giovani che andranno a realizzare questo cambio delle piattaforme informatiche e a fare assistenza perché la Pubblica Amministrazione divenga aggiornata, efficiente e competente.


--- Risparmio ed energia pulita come motore dello sviluppo

In altre città come Bolzano – lo ha sottolineato Beppe Grillo nel suo recente spettacolo a Taranto – il Comune offre consulenza per individuare gli sprechi energetici nel riscaldamento delle abitazioni e per offrire consigli sull'isolamento termico. Questo consente di rilasciare certificazioni del tipo A+ sull'efficienza energetica e di rivalutare gli immobili che si adeguano.

Pertanto è' assolutamente vantaggioso promuovere questo tipo di strategia in quanto incrementa un artigianato del risparmio energetico che può far aprire laboratori per creare nuovi infissi, doppi infissi, isolamento termico, verande ecologiche, ecc. E questa prospettiva consente di evitare i rigassificatori, ottenendo con il risparmio quell'energia che in altro modo dovremmo invece ottenere (e a caro prezzo) chiudendo un occhio sugli sprechi. E' assolutamente assodato che la fonte energetica meno cara è quella che deriva dal risparmio. E il risparmio energetico, quando diventa scienza e competenza, ha un indotto occupazionale non indifferente. La promozione di una cultura del risparmio energetico dovrà andare di pari passo con la promozione delle energie alternative incoraggiando nelle scuole i progetti pilota per usare e diffondere i pannelli solari e ogni altra tecnologia innovativa pulita. In particolare nelle scuole, fin da bambini, dovrà essere incentivata la sensibilità ambientale e la cultura ecologica. Non si dovrà consentire nelle scuole sprechi di carta e energia che sono diseducativi per gli studenti. E occorrerà, a partire dalle aule, promuovere e incentivare la raccolta differenziata. La cultura della bicicletta dovrà essere diffusa – a partire dalle giovani generazioni – così come avviene in altre città italiane del nord che hanno tra l'altro condizioni meteoclimatiche molto meno favorevoli rispetto a Taranto.


--- Consulenza gratuita di PeaceLink al sindaco che installa il wi-max

All'interno di PeaceLink vi sono esperti di reti informatiche e telematiche. Forniremo a titolo assolutamente gratuito una consulenza alsindaco che vorrà dare copertura wi-max e wi-fi a tutta la città. Questo – lo sottolineiamo ancora una volta – consentirebbe di telefonare e navigare gratis via Internet. Ci considereremo ripagato dai risparmi nella nostre bollette e in quelle dei nostri familiari. Inoltre, poiché questa esperienza sarebbe innovativa a livello europeo, la città ci guadagnerebbe anche in altri modi: offrendo consulenza ai comuni limitrofi, ospitando ricercatori interessati alle possibilità del civic networking, diventando una specie di Silicon Valley del sud. Le spese si potrebbero coprire rivendendo parte della banda Internet wireless alle emittenti locali, che trasmetterebbero i loro programmi anche via internet e su telefonini wifi che ci permetterebbero di vedere i baffoni di Walter Baldacconi sul telefonino e le partite del Taranto anche in bagno o in spiaggia al mare, a condizione ovviamente che le emittenti paghino per l'utilizzo della banda wireless cittadina che rimarrebbe invece gratuita per utilizzi privati e non commerciali.


--- Valorizzare l'intelligenza collettiva

L'attuale dispersione dell'intelligenza collettiva è oggi una delle cause della mancanza di identità e di aggregazione. Gran parte della città non si sente ascoltata e valorizzata. Il malaffare di certa politica ha trasformato la cultura in merce da scambiare sottobanco. Le competenze sono state mortificate e messe ai margini da una certa politica che ha generato sfiducia e degrado, privilegiando gli "amici" e lasciando i cittadini e i progetti più validi fuori dalla porta.

Una nuova formazione, che parta dall'abitudine all'esercizio dei propri diritti - in primo luogo il diritto all'accesso all'informazione - e che promuova la piena valorizzazione delle competenze, è sicuramente un fattore di promozione economica oltre che di maturazione civile per l'intera comunità cittadina.

Una città passiva, demotivata e senza entusiasmo partecipativo è anche una città che non ha fiducia nel suo progetto di sviluppo e che non potrà impegnarsi a superare le enormi difficoltà del presente.


--- Quantificare i “costi esterni” di questo sviluppo

All'apparenza questo sviluppo a Taranto appare una fonte di sviluppo basata sul vantaggio economico: i ricavi meno i costi dei fattori di produzione danno i profitti. Ma non vengono calcolati i “costi esterni” di questo sviluppo. Infatti i costi considerati sono solo quelli di produzione. Sommando i costi di produzione e i costi esterni scopriremmo che questo sviluppo per Taranto ha un costo globale molto alto. Come la teoria economica riesce a valutare i costi esterni delle attività economiche stesse? Queste sono domande molto interessanti da porre oggi agli economisti. Infatti l'alleggerimento dei suoi costi il capitalismo non lo realizza solo pagando di meno i lavoratori ma soprattutto scaricando sulla collettività i costi esterni di impresa. Ad esempio un malato di cancro costa centomila euro per il sistema sanitario italiano, a cui vanno aggiunti i costi a carico della famiglia (viaggi della speranza, mancati guadagni del lavoratore ammalatosi, ecc.). Per non parlare del risarcimento danni in caso di malattia professionale. Ma mentre il braccio di ferro sindacale ha riferimenti monetari precisi – i salari – il braccio di ferro ambientale e sanitario ha parametri incerti tutti da analizzare, precisare e quantificare. Infatti chi paga i costi esterni - cioè la collettività – non ha la calcolatrice in mano e il dono dell'ubiquità sociale per stimarli tutti, non ha i modelli matematici e le metodologie per monitorarli e soprattutto non ha, molto spesso, neppure la coscienza politica e l'informazione scientifica per porre il problema in tutta la sua evidenza. Uno sviluppo che devasta una città ha costi che superano i benefici; ma, se i costi non sono quantificati, non si hanno neppure gli strumenti per valutare le alternative di sviluppo secondo la metodologia costi/benefici. Il risultato è questo: il sistema economico massimizza i profitti facendo pagare all'esterno (con alcune subdole complicità politiche e sindacali) quei costi sanitari, ambientali e sociali che invece dovrebbero essere a suo carico in una corretta impostazione dello stesso principio di “libera concorrenza”. Questo sviluppo distorto preferisce avere politici compiacenti pur di non riassorbire i suoi costi esterni. E questo rende in generale la questione dei costi esterni una “questione morale” in quanto qui si gioca una mercato dei silenzi, delle complicità e delle carriere politiche.
La teoria dei costi esterni è ormai diventata oggetto di studi approfonditi.
Un bravo sindaco dovrà far analizzare i “costi esterni” che questo sviluppo scarica sulla città, sull'ambiente e sulla salute della popolazione, altrimenti non potremo progettare le alternative più vantaggiose in termini di costi e di benefici per la collettività.


Taranto, 7 giugno 2007
Per PeaceLink

Carlo Gubitosa
Alessandro Marescotti
Giovanni Matichecchia
Giovanni Pugliese