Anche Legambiente boccia il rigassificatore di Taranto



Taranto, 3 aprile 2007 Comunicato stampa

ENERGIA, RIGASSIFICATORE A TARANTO

LEGAMBIENTE: “RISPOSTE INSUFFICIENTI ALLE NOSTRE OSSERVAZIONI.
NONOSTANTE LE INTEGRAZIONI, IL PROGETTO COSI' E’ INACCETTABILE”

Carente la valutazione del rischio di incidente rilevante, anche alla luce del progetto di raddoppio della raffineria adiacente. Insufficiente la valutazione sulla fattibilità di una rotta di ingresso alternativa e sulle interferenze al traffico commerciale attuale e futuro. Inadeguate le risposte sulla bonifica dei siti inquinati e sul riutilizzo dei sedimenti dragati. Disattesa la richiesta della nostra associazione di proporre misure di compensazione ambientale. Sono queste in estrema sintesi le principali motivazioni della bocciatura di Legambiente al progetto di terminal di rigassificazione di Taranto, dopo le integrazioni apportate dalla Gas Natural per rispondere ai 40 chiarimenti richiesti della Commissione Via nazionale del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.

“Continuiamo a ritenere importante - ha sostenuto Stefano Ciafani, responsabile scientifico nazionale di Legambiente - che in Italia si costruiscano alcuni rigassificatori per aumentare e rendere più flessibile l’approvvigionamento di gas naturale, fondamentale per uscire dall’era del petrolio e del carbone, e per liberalizzare una volta per tutte il mercato italiano. Per questo stiamo valutando nel dettaglio i progetti di terminal presentati finora. Tra questi quello di Taranto, che nonostante le modifiche progettuali apportate, è per noi inaccettabile perché non risolve i nostri dubbi su diverse questioni importanti”

In particolare quelli relativi alla vera “condicio sine qua non“ perché l’impianto possa essere eventualmente realizzato, e cioè il rischio di incidente rilevante. Da questo punto di vista nulla di nuovo emerge dal progetto con le integrazioni, nessun elemento che possa rassicurare sulla sicurezza della navigazione, sulle conseguenze di eventuali incidenti all’impianto e sul cosiddetto effetto domino. Quest’ultima questione, peraltro, viene resa di ancora maggior rilevanza, se possibile in un’area già gravata da numerosi impianti a rischio di incidente rilevante, dal progetto di raddoppio della raffineria Eni e dal nuovo piano industriale dell’ILVA. Inoltre sono assolutamente insoddisfacenti anche le risposte sulla bonifica delle aree a mare e sulla necessità di riutilizzare le ingenti quantità di sedimenti marini da dragare, che altrimenti finirebbero inutilmente in discarica; sull’analisi costi-benefici della rotta di ingresso alternativa e sull’interazione con il traffico commerciale marittimo attuale e futuro; e sulle proposte di compensazioni ambientali, praticamente inesistenti nel progetto.

“Considerato che - ha dichiarato Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia - il Comitato tecnico regionale, quello provinciale, la Commissione VIA del Ministero e la stessa Gas Natural, ritengono necessario far riferimento al complesso delle installazioni industriali dell’area, compresi gli ammodernamenti e gli ampliamenti impiantistici previsti nell’area industriale, stiamo aspettando ancora la valutazione di area vasta che noi abbiamo chiesto sin dall’inizio dell’iter autorizzativo dell’impianto. Non ci risulta poi che il Comitato Tecnico Regionale abbia accertato l’avvenuto scambio di informazioni tra i gestori e che gli stessi abbiano cooperato alla valutazione dei Rischi d’Area, trasmettendo poi i risultati alle Autorità competenti al rilascio del nullaosta di fattibilità”.

”A fronte della inadeguatezza delle risposte date dalla Gas Natural - ha aggiunto Lunetta Franco, presidente di Legambiente Taranto -, ci aspettiamo che il Comitato tecnico provinciale riveda il parere positivo a suo tempo espresso e che la Commissione VIA Regionale esprima anch’essa una valutazione negativa”.

Legambiente ha rimarcato, per l’ennesima volta, l’assoluta assenza sulla questione dell’unico ente locale democraticamente eletto, il Consiglio Provinciale, mai riunito per discutere nel merito del progetto e ha chiesto alla Regione Puglia di esprimersi con chiarezza in senso contrario al progetto presentato.

“Richiamiamo infine l’attenzione - ha concluso Lunetta Franco - sul fatto che la popolazione tarantina non è stata messa, ad oggi, nelle condizioni di esprimere il proprio parere in merito all’impianto e pertanto chiediamo fin da ora la possibilità che la stessa sia coinvolta e convocata, secondo le procedure previste dalla legge Seveso, in sede di Conferenza di Servizi”.