Inceneritori di Taranto e Massafra: ecco perché dire di no



INCENERITORI E NANOPARTICELLE

Gli inceneritori di ultima generazione con le loro alte temperature nei
forni contribuiscono grandemente alla immissione nell'ambiente di polveri
finissime che costituiscono un rischio sanitario ben più grave delle note
polveri PM10. L'incenerimento dei rifiuti, fra tutte le tecniche di
smaltimento, è quella più dannosa per l'ambiente e per la salute umana.
Gli inceneritori producono ceneri (sono un terzo del peso dei rifiuti in
ingresso e si devono smaltire in discariche speciali) e immettono
nell'atmosfera milioni di metri cubi al giorno di fumi inquinanti,
contenenti polveri grossolane (PM10) e fini (PM2,5) costituite da
nanoparticelle di metalli pesanti, idrocarburi policiclici,
policlorobifenili, benzene, diossine, estremamente pericolose perché
persistenti e accumulabili negli organismi viventi.
Queste "nanopolveri", sfuggendo ai filtri dell'inceneritore, non vengono
nemmeno rilevate dagli attuali sistemi di monitoraggio delle emissioni
degli inceneritori e non sono previste dai limiti di legge cui gli
impianti devono sottostare. Inoltre a fronte di emissioni cancerogene
identificate da tempo dai ricercatori (diossine, furani, metalli pesanti)
gli inceneritori emettono centinaia di sostanze di cui è sconosciuto
l'impatto sulla salute umana, così come risultano non ancora indagati gli
effetti della combinazione di vari inquinanti.
Ogni processo di combustione produce particolato. Se è vero che la natura
è produttrice di queste polveri (vulcani), è pure vero che le polveri di
origine naturale costituiscono una frazione minoritaria del totale che
oggi si trova in atmosfera.
È l'uomo il grande produttore di particolato, soprattutto quello più fine:
più elevata è la temperatura alla quale un processo di combustione
avviene, minore è la dimensione delle particelle che ne derivano.
Si tratta di particelle inorganiche, non biodegradabili né biocompatibili.
La combustione trasforma anche i rifiuti innocui, come imballaggi e scarti
di cibo, in composti tossici e pericolosi, sotto forma di emissioni
gassose, polveri fini, ceneri volatili e residue che richiedono costosi
sistemi per la neutralizzazione e lo stoccaggio.
Perciò è opportuno che si incentivi una politica della produzione,
raccolta differenziata, riciclaggio, recupero dei rifiuti. Le micro e
nanoparticelle, prodotte in qualsiasi modo, una volta entrate
nell'organismo innescano tutta una serie di reazioni che possono
tramutarsi in malattie.
Le forme patologiche più comuni sono le neoplasie, ma ci sono anche
malformazioni fetali, malattie infiammatorie allergiche e perfino
neurologiche.
L'incenerimento dei rifiuti è inoltre il sistema più costoso per lo
smaltimento dei rifiuti e tutti gli italiani, a loro insaputa, pagano
generosi incentivi a suo sostegno.

Il 7% dell'importo della bolletta elettrica che pagano è infatti devoluto,
sotto forma di sussidi, anche alla costruzione degli inceneritori: basta
prendere una fattura dell'ENEL per leggere, sul retro, nella parte delle
varie voci e costi: "Componente A3 - Costruzione impianti fonti
rinnovabili". La somma che compare a fianco viene devoluta ai gestori di
inceneritori di rifiuti perché, la legge italiana assimila alle varie
fonti energetiche rinnovabili non fossili, quali l'eolica ed il solare,
quella ricavata dall'incenerimento di ogni tipologia di rifiuti urbani ed
industriali.
Oltre a questa fetta di incentivi prelevati dalle tasche degli utenti, i
gestori degli inceneritori ricevono, da parte dello Stato, altri sussidi.
L'Italia è quindi l'unico Stato europeo che finanzia l'incenerimento dei
rifiuti.
Tutti gli altri Stati membri (Austria, Belgio, Danimarca,
Germania)impongono ai gestori di inceneritori di pagare una tassa per ogni
tonnellata di rifiuti bruciati, disincentivando l'incenerimento dei
rifiuti”.

Dal Notiziario FIMMG - Federazione Italiana Medici di Medicina Generale,
maggio 2006