Perché è pericoloso il PM10



PM10

di Michele Buono e Piero Riccardi

RAITRE - Report del 04.06.06

3.500 morti premature l’anno per inquinamento da polveri sottili sono calcolate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nelle 8 grandi città italiane con più di 250.000 abitanti: praticamente il 5% della mortalità generale delle grandi città. Se poi il calcolo si estende a tutto il territorio nazionale i morti diventano 39.000 l’anno.



MILENA GABANELLI IN STUDIO
Smog il Valpadana, ma anche su tutta l’Italia che non si è data da fare per limitare i danni e adesso la Commissione Europea c’appioppa una bella multa, di questo parleremo stasera.

MICHELE GIUGLIANO-Dip. Ingegneria ambientale Politecnico Milano
Questo è il filtro bianco e dopo 24 ore di campionamento abbiamo i filtri di questo colore.

AUTORE
Poi tutta quella roba nera dove va a finire?

MICHELE GIUGLIANO-Dip. Ingegneria ambientale Politecnico Milano
Questa è la roba nera presente in atmosfera, è la polvere che poi penetra nei nostri polmoni.

TG3
I rilevamenti delle ultime 24 ore segnalano il pm10 ben oltre i 50 micogrammi a metro cubo soglia di allarme a Milano. Con 123 e 109 microgrami/metrocubo.

PAOLO CROSIGNANI-Istituto nazionale tumori Milano
Per ogni 10 microgrammi al metro cubo di Pm2,5 che è una frazione importante del Pm10 il rischio di tumore polmonare aumenta del 14%.

TG3 REGIONALE
Maggiormente esposti i bambini che accusano la cosidetta tosse da smog.

ALESSANDRO FIOCCHI-Fatebenefratelli Milano
Se però isoliamo la mortalità infantile da malattie respiratorie, ogni 10 microgrammi di polveri sottili determinano un incremento del 22% della mortalità.

TG3
A causarla il Pm10, la micidiale polvere sottile.

PAZIENTE
Io ho un inizio di fibrosi polmonare che deriva da una bronchite emorragica che ho avuto molti anni fa. Questa bronchite secondo alcuni miei medici è dovuta al problema di inquinamento e soprattutto alle polveri sottili.

GIANCARLO CONTA-Assessore alle politiche ambientali Regione Veneto
Io ritengo che in questo settore specifico sia importantissimo la corretta informazione e per corretta informazione dico: non fare eccessivo allarmismo in tutti i settori soprattutto per quanto riguarda le polveri.

AUTORE
Lo studio e le linee guida dell’Organizzazione mondiale della Sanità sono informazioni allarmistiche?

GIANCARLO CONTA-Assessore alle politiche ambientali Regione Veneto
Io andrei molto cauto in questo, ho avuto delle esperienze proprio provate con mano, io mi ricordo quando quattro anni fa io ero assessore all’agricoltura è scoppiata la Bse in Italia, e se avessimo dovuto ascoltare soprattutto i media e magari qualche ministro di allora che diceva che non avrebbe messo le mani sul fuoco nemmeno sul latte, sarebbe stato un disastro!...
E’ già stato così un disastro mediatico per i nostri produttori e i nostri allevatori.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Non sappiamo cosa sarebbe successo se non fossero state messe al bando le farine di carne animale, certo che fare allarmismi solo perchè acchippano non va bene. Allora ci atteniamo a quel che dice l’OMS, che non è un’organizzazione di farabutti, ha una credibilità, ed è un referente internazionale,  bene l’OMS dice che le morti premature in Italia per polveri sottili, prodotte principalmente dal traffico, sono a livello nazionale, 39.000 l’anno. E’ come se cascasse un aereo  ogni due giorni. Se così fosse ci sarebbe un grande allarme e una pressione fortissima per chiedere maggior sicurezza. L’aria invece è meno visibile e la percezione del danno inesistente. Vediamo che succede o che cosa non succede. Michele Buono e Piero Riccardi.

AUTORE
Cominciamo questa storia dalla fine.
Sì, anticipiamo solo per un momento il finale, quando siamo andati a Bruxelles alla Commissione Europea, alla Commissione Ambiente, perchè non ci tornavano i conti sul comportamento dell’Italia sui piani di risanamento della qualità dell’aria e volevamo vederci chiaro.
E allora cominciamo a chiedere conto di una data, di una scadenza e poi capiremo il resto.

AUTORE
Quante regioni italiane hanno presentato il piano di risanamento della qualità dell’aria al 31 Dicembre 2003 secondo la Direttiva europea 99/30?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
E’ molto semplice: a quella data non abbiamo ricevuto nessun piano, nessuno, nessuno, no.
E’ per questo che abbiamo cominciato una procedura di infrazione che si chiama messa in mora a luglio 2004.

AUTORE
E dire che eravamo stati avvisati fin dal 1996. Avvisati, proprio così.
Prima con una direttiva quadro, la 96/62, una specie di avviso appunto, con il quale l’Europa ci diceva cominciate a organizzarvi per ridurre l’inquinamento atmosferico.
Noi ci mettiamo 3 anni per recepire la direttiva, e lo scriviamo pure nel decreto legislativo 351, nell’art. 7, che sono le regioni a dover individuare le zone dove gli inquinanti superano la soglia di rischio per la salute umana e fare dei piani per combatterlo il rischio.
Poi ne segue un’altra di direttiva, la 1999/30, e se la prima diceva cominciate a organizzarvi, questa ci dice fate.
Le indicazioni sono precise: elenco di inquinanti, soglie di rischio e date di rientro.
La più vicina è 1 gennaio 2005 per il biossido di zolfo e le particelle, il Pm10: dove Pm sta per particulate matter, particolato, polveri sottili insomma e 10 per inferiore a 10 millesimi di millimetro. La porzione più dannosa per l’uomo, quella inalabile. Per intenderci quella che ci entra in corpo e non riusciamo più a cacciare via.

ROBERTO BERTOLLINI-Organizzazione Mondiale della Sanità
In sostanza si vede che la maggiore concentrazione del particolato molto fine, quindi che è penetrato nella circolazione, quindi nel sangue ed è andato in tutti i distretti, si manifesta particolarmente nel polmone ma vediamo anche nella vescica, lo vediamo nella tiroide, lo vediamo anche in altri distretti.

AUTORE
Scatenando che cosa?

ROBERTO BERTOLLINI-Organizzazione Mondiale della Sanità
Scatenando effetti potenzialmente cancerogeni, effetti infiammatori.

AUTORE
Insomma il danno alla salute è chiaro e per recepire la nuova direttiva europea, quella che ci dice fate, ci mettiamo altri tre anni e arriviamo così al 2 aprile 2002 con il decreto n. 60.
Aprile 2002 il decreto e 31 dicembre 2003 la data ultima per presentare i piani delle regioni alla Commissione europea.
Troppo poco tempo! E nessun piano è stato presentato, appunto.
E per l’altra data da rispettare, il 1 gennaio 2005?
Per metterci a posto con il pm10, le polveri sottili?
Innanzi tutto diciamo che stare a posto significa che le città italiane per tutto il 2004 non devono aver superato per più di 35 giorni la media di 50 microgrammi al metro cubo di Pm10, le polveri sottili, ed essere state nella media annuale di 40 microgrammi sempre al metro cubo.
Vediamo come sono andate le cose.

ALBERTO FIORILLO-Legambiente
Nel 2004, per quello che riguarda questo inquinante abbiamo in definitiva definitiva i ¾ dei capoluoghi italiani che sono fuorilegge.

AUTORE
Che succede? Allarme polveri sottili.
Quindi? Targhe alterne, blocchi del traffico e  domeniche ecologiche nel corso del 2005. Risultato?

ALBERTO FIORILLO-Legambiente
Il 2005 la situazione non cambia granchè, aggiungiamo 2 città, diventano 26 quelle che superano il limite giornaliero.

AUTORE
E allora nel 2006?

TG UNO
E’ ancora alto il tasso di inquinamento in molte città.

TG3 REGIONALE – LOMBARDIA
Continuano le limitazioni del traffico a Bergamio e Varese.

TG3 REGIONALE – LAZIO
Domani auto ferme a Roma e a Frosinone.

TG3 REGIONALE – LOMBARDIA
Sono bastati dueu gioni di sole e bel tempo per archiviare la neve e riportare l’inquinamento a livelli preoccupanti.

AUTORE
Tutto daccapo: allarme polveri sottili, Pm10 alle stelle, complice il bel tempo, forse è colpa dei saldi. E i sindaci delle città, che hanno la responsabilità anche penale della salute dei cittadini, appena possono bloccano il traffico e ci riprovano con le targhe alterne. Risultato?

ALBERTO FIORILLO-Legambiente
C’è da dire che una minima nota positiva si registra perchè sono diminuiti i giorni di superamento delle polveri sottili in alcune città.

AUTORE
Torino 77 giorni di superamento, Milano 64, Roma 45, si guadagnano tre giorni rispetto all’anno precedente certo, ma l’anno non è ancora finito e siamo ben oltre il limite dei 35 giorni che fissa la direttiva europea. E se pensiamo che la direttiva nella fase 2 quei 35 giorni da non superare non superare, al 1 gennaio 2010 li porta a 7, significa che in tutto il 2009 possiamo superare la soglia consentita solo per 7 giorni.
Arrivati a questo punto, abbiamo capito che si ferma il traffico qualche giorno l’anno e succede poco e niente, perchè?

MICHELE GIUGLIANO-Dip. Ingegneria ambientale Politecnico Milano
Quello che riduco è l’emissione sul marciapiede del contributo della macchina che se prima passava, adesso non passa, quindi sul marciapiede mi mancherà quel piccolo contributo che da’ il traffico locale ma chiaramente i contributi secondari che arrivano da lontano e tutta la polvere emessa magari a 10 20 km più in là, mi occupa immediatamente, rimescolandosi in atmosfera mi riporta su le concentrazioni.

AUTORE
Quindi si spengono gli inquinanti primari, cioè si ferma il traffico per un giorno, e i secondari, emessi nei giorni precedenti, continuano a fare il loro lavoro.

MICHELE GIUGLIANO-Dip. Ingegneria ambientale Politecnico Milano
E’  come se noi avendo a disposizione una spiaggia con una sabbia molto secca, togliamo un secchio di sabbia, in un punto lo preleviamo, quindi creiamo una specie di buco ma questo buco non rimane effettivamente tale ma viene immediatamente invaso da quella che è la sabbia circostante che poi nel caso specifico è l’inquinamento che viene emesso nelle aree circostanti.

AUTORE
E se pensiamo che i blocchi del traffico, nel Nord Italia, nella Pianura padana sono addirittura più intensi e non succede niente lo stesso allora vuol dire che c’è qualcosa che non và nel sistema. Enea di Bologna. Qui c’è un modello di simulazione dell’inquinamento nazionale.

GABRIELE ZANINI-Enea Bologna
La Pianura padana in effetti è come un bacino, una bacinella, perchè è riparata a nord da un arco alpino estremamente importante e quindi è come se io continuassi a fumare in una stanza senza aprire mai le finestre.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Mettiamo che la stanza chiusa dove tutti fumano sia la Valpadana, uno solo decide di smettere di fumare, per capire l’effetto che ha andiamo a Parma. C’è un assessore che amministra Ambiente e Mobilità che dice: “La nostra politica del traffico non si batte, spendiamo un sacco di soldi per togliere automobili inutili dalla circolazione e ci abbiamo lo stesso le polveri sottili”.
Come mai?

AUTORE
Non si da pace l’assessore, non gli bastano le centraline dell’Arpa, l’agenzia regionale dell’ambiente, per misurare l’inquinamento e ne fa mettere delle altre un pò qui, un pò là: le mette in periferia, nei pressi dell’autostrada, insomma spera di pizzicare chi gli scarica addosso quelle polveri: è il 17 febbraio.
Noi intanto verifichiamo come a Parma, se vuoi, puoi fare a meno dell’automobile.
Cominciamo dal deposito degli autobus. Sono le 6.30 di mattina.

FRANCESCO LOSI-Tep Parma
Stanno partendo le vetture per il servizio di trasporto happy bus.
E’ il servizio di trasporto scolastico gestito dall’azienda di trasporti locale, ogni mattina partono 42 vetture dalle 6.30 fino alle 7.30 per trasportare tutti i giorni circa 1400/1500 bambini.

AUTORE
1500 bambini che tutte le mattine vanno a scuola e ritornano a casa, se fossero i genitori ad accompagnarli, considerando più di un bambino per macchina, farebbero perlomeno 2000 viaggi in auto al giorno invece che 84 viaggi di bus dato che ci pensa il comune.
Quindi via 2000 macchine al giorno dalle strade.
Siamo sempre a Parma ore 9.00 del mattino.
Parcheggio di scambio vicino l’autostrada, ce ne sono altri 4 intorno la città.

DONNA 1
Si lascia qui la macchina, si prende un biglietto alla macchinetta distibutrice, costa 1 euro e il biglietto vale tutta la giornata.

AUTORE
Quindi praticamente non arriva con la macchina in città, dentro Parma?

DONNA 2
No assolutamente, non ci penso nemmeno.    

DONNA 3
Sono tranquilla per la macchina e non rischio multe e poi giro tutto il giorno con 1 euro.

AUTORE
Quindi il parcheggio è gratis e con 1 euro arrivi dentro Parma, giri per tutto il giorno e ritorni indietro.
Una media di 500 auto a parcheggio, per 5 che ce ne stanno, fanno 2500 auto al giorno. Quindi tra andata e ritorno si eliminano altri 5000 spostamenti.
Parma città. Sono le 9.30 di mattina, il traffico è fluido in effetti.
La zona pedonale nel centro storico è vasta, niente auto.
Piste ciclabili, biciclette comunali che puoi prendere quando ti pare con una carta magnetica.

UOMO1
Avere un punto nel quale poter prendere un mezzo pubblico, con l’idea di non dover aspettare un autobus e avere una bicicletta sempre a disposizione è veramente comodo.

AUTORE
Poi incentivi per rottamare motorini inquinanti e avere in cambio una bici.

CLAUDIO SCIPIONI-commerciante
In un anno 300 in più, in percentuale potrebbe essere il 60 per cento in più.

AUTORE
E alle fermate di autobus paline intelligenti, come le ha chiamate l’assessore.

AUTORE
E’ puntuale... 12

DONNA 4
e 52...

AUTORE
E’ puntuale allora?

DONNA 4
Sì.

AUTORE
L’8 arriva alle 12.52
E la sera il bus a chiamata.
Nel senso che lo chiami, ti metti d’accordo sull’orario, e lui ti dice dove aspettarlo. Proviamo.

OPERATORE INFORMAZIONI AUTOBUS
20.35 Vimine 38

AUTORE
Quindi questa sera io non ho preso l’automobile e il bus non ha girato a vuoto.
Sulle polveri sottili invece che ci dicono le nuove misurazioni?

PIETRO VIGNALI-Assessore Ambente e Mobilità Comune di Parma
Noi abbiamo misurato facendo proprio un esame analitico di quant’è il contributo dell’autostrada sull’inquinamento urbano, abbiamo visto che è come un’altra città.
Cioè il fatto che Parma è attraversata per 14 km dall’autostrada del Sole è come se noi avessimo un’altra città confinante con la nostra e quindi che produce lo stesso livello di polveri di una città intera, con tutto quello che si muove in una città. Allora anche qua è chiaro che non si può pensare che i sindaci vengano messi con le spalle contro il muro e soprattutto che abbiano loro la responsabilità di risolvere un problema che non compete solo a loro, perchè anche la chiusura delle città, quando poi queste città sono attraversate da delle autostrade in cui passano migliaia e migliaia di macchine e di camion che scaricano tonnellate di polvere.

AUTORE
Riduci il traffico in una zona appunto, e nemmeno per un giorno solo,  e intanto quello pesante delle merci, ti cammina vicino correndo sull’autostrada.

GABRIELE ZANINI-Enea Bologna
Quelle che vedete animarsi durante il corso della giornata  e  illuminarsi di colori accesi sono la trama delle autostrade che percorrono il nord Italia.
Sicuramente il peso del traffico autostradale in un bacino come questo è estremamente importante.

AUTORE
E allora qual è la soluzione?

REPERTORIO PORTOBELLO
Il passo del Turchino signori
Spianare il passo del Turchino.
Mi scusi
Prego, prego tanto io non ho fretta.
Lei che cosa intende: spianare il passo del turchino?
Abbasssarlo fino al livello del mare. Primo per una legge fisica automaticamente l’aria contenuta nella Val Padana poiché si muove si muove in senso orizzontale stratificato, si mette in movimento in quanto c’è un entrata e un uscita o viceversa.
Mi piace perché non ha dubbi lei?
Non ho dubbi.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Il problema è quello lì ma il passo del Turchino non si può buttare giù. Bisognerebbe fare quello  che la Commissione Europea ci aveva detto di fare 10 anni fa, ci aveva dato anche una scadenza : entro il 2003 presentare progetti veri. Per esempio fare cose come fanno a Parma, ma anche Ferrara e in pochissimi altri comuni. Invece  sono targhe alterne.
Senza una politica di sistema, una strategia complessiva non cambia nulla, aumentano solo I danni alla nostra salute.  L’imputato, dice lo studio della Commissione Nazionale Emergenza Inquinamento Atmosferico, è per il 49% il  traffico.
Il settore dei trasporti quindi da solo pesa per la metà.
Quindi bisogna aumentare l’offerta di trasporto pubblico e diminuire quello privato. Invece aumenta quello privato dal 1990 al 2003 più 31,5% appunto. E questo è il problema.

AUTORE
Milano, le 7 e 30 di mattina di un giorno feriale. E’ sempre così. La città fa 1.300.000 abitanti, poi c’è quasi un altro milione di persone che tutti i giorni arriva da fuori, per lavorare.
La maggior parte abita nei comuni vicini, potrebbe prendere il trasporto pubblico per andare in città e invece no.

UOMO IN MACCHINA
E’ meglio venire a piedi!

AUTORE
Perchè?

UOMO IN MACCHINA
Perchè? Perchè ci metti meno!

AUTORE
E invece un mezzo pubblico, tipo la ferrovia?

UOMO IN MACCHINA
Il mezzo pubblico e la ferrovia sono scomodi!

AUTORE
E’ più comoda la macchina o i mezzi pubblici?

DONNA IN MACCHINA
La macchina perchè sono con i tempi ristretti, con i mezzi pubblici ci si mette troppo tempo.

UOMO MACCHINA 2
Si rischia di arrivare in ritardo, perdere le corse, insomma non ne vale la pena.

AUTORE
Vediamo se hanno ragione. Paderno Dugnano, un altro giorno feriale, sempre le 7.30 di mattina. Prendiamo un treno delle Ferrovie Nord per Milano, sentiamo i pendolari.

PENDOLARE 1
Ci sono sempre problemi sul lavoro perchè praticamente io arrivo sempre in ritardo. Il datore di lavoro capisce ma capisce fino a un certo punto, giustamente.

PENDOLARE 2
Siamo trattati come i cani, uno ammucchiato dietro l’altro...

PENDOLARE 3
Quelli della regione? Sono venuti una volta in primavera, hanno detto che a dicembre venivano fuori i treni nuovi, ma quando?

PENDOLARE 4
Spesso sono costretta a dovermi giustificare sul posto di lavoro perchè non sono in orario. Ormai sono costretta già da un pò di tempo a dover anticipare l’uscita di casa di mezz’ora per poter essere in orario al lavoro.

PENDOLARE 5
Sono linee dimenticate

PENDOLARE 6
Anticipo di un treno.

AUTORE
E arriva puntuale?

PENDOLARE 6
E arrivo puntuale.

AUTORE
Le costa sacrifici?

PENDOLARE 6
Eh... certo!

AUTORE
Insomma non si fidano del treno e se il treno desse meno bidoni ai passeggeri ci sarebbero meno macchine sulle tangenziali e in città, questo è sicuro.
E allora vogliamo capire dove sta il problema.

MARCO PIURI-Direttore generale Gruppo FNM
Una delle cause del ritardo è il fatto che noi sovraccarichiamo la rete.
Cioè per tentare di rispondere alla domanda mettiamo in campo tutta la flotta che abbiamo, facciamo un’offerta di treni che non lascia margini in termini di recupero per qualsiasi tipo di crisi o di piccolo disservizio che si crea.
Quindi una carenza dal punto di vista infrastrutturale. Ci sono stati almeno dai 20 ai 30 anni in cui gli investimenti e le risorse non sono state messe su questo settore. Negli ultimi 10 15 anni è ripreso l’investimento su questi settori ma non in maniera sufficiente, al punto che se si prendono, diciamo, orizzonti di 10 15 anni si vede che paradossalmente in termini reali gli investimenti sul settore pubblico locale sono addirittura diminuiti.

AUTORE
Monaco di Baviera. Qui gli investimenti sul trasporto pubblico non sono mai diminuiti. Siamo nel passante, la galleria sotto la città dove arrivano e partono i treni dell’area metropolitana, la S Bahn. S1 è partito, dietro c’è S5 a 2 minuti.
Un treno ogni 2 minuti per direzione fa 60 treni l’ora nel passante e la possibilità di prendere un treno ogni 10 minuti per qualsiasi località intorno Monaco.
Passante di Milano, stessa situazione.

ANDREA DEBERNARDI-Ingegnere Trasporti
Ci sono anche diverse soppressioni di treni. Quando c’è  un treno ogni mezz’ora per ciascuna destinazione, sopprimerne uno vuol dire andare ad avere un treno ogni ora che significa non riuscire a competere con l’automobile. Se fossimo a Monaco adesso starebbe arrivando un altro treno.

AUTORE
Ancora Monaco di Baviera, stazione di Trudering, fuori città. 7.30 del mattino.
Prendiamo un treno verso Monaco e sentiamo i pendolari.

PASSEGGERO  TRENO MONACO 1
I treni passano ogni 10 minuti e i collegamenti sono abbastanza buoni.

PASSEGGERO  TRENO MONACO 2
Sì ho una macchina ma la uso solo nel fine settimana.

PASSEGGERO  TRENO MONACO 3
Qualche ritardo solo se nevica tantissimo se no va molto bene.

PASSEGGERO  TRENO MONACO 4
Mi è successo di arrivare in ritardo 2 3 volte l’anno ma con la macchina succederebbe molto più spesso.

PASSEGGERO  TRENO MONACO 1
Posso leggere, sono rilassato, non ci sono file, posso lavorare.

PASSEGGERO  TRENO MONACO 2
Non c’è bisogno  di miglioramenti, abbiamo un treno ogni 10 minuti e sono molto contenta. Tutto a posto.

AUTORE
A questo punto saliamo su un taxi.
E’ orario di chiusura di uffici e fabbriche, e andiamo a controllare le tangenziali, i ring li chiamano a Monaco. C’è un pò di traffico sì, ma si cammina. E’ sempre così?

INTERVISTA TAXISTA
Il traffico è molto fluido, giusto in pochi momenti della mattina e della sera c’è la fila ma non ci sono difficoltà. E’ veramente facile guidare sulle tangenziali.

AUTORE
Diciamo che una buona parte dei pendolari a quest’ora è sui treni per il semplice fatto che i treni non gli danno bidoni. E come si fa a non dare bidoni ai passeggeri? A dargli la possibilità di poter scegliere tra tanti treni uno dietro l’altro?

HORST STAIMER-Portavoce S-Bahn Monaco
Le due condizioni fondamentali per arrivare a questo tipo di frequenza sono:
un sistema di controllo elettronico che abbiamo messo a punto e un sistema di interazione tra linea e treni. Questo vuol dire che treno e rete dialogano in modo che i treni possano viaggiare in sicurezza l’uno vicino all’altro con un sistema di controllo elettronico.
Per aumentare la capacità della S Bahn di Monaco è stato rinnovato completamente tutto il materiale rotabile, tutti i treni vecchi sono stati venduti o rottamati.
Noi ora a Monaco viaggiamo solo con materiale nuovo e omogeneo.

AUTORE
E i passeggeri di Milano un giorno potranno viaggiare anche loro su materiale nuovo e omogeneo?

MARCO PIURI-Direttore Generale Gruppo Fnm
Un rinnovo significativo delle flotte davvero richiede una fortissima iniezione di risorse pubbliche e oggi, purtroppo, sappiamo quali sono le condizioni della finanza pubblica; l’altro dato è quello di fare scelte di sistema che vadano in questa direzione.
La necessità di spostare persone e passeggeri dalla strada al ferro è una delle priorità che ci si deve dare spesso vengono fatte affermazioni di questo tipo in varie sedi per la verità, lo dicevamo prima rispetto alle risorse, poi per una serie di ragioni non ci sono scelte sempre coerenti e conseguenti a queste affermazioni di principio.

AUTORE
Il principio cioè di favorire il trasporto pubblico a quello privato, perchè le automobili creano congestione, nelle città non c’è più spazio; perchè le automobili inquinano, bisogna abbattere le polveri sottili. E raccontata così la storia, si è sempre tutti d’accordo.
Vediamo che cosa succede a Milano.
Formigoni, il presidente della regione Lombardia per combattere l’inquinamento, tra l’altro, pensa al  road pricing, cioè un bel biglietto d’ingresso in città per le automobili giusto per scoraggiarle, Albertini è d’accordo per farlo a Milano. Quindi sul principio di allontanare le automobili dalla città l’accordo c’è. Ma poi succede che negli spazi della ex Fiera, la zona 8, sorgeranno tre grattacieli: tre torri, alte quasi 300 metri, pensate per 5000 persone più altri spazi per residenze e attività culturali per una capacità di 15000 persone in tutto: un paese praticamente. E come si arriverà in questo paese?
E il problema è proprio questo.

ENRICO FEDRIGHINI-Consigliere Zona 8 Milano
Ebbene noi avevamo proposto che tutti gli oneri di urbanizzazione con una quota quindi di capitale privato, con una quota di capitale pubblico venissero investiti per potenziare la mobilità pubblica, potenziare e creare nuove linee di trasporto pubblico di accesso  a questo nuovo quartiere fieristico e alla parte dismessa dell’ex recinto fieristico che oggi non esistono.

AUTORE
Una richiesta all’amministrazione della città di usare i soldi degli oneri di urbanizzazione per creare linee di trasporto pubblico per accedere a questo paese di 15000 persone, come l’abbiamo chiamato.
Fermiamoci un momento con Milano e vediamo un altro grattacielo, uno solo questo, ma sempre per 15000 persone, residenze, uffici, attività culturali.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Le tre torri vengono costruite in una zona dove i mezzi che ci sono oggi non saranno in grado di trasportare le 15000 persone. La  soluzione proposta è quella di usare i soldi che arrivano dagli oneri di urbanizzazione per incrementare il trasporto pubblico, il comune ha detto che era d’accordo, si doveva fare una nuova linea metropolitana e per ora c’è lo studio di fattibilità, i soldi  sono stati utilizzati per fare un tunnel a 4 corsie che porterà li il traffico dalle autostrade. E questo mentre il Ministero per l’ambiente mette in piedi una Commissione Nazionale Emergenza Inquinamento Atmosferico,paga consulenti per dire la cura è il potenziamento del trasporto pubblico. Ma anche basta camion in città a distribuire le merci. In che modo? . Come fanno a Vicenza per esempio.

AUTORE
Sorgerà in pieno centro a Londra. E’ un‘immagine virtuale questa, sta nello studio di Parigi di Renzo Piano, è lui il progettista.
Gli abbiamo chiesto se questa struttura non creerà problemi di congestione da traffico.

RENZO PIANO-Architetto
La torre è nata lì, proprio perchè a questo punto essendoci 6 linee ferroviarie che legano Londra con tutta la sua periferia, essendoci 2 linee metropolitane che sono la Jubilee line e la Northern line, essendoci 20 linee di autobus, evidentemente a questo punto il sindaco di Londra ci ha chiesto che diventasse il manifesto di come si può densificare la città, renderla ancora più interessante, più viva, senza necessariamente aumentare il traffico privato. Quindi questa torre è, con tutto il progetto che è grandissimo, sono 200.000 m2, in realtà prevede 43 posti auto, più 2, sono 45 posti auto. Sono sostanzialmente per gli handicappati, sono per le emergenze. Non ci sono posti auto perchè non servono, l’edificio è concepito in una visione della città che si basa sul trasporto pubblico.

AUTORE
Non ci sono posti auto perchè non servono, c’è il trasporto pubblico, ha detto Renzo Piano.
Milano. Prof. Gianpaolo Corda, consulente per la mobilità del progetto, chiamato City life, delle tre torri.

GIANPAOLO CORDA-Urbanista Politecnico Milano
Sono previsti posti auto?

GIANPAOLO CORDA-Urbanista Politecnico Milano
Abbiamo una dotazione piuttosto importante di circa 8600 posti auto garantiti in sottosuolo.

AUTORE
8600 i posti auto. Adesso vediamo come ci si arriva.

GIANPAOLO CORDA-Urbanista Politecnico Milano
Il flusso delle automobili viene intercettato dallo svincolo di Fiorenza, quindi dal sistema delle autostrade di Torino, Como, Varese e Venezia, riportato verso l’interno della città e scambiando prima con il sistema fiera poi con l’area di trasformazione, quindi con le aree di City life garantirà una ripartizione almeno pari al 50% con il sistema della via Scarampo, quindi cambierà radicalmente questa parte della città.

AUTORE
Cioè praticamente questo tunnel e questa maniera di incanalare il flusso delle automobili non esisteva prima, cioe si è creato un nuovo canale...

GIANPAOLO CORDA-Urbanista Politecnico Milano
Sì è creato un nuovo canale interrato, una strada a 4 corsie fino a Largo Teodorico, che è già in corso di appalto, quindi siamo tranquilli da questo punto di vista. La cosa più significativa per noi è che l’amministrazione ha già sviluppato il progetto del proseguimento di questo tunnel fino all’altezza del contesto della vecchia fiera.

AUTORE
Quindi riemergeranno lì le automobili?

GIANPAOLO CORDA-Urbanista Politecnico Milano
Riemergeranno lì le automobili.

AUTORE
Quindi praticamente una nuova direttrice, un nuovo canale che non esisteva e che porterà migliaia di automobili verso il centro.

TRASPORTATORE
Io ci perdo perchè parto dalle mura S. Biagio e mi devo gestire tutto quanto il centro di consegne.

 AUTORE
Vicenza centro storico. Questo signore è molto arrabbiato con il sistema di distribuzione delle merci della città di Vicenza. Non può più portare il suo camion in centro. Un altro sistema per consegnare le merci c’è ma non gli va, piuttosto i pacchi li porta a piedi.

TRASPORTATORE
Questa cagata è una rottura di coglioni per colpa sua.

CLAUDIO CICERO-Assessore Mobilità Comune di Vicenza
Volevamo dire basta all’autostrada di mezzi inquinanti che entravano costantemente nel centro storico e quindi con un carico di inquinamento notevole per un centro che non era di certo adatto al transito di tutti questi mezzi e quindi abbiamo proprio dato uno stop. Abbiamo detto adesso smettiamo questo tipo di attività e cerchiamo di poterla cerchiamo convertire in un’attività pulita.

AUTORE
L’attività pulita è questa: i camion non entrano in centro. E allora?
I corrieri consegnano la merce in un deposito alla periferia della città.
In termine tecnico si chiama piattaforma logistica: è una società mista comune di Vicenza e associazioni di categoria.

CAMIONISTA
Io ho finito tutto e quindi... adesso si arrangiano loro.

AUTORE
Il lavoro della piattaforma consiste poi nel ricomporre i carichi di merce per zone di consegna.
Questo dove va?

UOMO SMISTAMENTO MERCI
Questo va alla zona zero.

AUTORE
Alla fine si carica solo su camion elettrici che non inquinano.

UOMO SMISTAMENTO MERCI
Elettrico, tutto elettrico qui abbiamo.

AUTORE
Gli unici autorizzati ad entrare nel centro storico.
Insomma la logistica, come c’è scritto nelle priorità d’intervento dello studio sull’emergenza inquinamento atmosferico. C’è solo scritto, perchè le merci nelle città italiane generalmente viaggiano in un altro modo. Così come c’è scritto  intermodalità che praticamente significa far camminare il meno possibile i camion e di più i treni. Come il treno delle argille per esempio. La materia prima, l’argilla appunto, arriva via mare a Ravenna.

GIUSEPPE RIZZO-Sapir Ravenna
Questa è una nave che è arrivata oggi da Mariupol che è un porto dell’Ucraina, dove si imbarca appunto l’argilla.

AUTORE
Viene caricata sul treno e un bel po' di camion in meno per 150 km fino allo scalo di Dinazzano, vicino Reggio Emilia. Poi l’argilla viene caricata sui camion e solo poca strada per consegnarla alla fabbrica e far partire poi le piastrelle, il prodotto finito. Sempre col treno, s’intende.

LANFRANCO FRADICI-Presidente Dinazzano Po
Ciò che facciamo con la ferrovia e il trasporto su gomma noi riusciamo oggi a togliere dalle strade circa 80.000 camion all’anno.

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E nemmeno questo sistema di trasporto, intermodale si chiama, lo troviamo su scala nazionale, nemmeno questo.
C’è poi o ci dovrebbe essere la figura del mobility manager, il responsabile della mobilità aziendale, un altro consiglio che leggiamo sempre nello studio sull’emergenza inquinamento atmosferico. Il mobility manager, comunque, viene istituito con un decreto del 1998 del Ministero dell’Ambiente per occuparsi degli spostamenti casa lavoro, al fine di ridurre l’uso del mezzo privato.
Il Ministero dell’Ambiente ha un mobility manager?

BRUNO AGRICOLA-Direttore generale Ministero dell’Ambiente
Sì, diciamo che ultimamente l’abbiamo istituito, abbiamo anche cercato...

AUTORE
Ultimamente, però il decreto è del ’98?

BRUNO AGRICOLA-Direttore generale Ministero dell’Ambiente
E sì, diciamo che il Ministero dell’Ambiente in generale non è che ha mai brillato per tempestività, anche sul risparmio energetico abbiamo qualche ritardo.

AUTORE
La regione Veneto, che lei sappia, ha un Mobility manager?

GIANCARLO CONTA-Assessore all’Ambiente Regione Veneto
Sì, c’è un piano regionale, tra l’altro ci sono già dei cantieri partiti, per esempio la metropolitana di superficie Venezia, Padova, Treviso è una realtà, è già cantierabile, quindi sono risposte concrete che si danno sul fattore trasporti.

AUTORE
Io intendevo dire un manager aziendale per la mobilità, per gli impiegati.

GIANCARLO CONTA-Assessore all’Ambiente Regione Veneto
Ma... mi sembra che il mio collega Chisso abbia nelle proprie strutture chi si occupi di infrastrutture e trasporti e abbia al proprio interno una struttura che si occupi esclusivamente di questa parte.

AUTORE
Però se non lo sa evidentemente non è una figura importante per la regione Veneto, è la persona che dovrebbe organizzare la mobilità delle persone.

GIANCARLO CONTA-Assessore all’Ambiente Regione Veneto
Sì, sì... diciamo che in questi termini non c’è.

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La regione Campania ha un mobility manager?

LUIGI NOCERA-Assessore all’Ambiente Regione Campania
Mi faccia comprendere perchè voglio dire con una questione...che io ritengo che attraverso la mia struttura, il mio capo area, insieme con le altre strutture devono confrontarsi sul problema, non abbiamo quello che lei ha chiesto, ho una struttura organizzata come è organizzato.

AUTORE
Poi da fuori campo i collaboratori dell’assessore cercano di suggerirgli la risposta.

LUIGI NOCERA-Assessore all’Ambiente Regione Campania
Che significa prima di tutto mobility manager?

AUTORE
Insomma o non c’è o manco sanno che cosa sia.
St Microelettronics, stabilimento di Agrate, tra Milano e Brescia.
Qui il mobility manager esiste e fa il suo mestiere: scoraggia 4400 impiegati che provengono da 100 località diverse a usare l’automobile, praticamente favorisce gli spostamenti casa lavoro. Come?
25 autobus navetta come questa che prelevano i dipendenti da stazioni di treno e metropolitane e li portano in azienda.
Per gli abbonamenti ai mezzi pubblici ci pensa sempre lui: 50 % di sconto e la comodità di prenderli direttamente sul posto di lavoro.
E per il resto degli impiegati che non riesce a rientrare nel sistema mezzo pubblico/navetta, guai ad arrivare in azienda uno per macchina. Il mobility manager studia vicinanze di case e orari dei dipendenti e li incoraggia a prendere l’auto in gruppo.

UGO CARDAMONE-Mobility Manager St Microelettronics
Ecco qui vediamo un esempio: “Ciao sarei interessato a sapere se ci sono alcuni colleghi che fanno il mio percorso”.
Sostanzialmente sono circa mille le auto che noi abbiamo eliminato ogni giorno. Da un punto di vista dell’impatto ambientale noi abbiamo fatto anche una stima: sono circa 5 tonnellate al giorno in meno di anidride carbonica.

AUTORE
Mille auto e 5 tonnellate di anidride carbonica eliminate ogni giorno sono una bella cifra.
Ma quanti sono i mobility manager in Italia?

LORENZO BERTUCCIO-Direttore Scientifico Euromobility
Dovrebbero essere circa 3600 i mobility manager distribuiti su tutto il territorio nazionale.

AUTORE
E invece quanti ce ne sono?

LORENZO BERTUCCIO-Direttore Scientifico Euromobility
Ce ne sono poco più di 600.

AUTORE
 E di questi 600, quelli effettivi?

LORENZO BERTUCCIO-Direttore Scientifico Euromobility
Quelli effettivamente operativi, che hanno anche prodetto dei risultati sono non oltre 50  i 60  a nostro avviso.

AUTORE
Ma quanto è stato destinato all’Ambiente nel 2006?

BRUNO AGRICOLA-Direttore Generale Ministero dell’Ambiente
Al 2006 come purtroppo tutti gli altri ministeri i soldi sono molto limitati, per la politica della qualità dell’aria noi abbiamo 70 milioni di euro.

AUTORE
Quanti ce ne vogliono?

BRUNO AGRICOLA-Direttore Generale Ministero dell’Ambiente
Ce ne vorrebbero 1000 milioni rispetto a 70 milioni, quindi stiamo a un decimo, meno di un decimo delle necessità.

AUTORE
E con questo tipo di investimento ce la si fa comunque a raggiungere l’obiettivo che ci dà la Commissione europea per il 2010?

BRUNO AGRICOLA-Direttore Generale Ministero dell’Ambiente
No, assolutamente no.

AUTORE
Intanto il 10 Aprile 2006 la Commissione Europea ha notificato all’Italia il parere motivato per la procedura d’infrazione.
Abbiamo violato gli art. 8 della direttiva 96/62 e 4 e 5 della direttiva 99/30.
Insomma la Repubblica italiana è venuta meno agli obblighi previsti e ci invitano a prendere le disposizioni necessarie per conformarsi al presente parere motivato, entro due mesi dal ricevimento del medesimo. 
Bruxelles 4 Aprile 2006. Praticamente a giugno: ci siamo.
Siamo venuti a vedere adesso che cosa ci fanno.
Siamo sotto procedura d’infrazione?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
Per quanto riguarda i piani sì.

AUTORE
E perchè?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
Siamo già alla seconda fase, l’infrazione comincia con una lettera di messa in mora, prima fase.

AUTORE
E l’avete inviata ?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
L’abbiamo individuata a luglio 2004.
Dopo di che l’Italia o uno stato membro ha l’opportunità di fornire informazioni supplementari per dire: “Commissione non avete ragione perchè abbiamo fatto delle cose e bisogna tener conto di una situazione ecc. ecc.”

AUTORE
E le avete ricevute?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
Abbiamo ricevuto qualcosa ma se non abbiamo ricevuto dei piani!

AUTORE
Come se non abbiamo ricevuto dei piani? Intanto sappiamo che la regione Campania il piano l’ha inviato. Ce l’ha detto  l’assessore all’ambiente nell’intervista di un mese prima.

LUIGI NOCERA-Assessore all’Ambiente Regione Campania
Credo che la regione Campania sia stata una delle prime a presentare questo piano come regione.

AUTORE
A chi è stato presentato il piano?

LUIGI NOCERA-Assessore all’Ambiente Regione Campania
Il piano è stao presentato prima di tutto all’approvazione della giunta regionale e poi comunicato alla commissione...e demandato al consiglio regionale e dopodicchè è stata data anche la comunicazione alla Commissione europea per dire che la regione si era attivata su questa materia che è una materia delegata da parte della Commissione europea.

AUTORE
Riformulo la domanda allora: “Fino a oggi quante e quali regioni italiane hanno presentato un piano di risanamento della qualità dell’aria?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
Abbiamo ricevuto 5 piani: Umbria, Piemonte, Veneto, Lombardia e Provincia autonoma di Trento.

AUTORE
E basta?
E la regione Campania, ve lo ha inviato il piano?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
La regione Campania? No, non l’abbiamo ricevuto il piano.

LUIGI NOCERA-Assessore all’Ambiente Regione Campania
Credo che la regione Campania sia stata una delle prime a presentare questo piano come regione.

AUTORE
Poi siccome al comma 17 del parere motivato sulla procedura d’infrazione leggiamo del caso del Veneto che il piano è palesemente inidoneo, che mancano la descrizione delle misure deliberate, il calendario di attuazione e che insomma non può essere considerato come piano, non ci tornano i conti perchè l’assessore all’Ambiente del Veneto nell’intervista di tre settimane prima ci ha detto di averlo fatto per bene il piano.

GIANCARLO CONTA-Assessore all’Ambiente Regione Veneto
Abbiamo indicato i tempi e le strategie individuate nei tre settori principali che sono fonte di inquinamento che appunto sono: il trasporto, il riscaldamento e le industrie dando anche i tempi che variano dai 10 ai 15 anni.

AUTORE
E allora chiedo spiegazioni.
E quello della regione Veneto come lo giudicate?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
Non posso dire evidentemente i dettagli ma ciò che abbiamo visto in questo piano è che ci sono delle misure che potrebbero essere applicate, potrebbero.
A noi sembra un elenco di cose piuttosto che delle misure specifiche per combattere la cattiva qualità dell’aria.

AUTORE
A oggi per quanto riguarda le tematiche ambientali siamo sotto procedura di infrazione.

GIANCARLO CONTA-Assessore all’Ambiente Regione Veneto
E’ vero. L’abbiamo detto prima, siamo partiti tardi, abbiamo sottovalutato probabilmente il problema, probabilmente avevamo problemi più urgenti da risolvere e che sono magari quelli che non dico che fanno più opinione ma...

AUTORE
Se la Corte di Giustizia Europea ci condanna quanto dovremo pagare?

BARBARA ELFFERICH-Portavoce Commissario Ambiente Commissione Europea
Bisogna tener conto della gravità, perchè in questo caso si tratta della salute delle persone e il modulo che ci dà la possibilità di dire questa è una multa efficace deve necessariamente tener conto della gravità e la volontà degli Stati di fare qualcosa. Si comincia da 20 milioni di euro ma la multa può diventare di più di 20 milioni, molto di più.

MILENA GABANELLI IN STUDIO
Fossero anche cento i milioni di euro da pagare , conviene perché per finanziare i Piani di risanamento dell’aria ce ne vogliono molti di più, e allora conviene pagare le multe. Molti assessori  mandati all’ambiente nonostante la loro costituzionale incompatibilità. Ma tanto non devono rendere conto, perché manca la politica di governo. Le finanziarie vanno sempre a tagliare sull’ambiente, lasciano gli spiccioli per produrre studi che tanto nessun o rispetta. Su nessun certificato verrà mai scritto : deceduto per inquinamento atmosferico.
A proposito, con il caldo adesso arriverà l’allarme ozono. Qualche servizio in coda ai tg dirà : "anziani e bambini non uscite di casa!".

Fonte: http://www.report.rai.it/R2_popup_articolofoglia/0,7246,243%255E1067123,00.html