Il dibattito sul rigassificatore a Taranto



Riportiamo due articoli relativi al progetto di rigassificatore a Taranto. Per altre informazioni cliccare su http://www.tarantosociale.org


Dateci i piani di emergenza
(da TarantOggi del 3 maggio 2006)

L’incidente verificatosi l’altra notte alla Raffineria Agip deve indurre a profonde riflessioni (1). Fortunatamente la fuoriuscita di gasolio non ha avuto conseguenze gravi, ma è un segnale d’allarme che non può essere sottovalutato.
Una forte iniziativa istituzionale sulla sicurezza degli impianti nell’area industriale non può non essere il pilastro di una politica di relazioni che metta in cima alle preoccupazioni la tutela della città e dei cittadini rispetto ai rischi provenienti dalla grande industria. Troppe volte, forse, l’attenzione incentrata sull’Ilva ha fatto dimenticare la portata inquinante e di rischio di altre grandi realtà industriali del territorio, l’Agip fra queste.
Altro aspetto, strettamente legato al primo, è quello dei piani di emergenza. Il nuovo prefetto Francesco Alecci nel giorno del suo insediamento promise di stringere i tempi per dotare la città di quel piano di emergenza, previsto per legge, che dovrebbe scattare in caso di incidente rilevante. Alcuni adempimenti sono stati già compiuti, assicurarono i suoi collaboratori. L’incidente alla Raffineria rimarca la necessità di predisporre e far conoscere al più presto i piani d’emergenza, compreso quello per gli incidenti nucleari connessi alla presenza della nuova stazione navale.
La perdita di gasolio per la vetustà dei serbatoi della Raffineria, ci ricorda brutalmente che Taranto è stata dichiarata città a rischio di incidente rilevante e che di impianti a rischio nell’area industriale ce ne sono già nove. Queste circostanze impongono una maggiore cautela nel considerare la possibilità di insediare un decimo impianto a rischio: il rigassificatore. Senza generare allarmismi, ma anche senza le superficialità al limite dell’irrisione percepite in alcuni interventi pro-rigassificatore. Soprattutto, vorremmo che a decidere fosse la città. Subire scelte altrui solo per assecondare interessi particolari o per obbedire a logiche di partito sarebbe oltraggioso.
Intanto ci limitiamo ad osservare che dal dibattito sono scomparsi proprio i partiti. Sempre pronti ad inondare le redazioni di interventi su ogni quisquilia, questa volta sul rigassificatore sembra piombato un cupo silenzio, appena smosso dalla giornata di studio sul piano energetico regionale. Vorremmo sapere con chiarezza: da Rifondazione ad Alleanza Nazionale, cosa ne pensano dell’ipotesi di insediare a Taranto il rigassificatore, per dire no al quale a Brindisi sono scese in piazza diecimila persone, con in testa sindaco e presidente della Provincia?

Enzo Ferrari

(1) Incubo esplosione a Taranto nell'area riservata all'impianto di rigassificazione
http://italy.peacelink.org/tarantosociale/articles/art_16161.html
Il serbatoio coinvolto nell'incidente era uno dei più vicini al punto in cui dovrebbe sorgere il rigassificatore


Rigassificatore, una scelta consapevole
(da TarantOggi del 5 maggio 2006)

Ho letto con piacere l’articolo di fondo apparso su TarantOggi del 3 maggio a firma di Enzo Ferrari.
Provo a capovolgere la logica delle tante note apparse sul rigassificatore a Taranto.
Queste note parlano del rigassificatore come fosse cosa di cui tutti sanno, su cui pare si discuta da tempo “con consapevolezza” e per cui ora occorre solo decidere…
Da quanto tempo si discute? Chi discute? Dove si discute? Con quale conoscenza del territorio si discute?
Questo è un vecchio sistema, non condivisibile, per cui scelte essenziali e vitali per i cittadini sono “indotte” e fatte percepire come inevitabili; così si piegano intelligenze e voglia di capire e le scelte diventano ineluttabili fatalità.
E’ fatale che l’Ilva spadroneggi nel sistema imprenditoriale e produttivo della città, nel porto; è fatale che pieghi le coscienze tanto da far accettare inquinamento ed insicurezza sul lavoro; è fatale che si muoia nella grande fabbrica, che i nostri giovani e meno giovani asserviscono intelligenze e professionalità, per mendicare un posto di lavoro.
E’ fatale che all’Agip si rischi il disastro.
Ciò non è fatalità. E’ incultura di classi politiche dirigenti che spesso lamentano (si fa per dire!) l’apatia dei cittadini di Taranto. Questa apatia, cresciuta nella “fatalità”, è funzionale a far passare decisioni patteggiate in gruppi economici e politici ristretti ed assunte altrove.
La VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) relativa al rigassificatore a Taranto, pare, sia stata depositata da Gas Natural presso gli uffici della Regione Puglia; questo studio, allo stato, non è conosciuto pubblicamente.
Bene, ci pare opportuno quindi cambiare strada!
Su temi di questa portata l’approssimazione non può essere consentita.
Poiché nel nostro Paese ci sono ricercatori, studiosi e professionisti disinteressati, capaci di garantire informazione corretta, varrebbe forse la pena di utilizzarli nella nostra città perché si esca da un’emergenza ambientale, sociale, culturale e politica.
E a decidere “con consapevolezza” per Taranto siano i cittadini di Taranto!... o no?

Edvige Grifoni Polidori
(della direzione provinciale Ds Taranto)