Ancora sulla vicenda Hidrochemical




ANCORA QUALCHE DOMANDA, PER ANDARE A FONDO
COGLIAMO L’OCCASIONE DI QUESTA BRUTTA VICENDA PER INVERTIRE LA ROTTA

Apprendiamo con favore la notizia che la magistratura ha aperto un’inchiesta per far luce sui controlli pubblici messi in atto in questa vicenda dello sversamento a mare dei rifiuti, ci aiuterà a ricostruire la vicenda e ad individuare eventuali responsabilità ed omissioni. Alle forze dell’ordine ed alla magistratura la nostra solidarietà ed il nostro sostegno.

Il loro lavoro ed impegno non devono però esimere gli enti che hanno responsabilità, in particolare Provincia ed Arpa, a chiarire alla cittadinanza tutti i particolari di questa vicenda allarmante. Per esempio, ci lascia un po’ perplessi la dichiarazione fatta dal Presidente della Provincia in occasione della conferenza stampa quando afferma “i dati ci erano noti … si è però ritenuto di non sovrapporre provvedimenti amministrativi all’inchiesta giudiziaria assolutamente riservata, al fine di non precludere gli esiti”. Cosa significa? Che pur sapendo dello sversamento si è lasciato che continuassero ad inquinare per quasi due anni senza muovere dito? La decisione di non intervenire è stata presa a seguito di una richiesta dei Carabinieri e/o della Procura oppure è stata una decisione autonoma della Provincia? E quando e da chi è stata presa? Ci permettiamo anche di chiedere: dopo che la Provincia autorizza uno scarico idrico industriale cosa succede, se ne disinteressa? E’ solo una pratica burocratica o c’è un addetto che si preoccupa degli effetti e di come viene gestito quello scarico? Ogni quanto viene aggiornato il censimento degli scarichi industriali? Inoltre, l’area interessata ha bisogno o no di essere bonificata? Quando, come e cosa si decide?

Colpisce che nel dibattito che si sta sviluppando sulla vicenda, non ci si interroghi per capire cosa avrebbe potuto prevenire questi fatti e quali sono gli impegni che sarebbe opportuno assumere per evitare che succedano in futuro. Pur avendo piena consapevolezza delle specificità di ogni problematica, riteniamo che ci siano due questioni fondamentali che puntualmente si ripresentano, vedi il caso Ilva, Risanamento Mar Piccolo, Bonifica delle aree contaminate, Piano di emergenza per direttiva Seveso, lo stesso progetto di rigassificatore …, e su cui varrebbe la pena lavorare.
Tutte queste questioni, infatti, alla base hanno in comune
1) l’assenza di  una rete di controllo del territorio
2) la mancanza di progettualità nel governo locale dei problemi ambientali.

Sul controllo è assolutamente fondamentale il ruolo dell’Arpa, anche se non sottovalutiamo il ruolo che possono svolgere Comune e Provincia, non necessariamente tramite la polizia ma con misure preventive. Quando parliamo di progettualità ci riferiamo non ai bandi di gara che spendono e distribuiscono un po’ di soldi, di cui anche si è parlato in questi giorni, ma alla progettualità politica che dovrebbe stare a monte dei finanziamenti, ad un’idea ragionata, condivisa e partecipata di che cosa si vuole fare per affrontare i gravi problemi ambientali di cui soffre il nostro territorio. A ciò si aggiunge l’indifferenza, se non a volte il fastidio, verso il contributo che le rappresentanze ambientaliste danno e potrebbero dare.

L’appello che rinnoviamo a tutti, istituzioni, politici, organi d’informazione, associazioni, singoli cittadini è che si colga questa occasione per avere uno scatto d’orgoglio, trovare le forzee le idee per invertire la rotta e cominciare a cambiare questo stato di cose.

Ufficio stampa
Legambiente Taranto