ecosistema urbano classifica



Il rapporto sull’ecosistema urbano 2006 presentato negli scorsi giorni a cura di Legambiente e Sole 24 Ore è l’ennesima batosta per chi si occupa di tutela dell’ambiente nella nostra città.

E’ la emblematica dimostrazione che quando si esce dal cono d’ombra “dell’effetto annuncio” e si passa agli studi oggettivi emergono le gravi assenze di politiche locali.

Senza l’illusione di misure come quelle prese a Roma dove le nuove costruzioni dovranno avere pannelli solari per l’acqua calda, restiamo in attesa dei provvedimenti necessari per uno stato di vera emergenza dell’ecosistema tarantino come descritto dalla classifica citata che ci colloca al posto 89 su 103 province italiane. Ultimi tra i capoluoghi pugliesi.

Nella nostra regione si concentrano fenomeni come l’abusivismo edilizio e la gestione illegale dei rifiuti che vanno efficacemente contrastati.

Taranto si distingue particolarmente per la bassa percentuale di verde urbano ( parchi, giardini, verde di arredo, parchi ) fruibile pari a 0,70 mq / abitante occupando il 98° posto. Per l’assenza di politiche basate sul risparmio energetico e la diffusione di energie rinnovabili.

Le proposte per risalire la classifica sono già presenti nel documento di Legambiente e Sole 24 ore.

Un mix di misure come la circolazione a targhe alterne o i bus elettrici ma sostanzialmente una strategia che scoraggi il traffico privato e sostenga il trasporto pubblico.

Aumentando le corsie preferenziali e facendole rispettare. Sgradevole rimane lo sfrecciare sulle corsie bus del lungomare di mezzi non autorizzati a causa di una sorveglianza blanda.

Una maggiore presenza di spazi di parcheggio per scooter il cui uso in una città con una cattiva stagione così breve andrebbe incoraggiato. Nelle metropoli italiane sono ormai numerosi i lavoratori che si recano sul posto di lavoro alla guida di moto di piccola cilindrata. Realizzare spazi di parcheggio per moto video-sorvegliati ( ormai le video camere hanno costi bassissimi ) in modo da rimuovere una delle cause che ne frenano la diffusione. Dimezzare il costo dei divieti di sosta se i locali sono adibiti a parcheggio moto.

Il rilancio della raccolta differenziata che dopo una incoraggiante fase iniziale pare caduta nel dimenticatoio.

Percorsi ciclabili, zone a traffico limitato ( anche solo domenicale ) ed una politica di risparmio energetico delle strutture comunali.

Un ragionamento a parte merita l’inquinamento di origine industriale.

Quello che ci sembra ormai definitivamente acclarata è la formidabile sensibilità della nostra comunità al rispetto di un bene che non ci appartiene, che abbiamo ereditato e che dovremmo lasciare possibilmente integro ai nostri figli : l'ambiente in cui viviamo.

L’equazione sviluppo = inquinamento la rifiutiamo, pensando che sia, oggi, praticabile una crescita eco-compatibile.

Ma se da un lato l’impresa non è una ambasciata straniera che gode della extraterritorialità ed è chiamata al rispetto delle leggi, dall’altro le istituzioni locali hanno il diritto-dovere di farle rispettare insieme a eventuali prescrizioni. Anche sanzionando, come nei confronti di un normale cittadino che non rispetti un banale divieto di sosta.

Naturalmente sarebbe auspicabile la linea della condivisione piuttosto che della prescrizione/sanzione.

E’ maturo un rapporto alla pari e non subordinato e la nostra comunità ce lo chiede a gran voce.

Infine desideriamo ricordare che l’Italia ha adottato, nella conferenza ONU del 1992, l’Agenda 21 in cui si impegnava alla promozione di uno sviluppo sostenibile; sono numerose in Italia le iniziative locali attivate dalle istituzioni per promuovere una strategia ambientale fatta di azioni concrete.

Il nostro Paese aderisce al Protocollo di Kyoto (1997). Con l’obiettivo di riduzione dei gas serra fissato ad una percentuale, in sede comunitaria, per l’Italia, del 6.5% .



Domenico Mosca Consigliere Comunale DS

Clemente Malagrinò Consigliere Comunale Margherita