lettera al Corriere de Giorno sul dibattito a Roma con p.Zanotelli e G.Chiesa



"Non ritirate le bandiere della pace, stanno preparando un'altra guerra guerra"


Gentile Direttore,
sono di ritorno da Roma dove, nella sala Protomoteca del Campidoglio, è stato presentato il libro "Bandiere di pace" (Chimienti Editore), a cui anche io ho collaborato e che ha la caratteristica di essere "nato" e progettato a Taranto (si veda la scheda su http://www.peacelink.it). Scrivo questa lettera in quanto nel dibattito romano sono emerse analisi interessanti che volevo condividere con i lettori del Corriere del Giorno e in particolare con tutti coloro i quali hanno partecipato al movimento contro la guerra in Irak. Vorrei riportare le analisi di padre Alex Zanonelli e del giornalista Giulietto Chiesa, autori del libro assieme a me e ad altri. Padre Alex Zanotelli ha detto: "Dobbiamo lanciare la seconda ondata di bandiere di pace. Sono grato a chi ha tenuto fuori le bandiere. Ora dobbiamo iniziare nuovamente ad esporle come prima perché stanno preparando una nuova guerra, questa volta all'Iran". Giulietto Chiesa ha avvertito: "La guerra non è finita, anzi le forze Usa si stanno già disponendo al confine con l'Iran". Alex Zanotelli ha condiviso le preoccupazioni di Giulietto Chiesa, aggiungendo: "Non aspettiamo la vigilia della prossima guerra. Dobbiamo reagire subito. Ci stanno preparando alla guerra a piccole dosi, come per l'Irak. Il momento è grave. Dobbiamo ripartire alla grande con le bandiere. Per tre motivi. Primo perché le bandiere devono rendere visibile preventivamente la nostra indisponibilità alla guerra. Secondo per dire no alla militarizzazione dell'Europa e a chi crede che il peso economico europeo possa contare solo con un corrispettivo peso militare. Terzo per rispondere al linguaggio militarista di Bossi e di Borghezio che vorrebbero vedere tuonare i cannoni contro le navi degli immigrati. Per questo dobbiamo lanciare una campagna nuova: imbandieriamo daccapo l'Italia. Le bandiere della pace non vanno tolte ma semmai moltiplicate perché la situazione è grave". L'invito a riproporre le bandiere dai balconi e dalle finestre d'Italia è stato lanciato anche da Giulietto Chiesa: "Non dobbiamo ritirare le bandiere! Le bandiere dilaghino ancora, siano nuovamente piene di bandiere le città!" Giulietto Chiesa ha sottolineato il progressivo spostamento verso l'Iran del mirino Usa: "Ormai hanno deciso: o con un sovvertimento dall'interno mediante un cambio di regime o con un sovvertimento dall'esterno mediante una guerra". Ed è stato perentorio: "Dobbiamo sollevare il senso di allarme ed inquietudine. Non possiamo consolarci di quanto abbiamo fatto negli scorsi mesi, del livello di consenso raggiunto in passato. Ciò che della guerra passa nella mente a livello di massa è un'informazione distorta e il quadro è più grave di quanto possiamo immaginare. Negli Stati Uniti sono già stati effettuati i primi sondaggi di opinione per saggiare il livello di popolarità di una guerra all'Iran, sondaggi che danno al Presidente l'appoggio della maggioranza degli americani in caso di guerra per bloccare un eventuale programma atomico iraniano. Ma ciò che è ancora più grave è che la maggioranza degli americani, sempre secondo tali sondaggi, ritiene che Saddam Hussein abbia usato armi di distruzione di massa contro gli Usa. Non sono la maggioranza degli americani non sa che le armi di distruzione di massa non sono state trovate, ma è addirittura convinta che tali armi siano state usate! Sono molto angosciato. Questo è il risultato del disfacimento della democrazia negli Usa e del degrado e della distorsione dei mass media in quella nazione". Giulietto Chiesa ha compiuto un'analisi impietosa della situazione: "Oggi i processi di formazione delle opinioni di massa passano attraverso certi programmi di intrattenimento, contano di più Mara Venier e il Grande Fratello degli stessi telegiornali. E' il cuore del sistema della comunicazione che va posto sotto un check up continuo perché è quello che poi va a formare l'opinione pubblica a livello di massa". Giulietto Chiesa, sollecitato dalle domande del pubblico, ha parlato del progetto di Nowar Tv (invitando a documentarsi sul sito www.nowartv.it) per il quale è in contatto anche con regista Monicelli e con Banca Etica: "Occorre creare tanti comitati locali e raccogliere due miliardi di vecchie lire. E poi avremo il nostro canale televisivo con cui, dopo le nove di sera, faremo il nostro controtelegiornale per dire dove hanno mentito. Possiamo raggiungere due o tre milioni di persone". Padre Alex Zanotelli ha avuto parole molto efficaci per definire il possibile ruolo del movimento pacifista: "Dobbiamo diventare società civile organizzata. Dobbiamo parlare, ascoltare, capire. E' in atto un cambiamento antropologico. Se Berlusconi non è riuscito a convincere i suoi figli sulla guerra vuol dire che il tarlo del dubbio si è diffuso". Zanotelli è convinto che non siamo in presenza di un riflusso del movimento per la pace. E aggiunge: "Dobbiamo far diventare la società civile un luogo di dibattito e di organizzazione in cui maturino delle proposte da passare poi ai politici. Su questo c'è una differenza rispetto a D'Alema che dice: solo i partiti sono soggetti politici. Non è così. La società civile organizzata può diventare un soggetto politico. La società civile deve avere obiettivi politici e non farsi strumentalizzare dai partiti. I partiti rimangano fuori dagli organismi di rappresentanza della società civile la quale deve dotarsi di portavoce autonomi. Ai partiti spetta il compito di ascoltare e dialogare, riportando le proposte della società civile negli organismi di rappresentanza". Zanotelli riprende così una delle tesi già espresse nel libro "Bandiere di pace". Un libro che, è bene ricordarlo, è tarantino DOC e può essere richiesto già da ora anche in alcune librerie locali come ad esempio Dickens (in via Medaglie d'Oro 129) o Gilgamesh (in via Oberdan 45). Nella presentazione realizzata a Taranto oltre cento partecipanti ci hanno onorato della loro presenza la settimana scorsa. E' un segnale positivo perché vuol dire che a Taranto la bandiera della pace resiste e con essa resistono le ragioni per tenere fuori l'Italia dalla prossima guerra futura già calendarizzata da Bush. Come ha ricordato padre Alex Zanotelli - richiamando le parole di un editoriale del New York Times che ha definito dell'opinione pubblica mondiale come la "seconda superpotenza mondiale" - oggi la pace è nelle nostre mani. Se la guerra è nella mani di Bush a noi spetta - tutti insieme - il ruolo democratico di forza di contenimento, moderazione e di contrasto rispetto ad progetto di dominio mondiale che va verso il ritmo inaccettabile di una guerra all'anno.

Alessandro Marescotti