lettera aperta alla Di Bello



 
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Data  13 maggio 2002
 
Lettera aperta del segretario generale della Uil Puglia, Aldo Pugliese, al sindaco di Taranto, Rossana Di Bello.


Gentile signora Sindaco,

abbiamo letto con attenzione l’intervista che ha rilasciato ad un quotidiano locale, nella quale traccia il bilancio dei suoi primi due anni alla guida dell’amministrazione comunale della città di Taranto. Un bilancio a suo avviso positivo, soprattutto in virtù di quello che lei stessa definisce “filo logico di azione e d’intervento” per governare il capoluogo jonico. Nelle linee guida, comprende anche la riqualificazione della città ed in essa la tutela dell’ambiente.
Ci consentirà, signora Sindaco, di dissentire. Sui grandi temi dell’ambiente in questi ultimi anni a Taranto è stato fatto poco o niente. E non lo sosteniamo noi, con una mera dichiarazione d’intenti, ma lo dicono i dati: quelli forniti recentemente dall’Oms, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo i quali le cifre sulle malattie contratte a causa del disastro ambientale nella città sono in incremento. Non solo: in questo incremento spiccano purtroppo le patologie tumorali. Per cui a Taranto si continua a morire a causa dell’aria che si respira.
Non è servito neanche il forte richiamo della Magistratura, peraltro avvenuto nell’ormai lontano gennaio 2001, a modificare la situazione ambientale nell’area del capoluogo jonico. Né ci pare che il suo diretto intervento nei confronti dell’Ilva abbia sortito gli effetti sperati.
Le sue ordinanze sindacali (la prima ormai risale a febbraio dello scorso anno), che avrebbero dovuto portare alla chiusura delle batterie 4-6 della cokeria, non hanno modificato la situazione. Lei parlava di chiusura entro 15 giorni, invece sono passati 15 mesi e nulla è cambiato. Ora dice che entro 10 giorni si aprirà un nuovo confronto con la Regione Puglia; anche in questo caso siamo costretti a ricordare che l’unico incontro tenutosi col massimo Ente regionale ormai risale a tre mesi addietro. E naturalmente nella sostanza abbiamo registrato l’ennesimo nulla di fatto.
Come vede, signora Sindaco, questi sono i fatti. Riteniamo siano incontestabili. Per cui né l’intervento dell’Amministrazione comunale ha prodotto effetti, né è cambiato nel frattempo il rapporto della città con l’Ilva. Di sicuro non è cambiato in meglio, come Lei sostiene. Semmai è cambiato in meglio solo per l’Ilva, che continua ad operare indisturbata. Anzi, siamo al paradosso: i vertici del colosso siderurgico hanno dato la propria disponibilità ad avviare il processo di rifacimento delle batterie, ma lo fanno continuando a dettare condizioni. Come se in difetto fossero i tarantini e non loro.
Se questo per lei è un risultato importante…
Come sempre l’Ilva chiede che a pagare sia…Pantalone, cioè il cittadino. Ma è assurdo che sia la popolazione a contribuire per rimettere in sesto una struttura completamente privata che peraltro arreca danni pubblici. Non solo: va detto che dal ’95 in poi, cioè dalla privatizzazione dell’Ilva, i problemi dell’inquinamento non sono derivati solo dalla cokeria. C’è la questione dei parchi minerali, c’è la grande dispersione di amianto nell’atmosfera, c’è la vicenda dell’apirolio. Tutte sostanze fortemente inquinanti, che però non sono mai state né contenute né rimosse.
Dunque, signora Sindaco, se il suo personale bilancio le può apparire positivo, non crediamo che i tarantini possano dire altrettanto. Per questo speriamo che i prossimi due anni, quelli che la dividono dalla scadenza elettorale, siano finalmente migliori e che la parola “ambiente” finalmente diventi sinonimo di “buona salute”.

                                                                        Il Segretario generale
                                                                           (Aldo Pugliese)