notizie sulla situazione palestinese - fonte UNICEF



Caro Alessandro,
ti trasmetto queste informazioni pervenute dall'UNICEF internazionale.
Ciao.
 
Mimma
 

1. DESCRIZIONE  DELLA SITUAZIONE D’EMERGENZA

 

Colpiti centinaia di migliaia di bambini

Il perdurare delle violenze sta avendo conseguenze sul benessere psicologico dei bambini e sulla loro capacità di concentrazione e di apprendimento. L’impatto psicologico e sociale del conflitto armato sui bambini è incalcolabile. Eventi traumatici come la morte o il ferimento di familiari e amici, perquisizioni casa per casa, umilianti retate e arresti di padri e fratelli provocano un danno irreparabile al senso di fiducia dei bambini negli adulti; accrescono la loro tolleranza verso la violenza come strumento idoneo alla risoluzione dei problemi;  diminuiscono la loro speranza nel futuro.

 

Il coprifuoco continuo, le restrizioni e le violenze rendono difficile e spesso impossibile per i bambini e i loro maestri raggiungere le scuole. Nel corso dell’anno scolastico 2000-2001 più di 31 mila giornate scolastiche sono andate perse nel West Bank e 7.400 a Gaza. Le giornate scolastiche andate perdute hanno costretto i responsabili scolastici a ri-programmare, nei 13 distretti, un totale di 278 giorni di scuola. Il 36 per cento degli studenti d’età compresa tra i 5 e i 17 anni ha dichiarato che le loro giornate scolastiche sono state ridotte a causa del conflitto. Le operazioni militari attualmente in corso nella maggior parte delle città, associate al coprifuoco e/o a un alto livello di insicurezza, impediscono ai bambini di recarsi a scuola e di svolgere attività sociali e ricreative. Le istituzioni per l’infanzia sono duramente provate dalla carenza di cibo e di acqua.

 

Alcune delle 166 scuole sono state distrutte o danneggiate, tre edifici scolastici sono stati sequestrati dai militari israeliani, che hanno evacuato 3000 studenti,  per essere e trasformate in postazioni militari.

 

Tra i 500.000 e i 600.000 ragazzi al di sotto dei 18 anni d’età, che vivono nei centri abitati e nelle città più grandi, sono esposti alle conseguenze delle operazioni militari, mentre l’accesso  all’assistenza umanitaria è spesso negato e rimane estremamente difficoltoso a causa della mancanza di sicurezza.

 
  1. LE ATTIVITA’ DELL’UNICEF
 

Le vaste operazioni militari attualmente in corso compromettono pesantemente  i delicati interventi che erano stati avviati fin dall’inizio dell’Intifadah nel settembre del 2000.  In particolare, le violenze indiscriminate  e l’impossibilità di accesso a beni primari come l’acqua o il cibo sono divenute le maggiori minacce per i bambini, specialmente per il loro benessere fisico e psicologico.

 

L’UNICEF da lungo tempo sta aiutando i bambini del Territorio Occupato Palestinese nel campo dell’educazione e dell’assistenza psicosociale. Nella crisi attuale le priorità dell’UNICEF sono fornire il sostegno psicosociale, garantire un ambiente scolastico sicuro, fornire ai bambini che sono ora sottoposti alle violenze e al coprifuoco vie d’accesso all’istruzione innovative e integrative. I partner dell’UNICEF nel Territorio Occupato Palestinese sono il Ministero dell’Istruzione e le ONG, specializzate in interventi psicosociali, così come il Segretariato del Piano d’Azione Nazionale per i Bambini Palestinesi. Nel recente passato l’UNICEF ha mobilitato risorse a sostegno a favore di:

 

n    L’istruzione integrativa: sostegno allo sviluppo di un programma di educazione nella comunità di Hebron e di Khan Younis, al fine di garantire a migliaia di bambini, la cui istruzione è stata ostacolata a causa del blocco dei territori, la prosecuzione degli studi. Il  programma ha coinvolto insegnanti, genitori, reti televisive locali e le direzioni distrettuali.

n    La campagna per il ritorno a scuola: fornite 2.500 divise scolastiche per ragazze e altrettante per ragazzi (secondo il modello anglosassone in Palestina la divisa scolastica è obbligatoria) e 2.623 cartelle scolastiche complete.

n    La definizione di modelli nazionali  per i servizi e per gli interventi psicosociali nel Territorio.

n    La formazione di 320 insegnanti, di 2.408 maestri di scuola materna e di 550 consulenti scolastici per gli interventi psicosociali.

n    Distribuzione di 180 pacchi di materiali per le famiglie le cui case sono state demolite a Rafah e a Khan Younis nella striscia di Gaza.

 

 

3. INTERVENTI PROGRAMMATI DALL’ UNICEF

 

                                                                              Sostegno psicosociale

I programmi dell’UNICEF  a sostegno degli interventi psicosociali sono in linea con il Codice di Condotta Palestinese per l’Intervento Psicosociale (un iniziativa promossa dall’UNICEF) per tutti gli stadi dell’infanzia, cioè dalla prima infanzia all’adolescenza. Servizi psicosociali e alimenti di base, acqua e altri generi di prima necessità saranno forniti alle istituzioni per l’infanzia, comprese scuole di specializzazione, orfanotrofi, centri di riabilitazione per adolescenti che hanno problemi con la legge. La formazione sullo sviluppo psicosociale sarà estesa ai genitori e al personale delle scuole materne e degli asili nido. L’UNICEF mira inoltre a istituire servizi psicosociali nelle strutture sanitarie di base,  come parte dei servizi sanitari per l’infanzia, e programmi di sostegno scolastici. Le opportunità di partecipazione saranno estese attraverso l’istituzione di un telefono amico gestito dai giovani per i giovani, al fine di accrescere la loro partecipazione alla vita comunitaria. Inoltre saranno istituite dei team multidisciplinari, a base locale, per operare nelle comunità duramente colpite dalle violenze e dalla crescente povertà. Un ulteriore sostegno sarà fornito per potenziare il ruolo degli esperti che lavorano nel campo dell’assistenza psicosociale.

 

Istruzione

L’UNICEF prevede di adottare diverse misure per i bambini la cui istruzione continuerà a essere ostacolata dall’attuale situazione. Per consentire ai bambini di proseguire le attività didattiche, l’UNICEF svilupperà per maestri e genitori pacchetti per l’auto-apprendimento che possano essere utilizzati al di fuori delle strutture scolastiche.  Il sostegno sarà esteso alla formazione di ispettori scolastici  e degli insegnanti delle scuole forzatamente chiuse, per metterli in grado di assicurare ai bambini l’istruzione, e si promuoverà la capacità di monitoraggio del programma da parte degli ispettori scolastici. Sarà inoltre sviluppato un programma d’istruzione radio/Tv a distanza. Si condurranno valutazioni  per individuare siti idonei per la creazione di centri di formazione. La campagna nazionale “ritorno a scuola” continuerà ad essere sostenuta.

 

Riguardo alle scuole ancora in funzione l’UNICEF mira a sostenerle perché possano garantire un ambiente maggiormente protettivo per i bambini. Si fornirà agli insegnanti una formazione che accresca le loro capacità di riconoscere i segni di disagio e disturbo tra gli alunni, dare loro un’adeguata consulenza e quando necessario indirizzarli ai consulenti specializzati. L’assistenza psicosociale sarà inoltre estesa agli insegnanti sì da metterli in grado di affrontare i traumatici eventi in corso. Inoltre, saranno introdotti nel curriculum scolastico nazionale elementi di base di self help e life skills, per promuovere la fiducia in se stessi e l’iniziativa individuale. Alle scuole sarà fornita un limitata assistenza  in danaro contante per migliorare i loro ambienti.

 

Appoggio per l’accesso umanitario

Le azioni sopra menzionate saranno appoggiate dall’azione dell’UNICEF volta a  garantire la maggiore sicurezza possibile per le operazioni e a promuovere l’applicazione del diritto umanitario internazionale,  l’accesso all’assistenza umanitaria e la fine della violenza e del coprifuoco. Queste azioni richiederanno l’assistenza a tempo pieno da parte di professionisti esperti.

 

 

4. L’IMPATTO DELLA MANCANZA DI SICUREZZA E  DELLA SCARSITA’ DI FINANZIAMENTI

 

L’assistenza dell’UNICEF ai bambini del Territorio Occupato Palestinese continuerà a essere limitata fino a quando la situazione non migliorerà. Circa 13 mila bambini non saranno in grado di continuare la propria istruzione. Per i bambini che frequentano la scuola l’apprendimento sarà seriamente ostacolato se non sarà garantito un sostegno psicosociale, comportando un aumento del tasso di emarginazione tra gli scolari  e maggiori difficoltà nel farli tornare a scuola. Tra i 500.000 e i 600.000 bambini subiranno danni al loro normale sviluppo a causa della mancanza di sostegno psicosociale e della scarsa formazione. Ciò minerà anche la loro capacità di comportarsi come genitori responsabili, cittadini e promotori di pace per il futuro.