Taranto: città vecchia e demolizioni



INTERVENTO

"Gentilissimo Amico, Taranto Vecchia è una di quelle creazioni che superano umanamente la creazione artistica e che soltanto quell'artista che si chiama 'tempo' può realizzare. Significherebbe, la sua demolizione, quello che a Firenze significherebbe la demolizione del Ponte Vecchio. Abbiamo visto che la furia forsennata della guerra, che non aveva risparmiato un capolavoro di architettura come il Ponte Santa Trinita, risparmiò il Ponte Vecchio che non è pura opera di architettura, ma che la supera per umanità, riuscendo ad imporsi alla stessa violenza. Voglio sperare che si tratterà solo di risanare e restaurare una delle zone ancora uniche in Italia. E con questo augurio appassionato Le mando, gentile amico, il mio più affettuoso saluto." Questa lettera che lo scrittore Aldo Palazzeschi scrisse il 22 novembre del '69 ad Antonio Rizzo, aiutandolo nella sua allora vittoriosa battaglia per difendere la Città vecchia dalle ruspe, fu la più chiara per sintesi ma non l'unica appassionata presa di posizione. Si schierarono altresì Giorgio Bassani, Giulio Carlo Argan, Cesare Brandi, Riccardo Bacchelli, Arrigo Benedetti, Bruno Zevi, e tanti altri uomini di cultura, i primi tre partecipando a una tavola rotonda nella nostra città. Chiarirono a tutti un valore che ancora non riconosciamo pienamente alla Città Vecchia: essa è un inestimabile patrimonio culturale e storico sedimentato nei secoli e ancora parzialmente vivo grazie alla presenza dei tarantini che la abitano e che fanno quotidianamente risuonare la sua storia nel proprio dialetto. Il suo patrimonio edilizio non consiste tanto negli edifici monumentali, che pure hanno la loro importanza, quanto nell'edilizia popolare antica che, per dirla con Zevi, costituisce un pregevolissimo dialetto architettonico. Ma se questo patrimonio non può e non deve essere minacciato da interventi demolitori, i suoi abitanti non possono essere esposti al ricatto dell'incuria che lascia poi libera la pericolosissima ruspa del tempo. Ogni amministrazione comunale è responsabile verso l'intera città, visto che Taranto Vecchia è un patrimonio di tutti, sia di ciò che vi ha fatto che di ciò che non vi ha fatto. Per questo riteniamo che l'unica soluzione sensata, insieme civile e culturale, sia di dotare urgentemente l'isola di interventi che siano all'interno di un progetto all'altezza del suo valore.