150 antenne in 2 anni a Taranto





Agli Organi di Stampa


Il Comitato contro l’Elettrosmog conferma la notizia diffusa giorni fa relativa al numero degli impianti che i 5 gestori assegnatari delle frequenze UMTS andranno a chiedere di installare nella città ovvero circa 150. Si tratta di impianti paragonabili a quelli visibili in Piazza Marconi, in Via Friuli, in Viale Unità d’Italia(Rio Candore) ecc La tecnologia prevede brevissime distanze tra un impianto e l’altro (300 metri) come d'altronde fu confermato in un pubblico dibattito presso l’Associazione “Presenza Lucana” dai rappresentanti del gestore “H3g” che parlarono chiaramente di 30 impianti solo per loro; i gestori sono 5 e i conti sono presto fatti. Ma c’è un fatto importante, a differenza dei gestori”H3g” e “Ipse” che devono trovarsi ex novo i posti dove mettere le loro antenne, Tim, Omnitel e Wind hanno già diversi impianti ETAC (tim) e GSM sui quali vedremo presto fiorire le nuove installazioni costringendo i cittadini a vigilare attentamente, molto più di prima, sulla regolarità delle autorizzazioni; perché di nuove autorizzazioni si tratta. E’ ovvio che, se il Comune non si doterà di regole urbanistiche capaci di disciplinare queste decine e decine di nuovi impianti, si deve parlare di una valanga di antenne libere di collocarsi a proprio piacimento senza considerare distanze dalle abitazioni, orientamento dell’irraggiamento e decoro architettonico. L’opinione espressa dall’assessore alla qualità della vita su questo argomento confermano ulteriormente la volontà del Comune di non voler capire che bisogna affrontare la materia elettrosmog in maniera organica considerando tutti gli impianti, quelli che verranno ma soprattutto quelli che ci sono, soprattutto quelli stracolmi di antenne dei quali vogliamo lo smembramento e la delocalizzazione. Per tale motivo inviamo alle testate giornalistiche evidente illustrazione che dimostra quanto le installazioni UMTS che verranno sono paragonabili agli impianti gsm urbani di ultima generazione per dimensione e per potenza. Confidiamo nella possibilità che presto ci si confronti non solo sul piano di localizzazione ma soprattutto su quello di delocalizzazione invitando l’assessorato alla qualità della vita a riprendere in mano le procedure per il risanamento della Bestat di cui non c’è più notizia.

-Taranto, 11 febbraio 2002


PORTAVOCE: Mino Bellanova  Giuseppe Mannara