[Pace] Arena di pace a Verona, 25 aprile. Resoconto dell'evento



VERONA. Migliaia, venuti da lontano. E veronesi, tanti. «Arena di Pace e
Disarmo» comincia ben prima delle 14, in una piazza Bra inondata di sole.
Non è il solito «struscio», quella del 25 Aprile 2014 è una «movida»
domenicale colorata ma dagli slogan forti. Disarmo «della mente e del
territorio», la battaglia contro la discussa spesa per l’acquisto dei
nuovi cacciabombardieri F35. «È un miracolo», commenta padre Alex
Zanotelli, attorniato dai microfoni. Gli pare impossibile che sia passato
tanto tempo dall’ultima volta qui, in Arena: undici anni fa, quando lo
slogan era «Per la Pace mi espongo anch’io». Erano in corso le guerre in
Iraq e Afghanistan. Oggi altri conflitti si sono aggiunti alla lista,
anche alle porte d’ingresso dell’Europa. «Attenzione - avverte Zanotelli -
questo è un punto di partenza, non un traguardo: oggi deve rinascere un
movimento unitario». Il popolo arcobaleno cuoce sotto il sole in attesa
dell’apertura degli ingressi: senza impazienza. Facendo festa e
sensibilizzando la piazza con striscioni e con performace teatrali sulla
strada: tra tutte quella di «Mamadanzateatro» con una dura e coinvolgente
riflessione sulla «pacificità» della Costituzione italiana posta di fronte
oggi alla sfida del riarmo. Sullo sfondo i tricolori esposti sulla
scalinata di Palazzo Barbieri si fondono con l’arcobaleno delle bandiere e
degli striscioni. E l’accostamento non stona per niente.

ORE 16,30. L’Arena è piena. La coincidenza con il 25 Aprile porta con sé
un ideale attualizzato di resistenza che unisce Nord e Sud della penisola.
Renato Accorinti, sindaco di Messina, testimonia la necessità di «fare
qualcosa adesso, di farlo noi». Le sue parole seguono il racconto di una
vita personale e politica di «strordinaria antimafia», dettagliano
collusioni e silenzi. E quando indossa sulla maglietta la fascia tricolore
(che in altre occasioni aveva evitato di sfoggiare) dalla platea e dalle
gradinate sale un applauso sincero e lungo. Si parla di «F35», di spese
militari: in aria si alzano migliaia di aeroplanini di carta colorati, i
«caccia» in dotazione al popolo della pace, una sorta di sberleffo alla
ragioni di Stato e un sigillo sulla parola d’ordine della giornata (un
«hashtag» tanto per mettere in chiaro che questa un’Arena di Pace 2.0):
«#Liberazione oggi si chiama #disarmo». Si canta. Padre Alex Zanotelli si
fa largo tra le centinaia di persone che lo vogliono salutare, un legame
il suo con Verona che non si è mai interrotto.

ORE 17. Duro attacco di Gad Lerner all’ordinanza che vieta di dare cibo ai
bisognosi in alcune aree del centro durante la stagione turistica. «Il
nostro arrivo - ha detto il giornalista - è stato preceduto da
un'ordinanza di sapore elettorale che ci mette disagio e vergogna.
Un'ordinanza che tratta le persone come piccioni o animali molesti cui è
vietato dare cibo. Con sobrietà noi tutti qui presenti, tutte le
associazioni, possiamo impegnarci in una risposta pacata di disobbedienza
civile. L'aggettivo civile, forse, lo dobbiamo insegnare al signor sindaco
di questa città».

ORE 20. La replica del sindaco a Lerner non s’è comunque fatta attendere.
«Gad Lerner dovrebbe riservare il suo stupore e la sua vergogna per coloro
che trasformano le città in latrine a cielo aperto e per i sindaci che lo
tollerano», dice Flavio Tosi. «La storia della disobbedienza civile, da
Gandhi in poi, non meritava di essere trascinata in una polemichetta sul
diritto di spargere feci e urina per le strade. Se questa è la sua
civiltà, Verona ne fa volentieri a meno. Comunque, se Gad Lerner vuole
proprio fare qualcosa di veramente civile, venga a pulire edifici,
portoni, marciapiedi e giardini della città storica: gli forniremo
l'attrezzatura necessaria. E questa amministrazione comunale è così
incivile e antidemocratica da concedere gratuitamente l'Arena anche a chi,
come lui, ne approfitta per sparlare di questa città».

Paolo Mozzo


Fonte:
http://www.larena.it/stories/379_citta/712097_arena_di_pace_no_agli_f35_lerner_contro_tosi_lui_replica/

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