[Pace] una Ambasciata di Pace a Kiev



Ogg: una Ambasciata di Pace a Kiev

Osservo sgomento quanto accade a Kiev ("il più grande Paese del Vecchio Continente è sull'orlo della guerra civile", commenta la prima pagina del Manifesto di oggi) e, preoccupato della necessità che le amiche e gli amici della nonviolenza non se ne stiano con me mani in mano, ad assistere passivamente al crescere delle violenze sanguinose tra polizia e manifestanti, mi viene da ricordare  un appello rivolto, da me e da altri (tra le associazioni anche i Berretti Bianchi, la LDU e il MIR), agli eurodeputati nel 2006, che allora ebbe svariate adesioni ma non un seguito pratico.

La principale, indovinate un po', fu quella di Antonio Di Pietro!

L'idea era di aprire una "Ambasciata di Pace", sponsorizzata dal Parlamento Europeo, innanzitutto a Theran, ma anche a Tel Aviv, anche per contrastare tamburi di guerra che rullavano sinistramente da parte di Israele...

Ora una idea analoga - penso - la si potrebbe proporre e spero realizzare per l'Ucraina: una Ambasciata di Pace della società civile europea a Kiev, strumento per appoggiare chi lavora per fermare l'escalation delle violenze e sostenere una dialettica democratica che rientri nei binari del confronto civile.

Per l'Ucraina la signora ministro Bonino, reduce dal Consiglio straordinario dei ministri degli esteri svoltosi ieri a Parigi, sta ripetendo il nuovo mantra dei poteri forti UE: "chi ha il potere ha la maggiore responsabilità". Di qui la (pelosa) decisione delle sanzioni essenzialmente contro il governo in carica.

Non possiamo nasconderci che da anni la NATO (lo strumento militare del Blocco Occidentale a guida americana) sta usando la UE per una strategia di ridimensionamento ed addirittura disgregazione della Russia: e queste non sono ipotesi complottiste, ma precise linee di azione contenute in documenti ufficiali.

Ovviamente, quando si agisce dobbiamo tener conto della necessità di evitare lo scontro frontale con la Russia (come con chicchesia). Ma le nostre scelte non devono partire essenzialmente da considerazioni geopolitiche, magari sotto il solito cappello "anti-imperialista".

Dobbiamo partire dall'ideale dell'"internazionale dei diritti umani" che parte dal riconoscimento che prima vengono sempre le persone, con i loro bisogni ed i loro diritti, e solo - eventualmente - dopo gli interessi delle organizzazioni politiche istituzionalizzate!

Bisognerebbe perciò, per parlare semplice e chiaro, dire subito a tutti gli attori in conflitto nella nazione ukraina, per cominciare: "finché vi sparate tra voi, noi UE sospendiamo la pratica della associazione all'Europa dell'Ukraina: siamo una Unione pacifica ed accogliamo al nostro interno solo gente pacifica".

Questo anche per mandare un messaggio inequivocabile alle frange neonaziste dell'opposizione che stanno mestando nel torbido...

Yanukovich sarà pure un figlio di buona ... (ma anche gli oppositori "arancioni", per la verità, non è brillino per indipendenza dagli affaristi oligarchi), ma ormai possiamo dare per assodato, compresi finalmente persino nelle sedi internazionali, che esiste sempre la possibilità di una opposizione democratica che si muova in modo pacifico e nonviolento... ed è nostro interesse di europei sempre individuarla e favorirla: non vogliamo affatto, costruendolo mattone dopo mattone, ripetere il "suicidio" del 1914 (di cui ricorre il centenario)!

 

Scritta a caldo a livello personale: Alfonso Navarra - obiettore di coscienza alle spese militari e nucleari

 

Questo l'appello dell'ottobre 2006:

UN APPELLO AL PARLAMENTO EUROPEO

PER AMBASCIATE DI PACE IN IRAN, IN ISRAELE, IN TUTTI I PAESI DEL MEDIO ORIENTE

LA NUOVA EUROPA PASSA PER TEHRAN E GERUSALEMME

PER DELEGAZIONI PERMANENTI DI EURODEPUTATI ED ESPONENTI DELLA SOCIETA' CIVILE CHE RAPPRESENTINO LA VOLONTA' DI PACE DEI CITTADINI EUROPEI

lettera di accompagnamento dell' appello

Caro amico, sei invitato ad aderire all'appello sotto riportato, indirizzato al Parlamento europeo. Prepara le valigie per Tehran!

Caro eurodeputato/a, ti si presenta oggi un'occasione unica per rivendicare il ruolo del Parlamento europeo come rappresentante della volontà di pace dei cittadini d'Europa. (Non a caso l'unica istituzione elettiva dell'UE risulta la più recettiva degli autentici orientamenti dell'opinione pubblica). Non c'è tempo, bisogna muoversi subito! E' un dovere di tutti sostenere la realizzazione del processo di Barcellona, auspicando che altre iniziative lo rafforzino nella medesima direzione. Bruxelles può farsi promotrice di un'azione forte, forse l'unica, al momento, capace di fermare la guerra globale : aprire "ambasciate di pace" a Tehran, a Gerusalemme e nelle altre capitali Mediorientali offrendo respiro al processo politico e diplomatico per la soluzione della crisi iraniana e per avviare nuovi negoziati sul Medio Oriente. L'appello sotto riportato esplicita, appunto, la proposta. Essa nasce dall'angoscia che proviamo, come cittadini, di fronte al prevalere della stupidità , dell'arroganza, della brutalità che stanno trascinando il mondo in una escalation bellica che solo pochissimi potenti vogliono. E nasce anche dalla speranza che riponiamo nella iniziativa per promuovere una diplomazia della società civile: chiunque, ad ogni livello di responsabilità , creda nell'Europa come soggetto politico democratico, deve farla propria ed agire di conseguenza!