Siria, domani a Bruxelles i ministri degli esteri parleranno anche dei missili Patriot in Turchia.



Siria, Putin in Turchia. Summit con Erdogan

Il presidente turco riceve il collega russo. Mosca e Ankara sono su posizioni divergenti rispetto al regime di Assad. Bombe al confine turco. Usa e Europa avvertono Assad: no ad armi chimiche. Il presidente siriano: "Non le useremo"

ISTANBUL - La Siria il tema politico al centro dei colloqui tra il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan e il presidente russo Vladimir Putin a Istanbul. Putin ha smentito le voci su una fuga di Assad a Mosca. Numerose sono le divergenze che allontanano Ankara e Mosca rispetto al regime di Damasco e alle violenze in corso in Siria da oltre venti mesi. Le tensioni tra Turchia e Russia in relazione alla crisi siriana hanno subito un'escalation a ottobre, quando Ankara ha intercettato un aereo siriano partito da Mosca e diretto a Damasco con il sospetto che trasportasse armi per l'esercito di Bashar al-Assad. La Turchia, un tempo alleata del regime di Damasco, è ora una delle sue principali voci critiche. La Russia, invece, resta alleata del presidente siriano Assad, usando più volte il suo diritto di veto contro le risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

BOMBE AL CONFINE TURCO, ANKARA FA LEVARE F-16.
Le forze del governo siriano hanno bombardato postazioni ribelli nella città di frontiera di Ras al-Ain, uccidendo almeno 12 persone secondo gli attivisti dell'opposizione. Immediata la reazione dell'aviazione turca che ha fatto levare in volo i suoi caccia F-16, dalla base nella città di Diyarbakir, un chiaro avvertimento a Damasco a non violare il territorio turco. Intanto nelle ultime ore l'artiglieria e l'aviazione siriana hanno continuato bombardare le posizioni ribelle a Damasco e intorno la capitale nel tentativo di garantire la sicurezza della strada che porta all'aeroporto. Secondo l'Osservatorio siriano per i Diritti umani, l'artiglieria nella notte ha bombardato i distretti di Hajar al-Aswad e Tadamun e anche il campo profughi di Yarmuck, a sud di Damasco. L'esercito ha anche bombardato Yabrud, Yalda e le città  di Douma, Harasta, Irbin e Garan al-Hawamid, nell'area di collegamento tra Damasco e l'aeroporto internazionale; più a sud, l'aviazione ha martellato Beit Sahem.

SCONTRI A DAMASCO VICINO AD AEROPORTO. Scontri tra i ribelli e l'esercito regolare siriano si sono registrati stamani nei pressi dell'aeroporto internazionale di Damasco. I caccia dell'aviazione hanno bombardato alcune postazioni dei ribelli situate nei dintorni dello scalo, mentre la tv di Stato siriana ha riferito che l'esercito ha colpito "le basi dei terroristi" vicino all'aeroporto e che la battaglia per "proteggere Damasco" prosegue.

MISSILI PATRIOT AL CONFINE TURCHIA-SIRIA. Domani, a margine del summit dei ministri degli Esteri della Nato a Bruxelles, verrà presa una decisione su dove verranno collocati i missili Patriot vicino al confine tra Turchia e Siria. La notizia è stata riferita da un funzionario di Ankara al quotidiano 'Hurriyet', precisando che ''questo dipende da quando il team della Nato in visita (in Turchia, ndr) completerà il suo rapporto. Il numero delle batterie Patriot e la loro collocazione verrà decisa dopo che il team farà rapporto all'Alleanza. Il numero delle batterie è una questione importante''. Dal momento che i soldati turchi non hanno ricevuto l'addestramento necessario all'uso dei Patriot, i missili saranno trattati da militari della Nato, ha proseguito il funzionario a condizione di anonimato, aggiungendo che anche il tipo di manovre che verranno condotte saranno decise dai comandanti turchi e della Nato secondo le regole di ingaggio dell'Alleanza Atlantica. ''Per questioni geografiche, saranno probabilmente i militari tedeschi o olandesi a lavorare con i nostri soldati sul terreno'', ha detto la fonte turca. Una squadra di esperti della Nato è in Turchia per valutare i luoghi vicino al confine con la Siria che potrebbero servire per il dispiegamento dei missili.

ARMI CHIMICHE, USA E EUROPA AVVERTONO ASSAD. Stati Uniti e governi europei hanno messo in guardia il presidente Bashar al Assad dall'usare armi chimiche contro i ribelli, dopo la notizia dello spostamento di questo tipo di armamenti "nei giorni scorsi". Lo riferisce oggi il New York Times. Secondo fonti israeliane c'è una apparente preparazione all'uso, ma potrebbe trattarsi di un "bluff". Gli avvertimenti sono stati trasmessi a Damasco attraverso la Russia. "L'attività che abbiamo monitorato suggerisce un qualche tipo di preparazione all'uso delle armi chimiche", afferma un funzionario Usa al Nyt, precisando che lo spostamento degli armamenti è di natura diversa da quello verificato mesi fa, quando gli arsenali vennero piazzati in "luoghi più sicuri", secondo quanto riferito dal regime siriano. I ribelli hanno lanciato l'allarme giorni fa, in concomitanza con il blackout del web e delle comunicazioni, temendo che Assad ricorra all'uso di questi armamenti per porre un argine all'avanzata degli insorti, che guadagnano terreno militarmente in tutto il Paese.

ASSAD: NON USEREMO ARMI CHIMICHE. "La Siria ribadisce che in nessuna situazione userà le armi chimiche contro il suo popolo": lo afferma un comunicato del ministero degli esteri siriano diffuso dalla tv di Stato. "La Siria difende il suo popolo e assieme al suo popolo lotta contro il terrorismo legato ad al Qaida sostenuto da Paesi noti, primi tra i quali gli Stati Uniti", prosegue la nota a commento delle dichiarazioni del segretario di Stato Usa Hillary Clinton. La Clinton ha ribadito i timori che il regime di Damasco possa ricorrere alle armi proibite per spezzare l'assedio dei ribelli attorno alla capitale.