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2 OTTOBRE, GIORNATA ONU PER LA NONVIOLENZA



Martedì 2 ottobre 2012 in occasione della Giornata ONU della Nonviolenza il Comitato pace convivenza e solidarietà Danilo Dolci ha diffuso ed illustrato la seguente documentazione inerente i contenuti che caratterizzano la ricorrenza.



GANDHI CI HA INDICATO IL DISARMO


Il 2 ottobre si celebra la Giornata Internazionale della Nonviolenza indetta dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, che viene celebrata in tutta Italia per iniziativa del Movimento Noviolento e della rete Disarmo. La data è stata scelta in quanto anniversario della nascita di Gandhi, ispiratore dei movimenti per la pace, la giustizia e la libertà di tutto il mondo. Egli infatti mette in opera la nonviolenza moderna. Il Mahatma (la “grande anima”) è il profeta della politica nonviolenta, strumento collettivo di liberazione e metodo di lotta alternativo alla guerra. La nonviolenza è stata una grande novità del secolo scorso, ed indica una nuova via alle giovani generazioni per uscire dall'incubo della guerra. Il disarmo.



MUSSALAHA, RICONCILIAZIONE PER LA SIRIA



Al Convegno promosso nella città più militarizzata d'Italia da Siamo Vicenza e IPRI - Rete Corpi civili di pace, si è pensato di supportare quanti si battono per la soluzione pacifica e negoziale della guerra civile in Siria, che sta scardinando l'antico ma fragile equilibrio di convivenza tra comunità culture e religioni del Paese.

Un percorso di Riconciliazione - in arabo Mussalaha - che parte dalla gente; basato sul ripudio della guerra interna e di quella proveniente dall'estero. Mussalaha è una necessità di mediazione, nata spontaneamente nelle Comunità locali, col supporto di religiosi sia cristiani che musulmani, e rispettosa di tutte le etnie presenti in Siria; volta a placare il livello dello scontro nei villaggi e nei quartieri, a permettere la liberazione degli ostaggi e lo sfollamento delle zone minacciate. Attraverso piccoli ma assai significativi accordi di tregua.



VIA LE TRUPPE DA KABUL

- SOLDATI E + COOPERAZIONE


Una sfida in quattro punti che parte dalla società civile. Tagliare la spesa militare e investire sulla cooperazione a tutti i livelli. Ritirare le truppe italiane in Afghanistan ora e non nel 2014, per risparmiare 1.500 milioni di euro da destinare in parte alla società civile afghana. Impedire la prossima guerra in Medio Oriente attorno all'Iran, e modificare la legge delega di riforma dello strumento militare. Sono alcuni capisaldi dell'Agenda presentata a Roma dalla Tavola della pace e rivolta al mondo della politica.



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