george e felice




http://pino-cabras.blogspot.it/  " [...] «Sono stati gli stessi ribelli ad offrire un quadro drammatico della situazione».
E quali altre fonti ha mai utilizzato «la Repubblica» e tutto il mainstream? Rileggetevi i vari non-reportage: è tutto un “ha dichiarato un portavoce dei rivoltosi”, “ha detto il Consiglio Nazionale Siriano”, “fonti dell’opposizione”, eccetera. Infatti, coerentemente, poche righe dopo un’ulteriore “informazione” inizia con «Secondo notizie diffuse dalle organizzazioni dell’opposizione».
Le fonti “alternative” sono Al Arabiya e Al Jazeera, ovvero i media delle petromonarchie, cioè degli autocrati che non governano i loro Paesi ma li hanno in uso come proprietà personali, e che reprimono gli oppositori con una ferocia che riesce a guadagnarsi solo distratti trafiletti sulla declinante gazzetta che ci fa da «Pravda».
Gran bei pezzi di giornalismo, insomma.
È la stampa di guerra, bellezza! Quella della Terza Guerra Mondiale ormai in atto.
Come direbbe Altan, il trucco c’è, si vede benissimo, ma non gliene frega niente a nessuno. Men che meno agli affezionati lettori, già progressisti, de «La Repubblica» ai quali magari luccicano ancora gli occhi quando sentono parlare di Che Guevara (che dal canto suo riteneva gli USA un pericolo mortale per l’umanità). Sanno che è diventato un giornale illeggibile ma si ostinano a comprarlo per inerzia e perché magari si consolano con qualche notizia di cultura o semi-cultura qua e là. Insomma, per una sorta di nostalgia e di narcisismo semicolto riflesso.
Nostalgia, inerzia e narcisismo semicolto riflesso che però lavorano sulle capacità critiche, che in tempo di guerra devono essere azzerate: Credere, Obbedire, Combattere!
Un ordine che si accompagna all’altro, ben noto, del capitalismo: “Accumulate, accumulate! Questa è la Legge e questo dicono i profeti!”.
La nuova catechesi del giornalismo “progressista” italiano e occidentale?

(29 agosto 2012)"





Pare che l'onu abbia fatto uguale uguale: rigorosamente
solo fonti degli oppositori!
" Tanto non ci ascoltano" ha detto a proposito dell'onu un gruppo di siriani che ha raccolto le testimonianze di tutte le parti coinvolte nei massacri.