Re: [pace] Siria: su Homs ecco la controinformazione di Silvia Cattori



Mi pare un enorme spreco di energia la polemica viscerale tra chi e' pro e chi e' contro Assad, e la reiterata contrapposizione di opposti teoremi.

Bisognerebbe capire che cosa fare per arrestare i massacri in Siria!

G. L.




At 16:36 25/02/2012, you wrote:

«DA MISURATA SIAMO VENUTI A LIBERARE LA SIRIA!».
Homs nell’inferno dei gruppi armati
Le immagini che ci arrivano da Homs sono inquietanti: mostrano una città
deserta, devastata dai combattimenti. Dallo scorso 6 febbraio, non avendo
potuto ristabilire le comunicazioni, abbiamo perso ogni contatto coi nostri
corrispondenti (*).
24 FEBBRAIO 2012 | TEMI (S.CATTORI) : RUOLO DELLA STAMPA MANIPOLAZIONE
DELL’OPINIONE, MENZOGNE DI STATO SIRIA


Homs, ormai, non è altro che un sinistro campo di battaglia dove i soldati
governativi affrontano gruppi armati che, secondo testimonianze indipendenti
sulla vera natura della ribellione, sparano cannonate alla cieca per
seminare terrore e morte, facendo poi credere essere unicamente le forze del
governo a martellare la città.

I media occidentali continuano, da parte loro, a menzionare come prova le
dichiarazioni dei Comitati locali che diffondono la propaganda degli
«oppositori» armati, in coordinamento con l’Osservatorio siriano dei Diritti
dell’Uomo, con base a Londra, un organo creato e finanziato dalle forze
alleate con la ribellione [1].

Per capire quanto succede in Siria, non è dunque possibile fare affidamento
sull’Osservatorio siriano o sui blogger che sono parte integrante di questa
ribellione; tantomeno sugli inviati speciali che constatiamo essere
sistematicamente anima e corpo dalla parte degli «oppositori» armati, che
loro qualificano come «eroi», e che presentano la battaglia che divide il
popolo siriano in una luce del tutto manichea: da una parte l’opposizione
che «lotta per la democrazia», dall’altra il terribile dittatore.

Ora, le cose non stanno così. Come è stato da ultimo dimostrato da un
recente sondaggio nonché dalle massicce manifestazioni di sostegno al veto
russo e cinese all’Onu, la grande maggioranza del popolo siriano non vuole
questa rivolta armata che cerca unicamente di legittimare le potenze della
Nato e taluni Stati arabi - notoriamente grandi paladini della democrazia -
come il Qatar.

Se si deve parlare di «eroi» in Siria, allora si deve fare riferimento a
tutte le parti che soffrono, e non solamente agli «eroi» che riconosce
l’Occidente...

Quanti missili Milan sono stati consegnati ai ribelli?

Sono numerosissimi i cittadini siriani che si appellano al loro presidente
affinché le forze governative intervengano. A Homs soprattutto, dove la
situazione è allarmante per ampi settori della popolazione, presi in
ostaggio da questi gruppi che occupano intere zone della città - i quartieri
di Baba Amr, Khaldiyeh, Karm el-Zeytoun - dove le persone chiamano da mesi
Damasco affinché li soccorra [2].

La loro sorte è diventata ancor più fonte d’angoscia da quando i ribelli
fanno uso dei lancia-missili anticarro Milan che erano stati consegnati ai
ribelli libici durante la campagna di Libia, meno di un anno fa, da Francia
e Qatar. Ci possiamo ricordare come Bernard Henry Levy e Sarkozy avessero
all’epoca ingannato l’opinione pubblica attribuendo alle forze fedeli a
Gheddafi l’uso di questi missili Milan che mietevano vittime in Libia.

È lo stesso inquietante scenario che si ripete in Siria. I politici, le ONG
e i giornalisti, fanno ancora una volta una scelta di campo a favore della
guerra che gruppi strumentalizzati dalle potenze straniere provocano.
Attribuiscono alle forze governative - come in passato in Libia, senza
alcuna seria verifica - gli atti di barbarie perpetrati dagli «oppositori»
armati che terrorizzano la maggioranza della popolazione.

Da tre settimane i commentatori ripetono che Homs è cannoneggiata
unilateralmente dall’esercito siriano. Al contrario, i contingenti lealisti
attaccati dai missili Milan hanno subito numerose perdite dall’inizio del
loro intervento. Non è chiaro se le autorità di Damasco riusciranno a
sloggiare questi gruppi dotati di armamento pesante da tutti i quartieri
della città in cui si sono infiltrati.

Poteva il governo siriano non reagire?

È stato ripetutamente dimostrato - fin dall’inizio di questi combattimenti -
che gli «oppositori» armati sono addestrati, inquadrati e formati da forze
speciali straniere; che tra le loro fila gli oppositori hanno elementi che
agiscono per conto di potenze straniere la cui presenza in Siria è lampante.
La televisione siriana ha diffuso negli scorsi giorni le immagini recenti di
Homs riprese da un «fotoreporter di guerra» straniero che ha seguito e
filmato in un quartiere della città questi «oppositori» armati - gli stessi
che i «grandi reporter» glorificano - che lanciano razzi e missili
all’impazzata. Una immagine ha attirato l’attenzione: all’interno di un
edificio, con le scale imbrattate di sangue, gli arredamenti distrutti,
campeggiava su un muro una scritta sorprendente e dal significato pesante:
«Da Misurata, dopo aver liberato la Libia, siamo venuti a liberare la
Siria!».

Chi sono i responsabili dei massacri di Homs, che obiettivi perseguono?

Questi gruppi armati, le cui azioni più efferate sono attribuite ai soldati
di el-Assad che li fronteggiano, sono sistematicamente presentati dalla
stampa occidentale come «oppositori» che lottano per la «democrazia».

Perché i «grandi reporter» non riportano mai le testimonianze su Siriani
vittime di rapimenti, torture, omicidi, da parte di questi «oppositori»
armati?

Perché, ancora di recente, il presidente di "Medici senza frontiere" si è
aggiunto a questa operazione di intossicazione mostrando come degne di fede
le testimonianze di Siriani anonimi - col volto celato - schierati coi
ribelli che attribuivano alle forze di el-Assad ed ai medici degli ospedali
atti indicibili di tortura su feriti e bambini? [3]

Chi potrebbe credere essere nell’interesse di Bashar el-Assad di torturare
il suo popolo, violentare bambini e ragazzine? Chi può credere che il popolo
siriano continui a sostenere in maggioranza Bashar el-Assad se fosse quel
torturatore sanguinario dipinto in Occidente a fini di propaganda di guerra?

Queste incessanti campagne che prendono la difesa degli oppositori violenti,
e non del popolo terrorizzato e oppresso da questi ribelli, sono pericolose.
Mirano a portare acqua al mulino delle potenze - Francia, Gran Bretagna,
Stati Uniti, appoggiate da Qatar e Arabia Saudita - che, da mesi, preparano
nell’ombra il terreno per un intervento militare in Siria e non aspettano
altro che il semaforo verde da parte di Obama.

Silvia Cattori

(*) Si veda: « Homs, un testimone racconta il terrore: sono gruppi armati,
non è Damasco », di Silvia Cattori, 10 febbraio 2012.
(http://www.silviacattori.net/article2800.html)

Traduzione dal francese a cura di Simone Santini (24.02.2012):
http://www.clarissa.it/esteri_int.php?id=1556

Testo originale in francese (23.02.2012):
http://www.silviacattori.net/article2861.html


[1] L’Osservatorio siriano dei Diritti dell’Uomo - che raccoglie le
dichiarazione manipolate dalla Siria di diversi Comitati - è stato più volte
denunciato come niente altro che un volgare strumento di disinformazione al
servizio della rivolta. Malgrado le numerose prove che lo attestano, rimane
sulla Siria la principale fonte - insieme ai famosi «grandi reporter» - su
cui si poggia tutta la stampa occidentale che giorno dopo giorno propaga
quanto riferito da questo osservatorio bidone.

[2] Si veda: «Una Siriana che ha avuto il fratello ucciso a Homs dagli
«oppositori», testimonia», racconto raccolto da Nadia Khost, 8 febbraio
2012. (http://www.silviacattori.net/article2790.html)

[3] Torneremo sul ruolo delle ONG che hanno contribuito ad alimentare la
disinformazione che colpisce la Siria aumentando così il rischio di un
intervento straniero; in particolare Amnesty international e Médecins sans
frontières.



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