R: [pace] Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a grappolo



Noi di Peacelink siamo già impegnati in due petizioni, quella sulla Siria e il Manifesto Nonviolento, ma non è detto che non si trovino le forze per organizzare anche questa petizione.

 

Io la condivido in pieno, anche se il Nobel per la pace è stato dato a persone peggiori di Obama e quindi l’esito è scontato, ma ho un suggerimento:

 

non concentriamoci solo su quest’ultimo fatto, da addebitare a Obama ci sono varie scelte e varie dichiarazioni belliciste, sarebbe il caso di fare un elenco su tutto quanto (il piu possibile)

documenti il guerrafondismo di questo presidente.

 

Lorenzo

 


Da: pace-request at peacelink.it [mailto:pace-request at peacelink.it] Per conto di Borghi Franco
Inviato: martedì 3 gennaio 2012 14.53
A: pace at peacelink.it
Oggetto: Re: [pace] Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a grappolo

 

Grazie a Giampiero e a Valerio Gennaro per le loro risposte.

 

Prima di preparare un testo (chi lo fa?) occorre verificare l' indirizzo esatto dell' Accademia norvegese che rilascia il Premio Nobel e all' attenzione di chi. La raccolta di forme dovrebbe essere fatta in modo certificabile e contablizzabile in rete, così come fanno grosse associazioni del tipo Amnesty International. Noi siamo in grado di fare  altrettanto ? Altrimente le fiorme raccolte non avrebbero valoro. Oppure bisognerebbe che  ognuno  inviasse  a destinazione la propria lettera, con un testo comune, e con copia conoscenza per Peacelink in modo da sapere quante lettere partono. E potrebbe essere spedita anche per posta o per fax.

Cio sarà poi chi, in questo periodo pre-elettorale in USA, un' iniziativa del genere andrebbe a disturbare Obama e questo  qualcuno non lo vorrebbe fare....!

 

Saluti, Franco

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Franco BORGHI
Via Frescobaldi 13 - 44042 CENTO
Tel.051.6836715 -Fax 051.18895462
Cell.348.3802633
Reply to: xenos at iii.it - farabir at iii.it

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From: Giampiero

Sent: Tuesday, January 03, 2012 1:37 PM

Subject: Re: [pace] Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a grappolo

 

sono molto daccordo!

Giampiero monaca

Il giorno 03/gen/12, alle ore 12:20, Borghi Franco ha scritto:



 

Ci sarebbero molto punti da evidenziare in questo documento. Ora me ne salta agli occhi uno  e mi colpisce allo stomaco : quello che ci racconta come questo enorme contratto di fornitura di armamenti sia statto voluto e favorito da Barack Obama, PREMIO NOBEL PER LA PACE.

 

Questa è un' assurdità che non può passare sotto silenzio.  Mi chiedo se non sia il caso di inviare all' Istituto dei Premi Nobel in Norvega una richiesta di ritirare a Obam quel premio Nobel del tutto immeritato.

Ma ci vorrebbero tante firme.

 

Che ne pensate ? Lo si fa ?

 

Franco

 

 

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Franco BORGHI 
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Sent: Saturday, December 31, 2011 4:58 PM

Subject: [pace] Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a grappolo

 

Questo governo decapita ancora le donne accusate di stregoneria, non consente la patente a chi e' di sesso non maschile e vieta (la punizione e' la fustigazione) la predicazione del cristianesimo ma agli occhi dei mass media non viola gravemente i diritti umani...
Con uno shopping cosi' vuoi pure rimproverarlo?
Se la Siria comprasse dagli Usa a questi livelli, cucirebbe le bocche a tutti.


From: antonio mazzeo <a_mazzeo at yahoo.com>

Date: Sat, 31 Dec 2011 07:10:10 -0800 (PST)

To: Antonio Mazzeo<a_mazzeo at yahoo.com>

Subject: Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a grappolo

 

Shopping saudita di cacciabombardieri e bombe a grappolo

di Antonio Mazzeo

 

Fine anno con i botti per il complesso militare industriale USA. La Casa Bianca ha annunciato la vendita all’Arabia Saudita di 84 cacciabombardieri  F-15 “Strike Eagles” di nuova costruzione e l’aggiornamento di 70 velivoli dello stesso modello già in possesso dell’aeronautica militare saudita. Il valore del contratto è valutato in 29,4 miliardi di dollari e secondo il Dipartimento di Stato comporterà “50mila nuovi posti di lavoro distribuiti su 600 aziende subfornitrici in 44 Stati dell’Unione”. Prime contractor il colosso Boeing che in passato ha fornito alla petromonarchia saudita elicotteri “Apache”, velivoli radar “AWACS” e altri mezzi di guerra. La revisione dei vecchi cacciabombardieri avverrà entro la metà del 2014 mentre la consegna dei nuovi “Strike Eagles” partirà nel 2015. L’accordo prevede pure l’addestramento di 500 piloti sauditi nei prossimi sette anni.

L’amministratore delegato di Boeing, Jim McNerney, nell’esprimere soddisfazione la commessa ha personalmente ringraziato Barack Obama e re Abdullah bin Abdul Aziz al Saud per il determinante contributo che hanno dato per il buon fine delle trattative. Per il Dipartimento di Stato “l’accordo rinvigorisce il già solido e duraturo rapporto tra Stati Uniti e Arabia Saudita e dimostra l’impegno americano a mantenere alta la capacità difensiva saudita, ritenuta elemento-chiave della sicurezza nella regione”.

Con implicito riferimento alla crisi iraniana, Washington spiega di voler mandare “un forte messaggio ai Paesi della regione che gli Stati Uniti sono determinati a mantenere la stabilità del Golfo e dell’intero Medio oriente”.  La vendita dei cacciabombardieri F-15 contribuirà “ad accrescere le capacità delle forze aeree tattiche saudite nella difesa dalle minacce regionali dei potenziali aggressori”. Grazie al contingente statunitense di stanza nella penisola Arabica “si assicurerà l’interoperabilità tra la US Air Force e l’aeronautica militare saudita, favorendo le relazioni a lungo termine tra le forze armate degli Stati Uniti d’America e l’Arabia Saudita”. Infine è stato annunciato che agli 84 F-15 “Strike Eagles” seguirà presto la vendita di 70 elicotteri d’attacco AH-64 “Apache”, 36 elicotteri AH-6i, quantità imprecisate di missili, bombe, sistemi di puntamento, radar e visori notturni per un valore superiore ai 30 miliardi di dollari.

Le relazioni politiche e militari Washington-Riyad si erano incrinate a seguito degli attentati dell’11 settembre 2001 che videro coinvolti alcuni ex agenti delle forze di sicurezza saudite. Gli Stati Uniti avevano pure mostrato di non gradire il sostegno finanziario della famiglia reale alle organizzazioni islamiche radicali in Medio oriente e Africa, alcune delle quali sospettate di contiguità con al-Qaeda. Dopo l’ondata di attentati terroristici che ha colpito l’Arabia Saudita, le autorità hanno deciso d’intensificare gli sforzi per reprimere le fazioni fondamentaliste più estreme, assicurando contestualmente il pieno supporto logistico alle operazioni militari USA in Iraq, Afghanistan e Pakistan. Gli annunciati programmi di sviluppo nucleare dell’Iran, storico nemico saudita, hanno contribuito a riportare l’alleanza USA-Arabia Saudita ai solidi livelli del passato e ciò ha consentito un’escalation nell’esportazione di tecnologie militari statunitensi.

Secondo fonti ufficiali USA, dal 2007 al 2010 i trasferimenti di sistemi d’arma all’Arabia Saudita, nell’ambito di accordi tra governo a governo, hanno raggiunto il valore complessivo di 13,8 miliardi di dollari. Lo scorso mese di luglio, il Dipartimento di Stato ha fatto sapere di avere accolto la richiesta saudita per la fornitura di 404 CBU-105D/B WCCMD Sensor Fuzed Weapons a guida GPS, prodotte dalla Textron Systems Corporation di Wilmington (Massachusetts). La commessa ha un valore di 355 milioni di dollari e comprende i costi d’addestramento all’uso delle bombe da parte di militari e contractor USA per un biennio.

Le munizioni sono uno dei modelli più recenti delle famigerate cluster bombs, le bombe a grappolo proibite dalla Convenzione delle Nazioni Unite entrata in vigore l’1 agosto 2010, mai ratificata da Washington. Le CBU-105D/B sono state realizzate modificando la bomba a grappolo del tipo CBU-97, 450 kg di peso e a caduta libera, ognuna delle quali contiene al suo interno dieci sub munizioni BLU-108, a loro volta dotati di quattro proiettili (Skeets) che, grazie ad uno speciale sensore laser, individuano e colpiscono carri armati, blindati, camion da trasporto e altri velivoli militari di supporto. Questi micidiali strumenti di morte sono stati utilizzati per la prima volta durante l’invasione dell’Iraq nel 2003. 

Nel settembre 2011, un altro colosso del complesso militare industriale statunitense, la Lockheed Martin Corporation, ha ricevuto un ordine di 15,3 milioni di dollari per fornire nuovi sistemi di sorveglianza e puntamento alla flotta di elicotteri AH-64D “Apache” in dotazione alle forze armate saudite. Nello stesso mese, la US Defense Security Cooperation Agency ha annunciato che l’Arabia Saudita ha richiesto apparecchiature e sistemi avanzati per i cannoni da 155mm “M777A2” e 105mm “M119A2” dei reparti di artiglieria leggera (valore 886 milioni di dollari). Alla vigilia della firma dell’accordo sui cacciabombardieri F-15, il comando di US Army ha autorizzato una modifica al contratto di vendita dei velivoli leggeri armati 8x8 (LAV – Light Armored Vehicles) che accresce a 155 il numero di unità da trasferire al paese arabo (costo complessivo, 264 milioni di dollari).

In vista dell’accerchiamento dell’Iran e del potenziamento del sistema di “difesa” anti missili balistici in Medio oriente, il Pentagono sta infine contribuendo al programma di sviluppo del sistema missilistico “Patriot” delle forze armate saudite (valore 1,7 miliardi di dollari). Contestualmente ha autorizzato la vendita di 209 missili “Patriot” al Kuwait (900 milioni di dollari) e, il 29 dicembre 2011, di due sistemi “THAAD” (High Altitude Area Defense) agli Emirati Arabi Uniti. Quest’ultima commessa, per il valore di 1,96 miliardi di dollari, comprende 96 missili terra-aria, apparecchiature radar e relativi centri di comando, controllo e lancio, prodotti tutti dall’immancabile Lockheed Martin. Gli intercettori “THAAD” destinati agli emirati saranno collegati in rete con il nuovo sistema “Aegis Ballistic Missile Defense” della marina militare USA, in via di dislocazione nelle acque del Golfo Persico e del Mediterraneo.

Agli Emirati Arabi, le industrie militari statunitensi potrebbero fornire dal prossimo anno4.900 di bombe a guida di precisione, laser o Gps, del tipo “Rnep” (le cosiddette bunker-busters o penetra-bunker) e “Jdam” da attacco diretto. Washington ha già autorizzato a settembre la vendita di 500 missili aria-terra “Hellfire” che, similmente alle “Rnep” e alle “Jdams”, possono perforare strutture superprotette in cemento armato. Pure gli emiri non disdegnerebbero un blitz contro i presunti siti nucleari iraniani. Con le autorità di Teheran è in corso da anni una disputa sulla sovranità dell’isola di Abu Musa, strategicamente localizzata all’ingresso dello Stretto di Hormuz.