"Il Paese non puo' fallire per sovvenzionare la guerra"



Ricevo e volentieri pubblico con l'autorizzazione di Ernesto Celestini.

www.peacelink.it


From: Ernesto Celestini <ernestocelestini at hotmail.com>
Date: Thu, 25 Aug 2011 08:43:00 +0200
To: <a.marescotti at peacelink.it>
Subject: parlamento e governo vorremmo scriverli con la lettera Maiuscola

Leggo con attenzione le tante informazioni  nascoste dai governi e dai giornali (di tutto il mondo) che “peacelink” riesce a trasmettere e sono convinto che conoscere anche la parte di verità che completa quella ufficiale sia essenziale per capire meglio ciò che succede in politica e dove stiamo andando.

Ma la sensazione che suscitano in me queste notizie è un vero senso di impotenza.

E’ la sensazione di essere ingabbiato da un sistema di leggi, che ci siamo dati per rispettare la nostra stessa libertà, che viene manipolato da affaristi che sono stati insediati alla guida dei governi ( nel rispetto di tutte le regole democratiche) per tutelare interessi solo particolari e non generali.  Ma fino a quando si potrà continuare, non solo in Italia, a circuire la gente per bene che, per scelta e per cultura, vuole fidarsi del prossimo fino a prova contraria?

Come è possibile che padre Zanotelli debba fare un appello per far sapere alla gente che il nostro paese rischia di andare in default perché nessuno dei nostri “Statisti” di governo e di opposizione vuol prendere atto che non è umanamente tollerabile che si chieda a disoccupati e cassintegrati un aumento dell’ IVA per continuare a mandare i nostri soldati ad uccidere e morire ( in nome della Pace!!).

Caro Alessandro, non credi che PeaceLink potrebbe aiutare a organizzare (o chiedere ad associazioni come AVAAZ per esempio)  una raccolta firme? Bisogna far capire al Parlamento che il popolo non è più con loro, che non li capisce più.

Perché, oltre alle spese militari, non possiamo più permetterci nemmeno le auto blu o gli stipendi da 20.000 euro al mese per dieci ore in parlamento ogni settimana. Insomma bisognerebbe mandare un messaggio semplice e chiaro al Parlamento e alla stampa ribadendo che chi paga le tasse non è fesso, ma rispetta le leggi - chi guadagna oltre 90 mila euro l’anno non è il ceto medio (ma solo lo 0,7 % della popolazione), che il paese non può fallire per sovvenzionare fabbriche di armi e mezzi bellici, che al Parlamento siedono dei servitori del popolo sovrano ( e chi lavora per altri padroni oltre che rubare il suo salario fa danni).

Intendo dire : Come possiamo provare a ricordare al parlamento e al governo che vorremmo scriverli con la lettera Maiuscola?

 

Ernesto Celestini

      

 

-----Messaggio originale-----
Da: news-request at peacelink.it [mailto:news-request at peacelink.it] Per conto di Alessandro Marescotti
Inviato: mercoledì 24 agosto 2011 22.34
A: news at peacelink.it; pace at peacelink.it
Oggetto: [PckNews] Alex Zanotelli, appello contro la guerra e le spese militari

 

Appello di padre Alex Zanotelli

 

In tutta la discussione nazionale in atto sulla manovra finanziaria, che ci costerà 20 miliardi di euro nel 2012 e 25 miliardi nel 2013, quello che più mi lascia esterrefatto è il totale silenzio di destra e sinistra, dei media e dei vescovi italiani sul nostro bilancio della Difesa. E’ mai possibile che in questo paese nel 2010 abbiamo speso per la difesa ben 27 miliardi di euro?

 

Sono dati ufficiali questi, rilasciati lo scorso maggio dall’autorevole Istituto Internazionale con sede a Stoccolma (SIPRI).

 

Se avessimo un orologio tarato su questi dati, vedremmo che in Italia spendiamo oltre 50.000 euro al minuto, 3 milioni all’ora e 76 milioni al giorno. Ma neanche se fossimo invasi dagli UFO, spenderemmo tanti soldi a difenderci!!

 

E’ mai possibile che a nessun politico sia venuto in mente di tagliare queste assurde spese militari per ottenere i fondi necessari per la manovra invece di farli pagare ai cittadini? Ma ai 27 miliardi del Bilancio Difesa 2010, dobbiamo aggiungere la decisione del governo, approvata dal Parlamento, di spendere nei prossimi anni, altri 17 miliardi di euro per acquistare i 131 cacciabombardieri F 35.

 

Se sommiamo questi soldi, vediamo che corrispondono alla manovra del 2012 e 2013. Potremmo recuperare buona parte dei soldi per la manovra, semplicemente tagliando le spese militari. A questo dovrebbe spingerci la nostra Costituzione che afferma :”L’Italia ripudia la guerra come strumento per risolvere le controversie internazionali…” (art.11).

Ed invece siamo coinvolti in ben due guerre di aggressione, in Afghanistan e in Libia.

 

La guerra in Iraq (con la partecipazione anche dell’Italia), le guerre in Afghanistan e in Libia fanno parte delle cosiddette “guerre al terrorismo”, costate solo agli USA oltre 4.000 miliardi di dollari (dati dell’Istituto di Studi Internazionali della Brown University di New York). Questi soldi sono stati presi in buona parte in prestito da banche o da organismi internazionali. Il governo USA ha dovuto sborsare 200 miliardi di dollari in dieci anni per pagare gli interessi di quel prestito. Non potrebbe essere, forse, anche questo alla base del crollo delle borse?

 

La corsa alle armi è insostenibile, oltre che essere un investimento in morte: le armi uccidono soprattutto civili.

 

Per questo mi meraviglia molto il silenzio dei nostri vescovi, delle nostre comunità cristiane, dei nostri cristiani impegnati in politica. Il Vangelo di Gesù è la buona novella della pace: è Gesù che ha inventato la via della nonviolenza attiva.

 

Oggi nessuna guerra è giusta, né in Iraq, né in Afghanistan, né in Libia.

 

E le folle somme spese in armi sono pane tolto ai poveri, amava dire Paolo VI. E da cristiani come possiamo accettare che il governo italiano spenda 27 miliardi di euro in armi, mentre taglia 8 miliardi alla scuola e ai servizi sociali?

 

Ma perché i nostri pastori non alzano la voce e non gridano che questa è la strada verso la morte?

 

E come cittadini in questo momento di crisi, perché non gridiamo che non possiamo accettare una guerra in Afghanistan che ci costa 2 milioni di euro al giorno? Perché non ci facciamo vivi con i nostri parlamentari perché votino contro queste missioni?

 

La guerra in Libia ci è costata 700 milioni di euro!

 

Come cittadini vogliamo sapere che tipo di pressione fanno le industrie militari sul Parlamento per ottenere commesse di armi e di sistemi d’armi. Noi vogliamo sapere quanto lucrano su queste guerre aziende come la Fin-Meccanica, l’Iveco-Fiat, la Oto-Melara, l’Alenia Aeronautica. Ma anche quanto lucrano la banche in tutto questo.

E come cittadini chiediamo di sapere quanto va in tangenti ai partiti, al governo sulla vendita di armi all’estero (Ricordiamo che nel 2009 abbiamo esportato armi per un valore di quasi 5 miliardi di euro).

 

E’ un autunno drammatico questo, carico di gravi domande.

 

Il 25 settembre abbiamo la 50° Marcia Perugia-Assisi iniziata da Aldo Capitini per promuovere la nonviolenza attiva. Come la celebreremo?

Deve essere una marcia che contesta un’Italia che spende 27 miliardi di euro per la Difesa.

 

E il 27 ottobre sempre ad Assisi , la città di S. Francesco, uomo di pace, si ritroveranno insieme al Papa, i leader delle grandi religioni del mondo.

 

Ci aspettiamo un grido forte di condanna di tutte le guerre e un invito al disarmo.

 

Mettiamo da parte le nostre divisioni, ricompattiamoci, scendiamo per strada per urlare il nostro no alle spese militari, agli enormi investimenti in armi, in morte.

 

Che vinca la Vita!

 

Alex Zanotelli

Napoli, 24 agosto 2011

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